Polemonium reptans

Bellissimi fiori profumati, amati dagli impollinatori, azzurri e molto luminosi, portati da rami morbidi e flessuosi per gran parte della primavera.

Coltivare in terreno fertile e non arido, a mezzombra, in posizioni raggiunte da poche ore di sole al mattino. Per un buon risultato nel caso di terreno argilloso fornire drenaggio al momento dell'impianto con sabbia o ghiaietta nella buca di piantumazione. Dopo la fioritura tagliare a metà altezza la vegetazione per favorire la produzione di nuove foglie.

Diminuire le irrigazioni dopo la fioritura.

L'epiteto generico secondo l'Etimologia Botanica di Alexandre de Thèis deriva dal greco πόλεμος (pòlemos, guerra). Plinio (Naturalis Historia XXV, 6) racconta che prende questo nome perchè fu all'origine di una guerra tra due re che si attribuivano la scoperta di questa pianta e delle sue proprietà. Era talmente rinomata che la si chiamava anche chilodiunàmia, da χίλιοι, mille e δύναμις, forza, potere, proprietà, cioè dotata di mille virtù, dal greco chílioi, mille, e dýnamis, potere.

L'epiteto specifico deriva dal verbo latino reptare (reptàre, strisciare a terra) in riferimento al portamento che differenzia la specie rispetto ad altre appartenenti al genere Polemonium, più slanciate e verticali.

La pianta è in vaso di 16 cm di diametro

 

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PC001A0407J

Scheda tecnica

Famiglia
Polemoniaceae Juss.
Nome botanico della specie
Polemonium reptans L.
Accentazione e pronuncia
Polemònium rèptans
Altezza Massima
50 cm
Esposizione
Mezzombra
Colore
Azzurro
Fogliame
Spogliante
Colore fogliame
Verde
Fioritura
Aprile-Maggio

Riferimenti Specifici

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Aster lateriflorus 'Prince'

Una cultivar compatta che raggiunge al massimo i 60/70 cm di altezza in fioritura. Ha foglie scure e fiori rosati con il centro rosa scuro, quasi porpora. Coltivare in pieno sole, o meglio a mezz'ombra (specialmente in luoghi con temperature superiori ai 35°C), in terreno fertile, non arido. Si consiglia di cimare la pianta a fine Maggio per favorire l'accestimento e una maggiore produzione di fiori.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico deriva dal termine latino latus, lateris (lato) e da flos, floris (fiore): per la disposizione dei fiori sugli steli.

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Eucomis comosa 'Sparkling...

Bulbosa con vistose pannocchie di fiori che ricordano un ananas per il pennacchio di foglie che portano alla sommità. In primavera ha foglie scurissime che poi virano al verde. Rustica, si può coltivare in vaso o in piena terra, in terreno ben drenato e fertile, non arido durante il periodo estivo. Si consiglia di concimare in primavera e poi dopo la fioritura.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἐῧ (éu bene, alla perfezione) e κόμη (cóme chioma): 'dalla perfetta chioma' in riferimento alla bellezza delle pannocchie fiorite.

L'epiteto specifico deriva dal latino coma (cóma chioma, equivalente del greco κόμη come ): munito di chioma, chiomato.

Actaea cordifolia

Una fioritura per la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno con infiorescenze bianche formate da piccoli fiori piumosi e alti steli. Questa specie (A.cordifolia) è  forte e affidabile e sopporta il caldo estivo più delle altre. La posizione ideale è in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fresco, drenato, ricco di sostanza organica. Se il terreno asciuga eccessivamente la pianta sopravvive, ma il fogliame si rovina, accartocciandosi. Lenta a insediarsi, una volta che ha sviluppato bene l'apparato radicale forma bellissimi macchie, decorative anche quando non sono in fiore, per la texture delle foglie.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἀκτῆ (aktè sambuco) formato da alfa privativa e κτῶ (ctò) 'io faccio morire', cioè 'pianta che restituisce la salute'. Dioscoride (De Materia Medica IV, 168) racconta che veniva utilizzata per per guarire dal morso della vipera . Linneo utilizzò questo nome per ribattezzare una pianta chiamata fino ad allora Christophoriana (cioè erba di San Cristoforo), con bacche nere simili a quelle del Sambuco e la chiamò Actaea, perché sosteneva che 'La botanica non deve distinguere i suoi generi con dei nomi di santi o di uomini che sono diventati illustri in un'altra arte' (Philosophia botanica).

L'epiteto specifico in latino significa 'dalle foglie a forma di cuore'.

Verbena bonariensis

La più famosa erbacea perenne: elegante e slanciata, in fiore da Maggio ad autunno inoltrato. Originaria del Sud America, cresce facilmente in pieno sole e terreno ben drenato. Attira impollinatori e farfalle. Si consiglia di coltivare Verbena bonariensis lasciandole spazio e aria, perchè non ama essere soffocata in mezzo ad altre piante. Durante la stagione di fioritura può essere cimata, tagliando 1/3 dello sviluppo verticale, per permettere accestimento e fioritura più abbondante.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico ricorda la provenienza della specie, dal latino moderno Bonaria (Buenos Aires: di Buenos Aires).

Perovskia atriplicifolia...

Una varietà dal portamento compatto ed eretto con in più tutte le caratteristiche che hanno fatto apprezzare Perovskia atriplicifolia: fogliame argentato e aromatico, fioritura lunghissima e cerulea, resistenza e vigore. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Anche se è a tutti gli effetti un piccolo arbusto preferiamo trattarla come un'erbacea. Si consiglia quindi di tagliare a circa 15 cm da terra ad ogni primavera per evitare che lignificando perda compattezza e si spogli alla base.

L'epiteto generico ricorda il generale Vasily Alekseevich Perovski (1794-1857), diplomatico russo e finanziatore del Pavlovsk Imperial Garden, nei pressi di San Pietroburgo.

L'epiteto specifico è composto dalle parole atriplex latinizzazione del greco ατραφαξυς (atràfaxus formato dal prefisso privativo a- e da τρέφω trefo, nutrire: non nutriente) e folium foglia: con foglie non nutrienti.

Penstemon 'Regal Purple'

Bellissimo Penstemon a fiori viola scuro. ottenuto da seme dal nostro vivaio. Dai semi raccolti da questa prima cultivar che abbiamo coltivato abbiamo poi ottenuto e selezionato P. 'Regal Lilac' e P.'Regal Blue', tutte caratterizzate da lunga fioritura, ottima dimensione dei fiori, resistenza al freddo, persistenza del fogliame in inverno e rapido sviluppo. Tutta la serie Regal ha portamento morbido, con lunghi rami che appoggiano a terra rendendo queste varietà adattte alla prima linea o a formare cuscini fioriti alla base di graminacee ornamentali(ad esempio con Miscanthus 'Verneigung' o Pennisetum 'Hameln'). La posizione ideale è in pieno sole, in terreno fertile, drenato. Per favorire l'accestimento e la rifiorenza si consiglia di accorciare i rami più disordinati dalla primavera alla fine dell'estate e di tagliare drasticamente la pianta all'inizio della primavera, per evitare una eccessiva lignificazione e un conseguente invecchiamento della pianta.

L'epiteto generico Penstemon deriva dal greco πέντε pénte cinque e da στήμων stémon stame: con fiori a cinque stami, di cui uno sterile e quattro fertili. 

Gaillardia aristata...

Erbacea perenne originaria dell'America settentrionale. Forma morbidi cespugli carichi di fiori per tutta la stagione estiva, fino ad autunno inoltrato. La varietà 'Burgunder' ha fiori rosso scuro col centro giallo scuro. Cresce bene in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Tollera la salsedine e il calore estivo e periodi di siccità.

Alcune tribù di Nativi nordamericani la utilizzano per curare le ferite e per abbassare la febbre.

L'epiteto generico fu dedicato dal botanico Auguste Denis Fougeroux de Bondaroy (1732-1789) ad Antoine René Gaillard de Charentonneau magistrato francese, naturalista e appassionato di botanica.

L'epiteto specifico deriva dal latino arista (arìsta, filamento e di conseguenza spiga per sineddoche) 'dotata di arìste' in riferimento ala presenza di organi appuntiti, sottili nella parte terminale, in riferimento forse alla forma delle foglie o a quella dei fiori del disco centrale.

Thalictrum 'Black Stockings'

Thalictrum dalla bellissima fioritura primaverile con steli scuri, alti circa 120cm e carichi di piumini color glicine. La pianta rimane decorativa anche dopo la fioritura, con foglie simili a quelle dell' Aquilegia che formano un fitto cespuglio. Vigoroso e resistente, consigliato per la coltivazione sia in vaso che in terra. Coltivare in terreno fresco e drenato, non facendo mancare irrigazioni regolari durante il periodo della fioritura. Coltivare a mezzombra, raggiunto da almeno 4 o 5 ore di sole diretto per favorire la fioritura, il colore scuro dei fusti e l'irrobustimento della pianta. Posizioni troppo ombreggiate portano a uno sviluppo disordinato e all'assenza di toni scuri sui fusti.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Salvia nemorosa 'Caradonna...

Una recente introduzione (2021) scoperta in Inghilterra da Jonathan J. Tuite e battezzata 'Caradonna Pink', ha le stesse qualità di Salvia nemorosa 'Caradonna'(resistenza, rifiorenza, steli scuri), ma fiori rosa.  La fioritura inizia in Maggio e dopo il primo ciclo(che termina in Luglio solitamente) la pianta rifiorisce a fine estate, specialmente se si ha l'accortezza di rimuovere gli steli sfioriti e di irrigare regolarmente. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile. Una volta ben radicata sopporta periodi di irrigazioni ridotte, anche se per ottenere una buona rifiorenza l'acqua è fondamentale. Cultivar fertile che tende quindi a disseminare ibridandosi facilmente con altre Salvia (nemorosa, pratensis) presenti in giardino.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

L'epiteto specifico da nemus, nemoris (bosco), 'che cresce nei boschi'.

Sinonimi: Salvia nemorosa 'Tucarink' / Salvia nemorosa 'Tuitsalv' / Salvia nemorosa 'Caradonna PInk Inspiration'

Acanthus hungaricus 'White...

Perenne rustica con foglie verde brillante e pannocchie di fiori formati da una parte superiore viola e un labbro inferiore bianco. In natura l'Acanthus è tipico di luoghi asciutti e terreni sassosi, resiste bene alla siccità e forma grandi cespugli molto decorativi. In giardino mostra la sua resistenza e affidabilità e si adatta ad ogni tipo di terreno, purchè abbia un buon drenaggio, preferibilmente a mezzombra. Questo ibrido di Acanthus è apprezzato per le dimensioni più contenute rispetto alla specie ed è quindi la scelta ideale anche per giardini più piccoli e per la coltivazione in vaso. Rispetto ad Acanthus spinosus e mollis ha una maggiore resistenza al freddo, data l'origine geografica della specie.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκανϑα (ácantha) formato da ακέ (aké punta, ago) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore): fiore spinoso, per via delle estremità aculeate delle foglie e delle capsule che racchiudono i semi. La mitologia greca parla inoltre della ninfa Acanto, amata da Apollo, ma non ricambiata. Il dio cercò di rapirla, ma lei reagì, graffiandolo in volto. Per punirla Apollo la trasformò nell'omonima pianta. Un'altra versione del mito racconta che l'amore del dio del sole venisse ricambiato dalla ninfa e che alla morte di Acanto Apollo decise di trasformarla nell'omonima pianta.

L'epiteto specifico indica la provenienza geografica della specie, originaria dell' Ungheria. Si trova talvolta indicata anche come Acanthus balcanicus.

Sedum 'Pillow Talk'

Una cultivar lanciata sul mercato dal tedesco Marco Van Noort: fogliame grigio-verde, portamento rotondo e infiorescenze molto grandi con fiori rosa scuro in bocciolo, che si schiudono in rosa chiaro, rivelando un centro color ciliegia. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra). L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi o probabilmente di Portulaca simile a un bosco, per la tipica disposizione dei fusti che nascono dalla base della pianta e si ergono come alberi in verticale, diversamente dai Sedum tappezzanti.

Sedum 'Strawberries and Cream'

Ogni singolo fiore muta colore durante la stagione: dal rosa fragola quando ancora chiuso, al rosa chiaro e infine bianco quando completamente aperto. Dopo la fioritura le infiorescenze diventano porpora scuro. L'effetto d'insieme è affascinante, soprattutto per il contrasto cromatico con il fogliame viola-grigio. Ha steli alti e vive tranquillamente anche in vaso. Coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, anche povero.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra). L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi o probabilmente di Portulaca simile a un bosco, per la tipica disposizione dei fusti che nascono dalla base della pianta e si ergono come alberi in verticale, diversamente dai Sedum tappezzanti.

Lilium candidum

Bulbosa originaria di Palestina e Libano, diffusa nel Mediterraneo grazie ai commerci dei Fenici, apprezzata già nell'antica Grecia e coltivata anche dai Romani a scopo ornamentale. Il mito racconta che il Lilium candidum fosse nato dalle gocce di latte cadute dal petto di Era, dea patrona del matrimonio, della fedeltà matrimoniale e del parto e che Afrodite, dea dell' Amore, avesse inserito all'interno del fiore un pistillo dalla forma fallica. Il giglio è sempre stato simbolo di purezza: dalla cultura greca, alla tradizione classica romana fino alla cultura cristiana, che lo adottò come simbolo della purezza di Maria, rappresentandolo solitamente senza il pistillo. Appare infatti nelle raffigurazioni dell'annunciazione, portato in dono alla Vergine Maria dall'Arcangelo Gabriele. Anche san'Antonio da Padova viene raffigurato con i Lilium candidum in mano. La stratificazione culturale pagana e cristiana ha portato quindi alla nascita di un gran numero di nomi comuni per questa bulbosa e tra i più diffusi ricordiamo Giglio della Madonna e Giglio di sant'Antonio, Giglio di san Giuseppe.

In gran parte d'Italia è diffuso come alloctona casuale e in alcune regioni come alloctona naturalizzata.

La posizione ideale è a mezz'ombra o al sole, in terreno ricco, fertile, abbastanza drenato, in mix nelle bordure con altre perenni che con la loro vegetazione proteggano la base della pianta dal calore e dall'evaporazione dell'acqua di irrigazione. Già alla fine dell'inverno i bulbi producono le rosette basali di foglie e dalla primavera inizia a crescere lo stelo floreale. Dopo la fioritura lo stelo e le sue foglie seccano, mentre persistono le foglie della rosetta basale. I bulbi vanno lasciati indisturbati nel terreno per permettere alla pianta di irrobustirsi e aumentare di anno in anno la produzione di steli.

L'epiteto generico deriva da lilium, termine latino per 'giglio', dal greco λείριον (leírion giglio)

L'epiteto specifico significa bianco

Sedum 'Thunderhead'

La vegetazione in primavera e inizio estate ha un bellissimo tono viola-grigio, come se gli steli e le foglie fossero cerati. Dalla fine dell'estate la bellezza cromatica si arricchisce del fucsia delle grandi infiorescenze, che colorano la pianta fino a tutto Settembre. Coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, anche povero.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra). L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi o probabilmente di Portulaca simile a un bosco, per la tipica disposizione dei fusti che nascono dalla base della pianta e si ergono come alberi in verticale, diversamente dai Sedum tappezzanti.

Aquilegia chrysantha...

Una perenne di origine nordamericana, vigorosa e che si dissemina facilmente. Ha foglie glauche e fiori gialli, con lunghi speroni, inizialmente piegati verso il basso e poi disposti in orizzontale alla sommità degli alti steli. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia ai margini di zone boschive. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra o pieno sole. Rispetto ad altre specie sopporta bene anche posizioni molto soleggiate, mentre in ombra fatica ad ambientarsi.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva dal greco χρυσόϛ (criusós oro) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): con fiori giallo oro.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Penstemon 'Raven'

Belissimo Penstemon con fiori molto scuri con portamento più verticale rispetto a 'Regal Purple' e gola bianca. Le qualità: lunga fioritura, ottima dimensione dei fiori, resistenza al freddo, persistenza del fogliame in inverno e rapido sviluppo. La posizione ideale è in pieno sole, in terreno fertile, drenato. Per favorire l'accestimento e la rifiorenza si consiglia di tagliare spuntare i rami più disordinati dalla primavera alla fine dell'estate e di tagliare drasticamente la pianta all'inizio della primavera, per evitare una eccessiva lignificazione e un conseguente invecchiamento della pianta.

L'epiteto generico Penstemon deriva dal greco πέντε pénte cinque e da στήμων stémon stame: con fiori a cinque stami, di cui uno sterile e quattro fertili.