Cichorium intybus

Perenne spontanea in tutta Italia, ma diffusa in gran parte dell'emisfero, specialmente nelle zone temperate di Eurasia e America del Nord. Fiorisce abbondantemente da Luglio a Settembre, con alti steli che portano fiori azzurri. Commestibile e officinale, è considerata una pianta curativa fin dall'antichità e veniva raccomandata da Galeno di Pergamo per curare i disturbi del fegato e infatti le sono riconosciute funzioni stimolanti su fegato e reni e conseguenti capacità depurative, disintossicanti, ma anche ipoglicemizzanti e cardiotoniche. Nel 1600 il medico e botanico Prospero Alpini consigliava di utilizzare la radice essiccata per fare un ottimo caffè. Oggi è particolarmente diffuso e si trova facilmente in vendita, apprezzato per il sapore e le proprietà curative.

E' tipica di terreni incolti e trova le condizioni ideali in terreni drenati, ma anche poveri e scarsamente irrigati. In giardino, in terreno fertile, garantisce ottimi risultati ed è utilizzata per la leggerezza della fioritura e la bellezza dei colori.

L'origine dell'epiteto generico non è chiara. Potrebbe trattarsi di un antico nome arab, Chikouryeh. A noi giunge tramite Plinio, che usa il termine cichorium nella sua Historia Naturalis, dal g, eco κιχόρη (chichóre) o da κίχορα (chíchora) o dal termine usato da Teofrasto κιχόριον (chichórion). In ogni caso col significato di cicoria. Questa varietà di nomi è dovuta al fatto che questa cicoria è diffusa, conosciuta e utilizzata da secoli e i nomi comuni sono tanti quante sono i popoli e i luoghi in cui veniva raccolta e utilizzata. Si trova traccia ad esempio anche nel Papiro di Ebers, datato 1550 a.C. e lo stesso Plinio racconta che era una pianta conosciuta nell'antico Egitto.

Il nome specifico deriva dal greco ἔντυβον (èntiubon) scritto anche ἴντυβος (ìntiubos) entrambi nomi della cicoria, passati al latino come intibus (ìntibus appunto) nome specifico adottato da Linneo.

La pianta è in vaso di 18 cm di diametro

 

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PC001A0130J

Scheda tecnica

Famiglia
Asteraceae Bercht. & J.Presl
Nome botanico della specie
Cichorium intybus L.
Accentazione e pronuncia
Cicòrium ìntibus
Altezza Massima
120 cm
Esposizione
Sole
Colore
Blu
Fogliame
Spogliante
Colore fogliame
Verde
Fioritura
Luglio-Settembre
Rusticità
Oltre -20°C

Riferimenti Specifici

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Lythrum salicaria

Erbacea perenne rizomatosa spontanea in tutta Italia, in luoghi umidi, sponde di laghi, fiumi e canali di irrigazione. Molto adatta alla coltivazione in giardino per la lunga e appariscente fioritura, si adatta bene in diverse condizioni, purchè abbia terreno fertile, non arido. Una volta ambientato sviluppa un apparato radicale particolarmente profondo che gli permette di sopportare abbastanza bene irrigazioni più diradate nel tempo. In acqua sviluppa bene, ma assume portamento lasso, mentre in piena terra resta ben eretto, a fiamma, raggiungendo altezze considerevoli (ma può essere mantenuto più compatto cimando la pianta prima della fioritura). Si consiglia di lasciare la vegetazione dopo la fioritura e di non tagliare i fusti che seccano: il tono scuro che assumono alla fine dell'estate è un valore aggiunto in giardino che vi invitiamo ad apprezzare!

L'altezza della pianta dipende dal tipo di terreno e di irrigazione. Con terreno fertile e irrigazioni regolari raggiunge circa i 180/200 cm in piena fioritura.

I giovani germogli possono essere impiegati in insalata, le foglie essiccate come surrogato del tè, mentre in passato dalla macerazione delle foglie si distillava un'acquavite. La pianta è utilizzata in veterinaria e in passato ha trovato larga applicazione in medicina e ancora viene utilizzata come astringente, antibatterico, diuretico, antiemorragico.

L'epiteto generico deriva infatti dal greco λύθρον (liùthron, sangue rappreso) con riferimento all'utilizzo antiemorragico che ne veniva fatto fin dall'antichità (come si trova indicato nel De Materia Medica di Dioscoride). Improbabile l'interpretazione per cui il nome faccia riferimento al colore dei fiori.

L'epiteto specifico salicaria, col significato di 'simile al salice', fa riferimento alla somiglianza delle foglie o delle esigenze colturali delle due piante.

Tanacetum parthenium

Erbacea perenne largamente diffusa in natura in tutta Italia e conosciuta con i nomi di Amarella, Erba amara, Erba madre, Matricale, Amareggiola e utilizzata per ricette dolci e salate. E' una perenne a vita breve che si dissemina abbondantemente e cresce bene in terreno fertile, drenato, in pieno sole. Al Tanacetum parthenium sono riconosciute proprietà curative su emicrania, stati infiammatori, convulsioni ed ha effetti benefici su fegato e apparato digerente.
Conosciuto anche come Piretro(dal termine greco piros, fuoco, in riferimento al sapore piccante della radice) è utilizzato per preparare macerati e infusi contro gli insetti dannosi.
Il nome del genere potrebbe derivare dal greco 'atanasìa', immortalità, ad indicare la notevole durata dei fiori una volta recisi dalla pianta.

Il nome della specie probabilmente deriva dal nome femminile greco 'Parthènos', vergine figlia di Apollo, morta prematuramente e trasformata dal dio in costellazione.
Al Tanacetum parthenium sono riconosciute proprietà curative su emicrania, stati infiammatori, convulsioni ed ha effetti benefici su fegato e apparato digerente.
Conosciuto anche come Piretro(dal termine greco piros, fuoco, in riferimento al sapore piccante della radice) è utilizzato per preparare macerati e infusi contro gli insetti dannosi.

Succisa pratensis

Una nuvola di capolini rotondi color glicine per posizioni soleggiate e terreni fertili, drenati. Spontanea in gran parte d'Italia è una pianta molto interessante anche per uso ornamentale: alta e leggera, fiorisce da Giugno a Settembre e attira gli impollinatori.

L'epiteto generico deriva dai termini sub (sotto) e da caedo (cèdo, tagliare), 'tagliata sotto': il nome deriva dall'aspetto del rizoma che sembra reciso.

L'epiteto specifico indica l'habitat tipico in cui si può incontrare in natura.

Anemonoides ranuncoloides

Bellisima fioritura primaverile. Una perenne tipica della flora italiana. Si allarga formando fitti tappeti di foglie leggere e luminosi fiori gialli. 

L'epiteto generico significa 'simile ad un'Anemone, dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone) e εἷδος (èidos aspetto). Il nome corrente è derivato dal basionimo assegnato da Linneo, Anemone nemorosa, ed è stato assegnato nel 1973 da Josef Ludwig Holub, botanico ceco che ha lavorato sulla riorganizzazione sistematica delle specie.

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Iris graminea

Iris spontanea in gran parte del centro e nord Italia, come alloctona naturalizzata. Ha foglie sottili, a nastro, simili a quelle delle graminacee, lunghe fino a 70 cm e fiori viola portati da steli più bassi, intorno ai 40 cm. In natura si incontra al margine dei boschi di latifoglie decidue, in terreni fertili, non aridi. Si espande con stoloni formando fitte colonie.

L'epiteto generico è composto dal prefisso greco χᾰμαι- (chamai- a terra) e dal nome della dea greca Iris (Ἶρις Iris), messaggera degli dei, il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris), col significato di 'piccola iris'.

L'epiteto specifico deriva da gramen (erba in latino) per la somiglianza delle foglie con quelle delle graminacee.

Phyllitis scolopendrium

Felce sempreverde diffusa quasi in tutta Italia, soprattuto vicino a ruscelli e in boschi umidi, specialmente boschi di faggio. Ama i terreni ricchi di sostanza organica, fogliosi, ma drenati, non stagnanti e posizioni in ombra luminosa. Ha fronde a nastro, non suddivise in pinne, lucide e coriacee. Dopo l'inverno, quanto fanno capolino le nuove fronde, si consiglia di rimuovere la vegetazione dell'anno precedente se è stata rovinata dal freddo.

L'epiteto generico Asplenium deriva dal greco ἄσπληνον (asplènon) composto da a- privativa e σπλήν(splèn, milza), per la supposta efficacia di Asplenium ceterach (stessa specie di A. scolopendrum, ma genere diverso) nella cura delle patologie di quest'organo. Il sinonimo Phyllitis ha origine dalla parola greca φύλλον (fiùllon foglia: perché è una felce costituita solo da grandi foglie a lamina intera).

L'epiteto specifico 'scolopendrium' deriva dal greco σκολόπενδρα (scolopèndra), per l'aspetto dei sori( i sori sono raggruppamenti di sporangi, che nelle felci sono i ricettacoli delle spore) sulla pagina inferiore delle foglie, simili alle lunghe zampe di questi artropodi.

Asarum europaeum

Foglie lucide che formano un fitto tappeto verde! Perfetta per posizioni ombreggiate e terreni fertili, non aridi. Si allarga rapidamente. In Primavera produce piccoli fiori rossi al livello del terreno, una fioritura di poco conto se comparata con la bellezza del fogliame. In terreni umidi il fogliame raggiunge dimensioni maggiori e la pianta si sviluppa ancora più velocemente.

L'epiteto generico (in latino asărum)deriva secondo Alexandre de Théis dal greco ἄσαρον (ásaron). Il termine è formato dal prefisso privativo α- (a-) e dal termine σειρά (seirá laccio, legame), secondo Plinio (XXI, 6) perchè non veniva utilizzato per realizzare gli intrecci delle ghirlande e corone di fiori e foglie. Potrebbe derivare più ragionevolmente dal greco ἄση (áse nausea) e dal nome del genere Arum, cioè un Arum che provoca la nausea, il vomito. Si dice infatti che venisse utilizzato per far espellere il vino bevuto in eccesso.

L'epiteto specifico identifica la zona geografica di origine.

Anthericum ramosum

Erbacea perenne diffusa in natura in gran parte delle regioni Italiane (in tutto il centro e il nord ad eccezione della Valle d'Aosta e in Campania), tipica di prati asciutti e zone ai margini dei boschi. La fioritura assomiglia a quella dell'Asfodelo, ma agli appassionati di erbacee perenni ricorderà una Gaura, per la leggerezza dei fiori bianchi, a stella, portati da alti steli. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno ben drenato. Tollera bene periodi di siccità e si rivela molto resistente, rustica fino a -15°. Si dissemina facilmente se trova le condizioni ideali di drenaggio. La fioritura è abbondante in estate e con buone condizioni di coltivazione spesso si ripete in autunno.

L' epiteto generico deriva dal greco ἀνθέριξ (anthérix spiga, fuscello, stelo). Il termine ἀνθέρῐκος (anthéricos) era il nome greco dell'asfodelo.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ramus (ramo) in riferimento alle numerose ramificazioni che partono dallo stelo principale.

Foeniculum vulgare

Adatta al pieno sole, in terreno ben drenato, cresce molto in altezza, formando un cespuglio di foglie piumose che nascono color bronzo porpora e si schiariscono col passare del tempo. Decorativa dalla primavera all'inverno, attire le farfalle, in particolare Papilio Machaon, che depone sulle piante di Foeniculum le sue uova. I bruchi trovano in questa pianta un prezioso nutrimento per crescere e raggiungere lo stadio di crisalide. Le foglie fresche e i semi si utilizzano in cucina per il loro profumo di anice.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del finocchio, come si trova in Plinio. Tale nome ha in sè la radice del termine foenum (fènum, fieno), probabilmente per le foglie sottili come quelle del fieno e per il loro aroma.

L'epiteto specifico vulgaris (vulgàris) in latino significa 'molto comune, diffuso', dal termine vulgus (vùlgus), volgo, plebe.

Luzula nivea

Originaria di Pirenei e Alpi è diffusa anche sull'arco appenninico fino al centro Italia, soprattutto al margine di boschi di latifoglie fino ai 1500 mt slm. Preferisce i terreni fertili e umiferi, non aridi (sopravvive con scarse irrigazioni,ma resta quasi dormiente/poco sviluppata). La condizione ideale è a mezz'ombra, in terreni arricchiti con terriccio, sostanza organica (hummus, compost) e drenaggio. 

L'epiteto generico deriva dal diminutivo di lux, lucis (luce), quindi piccola luce, lucciola, per la luminosità delle infiorescenze.

L'epiteto specifico da nix, nivis (neve), niveo, bianco come la neve, in riferimento al colore delle infiorescenze.

Lythrum salicaria 'Happy...

Una bellissima forma a fiore bianco selezionata da Jelitto negli ultimi anni! Erbacea perenne rizomatosa spontanea in tutta Italia, in luoghi umidi, sponde di laghi, fiumi e canali di irrigazione. Molto adatta alla coltivazione in giardino per la lunga e appariscente fioritura, si adatta bene in diverse condizioni, purchè abbia terreno fertile, non arido. Una volta ambientato sviluppa un apparato radicale particolarmente profondo che gli permette di sopportare abbastanza bene irrigazioni più diradate nel tempo. In acqua sviluppa bene, ma assume portamento lasso, mentre in piena terra resta ben eretto, a fiamma. Si consiglia di lasciare la vegetazione dopo la fioritura e di non tagliare i fusti che seccano: il tono scuro che assumono alla fine dell'estate è un valore aggiunto in giardino che vi invitiamo ad apprezzare!

I giovani germogli possono essere impiegati in insalata, le foglie essiccate come surrogato del tè, mentre in passato dalla macerazione delle foglie si distillava un'acquavite. La pianta è utilizzata in veterinaria e in passato ha trovato larga applicazione in medicina e ancora viene utilizzata come astringente, antibatterico, diuretico, antiemorragico.

L'epiteto generico deriva infatti dal greco λύθρον (liùthron, sangue rappreso) con riferimento all'utilizzo antiemorragico che ne veniva fatto fin dall'antichità (come si trova indicato nel De Materia Medica di Dioscoride). Improbabile l'interpretazione per cui il nome faccia riferimento al colore dei fiori.

L'epiteto specifico salicaria, col significato di 'simile al salice', fa riferimento alla somiglianza delle foglie o delle esigenze colturali delle due piante.

Phyllitis scolopendrium...

Felce sempreverde con bellissime foglie lunghe e sottili dai margini increspati. Ama i terreni ricchi di sostanza organica, fogliosi, ma drenati, non stagnanti e posizioni in ombra luminosa.

L'epiteto generico Asplenium deriva dal greco ἄσπληνον (asplènon) composto da a- privativa e σπλήν(splèn, milza), per la supposta efficacia di Asplenium ceterach (stessa specie di A. scolopendrum, ma genere diverso) nella cura delle patologie di quest'organo. Il sinonimo Phyllitis ha origine dalla parola greca φύλλον (fiùllon foglia: perché è una felce costituita solo da grandi foglie a lamina intera).

L'epiteto specifico fa riferimento alle foglie, strette e lunghe.

Lamium galeobdolon susbp....

Erbacea perenne sempreverde utilissima come tappezzante o ricadente per posizioni ombreggiate. Tollera brevi periodi di siccità una volta ben radicata e si sviluppa molto rapidamente, specialmente se trova terreni fertili.

L'epiteto generico deriva dal greco λαιμός (laimós gola) per la forma del fiore, che ricorda una bocca aperta. Plinio (XXI, 15, Historia Naturalis) parla di una pianta simile all'ortica, ma che non punge e la chiama Lamium. Interessante il nome comune in francese, 'ortie morte', cioè ortica morta, che non punge.

L'epiteto specifico deriva dal greco γᾰλεόβδολον (galeòbdolon una specie di ortica fetida citata da Dioscoride nel De Materia Medica). Il nome deriva da γᾰλέη (galée  puzzola) e da βδόλος (bdólos fetore): per l’odore fetido delle foglie stropicciate.

Petasites fragrans

Spontaneo della flora italiana ha foglie coriacee e fiori bianco rosati che si schiudono alla fine dell'inverno e che profumano di vaniglia. Adatto a posizioni ombreggiate si allarga velocemente in terreni fertili, umidi.

Thymus longicaulis

Perenne aromatica diffusa in gran parte d'Italia, tappezzante, amata da api e farfalle. Si consiglia di coltivare in pieno sole e terreno ben drenato. Le foglie hanno un particolare aroma, con sentori di pepe e questa caratteristica gli ha fatto guadagnare il nome comune di pepolino.

L'epiteto generico deriva dal greco θύμον (thiùmon timo).

L'epiteto specifico è composto dalle parole latine longus (lungo) e caulis (gambo, fusto): dal gambo lungo.