Libertia grandiflora

Originaria della Nuova Zelanda ha foglie a nastro che fanno intuire l'appartenenza alla famiglia delle Iris. I fiori compaiono su steli alti fino a 90cm in Maggio e Giugno, anche se l'altezza finale si raggiunge con la maturità della pianta. Richiede posizioni soleggiate e terreno ben drenato, ma fertile, non arido. Irrigazioni regolari e un buon drenaggio sono quindi il trucco per avere ottimi risultati. Attira gli impollinatori. In primavera il fogliame dell'anno precedente tende a seccare (specialmente in luoghi con inverni freddi) e può essere tagliato a pochi cm da terra per rinfrescare l'aspetto della pianta favorendo la crescita del nuovo fogliame.

L'epiteto generico celebra la botanica e micologa belga Marie-Anne Libert (1782–1865)

L'epiteto specifico fa riferimento alla dimensione dei fiori.

La pianta è in vaso di 14 cm di diametro

 

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PC001B0606H

Scheda tecnica

Famiglia
Iridaceae Juss.
Nome botanico della specie
Libertia grandiflora (R.Br.) Sweet
Accentazione e pronuncia
Libèrtzia grandiflòra
Sinonimo
Libertia chilensis (Molina) Gunckel
Altezza Massima
80 cm
Esposizione
Sole
Colore
Bianco
Fogliame
Sempreverde
Fioritura
Maggio-Giugno
Rusticità
Fino a -10°C

Riferimenti Specifici

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Calamagrostis brachytricha

Graminacea di origine asiatica dalla forma compatta, cespugliosa, con spighe che spuntano rosate e maturano in bianco. Adatta a posizioni soleggiate, tollera anche qualche ora di sole in meno e preferisce terreni ricchi e ben drenati. La mancanza di acqua ne riduce le dimensioni e la spigatura. Diversamente da altre Calamagrostis (come C. acutiflora 'Karl Foerster') è una 'warm season grass', cioè una graminacea che fiorisce nella stagione calda. Infatti inizia alla fine dell'estate  a produrre spighe che persistono poi fino all'inverno.

L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.

L'epiteto specifico è composto dalle parole greche βραχύς (brachiùs corto, breve) e θρίξ, τριχός (thrix, trichós pelo): con peli corti, in riferimento alla conformazione della spiga.

Vincitrice nel 2006 dell' Award of Garden Merit assegnato dalla Royal Horticoltural Society.

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Eupatorium 'Phantom'

Una cultivar di Eupatorium maculatum compatta che raggiunge l'altezza massima di 100 cm. La fioritura è piumosa e di un bellissimo tono di rosa e per portamento, altezza e colore è la compagnia ideale per molte altre erbacee perenni. La posizione ideale in giardino è al sole, in terreno fertile, mai arido. E' stato registrato nel 2006 da Future Plants come ibrido tra cultivar non specificate di Eupatorium maculatum x Eupatorium rugosum ( qui il link di riferimento).

L'epiteto generico del nome botanica aggiornato (Eutrochium) deriva dai termini greci εὖ (èu, qui nel senso di 'molto') e τροχός (trokhòs ruota, spirale) 'simile a una ruota' in riferimento alle foglie verticillate, attaccate cioè attorno al fusto sullo stesso asse (in pratica in cerchio attorno al fusto).

Le piante appartenenti al genere Eupatorium sono state riassegnate negli ultimi anni e battezzate con specifici epiteti generici (Eutrochium, Conoclinium, Ageratina...) in relazione alla loro morfologia. Questa suddivisione in nuovi generi aiuta a riconoscere già dal nome la tipologia di pianta, la provenienza geografica e le sue caratteristiche.

Lythrum salicaria 'Happy...

Una bellissima forma a fiore bianco selezionata da Jelitto negli ultimi anni! Erbacea perenne rizomatosa spontanea in tutta Italia, in luoghi umidi, sponde di laghi, fiumi e canali di irrigazione. Molto adatta alla coltivazione in giardino per la lunga e appariscente fioritura, si adatta bene in diverse condizioni, purchè abbia terreno fertile, non arido. Una volta ambientato sviluppa un apparato radicale particolarmente profondo che gli permette di sopportare abbastanza bene irrigazioni più diradate nel tempo. In acqua sviluppa bene, ma assume portamento lasso, mentre in piena terra resta ben eretto, a fiamma. Si consiglia di lasciare la vegetazione dopo la fioritura e di non tagliare i fusti che seccano: il tono scuro che assumono alla fine dell'estate è un valore aggiunto in giardino che vi invitiamo ad apprezzare!

I giovani germogli possono essere impiegati in insalata, le foglie essiccate come surrogato del tè, mentre in passato dalla macerazione delle foglie si distillava un'acquavite. La pianta è utilizzata in veterinaria e in passato ha trovato larga applicazione in medicina e ancora viene utilizzata come astringente, antibatterico, diuretico, antiemorragico.

L'epiteto generico deriva infatti dal greco λύθρον (liùthron, sangue rappreso) con riferimento all'utilizzo antiemorragico che ne veniva fatto fin dall'antichità (come si trova indicato nel De Materia Medica di Dioscoride). Improbabile l'interpretazione per cui il nome faccia riferimento al colore dei fiori.

L'epiteto specifico salicaria, col significato di 'simile al salice', fa riferimento alla somiglianza delle foglie o delle esigenze colturali delle due piante.

Iris pseudacorus 'Alba'

Una cultivar di Iris pseudacorus (spontaneo in Italia lungo i corsi d'acqua, a fiore giallo) con fiori bianchi, gola gialla e marcature grigio antracite lungo il margine della gola. La leggerezza dei fiori è impressionante ed è come se i petali fossero trasparenti, tanto sono sottili e candidi. Si coltiva al sole o mezzombra in terreno fresco, fertile, umifero, mai arido o in prossimità di laghetti e corsi d'acqua.

L'epiteto generico deriva dal nome della dea Iris (Iride, nella mitologia greca Ἶρις Iris), messaggera degli dei il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris).

L'epiteto specifico è formato dal prefisso greco ψευδο- (pseudo- pseudo, falso) e da ἄκορος o ἄκορον (àkoros o àkoron), col significato di 'falso Acorus' per la somiglianza delle foglie dell' Iris con quelle dell' Acorus calamus.

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Hesperantha coccinea 'Mrs....

Originaria di Sud Africa e Zimbabwe è una perenne rizomatosa a fioritura autunnale che fiorisce quando la maggior parte delle altre piante inizia il riposo vegetativo. Della stessa famiglia delle Iris, richiede posizioni a mezzombra e terreno fertile, drenato, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἑσπέρα (espèra, sera) e ἄνθος (anthos, fiore) 'che si schiude la sera'. Il sinonimo Schizostylis deriva dal greco  σχίζω (schízo dividere) e στύλος (stiùlos stilo) 'con lo stilo diviso'.

L'epiteto specifico in latino significa 'rosso' in riferimento al colore della specie.

Osmunda regalis 'Purpurascens'

Varietà dalle dimensioni più contenute rispetto alla specie, con foglie che nascono rosse in primavera e che in autunno diventano giallo-arancio prima di seccare. Coltivare a mezzombra o sole in terreno fertile, ricco, anche bagnato. Aumentando le ore di sole diretto occorre fornire maggiore umidità del terreno. Posizioni soleggiate favoriscono colorazioni affascinanti in autunno. 

Una felce che si apprezza sempre di più imparando a conoscerla e coltivandola. Il momento più sorprendente è la Primavera, quando i pastorali (le giovani foglie ancora arrotolate su sé stesse) spuntano in mezzo al giardino ancora al risveglio, creando un interessante elemento decorativo.

Le spore sono portate da fronde corte alla sommità delle foglie e hanno l'aspetto di una particolare fioritura. Questo ha fatto guadagnare all'Osmunda il soprannome di  'Flowering Fern'.

L'epiteto generico deriva dal norreno (antica lingua scandinava): ass (dio) e mund (protezione), protezione divina, le erano infatti attribuite proprietà curative e magiche. Può derivare anche dal sassone Osmunder, altro nome di Thor, dio del tuono figlio di Odino, a cui la pianta era dedicata.

I giovani germogli vengono utilizzati in alcuni paesi per la preparazione di piatti tipici. La raccolta in natura delle parti legnose alla base delle fronde (utilizzate come substrato per la coltivazione delle orchidee) ha messo in pericolo la presenza di questa felce, oggi protetta.

Gladiolus papilio

Un gladiolo di origine sudafricana adatto a terreni non aridi e drenati in pieno sole. I fiori si schiudono a fine estate e hanno una bellissima colorazione: il retro dei petali è color crema, sfumato di verde e viola. L'interno dei fiori è color crema, con antere blu e i petali inferiori sono marcati da una pennellata giallo-verde e sfumati di viola. I cormi non hanno grandi dimensioni, ma la pianta ne produce in abbondanza, specialmente se trova le condizioni ottimali per lo sviluppo, allargandosi attorno alla pianta madre con stoloni che producono nuovi bulbilli. Si adatta bene al nostro clima invernale e a temperature fino a - 12°C (e presumibilmente anche oltre), purchè il terreno abbia un buon drenaggio.

L'epiteto generico si trova già in Plinio per identificare il gladiolo. Deriva dal termine gladius (glàdius), una spada romana dalla lama corta, in riferimento alla forma delle foglie.

L'epiteto specifico da papilio (farfalla in latino) per la forma e la colorazione dei fiori, che ne ricordano le ali.

Astilbe chinensis...

Alta ed elegante, con vistose infiorescenze rosa profumate, piumose, portate da alti steli eretti. Si differenzia da 'Purpurlanze' per il colore meno intenso, più pastello, e per la forma delle infiorescenze, più paffute. La posizione migliore è a mezzombra, raggiunta da almeno 4 ore di sole diretto al giorno, in terreno fertile, fresco, irrigato regolarmente. Si può coltivare anche in posizioni molto soleggiate, purchè il terreno non sia mai secco.

L'epiteto generico è composto dal prefisso privativo greco α- (alfa, col significato di 'senza') e da στίλβη (stilbe lucentezza), probabilmente in riferimento alle dimensioni dei fiori, molto piccoli.

L'epiteto specifico in latino significa 'della Cina' ad indicare la provenienza dai paesi asiatici.

L'epiteto varietale ricorda il missionario francese Émile Joseph Taquet (1873-1952), che raccolse molte piante in Corea e Cina.

Molinia caerulea subsp....

Varietà di grande effetto, con foglie basali più larghe di altre cultivar e lunghi steli che in autunno assumono toni giallo-arancio e persistono fino alla fine di Dicembre. Coltivare al sole o mezzombra in terreno fertile, umido. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina. L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna).

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Valeriana officinalis

Erbacea perenne adatta a terreni freschi, ricchi, non aridi e posizioni soleggiate o a mezzombra. I fiori, riuniti in corimbi, emanano un profumo caratteristico e attirano impollinatori e in particolare farfalle. Una di quelle piante 'ecologiche' che portano vitalità in ogni giardino!

L'epiteto generico venne ideato da Linneo: secondo alcuni per ricordare l'imperatore romano Publius Aurelius Licinius Valerianus (200-260) che si ritiene la utilizzasse come medicinale. Secondo altri il nome deriverebbe dal latino vàlere (essere in buona salute), riferimento alle proprietà curative di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal termine offícina (laboratorio, nella tradizione medioevale) in quanto utilizzabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria.

Sanguisorba...

Magnifica! Una fioritura leggerissima, con infiorenscenze candide, piumose, dalla forma a scovolino. Altro punto di forza è il fogliame, che in primavera è lucido e particolarmente decorativo! Si coltiva in terreno normale, fertile, non arido, irrigato regolarmente. Sorprendente l'effetto in abbinamento con graminacee alte, come Calamagrostis acutiflora 'Karl Foerster'.

L'epiteto generico deriva dai termini latini sanguis (sangue) e sorbeo (assorbire), per le proprietà antiemorragiche riconosciute a questa pianta.

L'epiteto specifico fa riferimento alla conformazione delle foglie, più sottili rispetto a quelle di altre Sanguisorba.

Salix integra 'Hakuro Nishiki'

Bellissima varietà di Salice con foglie bianche e rosa in primavera e rami nudi, rossi in inverno. La quantità di foglie bianche e rosa in primavera crea l'effetto di una appariscente fioritura che ha fatto guadagnare a questo arbusto il nome di Salice dei gamberetti. La fioritura, di poca rilevanza, avviene all'inizio della primavera, con piccole infiorescenze rossastre.

Salix integra è originaria di Cina, Giappone, Corea e Russia ed è strettamente legato geneticamente a Salix purpurea, a cui è stato ricondotto erroneamente da alcuni autori in passato. Esempi sono S. purpurea var. multinervis (Franchet & Savatier) Matsumura e S. purpurea subsp. amplexicaulis (Chaubard) C.K.Schneid.

La specie è dioica, quindi gli organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo) sono portati da piante diverse della stessa specie.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del Salice, forse connesso con il sanscrito saras, acqua.

L'epiteto specifico è composto dal prefisso in- (ad indicare privazione) e tangere (tàngere toccare), cioè intera, Potrebbe fare riferimento al fatto che le foglie di questa specie sono riunite in grupoi di due o tre e opposte rispetto al fusto, mentre nelle altre specie le foglie sono alternate, quindi 'divise, non riunite'. Da qui la distinzione della specie come 'integra', cioè con foglie non divise tra loro, ma riunite.

Il nome della varietà potrebbe significare 'broccato(nishiki) di rugiada bianca (hakuro)'

Eomecon chionantha

Unico appartenente al genere Eomecon, affascinante e insolito per aspetto e comportamento. Erbacea perenne originaria della Cina, si diffonde con stoloni e produce foglie a cuore lunghe circa 30 cm e glauche, cerate, idrorepellenti, spesso sfumate di rosso sulla pagina inferiore. Gli steli floreali si alzano in primavera, rossastri e portano fiori bianco puro, formati da 4 petali attorno ad un centro formato da stami con antere gialle. La pianta contiene una sostanza tossica per le lumache e quindi non è per loro appetibile.

Si coltiva in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, ricco di sostanza organica e umifero, non arido, oppure vicino a corsi d'acqua o laghetti. Un terreno irrigato senza eccedere può essere una pratica per contenere l'espansione, anche se l'altezza finale della pianta potrebbe essere più contenuta. Si dissemina in modo limitato e la diffusione avviene in modo più evidente con le radici stolonifere.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠώς (èos alba, ma anche l'Est) e μήκων (mècon papavero), cioè Papavero dell' Est, in riferimento alle zone di provenienza di questa perenne, la Cina.

L'epiteto specifico deriva dal greco χιών(chiòn neve) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè dai fiori bianchi come la neve.

Iris chrysographes 'Black'

Una Iris originaria di Cina e Birmania, con fiori viola scuro tendenti al nero, vellutati. In natura cresce in prossimità di corsi d'acqua e in prati umidi. In giardino la posizione ideale è a mezzombra, in terreno drenato, fertile, umido prima e durante la fioritura. Dopo la fioritura si possono ridurre le irrigazioni. Cresce bene anche in pieno sole, purchè riceva irrigazioni regolari e abbondanti, ma i raggi diretti del sole per molte ore riducono la durata e la bellezza dei fiori. Si consiglia quindi una posizione ad est, in cui riceva 4 o 5 ore di sole diretto.

L'epiteto generico deriva dal nome della dea Iris (Iride, nella mitologia greca Ἶρις Iris), messaggera degli dei il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris).

L'epiteto specifico è composto dalle parole χρυσός (criusòs, oro) e γράφειν(gràfein, scrivere, tracciare, da cui il latino grăphis, tratto) con riferimento ai tratti dorati che segnano i petali in prossimità della gola.

Si trova in commercio anche col nome invalido 'Black Form'.

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Iris fulva

Specie originaria del Missouri, con appariscenti fiori arancio-rosso venati di scuro, grandi e con i petali curvati verso il basso. In natura sono segnalate anche varianti nate da ibridazione spontanea, con fiori gialli e in diverse sfumature di arancio e rosso. Venne identificata per la prima volta dal botanico inglese J.B. Ker-Gawler nel 1812 nei pressi di New Orleans.

Appartiene al gruppo delle Iris Louisiana(Iris ser. Hexagonae) insieme a Iris hexagona(che dà il nome al gruppo), Iris brevicaulis, Iris giganticaerulea, Iris nelsonii.

Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, drenato, umido. Dopo la fioritura si possono ridurre le irrigazioni. In estate le foglie tendono a seccare in caso di irrigazioni ridotte per poi spuntare nuovamente alla fine della stagione calda.

L'epiteto generico deriva dal nome della dea Iris (Iride, nella mitologia greca Ἶρις Iris), messaggera degli dei il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris).

L'epiteto specifico fulva deriva dal latino fùlvus (rosso, rossiccio), con riferimento al colore dei fiori.

Sinonimi: Iris cupraea, Iris fulvaurea, Iris rubescens, Iris ecristata, Limniris fulva, Neubeckia fulva. In particolare Limniris è un sottogenere creato per riunire le iris senza barba tipiche di terreni umidi.

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Imperata cylindrica 'Red...

Graminacea ornamentale di bellissimo effetto cromatico, con foglie verde chiaro che si sfumano sulle punte di rosso acceso in primavera e poi di rosso scuro/viola con l'arrivo di temperature più basse in autunno.

Cresce bene in terreni ricchi, sciolti, irrigati regolarmente, non aridi, anche vicino a corsi d'acqua, in pieno sole o mezzombra. Molto bella anche in vaso, ciotola o vaschetta: per via dello sviluppo tramite rizomi la pianta tende a colmare tutto il vaso seguendone il perimetro e l'effetto finale è quello di foglie slanciate, verticali, fiammeggianti.

Raramente riesce a produrre spighe nel nostro clima, avendo bisogno di periodi caldi più lunghi per andare a seme.

Venne descritta da Linneo nel 1759 come Lagurus cylindricus. È stata poi rinominata dal botanico tedesco Ernst Adolf Raeuschel col nome corrente ed accettato.

L'epiteto generico ricorda F. Imperato (1550-1625), farmacista e botanico napoletano.

L'epiteto specifico deriva dal greco κύλινδρος (kiùlindros cilindro), con riferimento alla forma cilindrica della spiga.

La specie spontanea si trova indicata anche come Imperata cylindrica var. koenigii o Imperata koinigii  in onore del botanico tedesco Johann Gerhard König (1728-1785).

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