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  • Fogliame: Spogliante

Ampelopsis brevipedunculata...

Rampicante/ricadente adatta alla coltivazione in vaso o in piena terra. Ha foglie variegate con effetto marmorizzato bianco/verde e a fine estate produce bacche nei colori dal blu, al marrone, al viola che la rendono molto interessante anche nel periodo autunnale. Si adatta sia a posizioni in pieno sole che a mezzombra e preferisce terreni ricchi, drenati, leggeri.

Se cresciuta vicino a muri o tronchi tende a salire velocemente. Necessita di supporti per arrampicarsi sulle pareti, perché diversamente dal Parthenocissus non aderisce alle superfici, ma si sostiene con viticci. Coltivata in vaso può essere usata come ricadente: i lunghi rami formeranno un fitto cuscino che potrà essere tenuto a bada con potature regolari all'inizio della primavera.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἄμπελος (ámpelos la pianta della vite) e ὄψις (ópsis aspetto) per l'aspetto simile a quello della vite.

Le bacche dell'Ampelopsis sono ricche di polifenoli e recenti studi stanno sperimentando gli utilizzi per la cura delle patologie del fegato. Rispetto ad altri componenti della famiglia delle Vitaceae ha semi molto grandi e quindi i frutti, nonostante siano commestibili, non sono particolarmente appetibili per gli umani, ma lo sono per gli uccelli, che favoriscono la diffusione dei semi.

Si trova identificata anche come Ampelopsis brevipedunculata f. elegans (K.Koch) Rehder (fonte: The Plant List), ma questo nome è ancora in fase di analisi.

L'epiteto specifico fa riferimento ai brevi assi floreali, chiamati peduncoli, che portano prima i fiori e poi le bacche.

Ceratostigma willmottianum

Arbusto deciduo dalla lunga fioritura blu e con bellissimo fogliame rosso nel periodo autunnale.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche κέρας, -ατοϛ (chéras, chèratos corno) e da στίγμα (stigma. in botanica la parte apicale del pistillo) in riferimento alle escrescenze cornee sullo stigma

Perovskia atriplicifolia...

Una varietà dal portamento compatto ed eretto con in più tutte le caratteristiche che hanno fatto apprezzare Perovskia atriplicifolia: fogliame argentato e aromatico, fioritura lunghissima e cerulea, resistenza e vigore. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Anche se è a tutti gli effetti un piccolo arbusto preferiamo trattarla come un'erbacea. Si consiglia quindi di tagliare a circa 15 cm da terra ad ogni primavera per evitare che lignificando perda compattezza e si spogli alla base.

L'epiteto generico ricorda il generale Vasily Alekseevich Perovski (1794-1857), diplomatico russo e finanziatore del Pavlovsk Imperial Garden, nei pressi di San Pietroburgo.

L'epiteto specifico è composto dalle parole atriplex latinizzazione del greco ατραφαξυς (atràfaxus formato dal prefisso privativo a- e da τρέφω trefo, nutrire: non nutriente) e folium foglia: con foglie non nutrienti.

Salix integra 'Hakuro Nishiki'

Bellissima varietà di Salice con foglie bianche e rosa in primavera e rami nudi, rossi in inverno. La quantità di foglie bianche e rosa in primavera crea l'effetto di una appariscente fioritura che ha fatto guadagnare a questo arbusto il nome di Salice dei gamberetti. La fioritura, di poca rilevanza, avviene all'inizio della primavera, con piccole infiorescenze rossastre.

Salix integra è originaria di Cina, Giappone, Corea e Russia ed è strettamente legato geneticamente a Salix purpurea, a cui è stato ricondotto erroneamente da alcuni autori in passato. Esempi sono S. purpurea var. multinervis (Franchet & Savatier) Matsumura e S. purpurea subsp. amplexicaulis (Chaubard) C.K.Schneid.

La specie è dioica, quindi gli organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo) sono portati da piante diverse della stessa specie.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del Salice, forse connesso con il sanscrito saras, acqua.

L'epiteto specifico è composto dal prefisso in- (ad indicare privazione) e tangere (tàngere toccare), cioè intera, Potrebbe fare riferimento al fatto che le foglie di questa specie sono riunite in grupoi di due o tre e opposte rispetto al fusto, mentre nelle altre specie le foglie sono alternate, quindi 'divise, non riunite'. Da qui la distinzione della specie come 'integra', cioè con foglie non divise tra loro, ma riunite.

Il nome della varietà potrebbe significare 'broccato(nishiki) di rugiada bianca (hakuro)'