Filtra per

Altezza

Altezza

Esposizione

Esposizione

Colore

Colore

Fogliame

Fogliame

Periodo di Fioritura

Periodo di Fioritura

Disponibilità

Disponibilità

Colore fogliame

Colore fogliame

Profumo

Profumo

Rusticità

Rusticità

Piante autodisseminanti

Erbacee perenni che se lasciate indisturbate tendono a disseminarsi autonomamente nel terreno circostante, talvolta anche distanze considerevoli dalla pianta madre. Il processo di auto-disseminazione si verifica quando i semi trovano le condizioni ideali, specifiche di ogni pianta, per germogliare: alcune richiedono terreni molto drenati, ghiaiosi o sabbiosi (ad esempio Erigeron karvisnkianus, Verbena bonariensis, Verbascum nigrum, Hieracium), altre terreni ricchi e ben drenati ( Carex, Cirsium, Heuchera).

Piante autodisseminanti

Filtri attivi

  • Colore: Giallo

Achillea filipendulina...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con grandi corimbi di fiori giallo carico tipica di luoghi molto soleggiati e asciutti. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, raggiunge dimensioni maggiori rispetto ad Achillea millefolium e fiorisce molto a lungo con alti steli rigidi. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato e si irriga con parsimonia.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico si riferisce invece alla somiglianza della pianta con Filipendula vulgaris. perenne con foglie pennate simili a quelle di alcune felci e molto simili a quelle di questa Achillea.

In cucina le foglie di Achillea filipendulina vengono utilizzate per frittate e ripieni, conferendo un gusto simile a quello di Tanacetum parthenium e di Tanacetum balsamita.

Achillea millefolium...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con corimbi di piccoli fiori giallo pastello, adatta a posizioni soleggiate. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, fiorisce molto a lungo formando fitti cuscini di foglie aromatiche sormontati da steli rigidi carichi di fiori. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato. Un taglio regolare degli steli sfioriti favorisce la rifiorenza. Un terreno eccessivamente ricco o troppo irrigato può far perdere compattezza alla pianta.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal latino mille e da folium (fòlium foglia) in riferimento alle foglie finemente divise.

Alcea rugosa

Erbacea originaria del sud della Russia e dell'Europa dell'est, apprezzata per la resistenza alla ruggine (Puccinia malvacearum) e per il colore dei fiori, un giallo paglierino molto luminoso. Si dissemina abbondantemente e cresce bene in posizioni soleggiate, irrigata solo il primo anno e negli anni successivi solo in casi di estrema siccità. Data l'altezza e il portamento le Alcea sono molto adatte come protagoniste in giardino o come elemento strutturale sullo sfondo delle bordure. In zone ventose è necessario fornire dei sostegni.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἀλκέ(alkè rimedio)usato da Dioscoride (medico del I secolo dC considerato il padre della farmacologia) per indicare una varietà di malva, considerata anticamente il rimedio per un gran numero di mali.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ruga (piega, ruga) e fa riferimento alla texture delle foglie.

Andropogon gerardii 'Red...

Bellissima graminacea con fogliame porpora in estate e rosso in autunno. Il cespuglio di foglie si mantiene più basso delle spighe, che svettano leggere. Coltivare in pieno sole e irrigare finchè l'apparato radicale non si è sviluppato in modo adeguato, a quel punto sopporterà molto bene anche irrigazioni sporadiche.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀνήρ ἀνδρός (anér andrόs uomo) e πώγων (pόgon barba) in riferimento alla peluria che ricopre alcune parti della spiga.

L'epiteto specifico indica che la specie è stata dedicata a Louis Gérard, medico e botanico francese (1733-1819) o a John Gerard(e) (1545-1612), botanico inglese autore di The Herball or General Historie of Plantes, ma non si trovano testimonianze.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Anemonoides ranuncoloides

Bellisima fioritura primaverile. Una perenne tipica della flora italiana. Si allarga formando fitti tappeti di foglie leggere e luminosi fiori gialli. 

L'epiteto generico significa 'simile ad un'Anemone, dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone) e εἷδος (èidos aspetto). Il nome corrente è derivato dal basionimo assegnato da Linneo, Anemone nemorosa, ed è stato assegnato nel 1973 da Josef Ludwig Holub, botanico ceco che ha lavorato sulla riorganizzazione sistematica delle specie.

Vedi le altre Anemonoides della nostra collezione

Aquilegia chrysantha...

Una perenne di origine nordamericana, vigorosa e che si dissemina facilmente. Ha foglie glauche e fiori gialli, con lunghi speroni, inizialmente piegati verso il basso e poi disposti in orizzontale alla sommità degli alti steli. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia ai margini di zone boschive. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra o pieno sole. Rispetto ad altre specie sopporta bene anche posizioni molto soleggiate, mentre in ombra fatica ad ambientarsi.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva dal greco χρυσόϛ (criusós oro) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): con fiori giallo oro.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Aquilegia oxysepala

Una specie dai fiori bicolori originaria della Siberia e del nord del Giappone. La parte esterna del fiore (formata dai sepali) ha corti speroni ed è di un intenso porpora scuro, mentre la parte interna (corolla) è gialla. Un bel contrasto, solitamente tipico di cultivars ibridate, insolito per una Aquilegia spontanea. Si dissemina facilmente e cresce in modo ottimale in pieno sole o mezz'ombra, in terreni non troppo pesanti, fertili. Compagna ideale di rose e fioriture primaverili.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico significa 'con sepali dalla forma allungata, appuntita', dal greco ὀξύς (oxiùs appuntito) e dal latino sepalum.

Cephalaria gigantea

Statuaria! Ha fiori giallo chiarissimo portati da alti steli rigidi, con un effetto sorprendente per il portamento e la leggerezza della fioritura. Originaria di Turchia e Caucaso è diffusa nei prati umidi e richiede posizioni in pieno sole e terreni drenati, fertili, non aridi, per raggiungere uno sviluppo ottimale. Rimuovere i capolini sfioriti per stimolare la rifiorenza, anche se la prima fioritura è la più bella e consigliamo di lasciare sulla pianta i fiori sfioriti, molto decorativi a fine estate per il tono scuro che assumono.

L'epiteto generico deriva dal greco κεφαλή (kefalé, testa), perché i fiori fertili sono raccolti in dense infiorescenze tondeggianti.

L'epiteto specifico dall'aggettivo greco γιγάντειος (ghigànteios, gigante) per l'altezza della pianta.

Chrysanthemum 'Dernier Soleil'

Fiori semplici a margherita, gialli in prossimità del bottone centrale, arancioni sulle cime dei petali. Molto naturale e leggero nel portamento!

Coltivare in posizioni ben soleggiate e in terreno normale, drenato. Oltre al taglio primaverile, subito dopo l'inverno, beneficiano di una decisa cimatura a metà estate per favorire l'accestimento della pianta e un portamento più ordinato e ritardare la fioritura, che in alcune cultivar avverrebbe altrimenti già durante l'estate.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche χρυσόϛ (chriusόs oro) e ἄνθεμον (ánthemon fiore): fiore dorato in riferimento alla specie originale, che ha adesso il nome di Glebionis coronaria. Il nome originario assegnato da Linneo era Chrysanthemum indicum, per differenziarlo da Chrysanthemum coronarium (oggi Glebionis coronaria appunto). Nel 1961 Nickolae Tzvelev studiò la conformazione dei fiori del genere e si rese conto che venivano riunite insieme molte tipologie diverse e decise di assegnarle a generi specifici, come Leucanthemum, Tanacetum e Dendranthema. Quest'ultimo identificava i crisantemi da giardino, commercializzati ad uso ornamentale. Purtroppo solo il mercato tedesco adotto questa nuova nomenclatura per i crisantemi e si creò una gran confusione, con doppie nomenclature che tuttora si trovano online. Per semplificare l'identificazione e lo studio su queste piante, nel 1995 il Congresso Internazionale di Botanica decise di cambiare nome a Chrysanthemum coronarium, di battezzarlo Glebionis e di usare il nome di genere Chrysanthemum al posto di Dendranthema, rendendo ufficiale l'utilizzo diffuso in gran parte del mondo di questo nome. 

Deschampsia cespitosa

La prima tra le graminacee che coltiviamo a produrre spighe inverso la fine di Aprile. Diffusa in natura in gran parte d'Italia diventa di particolare interesse in giardino: con le cure che riserviamo alle ornamentali diventa ancora più bella e si rivela particolarmente utile per dare slancio verticale e leggerezza al giardino primaverile (ad esempio con Geum 'Totally Tangerine', Camassia e bulbose in generale, Salvia nemorosa).
In inglese le graminacee come la Deschampsia vengono chiamate 'cool season grasses': graminacee che hanno una spigatura all'inizio della stagione, quando le temperature non sono ancora alte. Ha foglie semi-sempreverdi e alti steli con spighe piumose, con un effetto d'insieme leggero e molto elegante. Preferisce terreni ricchi, non aridi, anche argillosi e posizioni al sole o mezzombra.
L'epiteto generico è stato assegnato in ognore di Louis Auguste Deschamps (1765-1842), medico, naturalista e botanico francese.
L'epiteto specifico deriva da caespes (cèspes, zolla erbosa): cespitoso, accespito, per il portamento della pianta, che cresce a fitti ciuffi. In alcuni vecchi testi si trova scritta con il binomio -ae-, caespitosa (cespitosa), ormai in disuso.
Linneo l'aveva battezzata Aira cespitosa, da Αἶρα (àira, nome greco di Lolium temulentum come si trova in Dioscoride II,93), che Linneo probabilmente aveva erroneamente considerato affine alla Deschampsia. 
Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Dicentra scandens

Insolita e affascinante! Una Dicentra rampicante con fiori giallo zolfo e foglie glauche. Coltivare al sole o mezz'ombra in terreno fertile, non arido.

Echinacea paradoxa

L'unica Echinacea spontanea a fiori gialli! Originaria di Missouri e Harkansas, tollera abbastanza bene periodi di siccità, anche se le condizioni migliori per lo sviluppo sono in pieno sole e terreno ben drenato, fertile. Ha alti steli rigidi che portano fiori con petali ricurvi verso il basso, gialli, macchiati di arancio in prossimità del disco centrale, marcatamente prominente e brunito. Produce una gran quantità di semi ed è quindi utilissima per nutrire la piccola fauna. Il profumo di miele che emanano i fiori è un chiaro segnale delle sue potenzialità come pianta mellifera.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico deriva dal greco παράδοξος (parádoxos, paradosso) termine composto da παρά (pará contro) e da δόξα (dóxa opinione, aspettativa) col significato di 'contro le aspettative'. E' infatti l'unica Echinacea spontanea a fiorire in giallo, diversamente dalle altre, che fioriscono solitamente in toni del rosa.

Euphorbia amygdaloides...

Sempreverde con foglie oblunghe verde scuro, lucide e steli verde chiaro che portano piccoli fiori giallo lime. La posizione ideale è in terreno mediamente drenato, in ombra o sole. Si adatta infatti a diverse condizioni di coltivazione, anche se tollera poco i ristagni di acqua. Una pianta che richiede pochissime attenzioni e non delude mai le aspettative. Si sviluppa rapidamente tramite rizomi sotterranei e forma bellissimi cespugli alti circa 40 cm da cui in primavera spuntano gli steli floreali, molto adatti anche per il reciso, alti fino a 70 cm. Dopo la fioritura gli steli e le brattee sono comunque particolarmente decorativi e persistono fino alla stagione successiva, momento in cui è necessario tagliarli per lasciare spazio alla nuova fioritura.

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

L'epiteto specifico è composto dai termini dal greco ἀμυγδάλη (amiugdále mandorla) e εἷδος (èidos sembianza) per la somiglianza delle foglie di questa Euphorbia con quelle di Prunus dulcis (mandorlo).

Questa sotto-specie di Euphorbia amygdaloides venne raccolta e catalogata da Mary Anne Robb (botanica inglese, 1829-1912) nel 1891 vicino İstanbul e introdotta in Inghilterra. Da quel momento non è stata identificata in nessuna altra località allo stato spontaneo.

Online il nome di questa pianta si trova scritto in modi diversi e la stessa RHS riporta una nomenclatura scorretta. Kew Gardens e www. plantsoftheworldonline.org (uniche fonti autorevoli nella nomenclatura botanica) riportano la nomenclatura adottata dal nostro vivaio e lo fanno con riferimento a chi ha l'ha battezzata, Clive A. Stace (abbreviato Stace) con il nome di M.A. Robb, nella forma latinizzata robbiae (ròbbie, cioè 'di Robb') 

Foeniculum vulgare

Adatta al pieno sole, in terreno ben drenato, cresce molto in altezza, formando un cespuglio di foglie piumose che nascono color bronzo porpora e si schiariscono col passare del tempo. Decorativa dalla primavera all'inverno, attire le farfalle, in particolare Papilio Machaon, che depone sulle piante di Foeniculum le sue uova. I bruchi trovano in questa pianta un prezioso nutrimento per crescere e raggiungere lo stadio di crisalide. Le foglie fresche e i semi si utilizzano in cucina per il loro profumo di anice.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del finocchio, come si trova in Plinio. Tale nome ha in sè la radice del termine foenum (fènum, fieno), probabilmente per le foglie sottili come quelle del fieno e per il loro aroma.

L'epiteto specifico vulgaris (vulgàris) in latino significa 'molto comune, diffuso', dal termine vulgus (vùlgus), volgo, plebe.

Galium verum

Erbacea perenne spontanea in tutta Italia tipica di prati e margini di boschi. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Ha proprietà diuretiche, antireumatiche,antispasmodiche e calmanti e veniva usata per tingere i tessuti in giallo, utilizzando i fiori, o in rosso, utilizzando le radici.
L'epiteto generico deriva dal greco γάλα (gála, latte) perché alcune specie appartenenti a questo genere venivano usate per cagliare il latte.
E' particolarmente apprezzato da Macroglossum stellatarum, comunemente chiamato Farfalla colibrì, di cui è pianta nutrice.
L'epiteto specifico in latino significa 'vero, genuino, originale'.