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Agapanthus 'Windsor Grey'

Una gran quantità di fiori grigio azzurri portati da alti steli resistenti. Rustico e molto vigoroso fiorisce da Luglio a Settembre. Preferisce terreni ben drenati e posizioni soleggiate.

La coltivazione in un vaso di dimensioni contenute favorisce una fioritura abbondante degli Agapanthus. Si consiglia una concimazione regolare dal momento della ripresa vegetativa in primavera. Se coltivati in piena terra necessitano di alcuni anni per raggiungere le dimensioni finali e il massimo potenziale di fioritura. Le varietà selezionate dal nostro vivaio sono tra le più rustiche e superano tranquillamente i nostri inverni purchè si fornisca all'impianto un drenaggio adeguato e una buona pacciamatura in autunno.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀγάπη (agàpe amore) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), letteralmente 'fiore dell'amore'. Introdotto nel '600 dal Sudafrica divenne di moda a partire dal 1800 e si diffuse abbondantemente nei giardini europei.

Nelle zone di cui è originario ne vengono utilizzati fiori e radici a scopi curativi e si crede che possa favorire la fertilità e la salute dei bambini appena nati.

Anemone x hybrida 'Honorine...

Perenne rustica, resistente e molto vigorosa con fiori bianchi, semplici, portati da alti steli. Ha radici rizomatose e tende ad allargarsi velocemente formando grandi cespugli. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine. E' una delle varietà più vecchie e interessanti, scoperta a Verdun in Francia nel 1858. Ha ricevuto il Garden Merit Award della RHS nel 1993 ed è stata scelta come Perennial of the Year nel 2016 dalla Perennial Plant Association.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844.Le Anemone x hybrida sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

Vedi le altre Anemone della nostra collezione

Anemone x hybrida...

Varietà vigorosa con alti steli scuri e fiori rosa intenso formati da 6 (raramente 7) sepali. Necessita di alcune ore di sole ed irrigazioni dal basso per evitare eccessiva umidità sulle foglie che può favorire l'insorgere di malattie fungine. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

''...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844. Le Anemone x hybrida, chiamate comunemente Anemone giapponesi sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

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Aquilegia vulgaris var....

Cultivar con fiori scurissimi appartenente al gruppo delle Aquilegia stellata, caratterizzate da forma del fiore a stella e assenza di speroni. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

Aster novi-belgii 'Marie...

Perenne vigorosa che cresce velocemente, passa inosservata durante l'estate per poi diventare protagonista con una fioritura esplosiva alla fine della stagione. Ha fiori semidoppi, blu lavanda , con un bottone centrale giallo oro.
Preferisce posizioni soleggiate e, una volta ben radicata, non richiede particolari attenzioni, diventando pressochè autonoma. Si consiglia di cimare la pianta a fine Maggio per permettere l'accestimento e la produzione di un numero maggiore di fiori. Le piante di questa varietà, se non cimate, fioriscono già a fine estate.
L'epiteto generico  del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico è una latinizzazione di New Holland o Nuovo Belgio, regione storica degli Stati Uniti situata nei dintorni di New York tra la Virginia e il New England, insediamento di coloni olandesi, località in cui furono fatti i primi ritrovamenti della specie.

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Aster pilosus var. pringlei...

Varietà di Aster che produce piccoli fiori in gran quantità, formando una nuvola di capolini bianchi. Si consiglia di cimare la pianta all'inizio della stagione per favorire un portamento più compatto e un'abbondante fioritura.

Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile e ben drenato. Irrigazioni regolari garantiscono il massimo della fioritura, ma può tollerare periodi di siccità.
L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico dal latino pílus (pelo): con organi ricoperti di peluria.
L'epiteto varietale pringlei celebra il botanico statunitense Cyrus Guernsey Pringle (1838-1911).

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Echinacea paradoxa

L'unica Echinacea spontanea a fiori gialli! Originaria di Missouri e Harkansas, tollera abbastanza bene periodi di siccità, anche se le condizioni migliori per lo sviluppo sono in pieno sole e terreno ben drenato, fertile. Ha alti steli rigidi che portano fiori con petali ricurvi verso il basso, gialli, macchiati di arancio in prossimità del disco centrale, marcatamente prominente e brunito. Produce una gran quantità di semi ed è quindi utilissima per nutrire la piccola fauna. Il profumo di miele che emanano i fiori è un chiaro segnale delle sue potenzialità come pianta mellifera.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico deriva dal greco παράδοξος (parádoxos, paradosso) termine composto da παρά (pará contro) e da δόξα (dóxa opinione, aspettativa) col significato di 'contro le aspettative'. E' infatti l'unica Echinacea spontanea a fiorire in giallo, diversamente dalle altre, che fioriscono solitamente in toni del rosa.

Conoclinium coelestinum

Perenne vigorosa che si allarga con radici rizomatose formando fitti cespugli. Ha foglie con evidenti venature a rilievo, rugose e steli eretti scuri che terminano con infiorescenze piumose (di un bellissimo azzurro definito in inglese ultra-violet) simili a quelle dell'Agerato (da qui il nome di Agerato perenne). Si consiglia di cimare i rami più alti per mantenere la pianta compatta. Preferisce posizioni soleggiate in terreno ricco, non arido bagnato con regolarità. Si dissemina facilmente in terreno fertile.

L'epiteto generico è composto dai termini greci κῶνος (kònos cono) e κλινίον (kliníon lettino, utilizzato in botanica in tempi moderni per definire il ricettacolo), per la forma a cono del ricettacolo

L'epiteto specifico fa riferimento al colore azzurro cielo dei fiori, da coelum (cèlum, cielo).

Chasmanthium latifolium

Conosciuta anche come Avena selvatica, è originaria del Nord America. Ha foglie verdi durante l'estate, arancio brunite in autunno. Alla fine dell'estate produce pannocchie di spighe verdi, appiattite, pendule, molto decorative, che col procedere della stagione virano al bronzo. Se coltivata in pieno sole ha portamento più ordinate, mentre a mezzombra tende a piegarsi, ma ha foglie più verdi e fresche.

Basionimo (cioè sinonimo da cui il nome più corretto e aggiornato prende parte del nome): Uniola latifolia, battezzata così dal botanico francese della fine del '700 André Michaux.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche χὰσμη (csàsme, bocca aperta) e ἄνθεμον (ánthemon fiore) in riferimento al comportamento delle glume (le brattee cartacee che rivestono i semi delle graminacee) che si aprono, come una bocca che sbadiglia, quando il seme è maturo.

L'epiteto specifico deriva dal latino latus (largo, esteso) e da folium (foglia) in riferimento alla forma delle foglie.

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Hemerocallis 'Primal Scream'

Ibrido registrato nel 1994 da Curt Hanson. Varietà vincitrice del Royal Horticultural Society's Award of Garden Merit nel 2012 per i suoi fiori grandi, con petali ricurvi alle estremità e arriccitati sui margini e dal colore sorprendente, un arancio molto acceso venato di giallo. Ama terreni fertili e posizioni in pieno sole. Una buona concimazione ad inizio stagione è alla base di un'abbondante fioritura per le Hemerocallis.

I fiori sono commestibili, ottimi crudi, usati su insalate, gelati o per decorare i piatti.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠμέρα (eméra giorno) e κάλλος (cállos bellezza) 'bello di un giorno' in riferimento alla durata di ogni singolo fiore.

Hibiscus 'Kopper King'

Varietà di Hibiscus di forte impatto, con foglie violacee e fiori a coppa, rosa, con il centro porpora, sorprendentemente grandi(25/30 cm). E' un'erbacea e quindi durante l'inverno la pianta secca completamente per poi germogliare tardivamente a primavera. Coltivare in pieno sole, in terreno fresco, anche argilloso, irrigato regolarmente.

E' il risultato del lavoro di ibridazione dei fratelli Fleming in Nebraska, fiorito per la prima volta nel 1987 nella loro tenuta e registrato nel 1997. E' stato ottenuto dall'incrocio di tipologie diverse di Hibiscus tra cui H. moscheutos, H. laevis(precedentemente H. militaris) e H. coccineus. Le caratteristiche principali che lo hanno fatto apprezzare sono le dimensioni contenute, la resistenza a pioggia e vento, il colore delle foglie e dei fiori. La definizione di questa cultivar come Hibiscus moscheutos o come Hibiscus grandiflorus sono da considerarsi errate.

I fiori, come quelli di tutti gli appartenenti al genere Hibiscus, sono commestibili e possono essere consumati crudi, anche se il sapore leggermente amaro li rende più adatti per aromatizzare le tisane in infusione.

L'epiteto generico deriva dal greco ἱβίσκος (ibískos, nome dell'Althaea officinalis in Dioscoride, poi hibiscum in Virgilio, una specie della stessa famiglia).

Il nome della varietà è stato attribuito per il colore rosso, ramato del fogliame.

Andropogon scoparius...

Il genere Andropogon(o Schizachyrium) è originario delle praterie americane ed è apprezzato nei giardini per la resistenza al caldo e al freddo e per le ridotte esigenze di manutenzione. Si adatta a diversi dipi di terreno, ma un buon drenaggio permette uno sviluppo ottimale. Sopporta periodi asciutti e terreni poveri. Le foglie sono verdi, glauche alla base e durante l'autunno si tingono con i toni dell'arancio e del rosso.

Schizachyrium scoparium 'Prairie Blues' è una selezione della specie spontanea con una sfumatura azzurra  ancora più accentuata durante la primavera e l'estate alla base delle foglie, che in autunno si tingono di rosso. La fioritura in Agosto, con lunghi racemi color bronzo soffusi di viola, è seguita dalla formazione del seme, che decora le spighe con ciuffi piumosi leggerissimi.

La leggerezza di questa graminacea, la facilità di coltivazione e il contrasto cromatico che crea nel periodo autunnale e invernale la rendono una tra le più belle da utilizzare in giardino con la garanzia di risultati ottimali.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀνήρ ἀνδρός (anér andrόs uomo) e πώγων (pόgon barba) in riferimento alla peluria che ricopre alcune parti della spiga.

L'epiteto specifico deriva dal latino scopa (scopa, granata) col significato di 'simile a una scopa', per il portamento della pianta.

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Dryopteris affinis

Felce semi-sempreverde di grandi dimensioni, spontanea in Europa occidentale e Asia sudoccidentale, tipica di boschi ombrosi e umidi. In Italia è diffusa in diverse regioni tra i 1000 e i 1800 mt. La posizione ideale in ombra, in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. Una volta ambientata tollera brevi periodi di siccità e nel tempo forma una base legnosa che ricorda la struttura delle felci arboree, raggiungendo in pieno sviluppo i 90/100 cm di altezza.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico in latino significa 'affine, parente' per la stretta parentela con Dryopteris filix-mas.

Paeonia 'Chinook'

Paeonia erbacea del 1981(Marx, Rogers) con fiori grandi, profumati, rosa quando si schiudono e bianco avorio a piena maturazione del fiore.

Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia. 

Paeonia 'The Fawn'

Paeonia erbacea insolita e affascinante: i fiori, ricchi di petali, profumati, sono di un bellissimo rosa e presentano una puntinatura rosa più scuro che ricorda il manto di un cerbiatto (in inglese 'fawn'). Le giovani foglie in primavera sono rosse e creano bellissimi effetti cromatici in giardino.

Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia.