Cerca nel blog

Migliori vendite

Erigeron karvinskianus

Lo sviluppo rapido, la mutabilità del colore dei fiori che da bianchi assumono sfumature rosa man mano che maturano, la resistenza e l'abbondante fioritura sono caratteristiche che rendono unica questa pianta. Originaria del Messico è ormai diffusa naturalizzata in molte regioni d'Italia. E' una tappezzante che si allarga molto velocemente e può essere utilizzata anche in vaso come ricadente o in muretti a secco negli spazi tra le pietre. Pianta facile, rustica e resistente dà il meglio di sè se riceve regolari irrigazioni, ma tollera periodi di siccità una volta ambientata.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ῆρ (ér qui nel senso di precoce) e γέρων (ghéron vecchio), probabilmente per l'aspetto dei capolini piumosi di semi, che ricordano la testa di un anziano e che si schiudono presto dall'inizio della fioritura in primavera fino ad autunno inoltrato.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore del naturalista, geologo e paleontologo tedesco (nato in Ungheria) Wilhelm Friedrich von Karwinski auf Karwin (1780-1855), esploratore della flora dell'America tropicale (Brasile, Messico).

6,00 €

Salvia nemorosa 'Caradonna'

Una delle varietà più affidabili! Infiorescenze blu viola su steli scuri compaiono per la prima fioritura da Maggio a fine Luglio e in condizioni ottimali, specialmente se si ha l'accortezza di rimuovere le spighe sfiorite e di irrigare regolarmente, ricompaiono alla fine dell'estate. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile. Una volta ben radicata sopporta periodi con irrigazioni ridotte, anche se per ottenere una buona rifiorenza l'acqua è fondamentale.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

L'epiteto specifico da nemus, nemoris (bosco), 'che cresce nei boschi'.

9,00 €

Allium 'In Orbit'

Compatto, super fiorifero, affidabile e resistente: questo Allium rientra tra quelli a fioritura estiva ed ha portamento ordinato e compatto, ma sviluppo rapido e forte. La particolare morfologia che lo caratterizza (radici al posto del bulbo tipico di altri Allium) rende facile la coltivazione sia in terra che in vaso. Le infiorescenze sono globose e si schiudono da Giugno fino a Settembre, portate da steli dritti e ordinati. Si coltiva in pieno sole, in terreno normale, possibilmente drenato, ma si rivela forte e capace di sopportare diverse condizioni, tra cui anche terreni argillosi e non molto leggeri. Resiste a cervi, arvicole e lepri. Sopporta periodi di irrigazioni ridotte, ma, come per Allium tuberosum, anche per questa cultivar le irrigazioni regolari favoriscono una fioritura e uno sviluppo ideali.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino usato per indicare una pianta appartenente a questo genere. Si trova in Orazio, Plinio e Plauto. L'etimologia è dubbia: Alexandre de Théis nel suo Glossario di Botanica la fa risalire al termine al termine celtico all, che significa caldo, acre, in riferimento al gusto dell'aglio. Il Dizionario Etimologio della lingua italiana del Pianigiani indica anche come possibile origine il termine greco ἄγλῑς (áglis capo d'aglio).

9,00 €

Geum 'Totally Tangerine'

Varietà di recente introduzione con fiori arancioni sterili. Non dovendo portare a maturazione dei semi la pianta riesce a produrre una quantità maggiore di fiori, formando un cespuglio molto appariscente con alti steli che si autosostengono. Rustica, molto resistente, da coltivare al sole o mezzombra, in terreno fertile e ben drenato. Si può coltivare in piena terra o in vaso. In luoghi con clima fresco riesce a fiorire per tutta l'estate, fino all'autunno.

L'epiteto generico deriva dal greco γεῦμα (gheúma assaggio, gusto, buon sapore). Plinio (XXVI, 7) dice che il geum ha delle radici di odore e sapore gradevoli e che può curare i disturbi della digestione. Questo gusto aromatico nella botanica antica gli aveva fatto attribuire il nome di caryophyllata, cioè 'erba dall'odore di chiodo di garofano'.

9,00 €

Nepeta x faassenii...

Affidabile, vigorosa e resistente, ha foglie argentate e fiori azzurro-lavanda che si schiudono per tutta l'estate. Beneficia di tagli regolari per rimuovere gli steli sfioriti e favorire la produzione di nuovi fiori. Il taglio aiuta anche a mantenere la forma e contenere l'espansione.Un taglio più vigoroso in Luglio favorisce la fioritura autunnale. Adatta per posizioni in pieno sole in terreno drenato. Ha foglie aromatiche, canforate, considerate uno stimolate. Il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort ne riporta la capacità di rendere intrepide le persone timide.

Ha origine come ibrido spontaneo tra Nepeta racemosa e Nepeta nepetella nella parte inferiore dei giardini di Fernhill, di proprietà della famiglia Walker. La scrittrice Patricia A. Taylor la vide e ne intuì il potenziale. Ne fece talee negli anni '70 e nel 1988 venne lanciata sul mercato grazie al vivaio Four Season Nursery. 

L'epiteto specifico 'faassenii' deriva dal nome del vivaista tedesco J.H. Faassen, che negli anni '30 lanciò sul mercato i primi ibridi di Nepeta racemosa x Nepeta nepetella.

L'epiteto generico si trova già in Plinio e fa probabilmente riferimento a quello che l'autore ne considerava il luogo di origine, Nepi, in Etruria.

9,00 €

Anemone x hybrida 'Honorine...

Perenne rustica, resistente e molto vigorosa con fiori bianchi, semplici, portati da alti steli. Ha radici rizomatose e tende ad allargarsi velocemente formando grandi cespugli. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine. E' una delle varietà più vecchie e interessanti, scoperta a Verdun in Francia nel 1858. Ha ricevuto il Garden Merit Award della RHS nel 1993 ed è stata scelta come Perennial of the Year nel 2016 dalla Perennial Plant Association.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844.Le Anemone x hybrida sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

Vedi le altre Anemone della nostra collezione

12,00 €

Euphorbia amygdaloides...

Sempreverde con foglie oblunghe verde scuro, lucide e steli verde chiaro che portano piccoli fiori giallo lime. La posizione ideale è in terreno mediamente drenato, in ombra o sole. Si adatta infatti a diverse condizioni di coltivazione, anche se tollera poco i ristagni di acqua. Una pianta che richiede pochissime attenzioni e non delude mai le aspettative. Si sviluppa rapidamente tramite rizomi sotterranei e forma bellissimi cespugli alti circa 40 cm da cui in primavera spuntano gli steli floreali, molto adatti anche per il reciso, alti fino a 70 cm. Dopo la fioritura gli steli e le brattee sono comunque particolarmente decorativi e persistono fino alla stagione successiva, momento in cui è necessario tagliarli per lasciare spazio alla nuova fioritura.

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

L'epiteto specifico è composto dai termini dal greco ἀμυγδάλη (amiugdále mandorla) e εἷδος (èidos sembianza) per la somiglianza delle foglie di questa Euphorbia con quelle di Prunus dulcis (mandorlo).

Questa sotto-specie di Euphorbia amygdaloides venne raccolta e catalogata da Mary Anne Robb (botanica inglese, 1829-1912) nel 1891 vicino İstanbul e introdotta in Inghilterra. Da quel momento non è stata identificata in nessuna altra località allo stato spontaneo.

Online il nome di questa pianta si trova scritto in modi diversi e la stessa RHS riporta una nomenclatura scorretta. Kew Gardens e www. plantsoftheworldonline.org (uniche fonti autorevoli nella nomenclatura botanica) riportano la nomenclatura adottata dal nostro vivaio e lo fanno con riferimento a chi ha l'ha battezzata, Clive A. Stace (abbreviato Stace) con il nome di M.A. Robb, nella forma latinizzata robbiae (ròbbie, cioè 'di Robb') 

8,00 €

Andropogon scoparius...

Il genere Andropogon(o Schizachyrium) è originario delle praterie americane ed è apprezzato nei giardini per la resistenza al caldo e al freddo e per le ridotte esigenze di manutenzione. Si adatta a diversi dipi di terreno, ma un buon drenaggio permette uno sviluppo ottimale. Sopporta periodi asciutti e terreni poveri. Le foglie sono verdi, glauche alla base e durante l'autunno si tingono con i toni dell'arancio e del rosso.

Schizachyrium scoparium 'Prairie Blues' è una selezione della specie spontanea con una sfumatura azzurra  ancora più accentuata durante la primavera e l'estate alla base delle foglie, che in autunno si tingono di rosso. La fioritura in Agosto, con lunghi racemi color bronzo soffusi di viola, è seguita dalla formazione del seme, che decora le spighe con ciuffi piumosi leggerissimi.

La leggerezza di questa graminacea, la facilità di coltivazione e il contrasto cromatico che crea nel periodo autunnale e invernale la rendono una tra le più belle da utilizzare in giardino con la garanzia di risultati ottimali.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀνήρ ἀνδρός (anér andrόs uomo) e πώγων (pόgon barba) in riferimento alla peluria che ricopre alcune parti della spiga.

L'epiteto specifico deriva dal latino scopa (scopa, granata) col significato di 'simile a una scopa', per il portamento della pianta.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

10,00 €
Tutte le migliori vendite

Manutenzione primaverile in giardino ( Veloce, pratica!)

- Categoria: Curiosità


La Primavera è alle porte e le piante iniziano a sentire le temperature che si alzano, dopo i giorni di freddo appena trascorsi.

I lavori da fare sono tanti e per chi si è avvicinato da poco al giardinaggio può essere difficile ricordare le esigenze delle varie tipologie di perenni!

Cosa beneficia di un bel taglio netto? Quali piante devono invece essere lasciate indisturbate? Come preparare le piante per affrontare al meglio la stagione che sta iniziando?

Ecco la nostra guida...for dummies!

COSA TAGLIARE

La maggior parte delle erbacee perenni durante l'inverno avrà perso la parte aerea, cioè tutto ciò che cresce al di sopra del terreno. E' un meccanismo di difesa affascinante: la pianta raccoglie le energie e si concentra sulle parti sotterranee per superare l'inverno in dormienza. Le foglie e i rami seccano, talvolta restando belli per tutto l'inverno (come nel caso di Sedum 'Matrona' o di Miscanthus sinensis), altre volte accasciandosi al suolo e decomponendosi con pioggia, neve, ghiaccio ( come succede alle foglie di Hosta)

Ma facciamo qualche esempio!

SI TAGLIANO LA MAGGIOR PARTE DELLE GRAMINACEE ORNAMENTALI

  • Pennisetum
  • Panìcum
  • Miscanthus
  • Molinia
  • Calamagrostis

devono essere tagliate alla base, a circa 15 cm da terra, lasciando una base piatta nella parte superiore e arrotondata sui lati, per permettere uno sviluppo ideale, rotondo, della pianta nel momento in cui inizierà a vegetare.

 E DELLE ERBACEE DA FIORE

  • Salvia nemorosa
  • Salvia sylvestris
  • Heliopsis
  • Phlox paniculata
  • Helianthus
  • Rudbeckia
  • Eupatorium
  • Filipendula

devono essere tagliate alla base, togliendo tutta la vegetazione ormai secca della stagione precedente.

COSA NON TAGLIARE

Ci sono piante che se tagliate perdono vigore e forma e quindi è bene conoscerle per evitare di farci prendere dall'emozione del giardiniere e fare qualche disastro! Per lo più si tratta di piante sempreverdi, che pur essendo erbacee, mantengono durante l'inverno le foglie della stagione precedente e che producono nuove foglie a partire dalla Primavera.

  • Stipa tenuissima(Nassella tenuissima)
  • Stipa 'Jarava Ichu'
  • Carex (Le Carex sono erroneamente considerate delle graminacee (parlando tecnicamente delle Poaceae), ma appartengono ad un'altra famiglia, quella delle Cyperaceae. Questa confusione nell'assegnazione alla categoria giusta comporta spesso un errore nella manutenzione e le Carex vengono tagliate, causando imbruttimento della pianta, marciumi e perdita della forma.)

COSA TAGLIARE " SOLO UN PO' "

In questi casi dovete contenervi! Lasciate da parte la smania da Edward Mani di Forbice e date solo una ripulita al cespuglio dell'anno precedente, tagliando le foglie vecchie, i rami deboli o secchi e le cime sfiorite, riducendo la lunghezza dei rami per favorire lo sviluppo della nuova vegetazione.

  • Diascia barberae
  • Erigeron karvinskianus
  • Lamiastrum galeobdolon 'Florentinum'

 in questa categoria rientrano anche alcune perenni di tipo semi-arbustivo.

  • Salvia microphylla
  • Salvia x jamensis
  • Salvia chamaedryoides
  • Salvia greggii

devono essere ripulite dai rami più esili e, come si dice solitamente, 'ringiovanite' per evitare che invecchiando legnifichino troppo, perdendo la capacità di germogliare dai rami più vecchi.

Per fare questo si riduce il cespuglio di circa 2/3, evitando di tagliare i rami tutti alla stessa lunghezza, intervenendo con le forbici poco dopo una gemma vigorosa, che ci può servire da riferimento per capire il punto in cui la pianta ha ancora la capacità di germogliare.

COME TRATTARE LE BULBOSE INVERNALI

  • Cyclamen coum
  • Iris histryoides
  • Crocus
  • Hyacinthus

dopo la fioritura devono essere concimati per favorire la formazione e lo sviluppo di bulbilli che saranno fondamentali per la fioritura dell'anno successivo.

Se le coltiviamo in vaso, dopo aver concimato con un concime specifico, riduciamo l'apporto di acqua e riponiamo le piante in una zona ombrosa e fresca del giardino.

Nel caso di Cyclamen coum scegliamo un posto in cui vogliamo creare una colonia perchè, data l'alta capacità di autodisseminarsi, nascerà in quantità. Il posto ideale è sotto ad un cespuglio o a un arbusto che ripari il suolo dal sole durante i mesi estivi e mantenga il suolo fresco, ma non bagnato.

Se vogliamo piantare a terra le bulbose acquistate aggiungiamo al terreno sabbia, ghiaia, pomice per aumentare il drenaggio del terreno, fondamentale per la maggior parte delle piante nell'elenco.

E POI...

Per aiutare le piante a svilupparsi nel modo migliore in vista della stagione che sta iniziando ci sono poche regole da seguire:

Nel caso di piante in vaso

  • Verifichiamo che la pianta abbia ancora terra a disposizione e che le radici non abbiamo riempito completamente il vaso. In tal caso ripuliamo il pane di radici, riducendolo senza danneggiare la pianta, per poi invasare con terra nuova.
  • Nutriamo la pianta con una leggera concimazione, che favorisca lo sviluppo nel modo migliore. La concimazione deve essere sempre ridotta al minimo, ma nel caso di piante coltivate in vaso si rende necessario per fornire il nutrimento che, se coltivata in terra, la pianta riesce a reperire esplorando il terreno attorno a lei, nutrimento che in vaso si esaurisce più velocemente, lasciando la terra come un semplice substrato impoverito.
  • Controlliamo che i fori di drenaggio dei contenitori siano funzionanti e che non ci sia accumulo di acqua nei vasi. Uno dei casi più diffusi di sofferenza delle piante è dato dall'eccessivo apporto di acqua ( o, all'estremo opposto, per l'assenza di irrigazioni). Nel caso di nuovi impianti ricordiamoci di disporre nei vasi e nelle vasche uno strato di argilla espansa e subito sopra uno strato di tessuto non tessuto, a formare un sacco all'interno del quale potremo inserire la terra e le piante. In questo modo la terra non dilaverà con le irrigazioni e il livello di terriccio all'interno del vaso si manterrà più a lungo.
  • La corteccia è un'ottima protezione e permette di ridurre l'evaporazione dell'acqua, le sofferenze dovute a sbalzi di temperatura nella stagione invernale e lo sviluppo di infestanti. Consigliamo quindi di utilizzare uno strato di 3 o 4 cm di corteccia molto fine per coprire la terra nei vasi: oltre a rendere più belle le fioriere, miglioreremo la salute delle piante.
  • Ripuliamo le piante dalla vegetazione ormai secca dell'anno precedente, da eventuali infestanti, alghe e verifichiamo la salute delle nuove foglie e dei fusti per rilevare eventuali patologie e provvedere tempestivamente con trattamenti naturali.

Nel caso di piante in piena terra

In questo caso la manutenzione è 'più semplice': procediamo con il taglio e la pulizia della vecchia vegetazione, sarchiamo la terra in superficie per arieggiarla e verifichiamo la salute delle piante. Non sono necessarie concimazioni ( che, per piante in piena terra, consigliamo solo nel caso in cui insorgano carenze nutrizionali) nè trattamenti preventivi.

Per concludere la regola aurea può essere riassunta in tre parole:

Osservare, assecondare,provare

Buon giardinaggio!

Articoli in relazione

Condividi