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Piante perenni

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  • Esposizione: Mezzombra
  • Periodo di Fioritura: Agosto

Tricyrtis formosana 'Dark...

Erbacea perenne della famiglia delle Liliaceae originaria di Taiwan. L'aspetto esotico che ricorda un'orchidea e la resistenza al nostro clima invernale la rendono una pianta interessante per ogni giardino e balcone ombreggiato.

Per mantenere la pianta composta si consiglia di cimarla a fine Maggio per favorire accestimento e una maggiore produzione di fiori.

Può essere lasciata libera di appoggiarsi alla vegetazione circostante, per un effetto naturale, oppure può essere sorretta per aiutare lo sviluppo verticale. Nel primo caso l'altezza sarà di circa 60 cm. Nel secondo potrà raggiungere i 90/100 cm.

Si consiglia di coltivare le Tricyrtis in terreno drenato, fertile, a mezzombra. Una posizione troppo ombreggiata limita la quantità di fiori prodotti.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

L'epiteto specifico ricorda l'origine geografica, l'isola di Formosa (Taiwan).

Tricyrtis 'Tojen'

Un ibrido di Tricyrtis con steli ben strutturati che sviluppano in orizzontale, formando un cuscino morbido di rami arcuati carichi di fiori bianchi sfumati di viola sui bordi. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come 'semi-ricadente'.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Tricyrtis 'Empress'

Un ibrido di Tricyrtis in cui i fiori sono più grandi e di un colore più intenso. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come ricadente.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Thalictrum rochebruneanum...

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori leggermente più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Questà varietà è stata identificata in natura e ha sepali più grandi della specie. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

L'epiteto specifico celebra il botanico francese Alphonse Trémeau de Rochebrune (1834-1912).

Thalictrum rochebruneanum

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila (o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori di un delicato color glicine. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila(o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori bianco puro. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Thalictrum delavayi...

Una bellissima e vigorosa varietà di Thalictrum con fiori doppi che formano una nuvola leggerissima color glicine. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza. Sopporta senza problemi posizioni soleggiate, piuttosto che troppo in ombra.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

Thalictrum delavayi

Erbacea perenne della famiglia delle Ranuncolaceae originaria della Cina. Da Giugno a Settembre, su steli alti e flessuosi, porta fiori leggeri, color glicine, con evidenti stami gialli. Prodotto da seme dal nostro vivaio, si autodissemina se trova le condizioni adatte e rispetto alle molte recenti introduzioni, più appariscenti, ha foglie più piccole, grande resistenza e vegetazione ricca anche durante i mesi più caldi. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum actaeifolium...

Fiori piumosi che profumano di mimosa e fogliame che nasce viola, matura in verde e in autunno si tinge di toni dorati. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con sole del mattino.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fa riferimento alla forma delle foglie, simili a quelle di alcune Actaea.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Succisella inflexa 'Frosted...

Una nuvola di capolini rotondi che sbocciano color glicine e maturano in bianco. Coltivare in terreno drenato, ma fertile, ricco, non arido, in pieno sole o mezzombra. La specie è spontanea in gran parte dell'Europa dell'est e in Italia.

L'epiteto generico, col significato di 'simile a una Succisa' deriva dai termini sub (sotto) e da caedo (cèdo, tagliare), 'tagliata sotto': il nome deriva dall'aspetto del rizoma che sembra reciso.

L'epiteto specifico significa inflesso, curvato, da inflecto (piegare, curvare in dentro).

Strobilanthes atropurpurea

Specie originaria delle zone centrali dell'Asia, molto apprezzata per la fioritura prolungata che si protrae fino all'autunno. Coltivare a mezz'ombra o ombra luminosa, in terreno fertile. Si può cimare in primavera per favorire l'accestimento e stimolare la produzione di un maggior numero di steli floreali.

L'epiteto generico deriva dalle parole greche στρόβιλος(stròbilos, cono) e ἄνθος(ànthos, fiore), in riferimento al particolare modo in cui le foglie e le brattee avvolgono i fiori.

L'epiteto specifico deriva invece dai termini latini ater (scuro) e purpureus (purpureo), cioè color porpora, per il colore scuro dei fiori.

Salvia x jamensis 'Violette...

Varietà con foglie particolarmente aromatiche e steli sottili carichi di fiori di medie dimensioni viola intenso, con la gola leggermente più scura, blu-viola. Coltivare in pieno sole o mezzombra(almeno 4 ore di sole), in terreno ben drenato. Come per tutte le Salvia arbustive si raccomanda una potatura decisa dopo l'inverno per evitare che la pianta lignifichi perdendo vigore e vuotandosi alla base.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).  

L'epiteto specifico raggruppa gli ibridi interspecifici identificati per la prima volta all'inizio degli anni '90 nei pressi del villaggio di Jame nello stato di Coahuila de Zaragoza (Messico) dal botanico e ricercatore James Compton.

Salvia hybrida 'Bleu Armor'

Varietà di origine orticola, con foglie fortemente aromatiche e fiori blu con una punta bianca nella gola. Scoperta nel 2009 da Catherine Bernabe nel vivaio Fleurs et Senteurs in Francia, probabilmente nata dall'ibridazione spontanea fra Salvia lycioides e altre tipologie di Salvia presenti in vivaio( jamensis presumibilmente). Rispetto a Salvia 'Blue Note' ha portamento più morbido e fiori di un blu più intenso.  Battezzata 'Bleu Armòr' traducibile con 'Armatura Blu'.

Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato. Può sopportare la mezzombra: con una quantità minore di ore di sole dirette la pianta cresce con fogliame più ricco e fiori più grandi, assumendo un portamento morbido, più lasso, ma pur sempre bello. Nonostante le Salvia semi-arbustive vengano date per rustiche fino a -10°C abbiamo testato la loro rusticità a temperature inferiori. La condizione fondamentale per una buona riuscita e per garantire il superamento di inverni rigidi è il drenaggio, da ottenere con una base di ghiaia nella buca al momento dell'impianto.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

Phlox paniculata 'Monica...

Cultivar alta e forte, con bellissimi fiori rosa chiaro con il centro delicatamente sfumato di un rosa più intenso. Il colore dei fiori contrasta elegantemente con steli e boccioli che sono scuri. Il nome ricorda il giardiniere che negli anni '70 ne trovò alcune piante nate da seme nel proprio giardino nell'Hampshire.

I fiori di Phlox paniculata sono profumati e commestibili, ottimi su gelato, insalate, macedonie e torte. Ogni varietà ha fiori più o meno dolci, più o meno profumati, ciascuna con un sapore specifico.

Coltivare in posizioni soleggiate (da 3 a 5 ore di sole), in terreno fertile, drenato, non arido. Le Phlox possono incorrere in malattie fogliari come l'oidio se soffrono la mancanza di acqua o crescono in terreni poveri o troppo pesanti che causano sofferenza radicale e indebolimento fogliare. Si consiglia di ripulire dai fiori secchi i panicoli sfioriti o cimare la parte terminale dei rami senza però tagliare eccessivamente, per non perdere l'altezza ottenuta dalla pianta.

L'epiteto generico deriva dal greco φλόξ, (flóx, fiamma).

L'epiteto specifico da panícula (pannocchia): con infiorescenze a pannocchia.