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Acanthus hungaricus 'White...

Perenne rustica con foglie verde brillante e pannocchie di fiori formati da una parte superiore viola e un labbro inferiore bianco. In natura l'Acanthus è tipico di luoghi asciutti e terreni sassosi, resiste bene alla siccità e forma grandi cespugli molto decorativi. In giardino mostra la sua resistenza e affidabilità e si adatta ad ogni tipo di terreno, purchè abbia un buon drenaggio, preferibilmente a mezzombra. Questo ibrido di Acanthus è apprezzato per le dimensioni più contenute rispetto alla specie ed è quindi la scelta ideale anche per giardini più piccoli e per la coltivazione in vaso. Rispetto ad Acanthus spinosus e mollis ha una maggiore resistenza al freddo, data l'origine geografica della specie.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκανϑα (ácantha) formato da ακέ (aké punta, ago) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore): fiore spinoso, per via delle estremità aculeate delle foglie e delle capsule che racchiudono i semi. La mitologia greca parla inoltre della ninfa Acanto, amata da Apollo, ma non ricambiata. Il dio cercò di rapirla, ma lei reagì, graffiandolo in volto. Per punirla Apollo la trasformò nell'omonima pianta. Un'altra versione del mito racconta che l'amore del dio del sole venisse ricambiato dalla ninfa e che alla morte di Acanto Apollo decise di trasformarla nell'omonima pianta.

L'epiteto specifico indica la provenienza geografica della specie, originaria dell' Ungheria. Si trova talvolta indicata anche come Acanthus balcanicus.

Geranium x cantabrigiense...

Cultivar a fiori bianchi e portamento folto, con un effetto a cuscino e ottima copertura!

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal nome latinizzato di Cambridge, Cantabrigia, col significato di 'originario di Cambridge': nasce infatti grazie al lavoro della dottoressa Helen Kiefer, del giardino botanico dell'Università di Cambridge. E' stato ottenuto nel 1974 come ibrido sterile di G. macrorrhizum e G. dalmaticum.

Vedi gli altri Geranium della nostra collezione

Helleborus ' Double Ellen...

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori doppi porpora.

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Helleborus ' Pretty Ellen Red'

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici rosso amarena, intenso e luminoso.

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Helleborus ' Pretty Ellen...

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici porpora. Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Helleborus ' Pretty Ellen...

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici rosa segnate in modo leggero da venature rosa scuro 

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Helleborus ' Pretty Ellen...

Luminosa cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici bianco puro e centro leggermente soffuso di verde.

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Geranium x cantabrigiense...

Fiori grandi, bianco puro! Un ibrido di G. macrorrhizum ‘Album’ e  G. dalmaticum ‘Album’ apprezzato come tutti i G. x cantabrigiense per la fitta copertura del suolo e per l'abbondante fioritura. Beneficia di una cimatura della vegetazione dopo la fioritura, per stimolare la produzione di nuove foglie e di (eventuali) ulteriori fiori. Si coltiva a mezz'ombra, in terreno fertile, drenato, anche se si rivela molto versatile e si adatta a diverse condizioni, comprese posizioni più soleggiate, terreni più pesanti e irrigazioni ridotte. Il fogliame in autunno si tinge di rosso e persisteper tutto l'inverno.

La cultivar 'St. Ola' ha fiori più grandi rispetto alle altre, e fiori bianco puro che sfumano in rosa maturando. E' stata proposta sul mercato da Axletree Nursery nel 1993. Il nome 'St.Ola' è stato scelto dal suo ibridatore, Alan Bremner in onore della parrocchia omonima di Mainland, la più grande delle Isole Orcadi, a nord della Scozia.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal nome latinizzato di Cambridge, Cantabrigia, col significato di 'originario di Cambridge': nasce infatti grazie al lavoro della dottoressa Helen Kiefer, del giardino botanico dell'Università di Cambridge. E' stato ottenuto nel 1974 come ibrido sterile di G. macrorrhizum e G. dalmaticum.

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Geranium x cantabrigiense...

Geranium selezionato da Ernst Pagels in Germania nel 1986. Ha bellissimi fiori rosa malva (un rosa più freddo, tendente al violetto) ed è apprezzato (come tutti i G. x cantabrigiense) per la fitta copertura del suolo e per l'abbondante fioritura da fine Aprile all'inizio di Luglio. Beneficia di una cimatura della vegetazione dopo la fioritura, per stimolare la produzione di nuove foglie e di (eventuali) ulteriori fiori. Si coltiva a mezz'ombra, in terreno fertile, drenato, anche se si rivela molto versatile e si adatta a diverse condizioni, comprese posizioni più soleggiate, terreni più pesanti e irrigazioni ridotte. Il fogliame in autunno si tinge di rosso e persiste per tutto l'inverno.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal nome latinizzato di Cambridge, Cantabrigia, col significato di 'originario di Cambridge': nasce infatti grazie al lavoro della dottoressa Helen Kiefer, del giardino botanico dell'Università di Cambridge. E' stato ottenuto nel 1974 come ibrido sterile di G. macrorrhizum e G. dalmaticum.

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Polystichum munitum

Diffuso in natura in Nord America e Messico, ha bellissime foglie lucide, coriacee e semisempreverdi. Si coltiva in ombra o mezz'ombra(tollera facilmente alcune ore di sole), in terreni freschi, ma drenati. Con irrigazioni regolari raggiunge la piena altezza, mentre in condizioni climatiche più calde e asciutte resta più compatto.

L'epiteto generico deriva dal greco πολύ (molte) e στίξ, στιχός (stix, stichòs fila), per i sori disposti in più file.

Phyllitis scolopendrium

Felce sempreverde diffusa quasi in tutta Italia, soprattuto vicino a ruscelli e in boschi umidi, specialmente boschi di faggio. Ama i terreni ricchi di sostanza organica, fogliosi, ma drenati, non stagnanti e posizioni in ombra luminosa. Ha fronde a nastro, non suddivise in pinne, lucide e coriacee. Dopo l'inverno, quanto fanno capolino le nuove fronde, si consiglia di rimuovere la vegetazione dell'anno precedente se è stata rovinata dal freddo.

L'epiteto generico Asplenium deriva dal greco ἄσπληνον (asplènon) composto da a- privativa e σπλήν(splèn, milza), per la supposta efficacia di Asplenium ceterach (stessa specie di A. scolopendrum, ma genere diverso) nella cura delle patologie di quest'organo. Il sinonimo Phyllitis ha origine dalla parola greca φύλλον (fiùllon foglia: perché è una felce costituita solo da grandi foglie a lamina intera).

L'epiteto specifico 'scolopendrium' deriva dal greco σκολόπενδρα (scolopèndra), per l'aspetto dei sori( i sori sono raggruppamenti di sporangi, che nelle felci sono i ricettacoli delle spore) sulla pagina inferiore delle foglie, simili alle lunghe zampe di questi artropodi.

Disporum longistylum 'Green...

Perfetto come molti altri Disporum per arricchire zone ombreggiate del giardino, grazie anche al fogliame sempreverde che persiste fino a primavera, quando spunta la nuova vegetazione e i vecchi rami possono essere tagliati. Erbacea longeva, alta e slanciata è stato scoperto e battezzato da Dan Hinkley nella provincia cinese di Sichuan. Ha fogliame verde lucido, sfumato di porpora nei mesi invernali e nuovi germogli verde scuro, sfumati di toni scuri. Raggiunge i 150/180 cm e alla sommità degli steli porta in Giugno- Luglio fiori bianco crema. Inizialmente è stato considerato un Disporum cantoniense, insieme a D. 'Night Heron', ma grazie al contributo di Bleddyn Wynn-Jones di Crug Farm entrambi sono stati identificati come Disporum longistylum. Coltivare in ombra luminosa o meglio a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dall'unione delle parole latine longus lungo e stylus stilo, cioè dal lungo stilo, il prolungamento dell'ovario

Epimedium species nova...

Scoperto dal giapponese Mikinori Ogisu è stato proposto inizialmente sul mercato come un Epimedium wushanense. Ad oggi l'assegnazione al gruppo degli wushanense è messa in discussione e viene considerato appartenente ad una nuova specie, come Epimedium 'The Giant'. Il fogliame è allungato e molto decorativo, persistente durante l'inverno. La fioritura inizia a primavera inoltrata con fiori a stella gialli, dalle punte molto allungate e toni scuri, caramello, al centro.  La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, molte varietà, come anche 'Caramel' sono capaci di rifiorire.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Polypodium 'Whitley Giant'

Interessante felce sempreverde con fronde lunghe fino a 45/50cm. Rizomatosa, è un ottimo coprisuolo per zone ombrose, anche se non è particolarmente rapida nello sviluppo. Una volta ambientata sopporta bene irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico deriva dal greco πολύ (molte) e στίξ, στιχός (stix, stichòs fila), per i sori disposti in più file.

Epimedium 'Mandarin Star'

Fiori bianchi con il centro giallo, bellissimo!La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, molte varietà sono capaci di rifiorire.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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