Erbacee perenni da ombra

Erbacee perenni da ombra

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Disporum megalanthum

Erbacea perenne affidabile e forte, originaria delle zone boschive della Cina. Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, raggiunta al massimo da alcune ore di sole al mattino. La posizione ideale è in terreno fertile, fresco, non arido, sotto ad alberi a foglia caduca: durante l'inverno e all'inizio della primavera la pianta beneficia così del sole diretto ed è invece protetta dal fogliame degli alberi nei mesi estivi.

Il fogliame in primavera nasce scuro e poi matura in un bel verde lucido che in autunno si tinge di toni violacei. I fiori si schiudono in primavera agli apici degli steli: bellissime campanelle bianche rivolte verso il basso.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dal greco μέγας (mégas, grande) e ἄνϑοϛ (ánthos, fiore), cioè dai fiori grandi.

Dodecatheon meadia 'Aphrodite'

Erbacea perenne della famiglia delle Primulaceae che fiorisce in primavera con steli rigidi che portano fiori rosa carico, simili a quelli del Ciclamino, con i petali ricurvi all'indietro e lunghi stami appuntiti. In inglese è chiamata 'Shooting Star' per l'effetto dei fiori che sembrano stelle cadenti seguite. L'effetto in piena fioritura è bellissimo, elegante e molto decorativo. Durante l'estate la pianta va in riposo vegetativo e si devono ridurre drasticamente le irrigazioni. La posizione ideale è in ombra luminosa, in terreno fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche δώδεκα (dòdeca dodici) e θεός (theós divinità): Plinio (XXV, 4) chiama con questo nome una primula diffusa in Campania, perché, dice, racchiude in sé la bellezza e la maestosità di tutti e 12 gli dei romani. Il Dodecatheon come lo intendiamo oggi non ha nulla a che vedere con la pianta di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, perché Dodecatheon meadia è originario del Nord America e sembra molto improbabile che Plinio lo conoscesse. Il nome è stato utilizzato in tempi più recenti per chiamare questa perenne che su ogni stelo porta 12 fiori, come 12 divinità.

L'epiteto specifico ricorda il fisico inglese Richard Mead (1673-1754). Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva attribuito a questo genere il nome di Meadia. Linneo sostituì questo nome con Dodecatheon (perché Richard Mead non era un botanico) e conservò meadia solo per identificare la specie.

Dodecatheon meadia f. album

Erbacea perenne della famiglia delle Primulaceae che fiorisce in primavera con steli rigidi che portano fiori bianchi profumati, simili a quelli del Ciclamino, lunghi circa 2 cm, con i petali ricurvi all'indietro e lunghi stami appuntiti soffusi di giallo. In inglese è chiamata 'Shooting Star' per l'effetto dei fiori che sembrano stelle cadenti seguite da una scia bianca, luminosa. L'effetto in piena fioritura è bellissimo, elegante e molto decorativo. Durante l'estate la pianta va in riposo vegetativo e si devono ridurre drasticamente le irrigazioni. La posizione ideale è in ombra luminosa, in terreno fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche δώδεκα (dòdeca dodici) e θεός (theós divinità): Plinio (XXV, 4) chiama con questo nome una primula diffusa in Campania, perché, dice, racchiude in sé la bellezza e la maestosità di tutti e 12 gli dei romani. Il Dodecatheon come lo intendiamo oggi non ha nulla a che vedere con la pianta di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, perché Dodecatheon meadia è originario del Nord America e sembra molto improbabile che Plinio lo conoscesse. Il nome è stato utilizzato in tempi più recenti per chiamare questa perenne che su ogni stelo porta 12 fiori, come 12 divinità.

L'epiteto specifico ricorda il fisico inglese Richard Mead (1673-1754). Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva attribuito a questo genere il nome di Meadia. Linneo sostituì questo nome con Dodecatheon (perché Richard Mead non era un botanico) e conservò meadia solo per identificare la specie.

Dryopteris sieboldii

Felce originaria di Cina e Giappone caratterizzata da fronde insolite e molto ornamentali. Ha un rizoma corto da cui partono fronde coriacee di un bel verde lucido, costituite da pinne di 20/25 cm di lunghezza e una pinna apicale più ampia delle altre. Sempreverde fino a -10°C, semi-sempreverde con temperature più basse e in caso di nevicate. Coltivare in ombra luminosa, in terreno fertile, drenato. La nuova vegetazione è tardiva e quindi per gran parte della primavera è meglio lasciare sulla pianta le vecchie fronde.

L'epiteto generico deriva dal greco δρῦς (drius quercia, ma anche albero) e πτέρις (ptéris felce): felce delle querce, degli alberi, per l'habitat preferito di gran parte delle felci appartenenti a questo genere, boschi a foglia caduca.

L'epiteto specifico ricorda il botanico e naturalista tedesco Philipp Franz von Siebold (1796-1866), studioso della flora e fauna giapponese, autore di una importante Flora japonica. A lui si deve il merito dell'importazione delle prime piante di Hosta e di altre piante mai viste prima in Europa.

Eomecon chionantha

Unico appartenente al genere Eomecon, affascinante e insolito per aspetto e comportamento. Erbacea perenne originaria della Cina, si diffonde con stoloni e produce foglie a cuore lunghe circa 30 cm e glauche, cerate, idrorepellenti, spesso sfumate di rosso sulla pagina inferiore. Gli steli floreali si alzano in primavera, rossastri e portano fiori bianco puro, formati da 4 petali attorno ad un centro formato da stami con antere gialle. La pianta contiene una sostanza tossica per le lumache e quindi non è per loro appetibile.

Si coltiva in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, ricco di sostanza organica e umifero, non arido, oppure vicino a corsi d'acqua o laghetti. Un terreno irrigato senza eccedere può essere una pratica per contenere l'espansione, anche se l'altezza finale della pianta potrebbe essere più contenuta. Si dissemina in modo limitato e la diffusione avviene in modo più evidente con le radici stolonifere.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠώς (èos alba, ma anche l'Est) e μήκων (mècon papavero), cioè Papavero dell' Est, in riferimento alle zone di provenienza di questa perenne, la Cina.

L'epiteto specifico deriva dal greco χιών(chiòn neve) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè dai fiori bianchi come la neve.

Epimedium 'Arctic Wings'

Nato dall' ibridazione di Epimedium latisepalum ed Epimedium ogisui, ha steli abbastanza corti che portano grandi fiori bianchi a stella. E' uno degli Epimedium con i fiori più grandi e appariscenti. Semisempreverde, è perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Preferisce terreni ricchi e ben drenati. Le foglie hanno forma tondeggiante, nascono ambrate, in modo abbastanza variabile tinta unito o con maculatura e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora di porpora.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον(epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Epimedium 'Pink Champagne'

Un ibrido introdotto recentemente da Daniel Probst in America. Fiori grandi con lunghi speroni rosa chiaro attorno a un centro più scuro. La pianta è alta e ricca di steli e il fogliame in primavera è maculato in modo affascinante. Per portamento, ricchezza della fioritura e altezza viene paragonato spesso a un'altra introduzione di Probst, Epimedium 'Domino', da cui si differenzia per il tono più scuro di fiori e foglie. La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa, o al massimo esposti a qualche ora di sole al mattino o tardo pomeriggio, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, varietà come 'Domino' sono capaci di rifiorire abbondantemente.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Epimedium 'Pink Elf'

Nato dall' ibridazione di Epimedium leptorrhizum x Epimedium pubescens, ha steli flessuosi carichi di piccoli fiori rosa dalla forma 'a ragno' che formano una nuvola. E' una erbacea perenne semisempreverde, perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Ha un aspetto leggero ed elegante con una lunga fioritura primaverile. Preferisce terreni ricchi e ben drenati e per la texture delle sue foglie si combina bene con tutte le perenni da ombra. Le giovani foglie nascono con bellissime colorazioni bronzate e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora nei toni dell'arancio.

Nella nostra esperienza si è rivelato resistente a brevi periodi di siccità e ad un'esposizione al sole per circa 3 ore al mattino.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Epimedium 'Red Maximum'

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον(epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Epimedium pubescens...

Numerosi piccoli fiori bianchi soffusi di rosa portati da steli lunghi fino a 60 cm e foglie fortemente dentellate, verdi durante l'estate, bronzate e brunite in primavera e autunno/inverno. La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, i risultati sono decisamente migliori e la pianta si sviluppa in modo ottimale regalando fioriture molto abbondanti.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Epimedium species nova...

Un Epimedium scoperto da Darrel Probst in Cina e ancora oggi non identificato completamente in quanto alla specie di appartenenza. Probabilmente parente di Epimedium ilicifolium. Ha lunghe foglie fortemente dentellate e tinte di rosso in inverno e primavera e steli floreali carichi di leggerissimi fiori gialli. Le nuove foglie e gli steli floreali spuntano insieme, diversamente da quanto accade per altre specie che producono prima i fiori sul vecchio fogliame e poi la nuova vegetazioni.

La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, i risultati sono decisamente migliori e la pianta si sviluppa in modo ottimale.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Epimedium x warleyense...

Ibrido tra Epimedium alpinum ed Epimedium pinnatum subsp. colchicum, identificato per la prima volta a Warley Place, il giardino di Ellen Willmott, appassionata di piante e membro influente della Royal Horticoltural Society che ricevette nel 1897 la Victoria Medal of Honour. Ha fiori di un arancio più intenso rispetto alla specie e fogliame che spunta rossastro, matura in verde e in autunno si tinge nuovamente di toni rossastri .  Semisempreverde, è perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Preferisce terreni ricchi e ben drenati.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Geranium 'Rozanne'

Una delle perenni più famose per la sua resistenza e per la durata della sua fioritura. Forma dei cespugli morbidi di foglie verde chiaro carichi di fiori blu malva con il centro bianco, luminoso, dalla primavera fino all'autunno inoltrato, per 6 mesi! Spogliante, vegeta nuovamente ogni primavera, raggiungendo in poco tempo le dimensioni finali. Preferisce terreni ben drenati e posizioni a mezzombra,dove può ricevere alcune ore di sole diretto. Può essere utilizzato nelle bordure o in vaso,anche come ricadente.

I fiori sono commestibili e possono essere usati a crudo su insalate, dolci, macedonie.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

Geranium macrorrhizum...

Luminosa e abbondante fioritura bianca soffusa di rosa per questa tappezzante di rapido sviluppo. 'Spessart' è una selezione orticola a fiore bianco della specie diffusa anche in Italia allo stato spontaneo (con fiori rosa intenso). Il fogliame è molto aromatico, sempreverde e in autunno/inverno si tinge di rosso diventando ancora più bello. Si coltiva a mezz'ombra, ma tollera bene posizioni più ombreggiate o più soleggiate rivelandosi particolarmente versatile e resistente. Una volta ambientato sopporta anche irrigazioni ridotte. Le giovani foglie possono essere usate per aromatizzare insalate, tagliate in strisce sottili. I fiori sono commestibili e vengono usati a crudo per arricchire e decorare.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal greco μακρόϛ (macrós, grande) e da ῥίζα (ríza, radice): con grandi radici.

Geranium phaeum 'Raven'

Una variazione di Geranium 'Lily Lovel' scoperta nel vivaio canadese 'Rain Forest Nurseries'. Ha un bellissimo portamento, resistenza all'asciutto e fiori quasi neri. Preferisce posizioni a mezz'ombra e terreno drenato, fertile, non arido. In mancanza di irrigazioni fiorisce in modo meno appariscente.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal greco dal greco φαιός (faiòs scuro, bruno), per il colore scuro dei fiori.