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Erbacee perenni da ombra

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  • Altezza: Fino a 80 cm

Gillenia trifoliata

Bellissima perenne rustica e scenografica, preferisce posizioni a mezzombra in cui sia raggiunta da alcune ore di sole, preferibilmente al mattino o tardo pomeriggio e terreno fertile da acido a neutro, umido, ben drenato. Da Maggio a Luglio gli steli rossastri portano fiori bianchi, leggeri. Forma cespugli morbidi ed è adatta anche alla coltivazione in vaso.

L'epiteto generico è dedicato a Arnold Gillen, medico del 1500. Viene citata con questo nome per la prima volta nel 1802 da Conrad Moench (1744–1805), botanico, farmacista, chimico e naturalista tedesco, professore di Botanica all'Università di Marburg.

L'epiteto specifico deriva dal latino dal prefisso tri- tre e da fólium foglia, letteralmente 'composta da tre foglie' in riferimento alla conformazione delle foglie.  

Camassia leichtlinii...

Bellissima bulbosa primaverile con fiori azzurri e fusti scuri. Le Camassia sono originarie del Nord America e si coltivano al sole o mezz'ombra in terreno normale, non arido, possibilmente migliorato con terriccio e materiale organico(compost ad esempio) per favorire un rapido sviluppo. Si naturalizzano rapidamente in giardino formando fitte colonie che creano un sorprendente effetto in primavera, soprattutto se abbinate con fioriture come Geum 'Totally Tangerine' e graminacee come Deschampsia cespitosa.

I bulbi di camassia sono edibili e  facevano parte dell'alimentazione tradizionale delle tribù indiane della costa nord occidentale in America. Consumati grigliati o bolliti, hanno gusto simile a quello della patata dolce. 

L'epiteto generico deriva dal termine Camas, il nome con cui venivano chiamate le Camassia tra i nativi nord americani. L'etimologia è poco chiara, dal momento che si trovano radici simili in diversi dialetti locali. Ad esempio da qamaš, qawaš, da qawaš o da qém̓es, tutti termini che hanno lo stesso significato e indicavano questa bulbosa.

L'epiteto specifico ricorda il botanico e orticultore tedesco Maximilian Leichtlin (1831-1910) uno dei primi a dedicarsi all'ibridazione delle orchidee.

Aquilegia vulgaris var....

Una perenne facile, vigorosa e che si dissemina abbondantemente. Ha fiori rosa portati da steli verdi, spesso bruniti. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia in zone boschive ombreggiate. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano  del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse  riprende il nome  Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

L'epiteto varietale fa riferimento alla forma dei fiori, stellati e privi degli speroni, tipici della specie.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Persicaria chinensis var....

Insolita, sorprendente, colorata, sono solo alcuni degli aggettivi che ci vengono in mente per questa bellissima Persicaria, scoperta in India non tanti anni fa dal collezionista Michael Wickenden(famoso per essere stato il proprietario di Cally Gardens in Scozia fino alla sua morte nel 2016 e per aver introdotto in Europa tantissime specie orientali identificate durante i suoi viaggi di ricerca). Ha infiorescenze composte da boccioli rossi che si schiudono in rosa e fogliame che con la luce del sole assume toni rossastri. In zone non troppo calde può essere coltivata in pieno sole, ma per la maggior parte di noi la posizione ideale è a mezz'ombra, raggiunta da 3/4 ore di sole massimo al giorno in terreno fertile, ricco di sostanza organica e mai arido. Irrigazioni regolari favoriscono un corretto sviluppo e si possono ottenere buoni risultati anche coltivandola in vaso. Durante l'estate si possono cimare i rami per favorire l'accestimento, interrompendo le cimature verso la fine di Giugno per favorire la fioritura di fine estate.

Nella nostra esperienza resiste fino a -8°C , siamo curiosi di testarla in inverni più freddi!

L'epiteto generico deriva da malus persica (pesco) per le foglie simili a quelle del pesco di molte specie in questo genere.

L'epiteto specifico fa riferimento ai luoghi di origine della specie.

L'attributo ovalifolia è stato assegnato per la forma del fogliame.

Bletilla striata

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Dryopteris atrata

Bellissima felce originaria dell'Asia. Ha fronde lucide e fusti scuri. Si coltiva in ombra luminosa e terreno fertile, anche se una volta ambientata tollera irrigazioni ridotte. Come molte altre dryopteris si adatta a posizioni raggiunte da qualche ora di sole.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico deriva dal latino ater (nero, scuro) in riferimento ai fusti di questa specie

Dryopteris championii

Felce con fronde lucide , di un bellissimo verde, con fronde nuove di un tono più chiaro. Sviluppa bene in altezza e cresce al meglio in ombra luminosa e in terreno fertile, umifero.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico