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Erbacee perenni da ombra

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Deschampsia cespitosa

La prima tra le graminacee che coltiviamo a produrre spighe inverso la fine di Aprile. Diffusa in natura in gran parte d'Italia diventa di particolare interesse in giardino: con le cure che riserviamo alle ornamentali diventa ancora più bella e si rivela particolarmente utile per dare slancio verticale e leggerezza al giardino primaverile (ad esempio con Geum 'Totally Tangerine', Camassia e bulbose in generale, Salvia nemorosa).
In inglese le graminacee come la Deschampsia vengono chiamate 'cool season grasses': graminacee che hanno una spigatura all'inizio della stagione, quando le temperature non sono ancora alte. Ha foglie semi-sempreverdi e alti steli con spighe piumose, con un effetto d'insieme leggero e molto elegante. Preferisce terreni ricchi, non aridi, anche argillosi e posizioni al sole o mezzombra.
L'epiteto generico è stato assegnato in ognore di Louis Auguste Deschamps (1765-1842), medico, naturalista e botanico francese.
L'epiteto specifico deriva da caespes (cèspes, zolla erbosa): cespitoso, accespito, per il portamento della pianta, che cresce a fitti ciuffi. In alcuni vecchi testi si trova scritta con il binomio -ae-, caespitosa (cespitosa), ormai in disuso.
Linneo l'aveva battezzata Aira cespitosa, da Αἶρα (àira, nome greco di Lolium temulentum come si trova in Dioscoride II,93), che Linneo probabilmente aveva erroneamente considerato affine alla Deschampsia. 
Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Disporum longistylum 'Night...

Erbacea perenne affidabile e forte, originaria delle zone boschive della Cina. Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, raggiunta al massimo da alcune ore di sole al mattino. La posizione ideale è in terreno fertile, fresco, non arido, sotto ad alberi a foglia caduca: durante l'inverno e all'inizio della primavera la pianta beneficia così del sole diretto ed è invece protetta dal fogliame degli alberi nei mesi estivi.

I fusti e le foglie hanno un bellissimo colore violaceo che rende questa perenne molto decorativa ben oltre il periodo di fioritura. Durante l'estate il fogliame perde la colorazione scura e vira al verde per poi assumere nuovamente toni violacei in autunno con l'arrivo del freddo. I fiori si schiudono in primavera: leggere campanelle bianche soffuse di giallo che contrastano con il colore dei fusti e delle foglie.

Inizialmente è stato considerato un Disporum cantoniense, insieme a D. 'Green Giant', ma grazie al contributo di Bleddyn Wynn-Jones di Crug Farm entrambi sono stati identificati come Disporum longistylum. Coltivare in ombra luminosa o meglio a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dall'unione delle parole latine longus lungo e stylus stilo, cioè dal lungo stilo, il prolungamento dell'ovario

Dryopteris affinis

Felce semi-sempreverde di grandi dimensioni, spontanea in Europa occidentale e Asia sudoccidentale, tipica di boschi ombrosi e umidi. In Italia è diffusa in diverse regioni tra i 1000 e i 1800 mt. La posizione ideale in ombra, in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. Una volta ambientata tollera brevi periodi di siccità e nel tempo forma una base legnosa che ricorda la struttura delle felci arboree, raggiungendo in pieno sviluppo i 90/100 cm di altezza.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico in latino significa 'affine, parente' per la stretta parentela con Dryopteris filix-mas.

Dryopteris affinis...

Una bellissima  felce semi.sempreverde che raggiunge i 90/100 cm. E' una variante di Dryopteris affinis, selezionata per le caratteristiche fronde che terminano con una punta elegantemente curvata e che presentano una cresta (si potrebbe dire una corona) alla sommità di ogni pinna. Si coltiva in ombra luminosa in terreno fertile e una volta ambientata tollera brevi periodi con irrigazioni ridotte, anche se irrigazioni regolari garantiscono un risultano più lussureggiante!

Tra i vari sinonimi con cui si trova indicata preferiamo utilizzare 'Cristata The King' data la presenza sul mercato di altre cultivar come 'Cristata Angustata' e 'Congesta Cristata', tutte caratterizzate da particolari conformazioni alla sommità delle pinne ('creste').

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico in latino significa 'affine, parente' per la stretta parentela con Dryopteris filix-mas.

Dryopteris filix-mas...

Una cultivar di Dryopteris filix-mas caratterizzata da fronde leggere e arcuate e pinne molto distanziate, sottili, suddivise in ulteriori pinnule per un effetto finale insolito e leggero. Decidua nel nostro clima (semi-sempreverde nelle regioni con inverni miti), preferisce posizioni ombreggiate e terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico è composto dal latino fĭlix (felce) e da mas (maschio)cioè felce-maschio, perchè in passato Dryopteris filix-mas è stata erroneamente considerata come la forma maschile di Athyrium filix-femina.

Dryopteris wallichiana

Una delle più belle felci da giardino, con fogliame lucido, verde scuro, semi-sempreverde e fusti scuri. Diffusa in America del Sud, Turchia e Asia tollera tranquillamente il nostro clima invernale. Ha portamento ordinato, con disposizione delle fronde a imbuto, elegantemente allargate verso l'esterno. Molto decorativa durante tutto l'anno, ha bellissimi pastorali rossastri in primavera. Si adatta bene in qualsiasi terreno, purchè ricco di sostanza organica, fertile, drenato. L'acidità del suolo non è determinante, ma se c'è favorisce uno sviluppo ottimale. Le fronde persistono durante l'inverno e vengono man mano sostituite dal nuovo fogliame in primavera. Si consiglia quindi di rimuovere i fusti rovinati per favorire uno sviluppo omogeneo.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore del medico e botanico danese Nathaniel Wallich (1786-1854), che operò per molti anni in India, anche come sovrintendente del Giardino Botanico di Calcutta.

Hosta 'Regal Splendor'

Una varietà registrata nel 1990 da Walter Gardens con foglie glauche con bordo prima bianco crema, poi bianco, leggermente increspato. Forma un cespuglio con forma a imbuto. Tollera alcune ore di sole al mattino. Fioritura color lavanda portata da steli slanciati ed eleganti, alti fino a 120 cm. Coltivare in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

Vedi le altre Hosta della nostra collezione

Isodon longitubus 'Nishiki'

Una affascinante perenne di origine giapponese perfetta per chi ha giardini o balconi ombrosi. La fioritura autunnale, la forma dei fiori (delle lunghe campanelle tubolari), l'altezza e la leggerezza, la resistenza sono tutte caratteristiche che rendono questa pianta irrinunciabile! La posizione ideale è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile. La fioritura inizia in Ottobre, è leggerissima e di un blu intenso. Per mantenere la pianta compatta si può effettuare una cimatura decisa (anche metà altezza) in Giugno/Luglio.

Inizialmente è stata considerata un'appartenente al genere Plecranthus. Oggi la nomenclatura corretta la considera un Isodon o una Rabsosia, ma talvolta si trova ancora indicata col vecchio nome di Plectranthus longitubus.

L'epiteto generico è composto dalla parola greca ἴσος (ìsos, uguale) e (probabilmente)  ὁδός (odòs, strada, via). Non siamo riusciti a risalire ad una etimologia certa.

L'epiteto specifico è composto dai termini latini longus (lungo) e tubus (tubo, tromba), in riferimento alla conformazione dei fiori.

Isodon longitubus 'Tube Socks'

Una affascinante perenne di origine giapponese perfetta per chi ha giardini o balconi ombrosi. La fioritura autunnale, la forma dei fiori (delle lunghe campanelle tubolari), l'altezza e la leggerezza, la resistenza sono tutte caratteristiche che rendono questa pianta irrinunciabile! La posizione ideale è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile. La fioritura, da Settembre a tutto Ottobre, è leggerissima e molto luminosa. Per mantenere la pianta compatta si può effettuare una cimatura decisa (anche metà altezza) in Giugno/Luglio.

Inizialmente è stata considerata un'appartenente al genere Plecranthus. Oggi la nomenclatura corretta la considera un Isodon o una Rabsosia, ma talvolta si trova ancora indicata col vecchio nome di Plectranthus longitubus.

L'epiteto generico è composto dalla parola greca ἴσος (ìsos, uguale) e (probabilmente)  ὁδός (odòs, strada, via). Non siamo riusciti a risalire ad una etimologia certa.

L'epiteto specifico è composto dai termini latini longus (lungo) e tubus (tubo, tromba), in riferimento alla conformazione dei fiori.

Kirengeshoma palmata

Erbacea perenne insolita con foglie simili a quelle dell' Acero, perfetta per posizioni ombreggiate e fresche, in terreno ricco, fertile, drenato, mai arido. Per ottenere buoni risultati deve essere coltivata in luoghi non eccessivamente caldi nel periodo estivo(i migliori risultati si ottengono in collina e in montagna). Appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae ed è originaria di Giappone e Cina. Ha fiori gialli, dalla consistenza carnosa.

L'epiteto generico deriva dal nome comune giapponese formato da ki (giallo) e da rengeshōma (Anemonopsis, falso anemone) per una certa somiglianza con questo fiore (da Perry Leonard 'Japanese Common Names, alphabetic by genus').

L'epiteto specifico deriva dal termine latino pálma (palma) per la forma delle foglie che ricorda il palmo della mano.

Matteuccia struthiopteris

Felce spogliante con fronde piumose erette che formano un 'imbuto' conferendo alla pianta un aspetto molto elegante e slanciato. Spontanea in gran parte del Nord Italia, preferisce luoghi umidi e ombrosi con terreno acidificato.

Si allarga velocemente tramite stoloni che si sviluppano attorno al rizoma centrale. Coltivare in piena terra in posizioni ombrose, in terreno fertile, se possibile acidificato, mai arido. In estate le piante mature (almeno 2 anni di età) producono fronde scure al centro della pianta, verticali, fertili.

I giovani germogli sono commestibili e specialmente in America è usanza raccoglierli quando sono tra i 6 e 10 cm, lessarli e poi utilizzarli in cucina.

L'epiteto generico ricorda Carlo Matteucci(1811-1868), fisico e politico, docente all'Università di Pisa. L'epiteto specifico 'struthiopteris' deriva dall'unione dei termini struthio (pronuncia strùtio, struzzo in latino) e πτέρις (pteris, felce) con riferimento alle fronde fertili simili a piume di struzzo.

Osmunda regalis 'Purpurascens'

Varietà dalle dimensioni più contenute rispetto alla specie, con foglie che nascono rosse in primavera e che in autunno diventano giallo-arancio prima di seccare. Coltivare a mezzombra o sole in terreno fertile, ricco, anche bagnato. Aumentando le ore di sole diretto occorre fornire maggiore umidità del terreno. Posizioni soleggiate favoriscono colorazioni affascinanti in autunno. 

Una felce che si apprezza sempre di più imparando a conoscerla e coltivandola. Il momento più sorprendente è la Primavera, quando i pastorali (le giovani foglie ancora arrotolate su sé stesse) spuntano in mezzo al giardino ancora al risveglio, creando un interessante elemento decorativo.

Le spore sono portate da fronde corte alla sommità delle foglie e hanno l'aspetto di una particolare fioritura. Questo ha fatto guadagnare all'Osmunda il soprannome di  'Flowering Fern'.

L'epiteto generico deriva dal norreno (antica lingua scandinava): ass (dio) e mund (protezione), protezione divina, le erano infatti attribuite proprietà curative e magiche. Può derivare anche dal sassone Osmunder, altro nome di Thor, dio del tuono figlio di Odino, a cui la pianta era dedicata.

I giovani germogli vengono utilizzati in alcuni paesi per la preparazione di piatti tipici. La raccolta in natura delle parti legnose alla base delle fronde (utilizzate come substrato per la coltivazione delle orchidee) ha messo in pericolo la presenza di questa felce, oggi protetta.

Persicaria microcephala...

Bellissime foglie che nascono viola, venate di argento e maturano in verde con una marcata V color viola al centro. I fusti sono scuri e i fiori bianchi sono riuniti a mazzolini che si schiudono dall'estate al'autunno. Coltivare in ombra o mezzombra in terreno fertile, drenato. Molto resistente e vigorosa, si adatta a molte condizioni diverse garantendo ottimi risultati.

L'epiteto generico deriva da malus persica (pesco) per le foglie simili a quelle del pesco di molte specie in questo genere.

L'epiteto specifico è formato dalle parole greche μικρός (micrós piccolo) e κεφαλή (chefalé testa) con riferimento alla piccolezza dei capolini.

Persicaria virginiana...

Una varietà di Persicaria con foglie bicolore, bianco crema e verde e fiori rossi. Perfetta per dare luce ad un punto ombroso del giardino o del balcone, senza esigenze particolari e ridotta manutenzione. Si dissemina meno di Persicaria virginiana filiformis e rispetto a quest'ultima è più alta e ha foglie più grandi.

Coltivare in ombra luminosa o mezzombra (al massimo sole del mattino presto).

L'epiteto generico deriva da malus persica (pesco) per le foglie simili a quelle del pesco di molte specie in questo genere.

L'epiteto specifico fa riferimento all'origine nord americana della specie.

Persicaria virginiana var....

Insolita e poco diffusa, raccolta da James Compton in Cina, ha portamento eretto e foglie bronzate, lucide, marcate da un'evidente V scura . Più alta rispetto alla specie, perfetta in aggiunta a gruppi di perenni da ombra come Hosta, Felci, Disporum, Epimedium. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra (al massimo sole del mattino presto) in buon terreno drenato, non arido.

L'epiteto generico deriva da malus persica (pesco) per le foglie simili a quelle del pesco di molte specie in questo genere.

L'epiteto specifico fa riferimento all'origine nord americana della specie.