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Erbacee perenni da ombra

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Acorus gramineus 'Oborozuki'

Perenne sempreverde con foglie simili a quelle delle graminacee, verdi striate di giallo, riunite in ventagli. Preferisce terreni umidi e si può utilizzare anche per bordi di laghetti e corsi d'acqua in posizioni in ombra o mezzombra.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκορος o ἄκορον (àkoros o àkoron) pianta aromatica (probabilmente un'iris) citata da Dioscoride nel De Materia Medica. In seguito è stato assegnato, forse per somiglianza delle foglie e per l'aroma emanato dalle foglie, al genere Acorus, l'unico componente della famiglia delle Acoraceae, caratterizzate da un'infiorescenza tipica, detta 'spadice'.

L'epiteto specifico deriva dal latino gramen (gràmen, erba) per le foglie sottili che ricordano quelle delle graminacee.

La cultivar 'Oborozuki' è una selezione della specie originaria del Giappone ed è caratterizzata da foglie variegate e da dimensioni ridotte che la rendono perfetta anche per la coltivazione in vaso. In Giapponese significa 'Luna quasi piena'.

Epimedium 'Pink Elf'

Nato dall' ibridazione di Epimedium leptorrhizum x Epimedium pubescens, ha steli flessuosi carichi di piccoli fiori rosa dalla forma 'a ragno' che formano una nuvola. E' una erbacea perenne semisempreverde, perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Ha un aspetto leggero ed elegante con una lunga fioritura primaverile. Preferisce terreni ricchi e ben drenati e per la texture delle sue foglie si combina bene con tutte le perenni da ombra. Le giovani foglie nascono con bellissime colorazioni bronzate e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora nei toni dell'arancio.

Nella nostra esperienza si è rivelato resistente a brevi periodi di siccità e ad un'esposizione al sole per circa 3 ore al mattino.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Kirengeshoma palmata

Erbacea perenne insolita con foglie simili a quelle dell' Acero, perfetta per posizioni ombreggiate e fresche, in terreno ricco, fertile, drenato, mai arido. Per ottenere buoni risultati deve essere coltivata in luoghi non eccessivamente caldi nel periodo estivo(i migliori risultati si ottengono in collina e in montagna). Appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae ed è originaria di Giappone e Cina. Ha fiori gialli, dalla consistenza carnosa.

L'epiteto generico deriva dal nome comune giapponese formato da ki (giallo) e da rengeshōma (Anemonopsis, falso anemone) per una certa somiglianza con questo fiore (da Perry Leonard 'Japanese Common Names, alphabetic by genus').

L'epiteto specifico deriva dal termine latino pálma (palma) per la forma delle foglie che ricorda il palmo della mano.

Lamium galeobdolon susbp....

Erbacea perenne sempreverde utilissima come tappezzante o ricadente per posizioni ombreggiate. Tollera brevi periodi di siccità una volta ben radicata e si sviluppa molto rapidamente, specialmente se trova terreni fertili.

L'epiteto generico deriva dal greco λαιμός (laimós gola) per la forma del fiore, che ricorda una bocca aperta. Plinio (XXI, 15, Historia Naturalis) parla di una pianta simile all'ortica, ma che non punge e la chiama Lamium. Interessante il nome comune in francese, 'ortie morte', cioè ortica morta, che non punge.

L'epiteto specifico deriva dal greco γᾰλεόβδολον (galeòbdolon una specie di ortica fetida citata da Dioscoride nel De Materia Medica). Il nome deriva da γᾰλέη (galée  puzzola) e da βδόλος (bdólos fetore): per l’odore fetido delle foglie stropicciate.

Matteuccia struthiopteris

Felce spogliante con fronde piumose erette che formano un 'imbuto' conferendo alla pianta un aspetto molto elegante e slanciato. Spontanea in gran parte del Nord Italia, preferisce luoghi umidi e ombrosi con terreno acidificato.

Si allarga velocemente tramite stoloni che si sviluppano attorno al rizoma centrale. Coltivare in piena terra in posizioni ombrose, in terreno fertile, se possibile acidificato, mai arido. In estate le piante mature (almeno 2 anni di età) producono fronde scure al centro della pianta, verticali, fertili.

I giovani germogli sono commestibili e specialmente in America è usanza raccoglierli quando sono tra i 6 e 10 cm, lessarli e poi utilizzarli in cucina.

L'epiteto generico ricorda Carlo Matteucci(1811-1868), fisico e politico, docente all'Università di Pisa. L'epiteto specifico 'struthiopteris' deriva dall'unione dei termini struthio (pronuncia strùtio, struzzo in latino) e πτέρις (pteris, felce) con riferimento alle fronde fertili simili a piume di struzzo.

Persicaria virginiana...

Una varietà di Persicaria con foglie bicolore, bianco crema e verde e fiori rossi. Perfetta per dare luce ad un punto ombroso del giardino o del balcone, senza esigenze particolari e ridotta manutenzione. Si dissemina meno di Persicaria virginiana filiformis e rispetto a quest'ultima è più alta e ha foglie più grandi.

Coltivare in ombra luminosa o mezzombra (al massimo sole del mattino presto).

L'epiteto generico deriva da malus persica (pesco) per le foglie simili a quelle del pesco di molte specie in questo genere.

L'epiteto specifico fa riferimento all'origine nord americana della specie.

Thalictrum kiusianum

Erbacea perenne originaria di Giappone e Korea, uno dei Thalictrum più bassi. Da Giugno ad Agosto si copre di fiori simili a quelli della Mimosa, piumini rosa leggerissimi, sopra un fitto tappeto di foglie che ricordano quelle della Capelvenere. Si consiglia di coltivare Thalictrum kiusianum in terreno fertile, ricco, ben drenato. Se coltivata in ombra troppo buia i fiori si mantengono bianchi, è preferibile quindi riservare alla pianta una posizione a mezzombra, dove sia raggiunta da due o tre ore dirette di sole al mattino o tardo pomeriggio.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fa riferimento alla provenienza di questa pianta, l' Isola di Kyūshū, in Giappone.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Cyclamen hederifolium

Ciclamino diffuso in natura in Italia in boschi umidi di caducifoglie. A fine estate inizia a produrre fiori rosa quando la pianta non ha ancora foglie, che spuntano solo a fine fioritura e hanno una punta ben definita e forma che ricorda quelle di Hedera. Possono avere dimensioni, spessore, venature e sagoma molto diversi da pianta a pianta e questa variabilità rende Cyclamen hederifolium affascinante anche quando non è fiorito. Dalla primavera inizia il riposo vegetativo e le foglie spesso scompaiono. I fiori non presentano profumo e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un'abbondante disseminazione.

Coltivare in terreno sciolto, ricco e foglioso, leggero, tipico del sottobosco. Rispetto ai Cyclamen a fioritura invernale è più adatto per essere utilizzato in combinazione con erbacee e arbusti a fioritura estiva, perché le irrigazioni per queste piante non danneggia i tuberi, che anzi beneficiano di un terreno fresco nel periodo estivo.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino del ciclamino, a sua volta dal greco κύκλος (kiùclos cerchio) in riferimento alla forma rotonda del tubero.

L'epiteto specifico indica la forma delle foglie, da hedera e folium (fòlium foglia): con le foglie simili a quelle dell'Hedera.

I Cyclamen si disseminano per mirmecoria : i semi sono resi appetibili per le formiche dalla presenza di appendici ricche di sostanza nutritive. Le formiche trasportano i semi nei nidi, utilizzano gli elaiosomi (le appendici nutrienti usate come esca dalle piante) per nutrire le larve e poi spingono fuori dai nidi il seme. Questo favorisce lo spostamento dei semi attorno alla pianta madre e aumenta le probabilità di germinazione.

Vedi gli altri Cyclamen della nostra collezione

Dryopteris wallichiana

Una delle più belle felci da giardino, con fogliame lucido, verde scuro, semi-sempreverde e fusti scuri. Diffusa in America del Sud, Turchia e Asia tollera tranquillamente il nostro clima invernale. Ha portamento ordinato, con disposizione delle fronde a imbuto, elegantemente allargate verso l'esterno. Molto decorativa durante tutto l'anno, ha bellissimi pastorali rossastri in primavera. Si adatta bene in qualsiasi terreno, purchè ricco di sostanza organica, fertile, drenato. L'acidità del suolo non è determinante, ma se c'è favorisce uno sviluppo ottimale. Le fronde persistono durante l'inverno e vengono man mano sostituite dal nuovo fogliame in primavera. Si consiglia quindi di rimuovere i fusti rovinati per favorire uno sviluppo omogeneo.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore del medico e botanico danese Nathaniel Wallich (1786-1854), che operò per molti anni in India, anche come sovrintendente del Giardino Botanico di Calcutta.

Epimedium 'Arctic Wings'

Nato dall' ibridazione di Epimedium latisepalum ed Epimedium ogisui, ha steli abbastanza corti che portano grandi fiori bianchi a stella. E' uno degli Epimedium con i fiori più grandi e appariscenti. Semisempreverde, è perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Preferisce terreni ricchi e ben drenati. Le foglie hanno forma tondeggiante, nascono ambrate, in modo abbastanza variabile tinta unito o con maculatura e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora di porpora.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον(epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Ophiopogon planiscapus...

Tappezzante sempreverde con foglie a nastro praticamente nere. Nonostante nell'aspetto ricordi una graminacea appartiene alla famiglia delle Asparagaceae. Produce fiori rosati seguiti da bellissime bacche violaccee. Lento nell'accrescimento, deve essere piantato con una densità abbastanza alta se si vuole un effetto di copertura. Molto interessante anche come elemento unico in bordure basse e come prima linea. Coltivare in ombra/mezzombra in terreno drenato.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ὄφις (ófis serpente) e πώγων (pógon barba) probabilmente in riferimento alle foglie lunghe e sottili.

L'epiteto specifico deriva da l latino planus (piatto) e da scapus (fusto, gambo) 'con stelo piatto'.

Epimedium x warleyense...

Ibrido tra Epimedium alpinum ed Epimedium pinnatum subsp. colchicum, identificato per la prima volta a Warley Place, il giardino di Ellen Willmott, appassionata di piante e membro influente della Royal Horticoltural Society che ricevette nel 1897 la Victoria Medal of Honour. Ha fiori di un arancio più intenso rispetto alla specie e fogliame che spunta rossastro, matura in verde e in autunno si tinge nuovamente di toni rossastri .  Semisempreverde, è perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Preferisce terreni ricchi e ben drenati.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Hosta 'Thunderbolt'

Uno sport di Hosta sieboldiana 'Elegans' con bellissime foglie azzurre, spesse, rotonde e rugose, segnate al centro da una vena gialla. Le dimensioni delle piante adulte raggiungono i 70 cm di altezza e gli steli floreali sono poco più alti e portano pannocchie compatte di fiori bianchi. Registrata nel 2003 da Hawkridge Farms.

Coltivare in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Chloranthus japonicus

Erbacea perenne originaria del Giappone con bel fogliame verde lucido e in primavera steli floreali con infiorescenze cilindriche, bianche. Si coltiva in posizioni ombreggiate e terreno fertile, mai arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche χλωρός (chlorós verde) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): dai fiori verdastri.

L'epiteto specifico indica la provenienza della specie.

Petasites fragrans

Spontaneo della flora italiana ha foglie coriacee e fiori bianco rosati che si schiudono alla fine dell'inverno e che profumano di vaniglia. Adatto a posizioni ombreggiate si allarga velocemente in terreni fertili, umidi.