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Anemone x hybrida...

Varietà vigorosa con alti steli scuri e fiori rosa intenso formati da 6 (raramente 7) sepali. Necessita di alcune ore di sole ed irrigazioni dal basso per evitare eccessiva umidità sulle foglie che può favorire l'insorgere di malattie fungine. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

''...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844. Le Anemone x hybrida, chiamate comunemente Anemone giapponesi sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

Vedi le altre Anemone della nostra collezione

Begonia grandis subsp....

Perenne vigorosa adatta a posizioni ombreggiate. Preferisce terreni freschi, fertili e ben drenati. E' una delle Begonia rustiche più apprezzate per la bellezza delle foglie, verdi, carnose, con la pagina inferiore rossa e per l'abbondante fioritura, con una gran quantità di fiori rosa portati da rami penduli. Dopo la fioritura si formano bulbilli nelle ascelle fogliari e la pianta si 'dissemina' abbondantemente. Perfetta sia in vaso che in terra e abbastanza resistente a periodi di siccità. Si consiglia di cimare le piante all'inizio della stagione per favorire l'accestimento e una fioritura più ricca. Rustica fino a -15°C se piantata in terreno drenato.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del governatore delle Antille e grande collezionista di piante Michel Bégon (1638-1710).

L'epiteto specifico in latino significa grande, alto, ma anche considerevole, straordinario. Può fare riferimento quindi sia al portamento di questa specie, con alti fusti verticali e ben strutturati, ma anche alla sua bellezza e allo stupore che suscita alla vista.

L'epiteto 'evansiana' ricorda probabilmente il botanico inglese Thomas Evans (1751-1814) della Compagnia britannica delle India orientali.

Campanula poscharskyana

Perenne rizomatosa sempreverde dal portamento ricadente o strisciante per posizioni a mezzombra in vaso o in terra. Forma densi cuscini carichi di fiori a stella blu lavanda che si schiudono da fine Aprile a Luglio, specialmente se la pianta viene cimata dopo la prima fioritura. Si adatta facilmente ad ogni tipo di terreno e quando si dissemina nasce anche tra le pietre dei selciati, nei muretti e si rivela molto resistente anche a brevi periodi di siccità. 

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico è dedicato al botanico tedesco Gustav Adolf Poscharsky (1832-1915).

Thalictrum delavayi

Erbacea perenne della famiglia delle Ranuncolaceae originaria della Cina. Da Giugno a Settembre, su steli alti e flessuosi, porta fiori leggeri, color glicine, con evidenti stami gialli. Prodotto da seme dal nostro vivaio, si autodissemina se trova le condizioni adatte e rispetto alle molte recenti introduzioni, più appariscenti, ha foglie più piccole, grande resistenza e vegetazione ricca anche durante i mesi più caldi. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Anemone tomentosa...

Varietà di Anemone autunnale con stami gialli al centro, circondati da 5 sepali rosa chiaro con la pagina inferiore più scura. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di 3 o 4 ore di sole al giorno, perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.
L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra. 

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

L'epiteto specifico deriva dal latino tomentum (tomèntum peluria): in riferimento alla peluria che ricopre i fusti e la pagina inferiore delle foglie.

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Adenophora 'Gaudi Violet'

Nata come selezione di Adenophora confusa, questa cultivar sorprende per le numerose qualità: dimensioni più contenute e portamento compatto, fioritura lunga e abbondante da inizio estate alla fine dell'autunno, resistenza alle malattie.

Si adatta ad ogni tipo di terreno, purchè sia ricco di sostanza organica e fresco. La posizione migliore è ad est o ad ovest, dove riceva sole nelle parti meno calde del giorno. Compagni ideali sono Campanula, Geranium, Lychnis, Epimedium, Polystichum e Dryopteris.

L'epiteto generico è formata dalle parole greche ἀδήν, -ένος (adén, adénos ghiandola) e φορέω (foréo portare) in riferimento al fiore che ha uno stilo ghiandoloso e uno stimma sporgente che caratterizzano il genere. La famiglia di appartenenza è quella delle Campanulaceae, ma ciò che differenzia le Adenophora dalle campanule è la presenza di un disco che sovrasta l'ovario e circonda la base dello stimma.

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila(o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori bianco puro. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum delavayi...

Una bellissima e vigorosa varietà di Thalictrum con fiori doppi che formano una nuvola leggerissima color glicine. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza. Sopporta senza problemi posizioni soleggiate, piuttosto che troppo in ombra.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

Heuchera villosa var....

Specie con bellissima fioritura abbondante , con foglie verdi che dall'autunno si tingono di rosso. Coltivare a mezzombra, in terreno fertile, drenato anche se si adatta a diverse condizioni e una volta ambientata si rivela molto resistente anche ad irrigazioni ridotte (comunque a discapito della dimensione della pianta). Tollera bene il sole del mattino, assumendo colorazioni delle foglie più definite nel periodo autunnale.

L'epiteto generico è dedicato al botanico tedesco Johann Heinrich von Heucher (1677-1747).

L'epiteto specifico deriva dal latino villus (vìllus, pelo) 'dotata di peluria' in riferimento alla texture delle foglie.

L'epiteto varietale dal greco μακρόϛ (macrós grande, lungo) e da ῥίζα (rìza radice) 'con lunghe radici'.

Hakonechloa macra 'Nicolas'

Cultivar selezionata e registrata dal francese Olivier Bennato Chez , caratterizzata da lunghe foglie che nascono verde chiaro e con l'arrivo dell'autunno assumono toni rossastri, pur mantenendo parte del colore estivo, quindi con verde chiaro, arancio e rosso, sulla stessa pianta, con un effetto sorprendente! Preferisce un terreno fertile, umifero, ben drenato, in posizioni a mezzombra o ombra luminosa. Tollera tranquillamente posizioni soleggiate, in terreno argilloso e con irrigazioni regolari.

L'epiteto generico deriva dal nome del monte Hakone (Prefettura di Kanagawa, Giappone) e dal greco χλόα (chlóa erba): erba del monte Hakone, in riferimento alla provenienza dei primi esemplari identificati in natura.

L'epiteto specifico macra deriva dal greco μακρόϛ (macrós lungo, grande) in riferimento alle lunghe foglie di questo genere.

Tricyrtis hirta 'Alba'

Una Tricyrtis insolita, priva della caratteristica maculatura dei fiori. Gli steli sono forti e ben strutturati e portano foglie verdi, lucide e fiori bianco candido. Coltivare a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Beesia calthifolia

Erbacea perenne poco diffusa, una rarità in Italia, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae, originaria della Cina, introdotta in Occidente da Dan Hinkley, famoso 'cacciatore di piante'. A lui va infatti il merito per averla identificata nel 1996 sull' altopiano di Zhongdian, nella provincia dello Yunnan. Sempreverde, ha foglie a cuore, lucide, molto decorative, portate da steli sottili ed eleganti, ma ben strutturati. Il fogliame nasce bronzato in primavera, matura in verde e in inverno il fogliame tende ad assumere sfumature scure. Rustica ben oltre i -20°C è la scelta ideale per tappezzare zone del giardino ombrose e con terreno ricco, fertile, mai arido, ma tollera anche alcune ore di sole. Gli steli floreali spuntano durante la primavera, raggiungono i 45 cm e portano per tutta la stagione piccoli fiori bianchi, con un effetto simile alle infiorescenze di Heucherella e Tiarella.

In Cina sono conosciute fin dall'antichità le sue proprietà curative per dolori reumatici e influenza.

L'epiteto generico ricorda l'azienda inglese Bees of Chester, che finanziò diverse spedizioni di ricerca botanica in Cina guidate da George Forrest e Frank Kingdon-Ward, due tra i più famosi 'plant hunters' del XX secolo. Il merito per l'introduzione in occidente di questa pianta va comunque a Dan Hinkley.

L'epiteto specifico significa 'con foglie simili a quelle di Caltha' (C. palustris, altra appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae).

Begonia grandis subsp....

Begonia rustica, vigorosa e resistente con fiori bianchi, meno diffusa rispetto alla specie con fiori rosa, rispetto a cui ha anche dimensioni più contenute. Preferisce terreni freschi, fertili e ben drenati, in ombra luminosa. E' una delle Begonia rustiche più apprezzate per la bellezza delle foglie, verdi, carnose, con la pagina inferiore rossa e per l'abbondante fioritura, con una gran quantità di fiori bianchi portati da rami penduli soffusi di rosa. Dopo la fioritura si formano bulbilli nelle ascelle fogliari e la pianta si 'dissemina' abbondantemente. Perfetta sia in vaso che in terra e abbastanza resistente a periodi di siccità. Si consiglia di cimare le piante all'inizio della stagione per favorire l'accestimento e una fioritura più ricca. Rustica fino a -15°C se piantata in terreno drenato.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del governatore delle Antille e grande collezionista di piante Michel Bégon (1638-1710).

L'epiteto specifico in latino significa grande, alto, ma anche considerevole, straordinario. Può fare riferimento quindi sia al portamento di questa specie, con alti fusti verticali e ben strutturati, ma anche alla sua bellezza e allo stupore che suscita alla vista.

L'epiteto sinensis significa 'cinese' da Sina, sinae (sìna, sìne), il termine latino con cui veniva chiamata la Cina.

Thalictrum rochebruneanum

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Reineckea carnea

Unica appartenente al genere Reineckea, originaria di Cina e Giappone. Perfetta come coprisuolo, si allarga con rizomi e forma macchie verdi di foglie nastriformi alla cui base spuntano tra la fine dell'estate e l'autunno steli floreali abbastanza corti (più bassi del fogliame), rossastri, che portano fiori rosa. Si coltiva in terreno drenato, fertile, ma una volta ambientata sopporta bene il secco e si diffonde velocemente.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del botanico tedesco Heinrich Julius Reinecke (1799-1871).

L'epiteto specifico deriva dal latino carneus (càrneus, di carne e quindi simile alla carne) in riferimento al colore dei fiori.