Perenni da sole

Perenni da sole

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Veronicastrum virginicum...

Una selezione di Piet Oudolf, con lunghe infiorescenze composte da fiori lilla. I Veronicastrum sono perenni bellissime, forti, di facile coltivazione. Si coltiva in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dal nome del genere Veronica, con l'aggiunta del suffisso -astrum, per indicarne la somiglianza. Le differenze tra i due generi sono evidenti nella dimensione delle piante, le foglie verticillate e i fiori, con il tubo della corolla più lungo dei lobi.

L'epiteto specifico riconduce all'origine geografica di queste piante, spontanee in Nordamerica e identificate per la prima volta in Virginia.

Veronicastrum virginicum...

I Veronicastrum sono perenni bellissime, forti, di facile coltivazione. Le foglie di questa cultivar nascono in primavera sfumate di porpora e maturano in verde. Da Giugno gli alti steli portano infiorescence a spiga, molto allungate, con boccioli rossi che si schiudono a partire dalla base delle spighe in fiori rosa con un bellissimo e leggero effetto di toni chiari e scuri. Si coltiva in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dal nome del genere Veronica, con l'aggiunta del suffisso -astrum, per indicarne la somiglianza. Le differenze tra i due generi sono evidenti nella dimensione delle piante, le foglie verticillate e i fiori, con il tubo della corolla più lungo dei lobi.

L'epiteto specifico riconduce all'origine geografica di queste piante, spontanee in Nordamerica e identificate per la prima volta in Virginia.

Veronicastrum virginicum...

I Veronicastrum sono perenni bellissime, forti, di facile coltivazione. Questa cultivar ha fiori candidi, riuniti in infiorescenze molto allungate e leggere. Si coltiva in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dal nome del genere Veronica, con l'aggiunta del suffisso -astrum, per indicarne la somiglianza. Le differenze tra i due generi sono evidenti nella dimensione delle piante, le foglie verticillate e i fiori, con il tubo della corolla più lungo dei lobi.

L'epiteto specifico riconduce all'origine geografica di queste piante, spontanee in Nordamerica e identificate per la prima volta in Virginia.

Veronicastrum virginicum...

Una selezione di Piet Oudolf, con infiorescenze composte da fiori rosa chiaro che hanno lunghi stami bianchi e antere rosate. L'effetto finale sono racemi carichi di fiori, leggeri e piumosi. I Veronicastrum sono perenni bellissime, forti, di facile coltivazione. Si coltiva in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dal nome del genere Veronica, con l'aggiunta del suffisso -astrum, per indicarne la somiglianza. Le differenze tra i due generi sono evidenti nella dimensione delle piante, le foglie verticillate e i fiori, con il tubo della corolla più lungo dei lobi.

L'epiteto specifico riconduce all'origine geografica di queste piante, spontanee in Nordamerica e identificate per la prima volta in Virginia.

Verbena officinalis var....

Una varietà spontanea di Verbena officinalis scoperta in un parco pubblico di Bampton, nella contea del Devon. Il portamento è lo stesso della specie, ma i sottili steli e le foglie sono sfumate di viola. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato, anche mediamente povero. Perfetta in aiuole miste per dare leggerezza o in vaso in abbinamento a graminacee ornamentali come Pennisetum e Stipa. La rosetta di foglie basali è verde e persiste anche in inverno. Si consiglia di recidere i vecchi steli solo in primavera, perché in caso di inverni rigidi le piante tagliate e prive della protezione della vecchia vegetazione sono maggiormente esposte alle intemperie.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico deriva dal termine offícina (laboratorio, nella tradizione medioevale) in quanto utilizzabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria.

Verbena bonariensis 'Vanity'

Forma compatta della famosa Verbena bonariensis, in fiore anche lei da Maggio ad autunno inoltrato. La specie è originaria del Sud America, cresce facilmente in pieno sole e terreno ben drenato. Attira impollinatori e farfalle. Si consiglia di coltivare Verbena bonariensis lasciandole spazio e aria, perchè non ama essere soffocata in mezzo ad altre piante. Durante la stagione di fioritura può essere cimata, tagliando 1/3 dello sviluppo verticale, per permettere accestimento e fioritura più abbondante.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico ricorda la provenienza della specie, dal latino moderno Bonaria (Buenos Aires: di Buenos Aires).

Thalictrum uchiyamae

Una specie rara di Thalictrum, nostra esclusiva in Italia, originaria della Corea del Sud e coltivata da seme dal nostro vivaio. I fiori sono bianchi e hanno lunghi stami bianchi che portano alla sommità antere gialle molto evidenti. L'effetto cromatico finale è un giallo chiarissimo, quasi un verde acido, che forma una nuvola leggera. Rispetto alle cultivar, create per avere una fioritura più appariscente e duratura, questa specie fiorisce per un periodo più breve, un mese abbondante, ma vale la pena coltivarla per la bellezza della pianta fiorita nel suo insieme. Coltivare a mezz'ombra in terreno fertile, non arido, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fa riferimento al cognome giapponese Uchiyama e alla persona a cui è stato dedicato, ma non abbiamo trovato informazioni ulteriori.

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Thalictrum flavum subsp....

Thalictrum con foglie glauche e portamento verticale, ben strutturato, con steli alti che terminano con fiori gialli piumosi. Si può coltivare a mezzombra(almeno 4 o 5 ore di sole diretto) o meglio  in pieno sole, purchè il terreno sia drenato, ricco, fertile.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico ha origine dal termine latino flavus (giallo), con riferimento al colore del fiore.
Glaucum, col significato di azzurro, deriva dal greco γλαυκός (glaucós glauco): per il colore  grigio-azzurro delle foglie.

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Thalictrum 'Black Stockings'

Thalictrum dalla bellissima fioritura primaverile con steli scuri, alti circa 120cm e carichi di piumini color glicine. La pianta rimane decorativa anche dopo la fioritura, con foglie simili a quelle dell' Aquilegia che formano un fitto cespuglio. Vigoroso e resistente, consigliato per la coltivazione sia in vaso che in terra. Coltivare in terreno fresco e drenato, non facendo mancare irrigazioni regolari durante il periodo della fioritura. Coltivare a mezzombra, raggiunto da almeno 4 o 5 ore di sole diretto per favorire la fioritura, il colore scuro dei fusti e l'irrobustimento della pianta. Posizioni troppo ombreggiate portano a uno sviluppo disordinato e all'assenza di toni scuri sui fusti.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Stokesia laevis 'Blue Star'

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae, con grandi fiori viola/blu, molto adatti anche per il reciso. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Recidere gli steli sfioriti favorisce la rifiorenza.

L'epiteto generico ricorda il botanico inglese Jonathan S. Stokes (1877-1968).

L'epiteto specifico in latino ha il significato di liscio, leggero, senza peli, lucido, in riferimento alle foglie.

Stipa ichu

Graminacea originaria del Sud America alta fino a 100cm. Da Giugno fino al gelo produce spighe singole, alte e slanciate, flessuose, che maturano in bianco argentato. Coltivare in terreno ben drenato, con irrigazioni ridotte e in pieno sole. Molto adatta anche alla coltivazione in vaso singolo come esemplare unico, data la sua bellezza.

Non deve essere tagliata a primavera, ma semplicemente pettinata con le mani o con un pettine in legno a denti larghi per rimuovere le spighe e le foglie dell'anno precedente.

L'epiteto generico deriva dal greco stippýon, lino, stoppa, termine derivato da stýpë, lino, stoppa, materiale setoso, piumoso.

L'epiteto specifico ichu significa paglia in lingua quechua, un gruppo linguistico della Bolivia e Perù.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Solidago rugosa 'Fireworks'

Una Solidago di origine Nordamericana con rami a palco che si sviluppano orizzontalmente. La fioritura passa dal verde acido dei boccioli al giallo oro in piena apertura. Coltivare in terreno fertile e drenato in pieno sole o mezzombra.

L'epiteto generico deriva dal latino solidare (solidàre, saldare, rassodare, rinforzare) per le sue proprietà cicatrizzanti.

L'epiteto specifico dal latino rùga (grinza) fa riferimento alla texture delle foglie, rugose appunto.

Solidago ptarmicoides

Un gran numero di margherite bianche nel periodo estivo, portate da steli che raggiungono i 50/60 cm. Richiede pieno sole e terreni mediamente drenati, da umidi a più asciutti, purchè non ci sia ristagno idrico. Dissemina facilmente. Dopo la prima fioritura, con irrigazione, rifiorisce fino all'autunno.

Inizialmente è stata considerata un Aster, per la forma dei fiori. Ma è stato osservato che il fogliame ricorda molto le Solidago e che in natura non si ibrida mai con gli Aster, mentre si ibrida facilmente con le altre Solidago. 

L'epiteto generico deriva da solido, verbo latino che significa saldare, rassodare, rinforzare: allusione alle proprietà cicatrizzanti riconosciute a questa pianta.

L'epiteto specifico è formato da nome del genere Ptarmica (Ptarmica ptarmica, o Achillea ptarmica) e dal greco εἶδος eídos aspetto, cioè simile in alcuni aspetti della morfologia all'Achillea ptarmica.

Seseli libanotis

Ombrellifera perenne spontanea in diverse regioni Italiane, conosciuta con i nomi comuni di Finocchiella a foglie di carota. Si coltiva in terreni drenati, anche poveri, in pieno sole. Porta infiorescenze bianche ad ombrello leggerissime, su steli alti e glauchi. Dopo la fioritura si possono lasciare gli steli sulla pianta per favorire la disseminazione o recidere le infiorescenze sfiorite per stimolare la produzione di nuova vegetazione. Durante l'estate solitamente va a riposo e inizia a vegetare alla fine dell'inverno, formando una rosetta basale da cui si alzano in primavera gli steli.

L'epiteto generico deriva dal greco σέσελις (séselis), pianta citata da Aristofane, Dioscoride, Plutarco e utilizzata nella preparazione della Triaca, preparato farmaceutico antico che si diceva curasse ogni avvelenamento.

L'epiteto specifico deriva dal latino libanotis (libanòtis, rosmarino).

Sedum spectabile 'Stardust'

Varietà insolita, con grandi ombrelli di fiori bianchi e foglie verdi. Coltivare in pieno sole e terreno ben drenato, anche povero.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra).

L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi.

L'epiteto specifico in latino significa 'notevole, spettacolare'.