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Profumo

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Rusticità

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Piante autodisseminanti

Erbacee perenni che se lasciate indisturbate tendono a disseminarsi autonomamente nel terreno circostante, talvolta anche distanze considerevoli dalla pianta madre. Il processo di auto-disseminazione si verifica quando i semi trovano le condizioni ideali, specifiche di ogni pianta, per germogliare: alcune richiedono terreni molto drenati, ghiaiosi o sabbiosi (ad esempio Erigeron karvisnkianus, Verbena bonariensis, Verbascum nigrum, Hieracium), altre terreni ricchi e ben drenati ( Carex, Cirsium, Heuchera).

Piante autodisseminanti

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  • Fogliame: Semi-Sempreverde

Luzula nivea

Originaria di Pirenei e Alpi è diffusa anche sull'arco appenninico fino al centro Italia, soprattutto al margine di boschi di latifoglie fino ai 1500 mt slm. Preferisce i terreni fertili e umiferi, non aridi (sopravvive con scarse irrigazioni,ma resta quasi dormiente/poco sviluppata). La condizione ideale è a mezz'ombra, in terreni arricchiti con terriccio, sostanza organica (hummus, compost) e drenaggio. 

L'epiteto generico deriva dal diminutivo di lux, lucis (luce), quindi piccola luce, lucciola, per la luminosità delle infiorescenze.

L'epiteto specifico da nix, nivis (neve), niveo, bianco come la neve, in riferimento al colore delle infiorescenze.

Phlomis russeliana

Affascinante in ogni momento della stagione! Bellissimo fogliame tomentoso, fiori giallo chiaro, infiorescenze secche molto decorative! Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato. Una volta ambientata cresce rapidamente formando fitti cuscini di foglie semi-sempreverdi sormontati dagli steli sfioriti che persistono per tutto l'inverno. E' conosciuta con il nome comune Salvia turca.

L'epiteto generico deriva dal greco φλομίς (phlomís, il nome di Verbascum thapsus in Dioscoride, molto simile nella forma dell'infiorescenza)

L'epiteto specifico ricorda uno dei fratelli Russell (Alexander e Patrick, nati all'inizio del XVIII secolo), entrambi botanici e impegnati in campagne di raccolta di campioni in Siria.

Aquilegia vulgaris 'William...

Steli alti fino a 70 cm portano fiori bicolore, bianco e porpora, con corti speroni. Amata dagli impollinatori, dissemina facilmente. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, al sole o mezzombra, comunque non troppo in ombra, perchè deve essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

Penstemon 'Regal Blue'

Bellissimo Penstemon a fiori blu, ottenuto da seme dal nostro vivaio. Come P. 'Regal Lilac' e P. 'Regal Purple' è caratterizzato da lunga fioritura, ottima dimensione dei fiori, resistenza al freddo, persistenza del fogliame in inverno e rapido sviluppo. Tutta la serie Regal ha portamento morbido, con lunghi rami che appoggiano a terra rendendo queste varietà adattte alla prima linea o a formare cuscini fioriti alla base di graminacee ornamentali(ad esempio con Miscanthus 'Verneigung' o Pennisetum 'Hameln'). La posizione ideale è in pieno sole, in terreno fertile, drenato. Per favorire l'accestimento e la rifiorenza si consiglia di accorciare i rami più disordinati dalla primavera alla fine dell'estate e di tagliare drasticamente la pianta all'inizio della primavera, per evitare una eccessiva lignificazione e un conseguente invecchiamento della pianta.

L'epiteto generico Penstemon deriva dal greco πέντε pénte cinque e da στήμων stémon stame: con fiori a cinque stami, di cui uno sterile e quattro fertili. 

Muhlenbergia capillaris...

Una nostra selezione da seme, alta e più tardiva nella spigatura(solitamente fine Ottobre/inizio Novembre). Il fogliame è aghiforme e raggiunge i 100 cm di altezza, mentre le spighe arrivano a 120/130 cm di altezza.

Bellissima sia per la leggerezza delle spighe e per il loro colore che per gli effetti delle gelate che decorano, rivestono, intarsiano ogni singolo piumino. Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico viene dal latino capillus (capello) con riferimento agli elementi sottilissimi che compongono la spiga.

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Verbena officinalis var....

Una varietà spontanea di Verbena officinalis scoperta in un parco pubblico di Bampton, nella contea del Devon. Il portamento è lo stesso della specie, ma i sottili steli e le foglie sono sfumate di viola. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato, anche mediamente povero. Perfetta in aiuole miste per dare leggerezza o in vaso in abbinamento a graminacee ornamentali come Pennisetum e Stipa. La rosetta di foglie basali è verde e persiste anche in inverno. Si consiglia di recidere i vecchi steli solo in primavera, perché in caso di inverni rigidi le piante tagliate e prive della protezione della vecchia vegetazione sono maggiormente esposte alle intemperie.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico deriva dal termine offícina (laboratorio, nella tradizione medioevale) in quanto utilizzabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria.

Verbena bonariensis 'Vanity'

Forma compatta della famosa Verbena bonariensis, in fiore anche lei da Maggio ad autunno inoltrato. La specie è originaria del Sud America, cresce facilmente in pieno sole e terreno ben drenato. Attira impollinatori e farfalle. Si consiglia di coltivare Verbena bonariensis lasciandole spazio e aria, perchè non ama essere soffocata in mezzo ad altre piante. Durante la stagione di fioritura può essere cimata, tagliando 1/3 dello sviluppo verticale, per permettere accestimento e fioritura più abbondante.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico ricorda la provenienza della specie, dal latino moderno Bonaria (Buenos Aires: di Buenos Aires).

Verbena bonariensis

La più famosa erbacea perenne: elegante e slanciata, in fiore da Maggio ad autunno inoltrato. Originaria del Sud America, cresce facilmente in pieno sole e terreno ben drenato. Attira impollinatori e farfalle. Si consiglia di coltivare Verbena bonariensis lasciandole spazio e aria, perchè non ama essere soffocata in mezzo ad altre piante. Durante la stagione di fioritura può essere cimata, tagliando 1/3 dello sviluppo verticale, per permettere accestimento e fioritura più abbondante.

L'epiteto generico deriva da un' alterazione del suo nome in celtico, Ferfaen ( <Fer, trasportare e < faen, pietra). Tra i Celti veniva infatti considerata utile per far guarire dai calcoli renali. Anche i Romani la consideravano sacra, come testimonia Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXV, 9).

L'epiteto specifico ricorda la provenienza della specie, dal latino moderno Bonaria (Buenos Aires: di Buenos Aires).

Verbascum nigrum var. album

Verbascum perenne dal portamento slanciato ed elegante. Fiori bianchi macchiati di viola al centro, disposti l'uno accanto all'altro sugli steli a formare una pannocchia piena e compatta. Fiorisce ciclicamente tutta l'estate fino all'autunno inoltrato e si dissemina abbondantemente. Per ottenere un buon risultato si consiglia di coltivarlo in pieno sole e terreno ben drenato.

L'epiteto generico deriva dal latino verbascum, che significa verbasco. L'origine della parola verbascum si trova nel termine latino barbáscum(tasso barbasso, pianta citata da Plinio, probabilmente derivato da barba, per le foglie pelose), o nella parola latina vérber (verga). Volgarmente in francese è detto mollène, per la mollezza delle sue foglie, e allo stesso modo in inglese è tradotto mullein.

Thymus longicaulis

Perenne aromatica diffusa in gran parte d'Italia, tappezzante, amata da api e farfalle. Si consiglia di coltivare in pieno sole e terreno ben drenato. Le foglie hanno un particolare aroma, con sentori di pepe e questa caratteristica gli ha fatto guadagnare il nome comune di pepolino.

L'epiteto generico deriva dal greco θύμον (thiùmon timo).

L'epiteto specifico è composto dalle parole latine longus (lungo) e caulis (gambo, fusto): dal gambo lungo.

Stipa ichu

Graminacea originaria del Sud America alta fino a 100cm. Da Giugno fino al gelo produce spighe singole, alte e slanciate, flessuose, che maturano in bianco argentato. Coltivare in terreno ben drenato, con irrigazioni ridotte e in pieno sole. Molto adatta anche alla coltivazione in vaso singolo come esemplare unico, data la sua bellezza.

Non deve essere tagliata a primavera, ma semplicemente pettinata con le mani o con un pettine in legno a denti larghi per rimuovere le spighe e le foglie dell'anno precedente.

L'epiteto generico deriva dal greco stippýon, lino, stoppa, termine derivato da stýpë, lino, stoppa, materiale setoso, piumoso.

L'epiteto specifico ichu significa paglia in lingua quechua, un gruppo linguistico della Bolivia e Perù.

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Stipa gigantea

Graminacea imponente e leggerissima, originaria della penisola iberica e del nord Africa, vincitrice dell' Award of Garden Merit della RHS. Dall'inizio dell'estate produce alte spighe che ondeggiano al vento e mantiene la sua bellezza fino all'inverno. Il cespuglio di foglie basali è semi-sempreverde e in primavera è sufficiente tagliare le spighe dell'anno precedente. Si coltiva in pieno sole in terreno ben drenato, irrigato regolarmente per i primi tempi, fino a che la pianta non è ambientata e capace di sopportare periodi di siccità.

L'epiteto generico deriva dal greco στύππη (stiùppe, stoppa, ammasso di fibre). Intorno al 1990 il genere Stipa è stato studiato in modo dettagliato sulla base di ricerche morfologiche e genetiche e le piante appartenenti a questo genere sono stato riassegnate, adottando nomi già precedentemente utilizzati per la stessa pianta o talvolta nomi nuovi. Vale, tra le altre, per Stipa tenuissima, oggi Nassella tenuissima e per Stipa gigantea, oggi Celtica gigantea. I nomi precedentemente utilizzati rimangono come sinonimi e possono essere utilizzati senza cadere in errore, ma rappresentano con minore esattezza l'identità della pianta di cui parliamo.

L'epiteto specifico deriva dal greco γιγάνθειος (gigánteios, gigantesco) in riferimento alle dimensioni della pianta rispetto ad altre appartenenti allo stesso genere.

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Sisyrinchium striatum

Questa interessante perenne appartiene alla famiglia delle Iris ed è originaria del Sud America (Cile e Argentina). Le foglie sono a nastro ed hanno un bellissimo tono glauco, particolarmente interessante in giardino come valore aggiunto sia cromatico che di texture. I fiori giallo tenue si schiudono durante l'estate e lasciano poi il posto a capsule di semi scure, molto decorative. Il fogliame è semi-persistente, ma nel nostro clima durante l'inverno si rovina soprattutto nelle parti terminali delle foglie, consigliamo quindi un taglio netto in primavera per favorire la nuova vegetazione e un aspetto più fresco. Dissemina facilmente ed è quindi adatto per effetti a prateria, con Stipa ichu, Scabiosa, Anthericum ramosum.

Si coltiva in pieno sole. in terreno drenato, fertile. 

L'epiteto generico deriva da σῐσῠριγχίoν (sisyrinchíon, nome di una pianta con bulbo dolce citata da Teofrasto e poi da Plinio). Probabilmente ha origine dal greco σίσύρα (sisiùra saio, abito grezzo) per la presenza di tuniche attorno al bulbo. Nell'Etimologia botanica di Alexandre de Théis del 1810 l'autore riconduce l'etimologia alle parole sÿs, maiale e rhýgchos, grugno, perchè è ricercata dai maiali come la maggior parte dei bulbi, ma la prima etimologia sembra la più accurata e probabile, in quanto fa riferimento a un aspetto morfologico.

L'epiteto specifico deriva dal verbo latino strio (scanalare, rigare), striato, di solito riferito alle foglie

Seseli libanotis

Ombrellifera perenne spontanea in diverse regioni Italiane, conosciuta con i nomi comuni di Finocchiella a foglie di carota. Si coltiva in terreni drenati, anche poveri, in pieno sole. Porta infiorescenze bianche ad ombrello leggerissime, su steli alti e glauchi. Dopo la fioritura si possono lasciare gli steli sulla pianta per favorire la disseminazione o recidere le infiorescenze sfiorite per stimolare la produzione di nuova vegetazione. Durante l'estate solitamente va a riposo e inizia a vegetare alla fine dell'inverno, formando una rosetta basale da cui si alzano in primavera gli steli.

L'epiteto generico deriva dal greco σέσελις (séselis), pianta citata da Aristofane, Dioscoride, Plutarco e utilizzata nella preparazione della Triaca, preparato farmaceutico antico che si diceva curasse ogni avvelenamento.

L'epiteto specifico deriva dal latino libanotis (libanòtis, rosmarino).

Scabiosa caucasica 'Perfecta'

Fiori grandi viola chiarissimo, portati da steli alti si susseguono da Maggio a fine Luglio. Le Scabiosa caucasica fioriscono nella prima parte della stagione (Maggio-Luglio) con grande abbondanza e rifioriscono spesso a Settembre-Ottobre.

Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Si consiglia di recidere gli steli sfioriti per favorire la produzione di nuovi fiori.

L'epiteto generico deriva dal latino scabies (scàbies scabbia) perché la pianta veniva usata in passato come cura contro la scabbia.