Piante autodisseminanti

Erbacee perenni che se lasciate indisturbate tendono a disseminarsi autonomamente nel terreno circostante, talvolta anche distanze considerevoli dalla pianta madre. Il processo di auto-disseminazione si verifica quando i semi trovano le condizioni ideali, specifiche di ogni pianta, per germogliare: alcune richiedono terreni molto drenati, ghiaiosi o sabbiosi (ad esempio Erigeron karvisnkianus, Verbena bonariensis, Verbascum nigrum, Hieracium), altre terreni ricchi e ben drenati ( Carex, Cirsium, Heuchera).

Piante autodisseminanti

Filtri attivi

  • Periodo di Fioritura: Maggio
  • Periodo di Fioritura: Ottobre

Conoclinium coelestinum

Perenne vigorosa che si allarga con radici rizomatose formando fitti cespugli. Ha foglie con evidenti venature a rilievo, rugose e steli eretti scuri che terminano con infiorescenze piumose (di un bellissimo azzurro definito in inglese ultra-violet) simili a quelle dell'Agerato (da qui il nome di Agerato perenne). Si consiglia di cimare i rami più alti per mantenere la pianta compatta. Preferisce posizioni soleggiate in terreno ricco, non arido bagnato con regolarità. Si dissemina facilmente in terreno fertile.

L'epiteto generico è composto dai termini greci κῶνος (kònos cono) e κλινίον (kliníon lettino, utilizzato in botanica in tempi moderni per definire il ricettacolo), per la forma a cono del ricettacolo

L'epiteto specifico fa riferimento al colore azzurro cielo dei fiori, da coelum (cèlum, cielo).

Cyclamen hederifolium

Ciclamino diffuso in natura in Italia in boschi umidi di caducifoglie. A fine estate inizia a produrre fiori rosa quando la pianta non ha ancora foglie, che spuntano solo a fine fioritura e hanno una punta ben definita e forma che ricorda quelle di Hedera. Possono avere dimensioni, spessore, venature e sagoma molto diversi da pianta a pianta e questa variabilità rende Cyclamen hederifolium affascinante anche quando non è fiorito. Dalla primavera inizia il riposo vegetativo e le foglie spesso scompaiono. I fiori non presentano profumo e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un'abbondante disseminazione.

Coltivare in terreno sciolto, ricco e foglioso, leggero, tipico del sottobosco. Rispetto ai Cyclamen a fioritura invernale è più adatto per essere utilizzato in combinazione con erbacee e arbusti a fioritura estiva, perché le irrigazioni per queste piante non danneggia i tuberi, che anzi beneficiano di un terreno fresco nel periodo estivo.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino del ciclamino, a sua volta dal greco κύκλος (kiùclos cerchio) in riferimento alla forma rotonda del tubero.

L'epiteto specifico indica la forma delle foglie, da hedera e folium (fòlium foglia): con le foglie simili a quelle dell'Hedera.

I Cyclamen si disseminano per mirmecoria : i semi sono resi appetibili per le formiche dalla presenza di appendici ricche di sostanza nutritive. Le formiche trasportano i semi nei nidi, utilizzano gli elaiosomi (le appendici nutrienti usate come esca dalle piante) per nutrire le larve e poi spingono fuori dai nidi il seme. Questo favorisce lo spostamento dei semi attorno alla pianta madre e aumenta le probabilità di germinazione.

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Cyclamen hederifolium 'Album'

Ciclamino originario di boschi umidi di caducifoglie con fiori bianchi che iniziano a spuntare quando la pianta non ha ancora foglie. Le foglie vengono prodotte solo a fine fioritura e hanno una punta ben definita e forma che ricorda quelle di Hedera. Possono avere dimensioni, spessore, venature e sagoma molto diversi da pianta a pianta e questa variabilità rende Cyclamen hederifolium affascinante anche quando non è fiorito. Dalla primavera inizia il riposo vegetativo e le foglie spesso scompaiono. I fiori non presentano profumo e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un'abbondante disseminazione.

Coltivare in terreno sciolto, ricco e foglioso, leggero, tipico del sottobosco. Rispetto ai Cyclamen a fioritura invernale è più adatto per essere utilizzato in combinazione con erbacee e arbusti a fioritura estiva, perché le irrigazioni per queste piante non danneggia i tuberi, che anzi beneficiano di un terreno fresco nel periodo estivo.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino del ciclamino, a sua volta dal greco κύκλος (kiùclos cerchio) in riferimento alla forma rotonda del tubero.

L'epiteto specifico indica la forma delle foglie, da hedera e folium (fòlium foglia): con le foglie simili a quelle dell'Hedera.

I Cyclamen si disseminano per mirmecoria : i semi sono resi appetibili per le formiche dalla presenza di appendici ricche di sostanza nutritive. Le formiche trasportano i semi nei nidi, utilizzano gli elaiosomi (le appendici nutrienti usate come esca dalle piante) per nutrire le larve e poi spingono fuori dai nidi il seme. Questo favorisce lo spostamento dei semi attorno alla pianta madre e aumenta le probabilità di germinazione.

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Deschampsia cespitosa

La prima tra le graminacee che coltiviamo a produrre spighe inverso la fine di Aprile. Diffusa in natura in gran parte d'Italia diventa di particolare interesse in giardino: con le cure che riserviamo alle ornamentali diventa ancora più bella e si rivela particolarmente utile per dare slancio verticale e leggerezza al giardino primaverile (ad esempio con Geum 'Totally Tangerine', Camassia e bulbose in generale, Salvia nemorosa).
In inglese le graminacee come la Deschampsia vengono chiamate 'cool season grasses': graminacee che hanno una spigatura all'inizio della stagione, quando le temperature non sono ancora alte. Ha foglie semi-sempreverdi e alti steli con spighe piumose, con un effetto d'insieme leggero e molto elegante. Preferisce terreni ricchi, non aridi, anche argillosi e posizioni al sole o mezzombra.
L'epiteto generico è stato assegnato in ognore di Louis Auguste Deschamps (1765-1842), medico, naturalista e botanico francese.
L'epiteto specifico deriva da caespes (cèspes, zolla erbosa): cespitoso, accespito, per il portamento della pianta, che cresce a fitti ciuffi. In alcuni vecchi testi si trova scritta con il binomio -ae-, caespitosa (cespitosa), ormai in disuso.
Linneo l'aveva battezzata Aira cespitosa, da Αἶρα (àira, nome greco di Lolium temulentum come si trova in Dioscoride II,93), che Linneo probabilmente aveva erroneamente considerato affine alla Deschampsia. 
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Dicentra spectabilis 'Alba'

Il genere Dicentra è originario dell'Asia. I primi esemplari furono introdotti in Inghilterra a metà del 1800 da Robert Fortune, botanico scozzese e appassionato ricercatore di piante insolite. La cultivar 'Alba' ha fiori candidi, dalla tipica forma a cuore che le ha fatto guadagnare il nome di 'Bleeding Heart' all'estero e 'Cuore di Maria' in Italia. E' conosciuta anche come 'Lady-in-a-bath' perché capovolgendo i fiori e aprendo i sepali rossi si può vedere una figura femminile bianca in una 'vasca da bagno'. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra in terreno drenato e fertile. Talvolta la pianta va in riposo vegetativo durante l'estate per poi germogliare nuovamente all'inizio dell'autunno.

L'epiteto generico Lamprocapnos è formato dai termini greci λαμπρός (lamprós splendido, raggiante) e καπνός (kapnόs il nome della Fumaria in Dioscoride 4.109). E' stato scelto come nuovo nome da Tatsundo Fukuhara, ricercatore del Dipartimento di Botanica di Kyoto. Il significato del nome è incerto e non si trovano indicazioni, ma è stato scelto probabilmente  col significato di Fumaria dai fiori splendenti. Fumaria spectabilis è infatti il nome con cui Linneo registrò il Lamprocapnos spectabilis (come si trova nell' erbario di Linneo, LINN 881).

Il sinonimo ( e precedente nome generico) Dicentra deriva dal greco δίς (dìs doppio, due volte) e da κέντρον (chéntron sperone), per i sepali che si prolungano in due lunghi speroni.

L'epiteto specifico in latino significa spettacolare, ammirevole.

Varietà vincitrice dell' Award of Garden Merit della Royal Horticoltural Society nel 2014.

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Echinacea pallida

Bellissima Echinacea originaria del nord America. Ha fiori rosa chiaro caratterizzati da un cono centrale scuro, profumato e ligule sottili, prima più dritte e poi rivolte verso il basso mano a mano che il fiore matura. Per uno sviluppo ottimale coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, fertile. L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico in latino significa pallido, chiaro di colore, dal verbo pallere (pallère, essere pallido, impallidire) in riferimento al colore chiaro dei fiori.

Echinacea pallida 'Hula...

Varietà dall'aspetto insolito, battezzata 'Hula Dancer' perché i lunghi petali rosa pallido, ricurvi verso il basso, ricordano il gonnellino di una ballerina della danza hawaiana chiamata Hula. Per uno sviluppo ottimale coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, fertile.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico in latino significa pallido, chiaro di colore, dal verbo pallere (pallère, essere pallido, impallidire) in riferimento al colore chiaro dei fiori.

Echinacea purpurea 'Magnus'

Appariscente, molto fiorifera e vigorosa! Ha fiori rosa intenso con un disco centrale molto evidente che riunisce i fiori fertili. Quelli che percepiamo come petali rosa sono in realtà fiori sterili, chiamate ligule.

Le Echinacea preferiscono posizioni soleggiate, terreno drenato e fertile, non arido. Si consiglia di recidere i fiori man mano che appassiscono per favorire la produzione di nuovi steli floreali.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico in latino significa purpureo, color porpora, in riferimento al colore dei fiori della specie. L'origine è da ricercare nel termine greco πορφύρεος (porfiùreos di colore rosso porpora).

Eomecon chionantha

Unico appartenente al genere Eomecon, affascinante e insolito per aspetto e comportamento. Erbacea perenne originaria della Cina, si diffonde con stoloni e produce foglie a cuore lunghe circa 30 cm e glauche, cerate, idrorepellenti, spesso sfumate di rosso sulla pagina inferiore. Gli steli floreali si alzano in primavera, rossastri e portano fiori bianco puro, formati da 4 petali attorno ad un centro formato da stami con antere gialle. La pianta contiene una sostanza tossica per le lumache e quindi non è per loro appetibile.

Si coltiva in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, ricco di sostanza organica e umifero, non arido, oppure vicino a corsi d'acqua o laghetti. Un terreno irrigato senza eccedere può essere una pratica per contenere l'espansione, anche se l'altezza finale della pianta potrebbe essere più contenuta. Si dissemina in modo limitato e la diffusione avviene in modo più evidente con le radici stolonifere.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠώς (èos alba, ma anche l'Est) e μήκων (mècon papavero), cioè Papavero dell' Est, in riferimento alle zone di provenienza di questa perenne, la Cina.

L'epiteto specifico deriva dal greco χιών(chiòn neve) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè dai fiori bianchi come la neve.

Erigeron karvinskianus

Lo sviluppo rapido, la mutabilità del colore dei fiori che da bianchi assumono sfumature rosa man mano che maturano, la resistenza e l'abbondante fioritura sono caratteristiche che rendono unica questa pianta. Originaria del Messico è ormai diffusa naturalizzata in molte regioni d'Italia. E' una tappezzante che si allarga molto velocemente e può essere utilizzata anche in vaso come ricadente o in muretti a secco negli spazi tra le pietre. Pianta facile, rustica e resistente dà il meglio di sè se riceve regolari irrigazioni, ma tollera periodi di siccità una volta ambientata.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ῆρ (ér qui nel senso di precoce) e γέρων (ghéron vecchio), probabilmente per l'aspetto dei capolini piumosi di semi, che ricordano la testa di un anziano e che si schiudono presto dall'inizio della fioritura in primavera fino ad autunno inoltrato.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore del naturalista, geologo e paleontologo tedesco (nato in Ungheria) Wilhelm Friedrich von Karwinski auf Karwin (1780-1855), esploratore della flora dell'America tropicale (Brasile, Messico).

Euphorbia amygdaloides...

Sempreverde con foglie oblunghe verde scuro, lucide e steli verde chiaro che portano piccoli fiori giallo lime. La posizione ideale è in terreno mediamente drenato, in ombra o sole. Si adatta infatti a diverse condizioni di coltivazione, anche se tollera poco i ristagni di acqua. Una pianta che richiede pochissime attenzioni e non delude mai le aspettative. Si sviluppa rapidamente tramite rizomi sotterranei e forma bellissimi cespugli alti circa 40 cm da cui in primavera spuntano gli steli floreali, molto adatti anche per il reciso, alti fino a 70 cm. Dopo la fioritura gli steli e le brattee sono comunque particolarmente decorativi e persistono fino alla stagione successiva, momento in cui è necessario tagliarli per lasciare spazio alla nuova fioritura.

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

L'epiteto specifico è composto dai termini dal greco ἀμυγδάλη (amiugdále mandorla) e εἷδος (èidos sembianza) per la somiglianza delle foglie di questa Euphorbia con quelle di Prunus dulcis (mandorlo).

Questa sotto-specie di Euphorbia amygdaloides venne raccolta e catalogata da Mary Anne Robb (botanica inglese, 1829-1912) nel 1891 vicino İstanbul e introdotta in Inghilterra. Da quel momento non è stata identificata in nessuna altra località allo stato spontaneo.

Online il nome di questa pianta si trova scritto in modi diversi e la stessa RHS riporta una nomenclatura scorretta. Kew Gardens e www. plantsoftheworldonline.org (uniche fonti autorevoli nella nomenclatura botanica) riportano la nomenclatura adottata dal nostro vivaio e lo fanno con riferimento a chi ha l'ha battezzata, Clive A. Stace (abbreviato Stace) con il nome di M.A. Robb, nella forma latinizzata robbiae (ròbbie, cioè 'di Robb') 

Fragaria vesca 'Alexandria'

Una varietà di fragola non stolonifera, quindi più facile da inserire nelle bordure in giardino e da utilizzare non solo come edibile, ma anche come ornamentale! La lunghissima fioritura, il bel fogliame, i piccoli frutti allungati (e buonissimi!) sono infatti i punti di forza di questa perenne. Si autodissemina e nel tempo forma fitte colonie. La posizione ideale è a mezzombra, in terreno fertile, drenato.

Costituisce inoltre un importante nutrimento per api, bombi e farfalle.

L'epiteto generico deriva dal latino fragum (fràgum, fragola) a sua volta da fragrans (fràgrans, profumato) in riferimento al profumo dei frutti.

L'epiteto specifico deriva da vescor (vèscor, mangiare) perché i frutti sono commestibili.

Gaillardia aristata...

Erbacea perenne originaria dell'America settentrionale. Forma morbidi cespugli carichi di fiori per tutta la stagione estiva, fino ad autunno inoltrato. La varietà 'Burgunder' ha fiori rosso scuro col centro giallo scuro. Cresce bene in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Tollera la salsedine e il calore estivo e periodi di siccità.

Alcune tribù di Nativi nordamericani la utilizzano per curare le ferite e per abbassare la febbre.

L'epiteto generico fu dedicato dal botanico Auguste Denis Fougeroux de Bondaroy (1732-1789) ad Antoine René Gaillard de Charentonneau magistrato francese, naturalista e appassionato di botanica.

L'epiteto specifico deriva dal latino arista (arìsta, filamento e di conseguenza spiga per sineddoche) 'dotata di arìste' in riferimento ala presenza di organi appuntiti, sottili nella parte terminale, in riferimento forse alla forma delle foglie o a quella dei fiori del disco centrale.

Galium verum

Erbacea perenne spontanea in tutta Italia tipica di prati e margini di boschi. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Ha proprietà diuretiche, antireumatiche,antispasmodiche e calmanti e veniva usata per tingere i tessuti in giallo, utilizzando i fiori, o in rosso, utilizzando le radici.
L'epiteto generico deriva dal greco γάλα (gála, latte) perché alcune specie appartenenti a questo genere venivano usate per cagliare il latte.
E' particolarmente apprezzato da Macroglossum stellatarum, comunemente chiamato Farfalla colibrì, di cui è pianta nutrice.
L'epiteto specifico in latino significa 'vero, genuino, originale'.

Gaura lindheimeri 'Rosy Jane'

Varietà di recente introduzione, rustica, molto resistente, con fiori bianchi bordati di rosa in modo irregolare che si susseguono senza sosta dall'inizio della primavera all'autunno. Preferisce posizioni soleggiate e terreni fertili, ben drenati. 

L'epiteto generico deriva dal greco γαῦρος (gàuros altero, orgoglioso, maestoso).
Secondo la classificazione cladistica ( in base alla quale le piante si riuniscono in gruppi, o cladi, ciascun gruppo costituito da organismi aventi un antenato comune) nel 2007 il genere Gaura viene considerato un sottogruppo del genere Oenothera e quindi il nome corretto è da considerarsi Oenothera lindheimeri e Gaura lindheimeri un sinonimo. Data la diffusione del nome Gaura, noi de I Giardini dell'Indaco continuiamo ad utilizzarlo per identificare questo genere, ma ci teniamo a riportare la nomenclatura più recente e corretta.

 L'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), un esule politico tedesco che raccolse campioni botanici in America.