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Mellifere e nutrici

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  • Esposizione: Mezzombra
  • Fogliame: Spogliante

Valeriana officinalis

Erbacea perenne adatta a terreni freschi, ricchi, non aridi e posizioni soleggiate o a mezzombra. I fiori, riuniti in corimbi, emanano un profumo caratteristico e attirano impollinatori e in particolare farfalle. Una di quelle piante 'ecologiche' che portano vitalità in ogni giardino!

L'epiteto generico venne ideato da Linneo: secondo alcuni per ricordare l'imperatore romano Publius Aurelius Licinius Valerianus (200-260) che si ritiene la utilizzasse come medicinale. Secondo altri il nome deriverebbe dal latino vàlere (essere in buona salute), riferimento alle proprietà curative di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal termine offícina (laboratorio, nella tradizione medioevale) in quanto utilizzabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria.

Tricyrtis formosana 'Dark...

Erbacea perenne della famiglia delle Liliaceae originaria di Taiwan. L'aspetto esotico che ricorda un'orchidea e la resistenza al nostro clima invernale la rendono una pianta interessante per ogni giardino e balcone ombreggiato.

Per mantenere la pianta composta si consiglia di cimarla a fine Maggio per favorire accestimento e una maggiore produzione di fiori.

Può essere lasciata libera di appoggiarsi alla vegetazione circostante, per un effetto naturale, oppure può essere sorretta per aiutare lo sviluppo verticale. Nel primo caso l'altezza sarà di circa 60 cm. Nel secondo potrà raggiungere i 90/100 cm.

Si consiglia di coltivare le Tricyrtis in terreno drenato, fertile, a mezzombra. Una posizione troppo ombreggiata limita la quantità di fiori prodotti.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

L'epiteto specifico ricorda l'origine geografica, l'isola di Formosa (Taiwan).

Tricyrtis 'Tojen'

Un ibrido di Tricyrtis con steli ben strutturati che sviluppano in orizzontale, formando un cuscino morbido di rami arcuati carichi di fiori bianchi sfumati di viola sui bordi. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come 'semi-ricadente'.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Tricyrtis 'Empress'

Un ibrido di Tricyrtis in cui i fiori sono più grandi e di un colore più intenso. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come ricadente.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Thalictrum rochebruneanum

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Thalictrum pubescens

Il più alto ed imponente dei Thalictrum, originario del Nord America, con fusti ben strutturati carichi di fiori piumosi bianchi. Coltivare al sole o mezz'ombra in terreno fertile, non arido, drenato. Lo abbiamo prodotto da seme e testato per alcuni anni e si è rivelato forte e resistente sia in vaso che in terra, decisamente affidabile, soprattutto per la capacità di mantenere la foglia anche dopo il caldo estivo.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

L'epiteto specifico deriva da pubes, in latino la lanugine adolescenziale del mento e fa riferimento alla peluria che copre i piccioli delle foglie,

Vedi gli altri Thalictrum della nostra collezione

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila (o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori di un delicato color glicine. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum delavayi

Erbacea perenne della famiglia delle Ranuncolaceae originaria della Cina. Da Giugno a Settembre, su steli alti e flessuosi, porta fiori leggeri, color glicine, con evidenti stami gialli. Prodotto da seme dal nostro vivaio, si autodissemina se trova le condizioni adatte e rispetto alle molte recenti introduzioni, più appariscenti, ha foglie più piccole, grande resistenza e vegetazione ricca anche durante i mesi più caldi. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum 'Black Stockings'

Thalictrum dalla bellissima fioritura primaverile con steli scuri, alti circa 120cm e carichi di piumini color glicine. La pianta rimane decorativa anche dopo la fioritura, con foglie simili a quelle dell' Aquilegia che formano un fitto cespuglio. Vigoroso e resistente, consigliato per la coltivazione sia in vaso che in terra. Coltivare in terreno fresco e drenato, non facendo mancare irrigazioni regolari durante il periodo della fioritura. Coltivare a mezzombra, raggiunto da almeno 4 o 5 ore di sole diretto per favorire la fioritura, il colore scuro dei fusti e l'irrobustimento della pianta. Posizioni troppo ombreggiate portano a uno sviluppo disordinato e all'assenza di toni scuri sui fusti.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Succisella inflexa 'Frosted...

Una nuvola di capolini rotondi che sbocciano color glicine e maturano in bianco. Coltivare in terreno drenato, ma fertile, ricco, non arido, in pieno sole o mezzombra. La specie è spontanea in gran parte dell'Europa dell'est e in Italia.

L'epiteto generico, col significato di 'simile a una Succisa' deriva dai termini sub (sotto) e da caedo (cèdo, tagliare), 'tagliata sotto': il nome deriva dall'aspetto del rizoma che sembra reciso.

L'epiteto specifico significa inflesso, curvato, da inflecto (piegare, curvare in dentro).

Strobilanthes atropurpurea

Specie originaria delle zone centrali dell'Asia, molto apprezzata per la fioritura prolungata che si protrae fino all'autunno. Coltivare a mezz'ombra o ombra luminosa, in terreno fertile. Si può cimare in primavera per favorire l'accestimento e stimolare la produzione di un maggior numero di steli floreali.

L'epiteto generico deriva dalle parole greche στρόβιλος(stròbilos, cono) e ἄνθος(ànthos, fiore), in riferimento al particolare modo in cui le foglie e le brattee avvolgono i fiori.

L'epiteto specifico deriva invece dai termini latini ater (scuro) e purpureus (purpureo), cioè color porpora, per il colore scuro dei fiori.

Solidago rugosa 'Fireworks'

Una Solidago di origine Nordamericana con rami a palco che si sviluppano orizzontalmente. La fioritura passa dal verde acido dei boccioli al giallo oro in piena apertura. Coltivare in terreno fertile e drenato in pieno sole o mezzombra.

L'epiteto generico deriva dal latino solidare (solidàre, saldare, rassodare, rinforzare) per le sue proprietà cicatrizzanti.

L'epiteto specifico dal latino rùga (grinza) fa riferimento alla texture delle foglie, rugose appunto.

Rodgersia podophylla...

Una cultivar di origine sconosciuta, caratterizzata da grandi foglie lobate, lunghe fino a 30 cm, rosse quando spuntano in primavera e bronzate in autunno. La posizione ideale è a mezz'ombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole al mattino o tardo pomeriggio. Coltivare in terreno fertile, umifero, mai arido. Questa cultivar prende il nome dalla città tedesca di Saarbrücken, lungo il fiume Saar.

L'epiteto generico ricorda John Rodgers (1812-1882) della US Navy che comandò la spedizione americana di ricerca conosciuta come Rodgers-Ringgold Expedition (1853-1856) in Giappone e nel Nord Pacifico e collaborò con i naturalisti presenti nel suo squadrone insieme ai quali raccolse l'olotipo(cioè l'esemplare su cui si basa la descrizione originale di una specie) di Rodgersia podophylla a Hokkaido in Giappone.

L'epiteto specifico ha origine dai termini greci πούς, ποδός (pùs, podós piede) e da φύλλον (fiùllon foglia), cioè 'foglie dalla forma di zampa'.

Polemonium reptans

Bellissimi fiori profumati, amati dagli impollinatori, azzurri e molto luminosi, portati da rami morbidi e flessuosi per gran parte della primavera.

Coltivare in terreno fertile e non arido, a mezzombra, in posizioni raggiunte da poche ore di sole al mattino. Per un buon risultato nel caso di terreno argilloso fornire drenaggio al momento dell'impianto con sabbia o ghiaietta nella buca di piantumazione. Dopo la fioritura tagliare a metà altezza la vegetazione per favorire la produzione di nuove foglie.

Diminuire le irrigazioni dopo la fioritura.

L'epiteto generico secondo l'Etimologia Botanica di Alexandre de Thèis deriva dal greco πόλεμος (pòlemos, guerra). Plinio (Naturalis Historia XXV, 6) racconta che prende questo nome perchè fu all'origine di una guerra tra due re che si attribuivano la scoperta di questa pianta e delle sue proprietà. Era talmente rinomata che la si chiamava anche chilodiunàmia, da χίλιοι, mille e δύναμις, forza, potere, proprietà, cioè dotata di mille virtù, dal greco chílioi, mille, e dýnamis, potere.

L'epiteto specifico deriva dal verbo latino reptare (reptàre, strisciare a terra) in riferimento al portamento che differenzia la specie rispetto ad altre appartenenti al genere Polemonium, più slanciate e verticali.

Hosta ventricosa

Hosta originaria della Cina con foglie verdi e fiori viola. Si adatta bene a posizioni a mezz'ombra, per favorire la fioritura, in terreno drenato, fertile, non arido. E' stata la prima Hosta ad essere coltivata in Europa, introdotta da George Hibbert nel 1790.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

L'epiteto specifico ha origine dalla parola latina vénter, véntris (ventre): rigonfio in qualche parte come una vescica, con riferimento alla forma del perianzio(l'insieme di calice e corolla).

La storia del nome di questa pianta è stata abbastanza particolare e frutto di errori di identificazione: H.C.Andrews la battezzò Hemerocallis caerulea ( comunemente Hemerocallide del Giappone) nel 1805, il botanico austriaco Leopold Trattinnick invece la chiamò Hosta caerulea nel 1812. Solo nel 1931 W. Stearn applicò l'epiteto ventricosa (dal basionimo Bryocles ventricosa) a questa pianta, battezzandola Hosta ventricosa. Questo nome venne poi accettato e utilizzato da F. Maekawa (1937, 1940, 1969), M. G. Chung (1990) e W.G. Schmid (1991) ed è diventato di uso comune.

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