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Polemonium reptans

Bellissimi fiori profumati, amati dagli impollinatori, azzurri e molto luminosi, portati da rami morbidi e flessuosi per gran parte della primavera.

Coltivare in terreno fertile e non arido, a mezzombra, in posizioni raggiunte da poche ore di sole al mattino. Per un buon risultato nel caso di terreno argilloso fornire drenaggio al momento dell'impianto con sabbia o ghiaietta nella buca di piantumazione. Dopo la fioritura tagliare a metà altezza la vegetazione per favorire la produzione di nuove foglie.

Diminuire le irrigazioni dopo la fioritura.

L'epiteto generico secondo l'Etimologia Botanica di Alexandre de Thèis deriva dal greco πόλεμος (pòlemos, guerra). Plinio (Naturalis Historia XXV, 6) racconta che prende questo nome perchè fu all'origine di una guerra tra due re che si attribuivano la scoperta di questa pianta e delle sue proprietà. Era talmente rinomata che la si chiamava anche chilodiunàmia, da χίλιοι, mille e δύναμις, forza, potere, proprietà, cioè dotata di mille virtù, dal greco chílioi, mille, e dýnamis, potere.

L'epiteto specifico deriva dal verbo latino reptare (reptàre, strisciare a terra) in riferimento al portamento che differenzia la specie rispetto ad altre appartenenti al genere Polemonium, più slanciate e verticali.

Salvia chamaedryoides var....

Foglie argentate e fiori azzurri su un cespuglio che raggiunge al massimo i 50 cm. Originaria dell'America Centrale è molto resistente una volta ambientata e sopporta irrigazioni ridotte. Come per tutte le Salvia arbustive si raccomanda una potatura decisa dopo l'inverno per evitare che la pianta lignifichi perdendo vigore e vuotandosi alla base. Coltivare in pieno sole. Nonostante le Salvia semi-arbustive vengano date per rustiche fino a -10°C abbiamo testato la loro rusticità a temperature inferiori. La condizione fondamentale per una buona riuscita e per garantire il superamento di inverni rigidi è il drenaggio, da ottenere con una base di ghiaia nella buca al momento dell'impianto.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

L'epiteto specifico ricorda la somiglianza di questa Salvia con il Teuctrium fruticans, con foglie argentate e fiori azzurri, chiamato Camedrio ed è formato dall'unione delle parole chamaedrys e εἶδος (èidos aspetto, sembianza): 'con l'aspetto simile al Camedrio'.

L'epiteto varietale isochroma in greco significa 'dello stesso colore'.

Salvia nemorosa 'Caradonna...

Una recente introduzione (2021) scoperta in Inghilterra da Jonathan J. Tuite e battezzata 'Caradonna Pink', ha le stesse qualità di Salvia nemorosa 'Caradonna'(resistenza, rifiorenza, steli scuri), ma fiori rosa.  La fioritura inizia in Maggio e dopo il primo ciclo(che termina in Luglio solitamente) la pianta rifiorisce a fine estate, specialmente se si ha l'accortezza di rimuovere gli steli sfioriti e di irrigare regolarmente. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile. Una volta ben radicata sopporta periodi di irrigazioni ridotte, anche se per ottenere una buona rifiorenza l'acqua è fondamentale. Cultivar fertile che tende quindi a disseminare ibridandosi facilmente con altre Salvia (nemorosa, pratensis) presenti in giardino.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

L'epiteto specifico da nemus, nemoris (bosco), 'che cresce nei boschi'.

Sinonimi: Salvia nemorosa 'Tucarink' / Salvia nemorosa 'Tuitsalv' / Salvia nemorosa 'Caradonna PInk Inspiration'

Sedum 'Pillow Talk'

Una cultivar lanciata sul mercato dal tedesco Marco Van Noort: fogliame grigio-verde, portamento rotondo e infiorescenze molto grandi con fiori rosa scuro in bocciolo, che si schiudono in rosa chiaro, rivelando un centro color ciliegia. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra). L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi o probabilmente di Portulaca simile a un bosco, per la tipica disposizione dei fusti che nascono dalla base della pianta e si ergono come alberi in verticale, diversamente dai Sedum tappezzanti.

Sedum spectabile 'Stardust'

Varietà insolita, con grandi ombrelli di fiori bianchi e foglie verdi. Coltivare in pieno sole e terreno ben drenato, anche povero.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra).

L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi.

L'epiteto specifico in latino significa 'notevole, spettacolare'.

Solidago ptarmicoides

Un gran numero di margherite bianche nel periodo estivo, portate da steli che raggiungono i 50/60 cm. Richiede pieno sole e terreni mediamente drenati, da umidi a più asciutti, purchè non ci sia ristagno idrico. Dissemina facilmente. Dopo la prima fioritura, con irrigazione, rifiorisce fino all'autunno.

Inizialmente è stata considerata un Aster, per la forma dei fiori. Ma è stato osservato che il fogliame ricorda molto le Solidago e che in natura non si ibrida mai con gli Aster, mentre si ibrida facilmente con le altre Solidago. 

L'epiteto generico deriva da solido, verbo latino che significa saldare, rassodare, rinforzare: allusione alle proprietà cicatrizzanti riconosciute a questa pianta.

L'epiteto specifico è formato da nome del genere Ptarmica (Ptarmica ptarmica, o Achillea ptarmica) e dal greco εἶδος eídos aspetto, cioè simile in alcuni aspetti della morfologia all'Achillea ptarmica.

Tricyrtis 'Empress'

Un ibrido di Tricyrtis in cui i fiori sono più grandi e di un colore più intenso. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come ricadente.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.

Tricyrtis 'Tojen'

Un ibrido di Tricyrtis con steli ben strutturati che sviluppano in orizzontale, formando un cuscino morbido di rami arcuati carichi di fiori bianchi sfumati di viola sui bordi. Adatta a posizioni a mezzombra in terreno drenato, ricco. Può essere utilizzata in piena terra, per formare densi cespugli fioriti, oppure in vaso come 'semi-ricadente'.

L'epiteto generico deriva dall'unione del prefisso greco τρι- (tri- tre) e del termine κύρτος (chiùrtos curvo) con riferimento ai tre sepali esterni che hanno le basi ricurve.