Mellifere e nutrici

Mellifere e nutrici

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  • Colore: Bianco

Verbascum nigrum var. album

Verbascum perenne dal portamento slanciato ed elegante. Fiori bianchi macchiati di viola al centro, disposti l'uno accanto all'altro sugli steli a formare una pannocchia piena e compatta. Fiorisce ciclicamente tutta l'estate fino all'autunno inoltrato e si dissemina abbondantemente. Per ottenere un buon risultato si consiglia di coltivarlo in pieno sole e terreno ben drenato.

L'epiteto generico deriva dal latino verbascum, che significa verbasco. L'origine della parola verbascum si trova nel termine latino barbáscum(tasso barbasso, pianta citata da Plinio, probabilmente derivato da barba, per le foglie pelose), o nella parola latina vérber (verga). Volgarmente in francese è detto mollène, per la mollezza delle sue foglie, e allo stesso modo in inglese è tradotto mullein.

Sedum spectabile 'Stardust'

Varietà insolita, con grandi ombrelli di fiori bianchi e foglie verdi. Coltivare in pieno sole e terreno ben drenato, anche povero.

L'epiteto generico Sedum deriva dal latino sédo (calmare), per le proprietà calmanti delle foglie di alcune specie o dal latino sèdere (sedere) per il portamento di molti Sedum, che crescono appoggiati direttamente sui terreni sassosi ( in inglese stone-crop, pianta che si raccoglie sulla pietra).

L'epiteto generico Hylotelephium, sinonimo da preferire per questo genere, è composto dalle parole ΰλη (iùle foresta, bosco) e da telephium (dal greco τηλεφιον telèfion portulaca) col significato di Portulaca dei boschi.

L'epiteto specifico in latino significa 'notevole, spettacolare'.

Anthericum ramosum

Erbacea perenne diffusa in natura in gran parte delle regioni Italiane (in tutto il centro e il nord ad eccezione della Valle d'Aosta e in Campania), tipica di prati asciutti e zone ai margini dei boschi. La fioritura assomiglia a quella dell'Asfodelo, ma agli appassionati di erbacee perenni ricorderà una Gaura, per la leggerezza dei fiori bianchi, a stella, portati da alti steli. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno ben drenato. Tollera bene periodi di siccità e si rivela molto resistente, rustica fino a -15°. Si dissemina facilmente se trova le condizioni ideali di drenaggio. La fioritura è abbondante in estate e con buone condizioni di coltivazione spesso si ripete in autunno.

L' epiteto generico deriva dal greco ἀνθέριξ (anthérix spiga, fuscello, stelo). Il termine ἀνθέρῐκος (anthéricos) era il nome greco dell'asfodelo.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ramus (ramo) in riferimento alle numerose ramificazioni che partono dallo stelo principale.

Valeriana officinalis

Erbacea perenne adatta a terreni freschi, ricchi, non aridi e posizioni soleggiate o a mezzombra. I fiori, riuniti in corimbi, emanano un profumo caratteristico e attirano impollinatori e in particolare farfalle. Una di quelle piante 'ecologiche' che portano vitalità in ogni giardino!

L'epiteto generico venne ideato da Linneo: secondo alcuni per ricordare l'imperatore romano Publius Aurelius Licinius Valerianus (200-260) che si ritiene la utilizzasse come medicinale. Secondo altri il nome deriverebbe dal latino vàlere (essere in buona salute), riferimento alle proprietà curative di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal termine offícina (laboratorio, nella tradizione medioevale) in quanto utilizzabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria.

Gaura lindheimeri 'Sparkle...

Varietà di Gaura apprezzata per le dimensioni ridotte rispetto alla specie e quindi adatta alla coltivazione in vaso oltre che a quella in piena terra anche in giardini di piccole dimensioni. Ha la stessa eleganza e leggerezza delle Gaura più alte, con esili fusti e fiori simili a farfalle bianche, che si muovono ad ogni soffio di vento. Preferisce posizioni soleggiate e terreni fertili, ben drenati.

L'epiteto generico deriva dal greco γαῦρος (gàuros altero, orgoglioso, maestoso).
Secondo la classificazione cladistica ( in base alla quale le piante si riuniscono in gruppi, o cladi, ciascun gruppo costituito da organismi aventi un antenato comune) nel 2007 il genere Gaura viene considerato un sottogruppo del genere Oenothera e quindi il nome corretto è da considerarsi Oenothera lindheimeri e Gaura lindheimeri un sinonimo. Data la diffusione del nome Gaura, noi de I Giardini dell'Indaco continuiamo ad utilizzarlo per identificare questo genere, ma ci teniamo a riportare la nomenclatura più recente e corretta.

L'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), un esule politico tedesco che raccolse campioni botanici in America.

Hosta 'Dream Weaver'

Varietà del 2000 di J. van den Top con foglie verde glauco e centro giallo. La variegatura centrale si riduce via via che la pianta matura durante la stagione. E' una variazione spontanea ottenuta da Hosta 'Great Expectation'. Fiorisce in bianco con steli corti per un'altezza massima di 50 cm. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Abiqua Drinking Gourd'

Varietà del 1989 (H. 'Tokudama' x H. sieboldiana) registrata da Charles Purtymun di Walden West Hostas in Oregon con foglie glauche dalla forma molto particolare che caratterizza questa cultivar, a coppa, con i margini rivolti verso l'alto quando le foglie si schiudono e che si aprono via via durante la stagione. L'aspetto cerato delle foglie, la consistenza rugosa e la forma a coppa sono i punti di forza di questa varietà, una delle più belle a foglia azzurra. La fioritura, portata da steli relativamente corti, è estiva, in colore bianco. Coltivare in ombra luminosa, in terreno fertile, drenato. 

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

Drinking Gourd significa letteralmente 'mestolo per bere', in riferimento alla forma a coppa delle foglie. Abiqua fa riferimento al fiume americano Abiqua Creek e compare in diversi nomi assegnati a ibridi di Hosta di Walden West Hostas.

Hosta dell'anno nel 2014 Hosta per la American Hosta Growers Association.

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Hosta 'Climax'

Varietà registrata nel 2000 da Gil Jones. Grandi foglie rugose leggermente increspate che nascono verdi e piano piano si colorano di verde acido sui bordi. La fioritura è bianca, soffusa di viola, in estate. Preferisce posizioni in ombra luminosa; il sole riduce la variegatura delle foglie e le sbiadisce.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Majesty'

Varietà del 1990 registrata da R. Garbe con foglie con il centro verde , marcatamente segnate di giallo lungo i bordi. Fioritura bianca in Giugno-Luglio. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta plantaginea 'Venus'

Hosta con foglie verdi e fiori bianchi, formati da tre giri di petali, profumati. E' una varietà a fioritura tardiva, registrata nel 1993 dalla Walter Gardens. Coltivare in terreno fertile, drenato a mezz'ombra. Posizioni troppo ombreggiate non favoriscono la fioritura.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

L'epiteto specifico indica la somiglianza delle foglie di questa specie a quelle di Plantago major, per la forma e le evidenti venature.

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Scabiosa caucasica 'Fama...

Fiori grandi, bianchi, portati da steli alti si susseguono da Maggio ad Agosto. Le Scabiosa caucasica fioriscono nella prima parte della stagione (Maggio-Luglio) con grande abbondanza e rifioriscono spesso a Settembre-Ottobre.

Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Si consiglia di recidere gli steli sfioriti per favorire la produzione di nuovi fiori.

L'epiteto generico deriva dal latino scabies (scàbies scabbia) perché la pianta veniva usata in passato come cura contro la scabbia.

L'epiteto specifico fa riferimento alla zona di provenienza della specie.

Pycnanthemum tenuifolium

Conosciuto anche come Menta di montagna, ha foglie aromatiche e fiori bianchi, riuniti in infiorescenze a mazzolino. In autunno il fogliame assume bellissime tonalità rosse e viola e le vecchie infiorescenze, cariche di semi, diventano grigiastre, creando un bel contrasto col fogliame. Si adatta a diverse condizioni dal sole alla mezzombra, in terreni più o meno irrigati, rivelando grande resistenza e vigore, anche se la miglior resa in fioritura e altezza si ottiene con irrigazioni regolari in terreno fertile. In terreni più poveri raggiunge un'altezza minore.. Si consiglia di tagliare ogni primavera per favorire il ringiovanimento della pianta ed evitare un'eccessiva lignificazione.

L'epiteto generico deriva dal greco πυκνός (piuknòs, aggettivo che significa denso) e άνθος (ànthos, fiore), in riferimento alla densa fioritura.

L'epiteto specifico è composto dai termini latini tenuis (tènuis esile, sottile) e folium (fòlium foglia) per la forma delle foglie.

Ampelopsis brevipedunculata...

Rampicante/ricadente adatta alla coltivazione in vaso o in piena terra. Ha foglie variegate con effetto marmorizzato bianco/verde e a fine estate produce bacche nei colori dal blu, al marrone, al viola che la rendono molto interessante anche nel periodo autunnale. Si adatta sia a posizioni in pieno sole che a mezzombra e preferisce terreni ricchi, drenati, leggeri.

Se cresciuta vicino a muri o tronchi tende a salire velocemente. Necessita di supporti per arrampicarsi sulle pareti, perché diversamente dal Parthenocissus non aderisce alle superfici, ma si sostiene con viticci. Coltivata in vaso può essere usata come ricadente: i lunghi rami formeranno un fitto cuscino che potrà essere tenuto a bada con potature regolari all'inizio della primavera.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἄμπελος (ámpelos la pianta della vite) e ὄψις (ópsis aspetto) per l'aspetto simile a quello della vite.

Le bacche dell'Ampelopsis sono ricche di polifenoli e recenti studi stanno sperimentando gli utilizzi per la cura delle patologie del fegato. Rispetto ad altri componenti della famiglia delle Vitaceae ha semi molto grandi e quindi i frutti, nonostante siano commestibili, non sono particolarmente appetibili per gli umani, ma lo sono per gli uccelli, che favoriscono la diffusione dei semi.

Si trova identificata anche come Ampelopsis brevipedunculata f. elegans (K.Koch) Rehder (fonte: The Plant List), ma questo nome è ancora in fase di analisi.

L'epiteto specifico fa riferimento ai brevi assi floreali, chiamati peduncoli, che portano prima i fiori e poi le bacche.

Allium tuberosum

Erbacea perenne della famiglia delle Amaryllidaceae di facile coltivazione, adatta anche per la naturalizzazione. Forma cespugli di foglie fini e aromatiche con una gran quantità di fiori bianchi dalla forma a stella riuniti in corimbi su steli alti. Preferisce posizioni in pieno sole e si adatta a diverse tipologie di terreno, purchè drenato. Irrigazioni regolari favoriscono uno sviluppo ottimale e prolungano la durata della fioritura. In terreno arido sopravvive, ma limita la fioritura all'inizio dell'estate.

Di origine cinese, è comunemente utilizzato in cucina. Si può trovare ormai spontaneo anche in diverse zone d'Italia, specialmente al centro-nord. Amata dagli impollinatori, ha foglie e fiori commestibili e può essere utilizzata nelle composizioni secche se raccolta dopo la fioritura, quando le capsule con i semi sono ormai mature.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino usato per indicare una pianta appartenente a questo genere. Si trova in Orazio, Plinio e Plauto. L'etimologia è dubbia: Alexandre de Théis nel suo Glossario di Botanica la fa risalire al termine al termine celtico all, che significa caldo, acre, in riferimento al gusto dell'aglio. Il Dizionario Etimologio della lingua italiana del Pianigiani indica anche come possibile origine il termine greco ἄγλῑς (áglis capo d'aglio).

L'epiteto specifico deriva dal latino tuber (tùber, tubero) in riferimento alle radici tuberose.

Crambe cordifolia

Una delle piante preferite di Jertude Jekyll, utilizzata spesso nei suoi giardini, per la leggerezza della fioritura e il candore dei fiori. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae ed ha infatti foglie grandi simile a quelle di un cavolo. Dalla rosetta basale di foglie partono alti steli che portano una nuvola di fiori bianchi. L'effetto finale è sorprendente! Coltivare al sole o a mezzombra, in terreno fertile, mai arido. 

Una volta messa a dimora richiede un paio di anni per iniziare a fiorire, ma forma comunque un cespuglio grande con foglie molto sviluppare già dal primo anno.

L'epiteto generico deriva dal greco κράμβη (cràmbe cavolo).

L'epiteto specifico è formato dai termini latini cor, cordis (cuore) e folium (foglia) per la forma delle foglie, appunto cordate (cioè a cuore).