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Dryopteris affinis 'Pinderi'

8Bellissima felce sempreverde con fronde che raggiungono gli 80/90 cm di lunghezza in pieno sviluppo. Le fronde sono caratterizzate da una larghezza uniforme e terminano a punta. Si consiglia di tagliare la vecchia vegetazione che si è rovinata durante l'inverno per favorire un aspetto più fresco. Coltivare in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Una volta ambientata sopporta irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico in latino significa 'affine, parente' per la stretta parentela con Dryopteris filix-mas.

Dryopteris erythrosora

Felce originaria di Cina e Giappone adatta a posizioni a mezz'ombra e terreni ricchi, umiferi. In primavera le fronde si schiudono in un bel color bronzato per poi maturare in estate in verde e assumere nuovamente toni aranciati in autunno. Semi-sempreverde, ha un bellissimo portamento a fontana e lunghe fronde morbide che la rendono perfetta anche per la coltivazione in grandi vasi.

L'epiteto generico deriva dal greco δρῦς (drius quercia, ma anche albero) e πτέρις (ptéris felce): felce delle querce, degli alberi, per l'habitat preferito di gran parte delle felci appartenenti a questo genere, boschi a foglia caduca.

L'epiteto specifico è composto dai termini greci ερύϑρος (eriùthros rosso) e σωρός (sōròs mucchio, da cui soro, raggruppamento di sporangi nella pagina inferiore delle fronde delle felci): dai sori rossastri.

Epimedium species nova...

Scoperto dal giapponese Mikinori Ogisu è stato proposto inizialmente sul mercato come un Epimedium wushanense. Ad oggi l'assegnazione al gruppo degli wushanense è messa in discussione e viene considerato appartenente ad una nuova specie, come Epimedium 'The Giant'. Il fogliame è allungato e molto decorativo, persistente durante l'inverno. La fioritura inizia a primavera inoltrata con fiori a stella gialli, dalle punte molto allungate e toni scuri, caramello, al centro.  La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, molte varietà, come anche 'Caramel' sono capaci di rifiorire.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Heuchera villosa var....

Specie con bellissima fioritura abbondante , con foglie verdi che dall'autunno si tingono di rosso. Coltivare a mezzombra, in terreno fertile, drenato anche se si adatta a diverse condizioni e una volta ambientata si rivela molto resistente anche ad irrigazioni ridotte (comunque a discapito della dimensione della pianta). Tollera bene il sole del mattino, assumendo colorazioni delle foglie più definite nel periodo autunnale.

L'epiteto generico è dedicato al botanico tedesco Johann Heinrich von Heucher (1677-1747).

L'epiteto specifico deriva dal latino villus (vìllus, pelo) 'dotata di peluria' in riferimento alla texture delle foglie.

L'epiteto varietale dal greco μακρόϛ (macrós grande, lungo) e da ῥίζα (rìza radice) 'con lunghe radici'.

Polystichum munitum

Diffuso in natura in Nord America e Messico, ha bellissime foglie lucide, coriacee e semisempreverdi. Si coltiva in ombra o mezz'ombra(tollera facilmente alcune ore di sole), in terreni freschi, ma drenati. Con irrigazioni regolari raggiunge la piena altezza, mentre in condizioni climatiche più calde e asciutte resta più compatto.

L'epiteto generico deriva dal greco πολύ (molte) e στίξ, στιχός (stix, stichòs fila), per i sori disposti in più file.