Piante perenni

Piante perenni

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  • Categorie: Felci
  • Categorie: Graminacee ornamentali
  • Altezza: Fino a 50 Cm

Bouteloua gracilis

Graminacea originaria del Nord America purtroppo poco diffusa nei giardini, ma forte e resistente, capace di dare grandi soddisfazioni con pochissime cure. E' un'ottima alternativa a Stipa tenuissima per chi vuole una pianta con portamento rotondo, ordinato, compatto e una spigatura lunghissima, leggera. Porta spighe orizzontali dalla forma affascinante, simili a piccole libellule in volo, color panna. Preferisce terreni ben drenati e posizioni soleggiate e può essere utilizzata come tappezzante antierosione. In inglese è chiamata 'mosquito grass', pianta delle zanzare, per la forma delle spighe che oscillano nel vento come se fossero una nuvola di piccoli insetti. via via che maturano le spighe si inclinano verso l'alto e lentamente si incurvano verso il basso, come un dito che si piega su se stesso.

L'epiteto generico ricorda i fratelli Claudius e Exteban Boutelou botanici spagnoli vissuti a metà '800.

L'epiteto specifico in latino significa esile, semplice.

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Dryopteris sieboldii

Felce originaria di Cina e Giappone caratterizzata da fronde insolite e molto ornamentali. Ha un rizoma corto da cui partono fronde coriacee di un bel verde lucido, costituite da pinne di 20/25 cm di lunghezza e una pinna apicale più ampia delle altre. Sempreverde fino a -10°C, semi-sempreverde con temperature più basse e in caso di nevicate. Coltivare in ombra luminosa, in terreno fertile, drenato. La nuova vegetazione è tardiva e quindi per gran parte della primavera è meglio lasciare sulla pianta le vecchie fronde.

L'epiteto generico deriva dal greco δρῦς (drius quercia, ma anche albero) e πτέρις (ptéris felce): felce delle querce, degli alberi, per l'habitat preferito di gran parte delle felci appartenenti a questo genere, boschi a foglia caduca.

L'epiteto specifico ricorda il botanico e naturalista tedesco Philipp Franz von Siebold (1796-1866), studioso della flora e fauna giapponese, autore di una importante Flora japonica. A lui si deve il merito dell'importazione delle prime piante di Hosta e di altre piante mai viste prima in Europa.

Hakonechloa macra

Bellissima graminacea di facile coltivazione, perfetta per la piena terra e per il vaso. Forma folti cuscini, particolarmente decorativi, dall'aspetto tondeggiante, con le foglie che si dispongono a fontana. Ottima come matrice, utilizzata in gruppi per creare una base verde morbida e duratura durante la stagione estiva e autunnale. Si coltiva in terreno ricco, anche argilloso, purchè non sia mai arido. Sopporta posizioni in ombra luminosa, mezz'ombra, ma anche pieno sole, purchè abbia acqua regolarmente.

L'epiteto generico deriva dal nome del monte Hakone (Prefettura di Kanagawa, Giappone) e dal greco χλόα (chlóa erba): erba del monte Hakone, in riferimento alla provenienza dei primi esemplari identificati in natura.

L'epiteto specifico macra deriva dal greco μακρόϛ (macrós lungo, grande) in riferimento alle lunghe foglie di questo genere.

Hakonechloa macra 'Nicolas'

Cultivar selezionata e registrata dal francese Olivier Bennato Chez , caratterizzata da lunghe foglie che nascono verde chiaro e con l'arrivo dell'autunno assumono toni rossastri, pur mantenendo parte del colore estivo, quindi con verde chiaro, arancio e rosso, sulla stessa pianta, con un effetto sorprendente! Preferisce un terreno fertile, umifero, ben drenato, in posizioni a mezzombra o ombra luminosa. Tollera tranquillamente posizioni soleggiate, in terreno argilloso e con irrigazioni regolari.

L'epiteto generico deriva dal nome del monte Hakone (Prefettura di Kanagawa, Giappone) e dal greco χλόα (chlóa erba): erba del monte Hakone, in riferimento alla provenienza dei primi esemplari identificati in natura.

L'epiteto specifico macra deriva dal greco μακρόϛ (macrós lungo, grande) in riferimento alle lunghe foglie di questo genere.

Imperata cylindrica 'Red...

Graminacea ornamentale di bellissimo effetto cromatico, con foglie verde chiaro che si sfumano sulle punte di rosso acceso in primavera e poi di rosso scuro/viola con l'arrivo di temperature più basse in autunno.

Cresce bene in terreni ricchi, sciolti, irrigati regolarmente, non aridi, anche vicino a corsi d'acqua, in pieno sole o mezzombra. Molto bella anche in vaso, ciotola o vaschetta: per via dello sviluppo tramite rizomi la pianta tende a colmare tutto il vaso seguendone il perimetro e l'effetto finale è quello di foglie slanciate, verticali, fiammeggianti.

Raramente riesce a produrre spighe nel nostro clima, avendo bisogno di periodi caldi più lunghi per andare a seme.

Venne descritta da Linneo nel 1759 come Lagurus cylindricus. È stata poi rinominata dal botanico tedesco Ernst Adolf Raeuschel col nome corrente ed accettato.

L'epiteto generico ricorda F. Imperato (1550-1625), farmacista e botanico napoletano.

L'epiteto specifico deriva dal greco κύλινδρος (kiùlindros cilindro), con riferimento alla forma cilindrica della spiga.

La specie spontanea si trova indicata anche come Imperata cylindrica var. koenigii o Imperata koinigii  in onore del botanico tedesco Johann Gerhard König (1728-1785).

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Molinia caerulea 'Moorhexe'

Varietà compatta che con i suoi 50cm di altezza è perfetta anche per la coltivazione in vaso. Ha spighe porpora, che creano un bellissimo contrasto con il fogliame. Preferisce posizioni al sole o mezzombra in terreno fertile, umido. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina.

L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna).

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Pennisetum alopecuroides...

Per gli amanti delle foglie scure! Questa cultivar di Pennisetum alopecuroides ha tutte le qualità di 'Little Bunny' (compatto, rotondo, facile da utilizzare nelle bordure) e in più ha un bellissimo colore del fogliame. Si adatta molto bene anche al vaso. Coltivare in terreno fertile, ben drenato, non arido, in pieno sole. Rustico, resistente, è una garanzia!

L'epiteto generico deriva dal latino penna (piuma) e da seta (setola): con setole piumose.

L'epiteto specifico è formato dalle parole greche dal greco ἀλώπηξ (alópex volpe ), οὐρά (urá coda) ed εἷδος (èidos sembianza): simile ad un Alopecurus, cioè con spighe simili a code di volpe.

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Pennisetum alopecuroides...

Una selezione dalle dimensioni ridotte e portamento compatto, rotondo. Versatile, si adatta anche al vaso. Coltivare in terreno fertile, ben drenato, in pieno sole. Sopporta irrigazioni minori una volta ben ambientato, ma per un risultato ottimale è preferibili coltivare in terreno non arido.

L'epiteto generico deriva dal latino penna (piuma) e da seta (setola): con setole piumose.

L'epiteto specifico è formato dalle parole greche dal greco ἀλώπηξ (alópex volpe ), οὐρά (urá coda) ed εἷδος (èidos sembianza): simile ad un Alopecurus, cioè con spighe simili a code di volpe.

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Phyllitis scolopendrium...

Felce sempreverde con bellissime foglie lunghe e sottili dai margini increspati. Ama i terreni ricchi di sostanza organica, fogliosi, ma drenati, non stagnanti e posizioni in ombra luminosa.

L'epiteto generico Asplenium deriva dal greco ἄσπληνον (asplènon) composto da a- privativa e σπλήν(splèn, milza), per la supposta efficacia di Asplenium ceterach (stessa specie di A. scolopendrum, ma genere diverso) nella cura delle patologie di quest'organo. Il sinonimo Phyllitis ha origine dalla parola greca φύλλον (fiùllon foglia: perché è una felce costituita solo da grandi foglie a lamina intera).

L'epiteto specifico fa riferimento alle foglie, strette e lunghe.

Polypodium 'Whitley Giant'

Interessante felce sempreverde con fronde lunghe fino a 45/50cm. Rizomatosa, è un ottimo coprisuolo per zone ombrose, anche se non è particolarmente rapida nello sviluppo. Una volta ambientata sopporta bene irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico deriva dal greco πολύ (molte) e στίξ, στιχός (stix, stichòs fila), per i sori disposti in più file.

Polystichum luctuosum

Una felce sempreverde, con fogliame verde lucido, originaria di Cina, Giappone, Corea perfetta per terreni ben drenati, anche sassosi. E' chiamata Felce di roccia coreana o Felce agrifoglio di Tsushima ( da cui il sinonimo Polystichum tsus-simense). Vincitrice dell' Award of Garden Merit nel 1997.

Si coltiva in ombra o mezz'ombra(tollera facilmente alcune ore di sole), in terreni fertili, drenati, non ama i ristagni di acqua.

L'epiteto generico deriva dal greco πολύ (molte) e στίξ, στιχός (stix, stichòs fila), per i sori disposti in più file.

L'epiteto specifico in latino significa luttuoso, traduzione letterale di uno dei nomi comuni di questa felce, chiamata Mourning shield fern, cioè Dryopteris o felce scudo (shield fern) luttuosa. 

Sesleria autumnalis

Una graminacea perfetta per creare matrici o per un interessante effetto prateria, in combinazione con fioriture che spuntino leggere in mezzo al suo fogliame verde chiaro. Diffusa in natura in Italia e in parte dei Balcani è molto resistente e affidabile. Si coltiva al sole o a mezz'ombra, in un buon terreno fertile, ma si adatta anche a terreni più poveri. In zone molto calde è preferibile coltivare Sesleria autumnalis a mezz'ombra, dove sia raggiunta da 4 o 5 ore di sole diretto. Una volta ambientata tollera irrigazioni sporadiche, anche se per un buon effetto ornamentale le irrigazioni possono fare la differenza.

Nel clima del nord Italia è semi-sempreverde e dopo l'inverno può essere utile tagliare la vegetazione per rinfrescare l'aspetto della pianta, ma anche lasciando la vegetazione dell'anno precedente l'effetto ornamentale è garantito, per la sovrapposizione del verde chiaro delle nuove foglie con il secco di quelle vecchie. In condizioni climatiche miti è invece sempreverde.

Le spighe maturano in piena estate e persistono sulla pianta anche durante l'inverno.

L'epiteto generico celebra il medico e botanico italiano Leonardo Sesler (1683-1785)

L'epiteto specifico deriva dal latino autumnus, in riferimento al periodo tardivo di fioritura.