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Belamcanda chinensis

Rizomatosa originaria dell'India del nord e del Nepal, ma diffusa in gran parte dei paesi asiatici. Produce bellissimi fiori arancioni maculati da Giugno a Settembre e bacche nere in autunno, lucide, portate da capsule verdi che maturando diventano cartacee e si aprono, mostrano i semi all'interno. Le foglie sono simili a quelle di molte Iris, ensiformi, cioè appiattite e allungate alla sommità. Un valore aggiunto in ogni giardino, porta colore ed elementi grafici con gli alti steli che si stagliano verticali. Coltivare in terreno ben drenato, in pieno sole. Tollera irrigazioni scarse e terreni poveri, ma per uno sviluppo migliore e per avere colorazioni dei fiori più intense si consiglia di fornire acqua a sufficienza e terreno fertile.

Nella medicina tradizionale cinese viene utilizzata per curare i problemi della gola, ma deve essere utilizzata in modo appropriato data la tossicità dei tuberi.

I primi campioni furono raccolti da missionari gesuiti in Cina. I semi vennero inviati nel 1730 in Europa e Linneo la battezzò Ixia chinensis. Nel 1802 il botanico svizzero Augustin Pyramus de Candolle la ribattezzò col nome Belamcanda.

L'epiteto generico deriva dal sanscrito ed è composto dai termini Belam (una regione indiana vicino al confine col Nepal) e kanda (in sanscrito 'radice, tubero, rizoma') : 'radice di Belam', il nome con cui viene chiamata in India nord-occidentale. 

L'epiteto specifico significa 'della Cina' e venne mantenuto da Augustin Pyramus de Candolle quando modifico il basionimo assegnato da Linneo. Si spiega quindi l'aspetto insolito del nome di questa pianta, che dal nome generico viene indicata come Indiana e dal nome specifico come Cinese.

Studi recenti hanno stabilito l'appartenenza al genere Iris e ribattezzato la pianta come Iris domestica, ma dobbiamo ammettere che preferiamo usare il nome Belamcanda, che oltre ad essere il nome con cui è chiamata nei suoi luoghi di origine, racconta una storia e la sua provenienza.

Berkheya purpurea

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae originaria del Sud Africa, diffusa ad altitudini in cui sono frequenti le nevicate invernali e l'estate è mediamente piovosa. Ha foglie basali spinose, verdi sulla pagina superiore e argentate su quella inferiore e fiori simili a grandi margherite di un bellissimo viola pastello, con il disco centrale scuro. Da provare in abbinamento con graminacee come Stipa 'Ichu' o Andropogon scoparius 'Prairie Blues' e con fioriture giallo tenue, come Coreopsis verticillata 'Moonbeam'. Una volta ambientata si rivela molto resistente a periodi di siccità, ma per uno sviluppo ottimale è preferibile ricreare le condizioni in cui si trova in natura: il terreno deve essere ben drenato, ricco di sostanza organica, irrigato durante il periodo estivo. Una leggera acidità del terreno può migliorare la resa. 

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del naturalista e pittore Jan le Francq van Berkhey (1729-1812), originario dei Paesi Bassi.

L'epiteto specifico deriva dal greco πορφύρεος (porfiùreos di colore rosso porpora) e fa riferimento al colore dei fiori violacei.

Bletilla 'Brigantes'

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori che presentano con una certa variabilità toni tra il rosa e il pesca.

'Brigantes' è un ibrido selezionato da Richard Evenden nel 1994, nato dall'ibridazione tra Bletilla striata e Bletilla ochracea. Ha steli scuri e fiorisce fino all'estate. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

Bletilla striata

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Bletilla striata ''Anna''

Selezione particolarmente alta di questa orchidea rustica terrestre con lunghe foglie a lancia, con evidenti venature a rilievo e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e ben drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Bouteloua gracilis

Graminacea originaria del Nord America purtroppo poco diffusa nei giardini, ma forte e resistente, capace di dare grandi soddisfazioni con pochissime cure. E' un'ottima alternativa a Stipa tenuissima per chi vuole una pianta con portamento rotondo, ordinato, compatto e una spigatura lunghissima, leggera. Porta spighe orizzontali dalla forma affascinante, simili a piccole libellule in volo, color panna. Preferisce terreni ben drenati e posizioni soleggiate e può essere utilizzata come tappezzante antierosione. In inglese è chiamata 'mosquito grass', pianta delle zanzare, per la forma delle spighe che oscillano nel vento come se fossero una nuvola di piccoli insetti. via via che maturano le spighe si inclinano verso l'alto e lentamente si incurvano verso il basso, come un dito che si piega su se stesso.

L'epiteto generico ricorda i fratelli Claudius e Exteban Boutelou botanici spagnoli vissuti a metà '800.

L'epiteto specifico in latino significa esile, semplice.

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Briza media 'Limouzi'

Bellissima graminacea semi-sempreverde con foglie verde glauco e infiorescenze pendule giallo-verdi spesso soffuse di porpora. Coltivare al sole in buon terreno lavorato, non arido. Tollera anche terreni poveri e mediamenti asciutti una volta ambientata. La varietà Limouzi è più alta rispetto alla specie.

L'epiteto generico  deriva dal greco βρίζα (brίza un tipo di cereale), da βρίζειν (brízein, annuire) in riferimento alle spighe che dondolando nel vento, come se annuissero. In inglese la Briza è detta quaking grass, in riferimento al suono che producono le spighe mosse dal vento.

L'epiteto specifico fa riferimento alla dimensione delle spighe, più piccole rispetto a quelle di Briza maxima e più grandi di quelle di Briza minor. Deriva dall'aggettivo medius medio, intermedio.

Il nome della cultivar potrebbe fare riferimento alla regione francese del Limousin, Limouzi in forma arcaica. La Briza media è diffusa in gran parte dell' Europa, compresa la Francia. Che sia una cultivar selezionata da qualche vivaista francese della zona? 

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Brunnera macrophylla

Bellissima perenne della famiglia delle Boraginaceae originaria del Nord America, caratterizzata da grandi foglie a cuore ruvide coperte da una corta peluria e fiori azzurri che ricordano i Non ti scordar di me. Preferisce posizioni in ombra o ombra luminosa e terreni ricchi, ben drenati. Importante ridurre le irrigazioni durante l'estate, dopo la fioritura. Si dissemina facilmente ed è perfetta per angoli di sottobosco dove possa allargarsi liberamente formando fitti cuscini di foglie molto decorative.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Brunnera macrophylla 'Betty...

Bellissima perenne della famiglia delle Boraginaceae, caratterizzata da grandi foglie argentate, a cuore, ruvide, coperte da una corta peluria e fiori bianchi che ricordano nella forma i Non ti scordar di me. Preferisce posizioni in ombra luminosa o mezz'ombra e terreni ricchi, ben drenati. Se cresciuta più al sole richiede irrigazioni costanti, mentre se coltivata in ombra deve essere bagnata un po' meno dopo la fioritura, per non incorrere in marciumi. Si dissemina facilmente ed è perfetta per angoli di sottobosco dove possa allargarsi liberamente formando fitti cuscini di foglie molto decorative.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Brunnera macrophylla...

Bellissima perenne con foglie a cuore argentate venate di verde. I fiori sbocciano in primavera e ricordano i Non ti scordar di me per colore e forma. Preferisce posizioni in ombra o mezzombra e terreni ricchi, ben drenati. Nella nostra esperienza è una delle varietà più resistenti all'esposizione a qualche ora di sole. Importante ridurre le irrigazioni durante l'estate, dopo la fioritura. Questa varietà è stata introdotta sul mercato nel 2012 dal vivaio olandese Spitsbergen-Willemsen, ottenuta come miglioramento delle qualità di Brunnera macrophylla 'Jack Frost'.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

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Calamagrostis brachytricha

Graminacea di origine asiatica dalla forma compatta, cespugliosa, con spighe che spuntano rosate e maturano in bianco. Adatta a posizioni soleggiate, tollera anche qualche ora di sole in meno e preferisce terreni ricchi e ben drenati. La mancanza di acqua ne riduce le dimensioni e la spigatura. Diversamente da altre Calamagrostis (come C. acutiflora 'Karl Foerster') è una 'warm season grass', cioè una graminacea che fiorisce nella stagione calda. Infatti inizia alla fine dell'estate  a produrre spighe che persistono poi fino all'inverno.

L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.

L'epiteto specifico è composto dalle parole greche βραχύς (brachiùs corto, breve) e θρίξ, τριχός (thrix, trichós pelo): con peli corti, in riferimento alla conformazione della spiga.

Vincitrice nel 2006 dell' Award of Garden Merit assegnato dalla Royal Horticoltural Society.

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Calamagrostis x acutiflora...

Graminacea dal portamento a colonna, composta e ordinata. Forma un cespuglio di foglie da cui spuntano alte spighe, portate da steli flessuosi. Adatta anche alla coltivazione in vaso, preferisce terreni mediamente ricchi e irrigati regolarmente. Si può coltivare in pieno sole o a mezzombra. Appartiene al gruppo delle 'cool season grasses', graminacee della stagione fresca, perché vegeta e fiorisce all'inizio della stagione, pur restando decorativa tutta l'estate e l'inverno perché le spighe persistono fino all'anno successivo!
Alcuni la definiscono 'perpetual motion grass', graminacea dal moto perpetuo, perché è decorativa per tutto l'anno: le spighe si aprono piumose, sfumate di porpora, maturano e si chiudono, compattandosi a forma di scovolino in color panna e persistono sulla pianta fino a tutto l'inverno. Una pianta quindi di interesse continuo!
Calamagrostis x acutiflora è il risultato dell'ibridazione spontanea tra Calamagrostis epigejos e Calamagrostis arundinacea scoperta da Karl Foerster (1874-1970)nel giardino botanico di Amburgo. Venne messa da lui in produzione e fece la sua prima comparsa nel catalogo del vivaio nel 1939.
Nel 1959 Foerster la citò nel libro 'The Use of Grasses and Ferns in the Garden' e dal 1964 venne importata in America. E' una delle graminacee più famose e più diffuse.
L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.
L'epiteto specifico deriva è composto dalle parole latine acutus (acùtus acuto) e flos floris (flòs flòris, fiore) in riferimento alle parti componenti della spiga, lunghe e acuminate.
Perennial Plant of the Year nel 2001, premio assegnato dalla Perennial Plant Association.

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Calamagrostis x acutiflora...

Portamento ordinato e spighe piumose molto decorative che persistono per tutta la stagione, dalla fine della primavera all'autunno, trasformandosi(prima piumose, poi più asciutte, ma sempre particolarmente ornamentali). Adatta anche alla coltivazione in vaso, preferisce terreni mediamente ricchi e irrigati regolarmente.

Rispetto a 'Karl Foerster' è più bassa, ha portamento più compatto e non ha le sfumature rosate/porpora tipiche di Karl Foerster all'inizio della spigatura, ma una bellissima e luminosa sfumatura argentata.

Si può coltivare in pieno sole o a mezzombra. Appartiene al gruppo delle 'cool season grasses', graminacee della stagione fresca, perché vegeta e fiorisce all'inizio della stagione, pur restando decorativa tutta l'estate e l'inverno perché le spighe persistono fino all'anno successivo!
Alcuni la definiscono 'perpetual motion grass', graminacea dal moto perpetuo, perché è decorativa per tutto l'anno: le spighe si aprono piumose, sfumate di porpora, maturano e si chiudono, compattandosi a forma di scovolino in color panna e persistono sulla pianta fino a tutto l'inverno. Una pianta quindi di interesse continuo!
Calamagrostis x acutiflora è il risultato dell'ibridazione spontanea tra Calamagrostis epigejos e Calamagrostis arundinacea scoperta da Karl Foerster (1874-1970)nel giardino botanico di Amburgo. Venne messa da lui in produzione e fece la sua prima comparsa nel catalogo del vivaio nel 1939.
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L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.
L'epiteto specifico deriva è composto dalle parole latine acutus (acùtus acuto) e flos floris (flòs flòris, fiore) in riferimento alle parti componenti della spiga, lunghe e acuminate.

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Campanula poscharskyana

Perenne rizomatosa sempreverde dal portamento ricadente o strisciante per posizioni a mezzombra in vaso o in terra. Forma densi cuscini carichi di fiori a stella blu lavanda che si schiudono da fine Aprile a Luglio, specialmente se la pianta viene cimata dopo la prima fioritura. Si adatta facilmente ad ogni tipo di terreno e quando si dissemina nasce anche tra le pietre dei selciati, nei muretti e si rivela molto resistente anche a brevi periodi di siccità. 

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico è dedicato al botanico tedesco Gustav Adolf Poscharsky (1832-1915).