Piante perenni

Piante perenni

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  • Disponibilità: Non disponibile
  • Colore fogliame: Verde
  • Profumo: Intenso

Hyssopus officinalis subsp....

Bellissima fioritura blu dall'estate all'autunno se si ha l'accortezza di tagliare i rami sfioriti. Si coltiva in pieno sole, in vaso o in terra con irrigazioni abbastanza regolari all'inizio e più ridotte nel momento in cui la pianta è ben radicata. Il fogliame è aromatico e può essere usato in cucina.

L' epiteto generico deriva dal greco ὕσσωπος (ìssopos) e da sempre indica questa pianta, utilizzata nella tradizione ebraica nei rituali di purificazione.

L'epiteto specifico fa riferimento all'utilizzo erboristico e deriva da officina, il laboratorio medievale in cui le piante venivano lavorate.

Aristatus indica conformazione degli stami, allungati e sporgenti (da arìsta, il tipico 'baffo', tecnicamente 'resta' di alcune spighe)

Lilium candidum

Bulbosa originaria di Palestina e Libano, diffusa nel Mediterraneo grazie ai commerci dei Fenici, apprezzata già nell'antica Grecia e coltivata anche dai Romani a scopo ornamentale. Il mito racconta che il Lilium candidum fosse nato dalle gocce di latte cadute dal petto di Era, dea patrona del matrimonio, della fedeltà matrimoniale e del parto e che Afrodite, dea dell' Amore, avesse inserito all'interno del fiore un pistillo dalla forma fallica. Il giglio è sempre stato simbolo di purezza: dalla cultura greca, alla tradizione classica romana fino alla cultura cristiana, che lo adottò come simbolo della purezza di Maria, rappresentandolo solitamente senza il pistillo. Appare infatti nelle raffigurazioni dell'annunciazione, portato in dono alla Vergine Maria dall'Arcangelo Gabriele. Anche san'Antonio da Padova viene raffigurato con i Lilium candidum in mano. La stratificazione culturale pagana e cristiana ha portato quindi alla nascita di un gran numero di nomi comuni per questa bulbosa e tra i più diffusi ricordiamo Giglio della Madonna e Giglio di sant'Antonio, Giglio di san Giuseppe.

In gran parte d'Italia è diffuso come alloctona casuale e in alcune regioni come alloctona naturalizzata.

La posizione ideale è a mezz'ombra o al sole, in terreno ricco, fertile, abbastanza drenato, in mix nelle bordure con altre perenni che con la loro vegetazione proteggano la base della pianta dal calore e dall'evaporazione dell'acqua di irrigazione. Già alla fine dell'inverno i bulbi producono le rosette basali di foglie e dalla primavera inizia a crescere lo stelo floreale. Dopo la fioritura lo stelo e le sue foglie seccano, mentre persistono le foglie della rosetta basale. I bulbi vanno lasciati indisturbati nel terreno per permettere alla pianta di irrobustirsi e aumentare di anno in anno la produzione di steli.

L'epiteto generico deriva da lilium, termine latino per 'giglio', dal greco λείριον (leírion giglio)

L'epiteto specifico significa bianco

Petasites fragrans

Spontaneo della flora italiana ha foglie coriacee e fiori bianco rosati che si schiudono alla fine dell'inverno e che profumano di vaniglia. Adatto a posizioni ombreggiate si allarga velocemente in terreni fertili, umidi.

Phlox paniculata 'Monica...

Cultivar alta e forte, con bellissimi fiori rosa chiaro con il centro delicatamente sfumato di un rosa più intenso. Il colore dei fiori contrasta elegantemente con steli e boccioli che sono scuri. Il nome ricorda il giardiniere che negli anni '70 ne trovò alcune piante nate da seme nel proprio giardino nell'Hampshire.

I fiori di Phlox paniculata sono profumati e commestibili, ottimi su gelato, insalate, macedonie e torte. Ogni varietà ha fiori più o meno dolci, più o meno profumati, ciascuna con un sapore specifico.

Coltivare in posizioni soleggiate (da 3 a 5 ore di sole), in terreno fertile, drenato, non arido. Le Phlox possono incorrere in malattie fogliari come l'oidio se soffrono la mancanza di acqua o crescono in terreni poveri o troppo pesanti che causano sofferenza radicale e indebolimento fogliare. Si consiglia di ripulire dai fiori secchi i panicoli sfioriti o cimare la parte terminale dei rami senza però tagliare eccessivamente, per non perdere l'altezza ottenuta dalla pianta.

L'epiteto generico deriva dal greco φλόξ, (flóx, fiamma).

L'epiteto specifico da panícula (pannocchia): con infiorescenze a pannocchia.