Piante perenni

Piante perenni

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Adiantum pedatum

Felce decidua della famiglia delle Pteridaceae con fusti striscianti e foglie dalla tipica forma a mano aperta, leggere e dalla consistenza cartacea. Ideale per la coltivazione in vaso, come punto focale nel giardino ombroso. Per la coltivazione scegliere un angolo del giardino ombroso, con terreno ricco,sciolto e umifero, leggermente acido, ben drenato. Lo sviluppo non è veloce, ma una volta ambientata questa felce si rivela molto resistente e forma delle fitte colonie. Al riposo vegetativo segue il risveglio in primavera, con germogli dalle sfumature rosate. L'altezza finale intorno ai 60/70 cm viene raggiunta in alcuni anni se la pianta dispone di sufficiente terreno e cresce nelle condizioni ottimali.

L'epiteto generico si trova utilizzato già in Plinio (XXII, 21) '...invano si immerge l' adianto nell'acqua, è sempre secco ed è per quello che i Greci lo hanno chiamato così'.' Si trova infatti in Teofrasto il termine άδίαντον (adíanton) formato da α- senza e διαίνειν (diáinein bagnare) per le foglie che non si bagnano, perchè sono idrorepellenti.

L'epiteto specifico è un termine latino che significa in questo caso ' a forma di zampa'.

Le foglie vengono utilizzate in preparazioni erboristiche per il benessere delle vie respiratorie, date le riconosciute proprietà mucolitiche ed espettoranti.

Alcea rosea 'Nigra'

Un'Alcea dal colore insolito, un prugna scurissimo, quasi nero. La posizione ideale è in pieno sole, in terreno ben drenato, anche ghiaioso. Data l'altezza e il portamento le Alcea sono molto adatte come protagoniste in giardino o come elemento strutturale sullo sfondo delle bordure. In zone ventose è necessario fornire dei sostegni. I fiori sono commestibili e possono essere usati crudi, anche se non apportano un particolare gusto, ma solo colore.

Spesso le Alcea vengono definite annuali o biennali, ma in realtà si rivelano perenni a vita breve, talvolta superiore ai 3 o 4 anni. Si disseminano facilmente e quindi negli anni le piante vecchie vengono rimpiazzate da quelle nuove.

La radice e i fiori sono usati in erboristeria per le numerose proprietà terapeutiche e alla pianta sono riconosciute capacità depurative dei terreni con presenza di metalli pesanti.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἀλκέ(alkè rimedio)usato da Dioscoride (medico del I secolo dC considerato il padre della farmacologia) per indicare una varietà di malva, considerata anticamente il rimedio per un gran numero di mali.

L'epiteto specifico fa riferimento al colore più frequente dei fiori della specie spontanea.

Non si trovano conferme online in merito alla provenienza di questa cultivar. Se sia di origine orticola e quindi sia corretto indicarla come una cultivar orticola(Alcea rosea 'Nigra') o se sia di origine spontanea, come variazione della specie base (e quindi Alcea rosea var. nigra).

Aruncus dioicus...

Bellissima cultivar alta e slanciata, con infiorescenze lunghe e piumose. Dopo la fioritura gli steli possono essere lasciati sulla pianta o recisi: nel secondo caso la pianta produrrà nuovo fogliame e l'effetto di copertura sarà migliore, mentre lasciando le infiorescenze secche la pianta produrrà semi e il fogliame avrà la tendenza a diradarsi. Coltivare in terreno ricco, umifero, irrigato regolarmente, a mezz'ombra. Può tollerare il pieno sole in località dal clima estivo fresco e purchè il terreno non asciughi mai completamente.

L'epiteto generico deriva dal greco dorico ἤρυγγος (èriungos barba di capra). Linneo aveva battezzato questo genere Spiraea aruncus, in riferimento all' infiorescenza simile nella forma alla barba delle capre. Fu il botanico francese Michel Adanson che alla fine del '700 modificò il nome, utilizzando l'epiteto specifico assegnato da Linneo e trasformandolo in epiteto generico.

L'epiteto specifico deriva dal greco δις (dis due, due volte) e οἰκία (oikía casa):cioè dioico,, con due case, perchè fiori maschili e femminili sono portati solitamente da piante diverse. Questo vuol dire che per produrre seme occorrono nella maggior parte dei casi una pianta maschile e una femminile, anche se è diffuso anche l'ermafroditismo tra le piante di Aruncus. I fiori maschili hanno un numero maggiore di stami, quelli femminili hanno 3 pistilli per fiore, quelli ermafroditi presentano 4 pistilli che sovrastano gli stami.

Talvolta proposto come Aruncus sinensis 'Zweiweltenkind', ma nè Kew Garden, nè Missouri Botanical Garden, nè Chicago Botanic Garden riportano l'esistenza di questa specie.

Geranium phaeum 'Raven'

Una variazione di Geranium 'Lily Lovel' scoperta nel vivaio canadese 'Rain Forest Nurseries'. Ha un bellissimo portamento, resistenza all'asciutto e fiori quasi neri. Preferisce posizioni a mezz'ombra e terreno drenato, fertile, non arido. In mancanza di irrigazioni fiorisce in modo meno appariscente.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal greco dal greco φαιός (faiòs scuro, bruno), per il colore scuro dei fiori.