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Erbacee perenni da ombra

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  • Colore: Rosa
  • Periodo di Fioritura: Aprile
  • Colore fogliame: Verde

Aquilegia vulgaris var....

Una perenne facile, vigorosa e che si dissemina abbondantemente. Ha fiori rosa portati da steli verdi, spesso bruniti. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia in zone boschive ombreggiate. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano  del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse  riprende il nome  Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

L'epiteto varietale fa riferimento alla forma dei fiori, stellati e privi degli speroni, tipici della specie.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Bletilla 'Brigantes'

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori che presentano con una certa variabilità toni tra il rosa e il pesca.

'Brigantes' è un ibrido selezionato da Richard Evenden nel 1994, nato dall'ibridazione tra Bletilla striata e Bletilla ochracea. Ha steli scuri e fiorisce fino all'estate. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

Bletilla striata

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Bletilla striata ''Anna''

Selezione particolarmente alta di questa orchidea rustica terrestre con lunghe foglie a lancia, con evidenti venature a rilievo e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e ben drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Darmera peltata

Erbacea perenne originaria del Nord America, apprezzata per le grandi foglie decorative e le infiorescenze che spuntano prima ancora della vegetazione, in primavera, alla sommità di steli di 80 cm. Le foglie hanno forma ad imbuto, larghe fino a 40 cm, portate da piccioli che raggiungono i 150 cm in piante mature. Si coltiva in ombra o mezz'ombra, in terreno fertile, umifero, ricco. Non ama essere immersa in acqua, quindi meglio terreni argillosi irrigati con molta regolarità o posizioni a bordo lago, per permettere alle radici di raggiungere l'acqua senza esserne coperte. In autunno il fogliame si tinge di rosso, specialmente se la pianta è raggiunta da qualche ora di sole nelle ore meno calde.

L'epiteto generico ricorda il botanico tedesco Karl Darmer (1843-1918).

L'epiteto specifico deriva dal latino pelta (scudo a forma di mezzaluna) in riferimento alla conformazione delle foglie, appunto 'peltate' (cioè foglie il cui picciolo è inserito più o meno nel mezzo del lembo, che è a forma di scudo).

Dodecatheon meadia 'Aphrodite'

Erbacea perenne della famiglia delle Primulaceae che fiorisce in primavera con steli rigidi che portano fiori rosa carico, simili a quelli del Ciclamino, con i petali ricurvi all'indietro e lunghi stami appuntiti. In inglese è chiamata 'Shooting Star' per l'effetto dei fiori che sembrano stelle cadenti seguite. L'effetto in piena fioritura è bellissimo, elegante e molto decorativo. Durante l'estate la pianta va in riposo vegetativo e si devono ridurre drasticamente le irrigazioni. La posizione ideale è in ombra luminosa, in terreno fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche δώδεκα (dòdeca dodici) e θεός (theós divinità): Plinio (XXV, 4) chiama con questo nome una primula diffusa in Campania, perché, dice, racchiude in sé la bellezza e la maestosità di tutti e 12 gli dei romani. Il Dodecatheon come lo intendiamo oggi non ha nulla a che vedere con la pianta di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, perché Dodecatheon meadia è originario del Nord America e sembra molto improbabile che Plinio lo conoscesse. Il nome è stato utilizzato in tempi più recenti per chiamare questa perenne che su ogni stelo porta 12 fiori, come 12 divinità.

L'epiteto specifico ricorda il fisico inglese Richard Mead (1673-1754). Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva attribuito a questo genere il nome di Meadia. Linneo sostituì questo nome con Dodecatheon (perché Richard Mead non era un botanico) e conservò meadia solo per identificare la specie.

Epimedium 'Pink Elf'

Nato dall' ibridazione di Epimedium leptorrhizum x Epimedium pubescens, ha steli flessuosi carichi di piccoli fiori rosa dalla forma 'a ragno' che formano una nuvola. E' una erbacea perenne semisempreverde, perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Ha un aspetto leggero ed elegante con una lunga fioritura primaverile. Preferisce terreni ricchi e ben drenati e per la texture delle sue foglie si combina bene con tutte le perenni da ombra. Le giovani foglie nascono con bellissime colorazioni bronzate e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora nei toni dell'arancio.

Nella nostra esperienza si è rivelato resistente a brevi periodi di siccità e ad un'esposizione al sole per circa 3 ore al mattino.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Epimedium grandiflorum...

Un'introduzione del vivaista tedesco Ernst Pagels, caratterizzata da dimensioni ridotte rispetto alla specie e da fiori lilla con speroni allungati bianchi. Le foglie nascono color bronzo, soffuse di rosso, maturano in verde e con l'autunno si tingono di rosso. Gli Epimedium grandiflorum perdono completamente il fogliame in inverno e la nuova vegetazione spunta insieme ai fiori a primavera.

La posizione ideale è in ombra luminosa o mezzombra, in terrerno drenato, fertile, meglio se leggermente acido.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

L'epiteto specifico è composto dalle parole latine grandis (grande) e flos (fiore) in riferimento alla dimensione dei fiori della specie.

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Helleborus ' Pretty Ellen...

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici rosa segnate in modo leggero da venature rosa scuro 

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.

Primula vulgaris subsp....

Una forma spontanea della più conosciuta Primula vulgaris gialla, originaria dei Balcani. Spontanea in alcune regioni del Nord Italia, ha fiori rosa che si schiudono da metà Febbraio a fine Aprile.

Coltivare in terreno fertile, drenato, a mezzombra, possibilmente sotto ad alberi e arbusti a foglia caduca: in questo modo riceverà luce nei mesi invernali e primaverili per poi essere protetta dalle chiome.

L'epiteto generico è un diminutivo di prímus (primo), per la precoce fioritura, essendo fra le prime specie a fiorire dopo l'inverno.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino vulgus volgo, col significato di molto comune, diffusa.

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