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Erbacee perenni da ombra

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  • Periodo di Fioritura: Giugno
  • Disponibilità: Disponibile

Geranium x cantabrigiense...

Cultivar a fiori bianchi e portamento folto, con un effetto a cuscino e ottima copertura!

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal nome latinizzato di Cambridge, Cantabrigia, col significato di 'originario di Cambridge': nasce infatti grazie al lavoro della dottoressa Helen Kiefer, del giardino botanico dell'Università di Cambridge. E' stato ottenuto nel 1974 come ibrido sterile di G. macrorrhizum e G. dalmaticum.

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Aruncus dioicus...

Bellissima cultivar alta e slanciata, con infiorescenze lunghe e piumose. Dopo la fioritura gli steli possono essere lasciati sulla pianta o recisi: nel secondo caso la pianta produrrà nuovo fogliame e l'effetto di copertura sarà migliore, mentre lasciando le infiorescenze secche la pianta produrrà semi e il fogliame avrà la tendenza a diradarsi. Coltivare in terreno ricco, umifero, irrigato regolarmente, a mezz'ombra. Può tollerare il pieno sole in località dal clima estivo fresco e purchè il terreno non asciughi mai completamente.

L'epiteto generico deriva dal greco dorico ἤρυγγος (èriungos barba di capra). Linneo aveva battezzato questo genere Spiraea aruncus, in riferimento all' infiorescenza simile nella forma alla barba delle capre. Fu il botanico francese Michel Adanson che alla fine del '700 modificò il nome, utilizzando l'epiteto specifico assegnato da Linneo e trasformandolo in epiteto generico.

L'epiteto specifico deriva dal greco δις (dis due, due volte) e οἰκία (oikía casa):cioè dioico,, con due case, perchè fiori maschili e femminili sono portati solitamente da piante diverse. Questo vuol dire che per produrre seme occorrono nella maggior parte dei casi una pianta maschile e una femminile, anche se è diffuso anche l'ermafroditismo tra le piante di Aruncus. I fiori maschili hanno un numero maggiore di stami, quelli femminili hanno 3 pistilli per fiore, quelli ermafroditi presentano 4 pistilli che sovrastano gli stami.

Talvolta proposto come Aruncus sinensis 'Zweiweltenkind', ma nè Kew Garden, nè Missouri Botanical Garden, nè Chicago Botanic Garden riportano l'esistenza di questa specie.

Thalictrum uchiyamae

Una specie rara di Thalictrum, nostra esclusiva in Italia, originaria della Corea del Sud e coltivata da seme dal nostro vivaio. I fiori sono bianchi e hanno lunghi stami bianchi che portano alla sommità antere gialle molto evidenti. L'effetto cromatico finale è un giallo chiarissimo, quasi un verde acido, che forma una nuvola leggera. Rispetto alle cultivar, create per avere una fioritura più appariscente e duratura, questa specie fiorisce per un periodo più breve, un mese abbondante, ma vale la pena coltivarla per la bellezza della pianta fiorita nel suo insieme. Coltivare a mezz'ombra in terreno fertile, non arido, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fa riferimento al cognome giapponese Uchiyama e alla persona a cui è stato dedicato, ma non abbiamo trovato informazioni ulteriori.

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Thalictrum rochebruneanum...

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori leggermente più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Questà varietà è stata identificata in natura e ha sepali più grandi della specie. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

L'epiteto specifico celebra il botanico francese Alphonse Trémeau de Rochebrune (1834-1912).

Thalictrum rochebruneanum

Originario di Giappone e Corea, ha foglie e fiori più grandi rispetto a quelle di altri Thalictrum. Una nuvola di fiori color glicine! Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile. Posizioni troppo ombrose non favoriscono il corretto sviluppo della pianta. La condizione ideale è con 4 o 5 ore di sole del mattino.

'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila (o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori di un delicato color glicine. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila(o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori bianco puro. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Thalictrum delavayi

Erbacea perenne della famiglia delle Ranuncolaceae originaria della Cina. Da Giugno a Settembre, su steli alti e flessuosi, porta fiori leggeri, color glicine, con evidenti stami gialli. Prodotto da seme dal nostro vivaio, si autodissemina se trova le condizioni adatte e rispetto alle molte recenti introduzioni, più appariscenti, ha foglie più piccole, grande resistenza e vegetazione ricca anche durante i mesi più caldi. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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Lychnis flos-cuculi 'Petite...

Una fioritura appariscente e molto abbondante in primavera che si ripete ciclicamente, anche se in tono ridotto, fino all'autunno se si ha l'accortezza di recidere gli steli sfioriti tagliandoli alla base. Si consiglia di coltivare a mezzombra, raggiunta da almeno 3 o 4 ore di sole diretto per favorire un portamento compatto e una maggiore rigidità degli steli. Si sviluppa velocemente formando un denso cespuglio basale di foglie dalla forma allungata e ogni anno produce un numero maggiore di steli. Preferisce terreno drenato e fertile, non arido, anche se si è rivelata molto più resistente del previsto a periodi di siccità, ovviamente però a discapito della fioritura.

L'epiteto generico deriva dal greco λύχνoς (liùcnos lampada, lucerna): gli steli di alcune piante di questo genere erano impiegati come stoppini per le lucerne. In realtà i Greci attribuivano questo nome a una pianta dalle foglie cotonose che, come dice Plinio (XXV, 10), servono per fare dei lucignoli alle lampade. Secondo lui è una specie di Verbascum e secondo Dioscoride (III, 98) è un Agrostemma, genere con foglie spesse e pelose simili a quelle del Verbascum. In seguito Agrostemma e Lychnis sono diventati sinonimi e quindi è lecito pensare che il riferimento nei testi classici potesse essere alle Lychnis come ad esempio Lychnis coronaria( syn. Agrostemma coronaria). 

L'epiteto specifico ha origine dubbia. E' composto dai termini flos(fiore) e cuculus (cucùlus, cucùlo). Alcuni autori sostengono faccia riferimento alla presenza frequente sugli steli di questa pianta della schiuma della sputacchina, la larva dell’insetto Philaenus spumarius, chiamata anche saliva di cuculo. Altri, come ad esempio Alexandre de Théis (Glossaire de Botanique, 1810) interpretano il nome come un riferimento alla credenza popolare diffusa in tutta Europa per cui al canto del cuculo corrisponda l'arrivo della primavera.

Hosta ventricosa

Hosta originaria della Cina con foglie verdi e fiori viola. Si adatta bene a posizioni a mezz'ombra, per favorire la fioritura, in terreno drenato, fertile, non arido. E' stata la prima Hosta ad essere coltivata in Europa, introdotta da George Hibbert nel 1790.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

L'epiteto specifico ha origine dalla parola latina vénter, véntris (ventre): rigonfio in qualche parte come una vescica, con riferimento alla forma del perianzio(l'insieme di calice e corolla).

La storia del nome di questa pianta è stata abbastanza particolare e frutto di errori di identificazione: H.C.Andrews la battezzò Hemerocallis caerulea ( comunemente Hemerocallide del Giappone) nel 1805, il botanico austriaco Leopold Trattinnick invece la chiamò Hosta caerulea nel 1812. Solo nel 1931 W. Stearn applicò l'epiteto ventricosa (dal basionimo Bryocles ventricosa) a questa pianta, battezzandola Hosta ventricosa. Questo nome venne poi accettato e utilizzato da F. Maekawa (1937, 1940, 1969), M. G. Chung (1990) e W.G. Schmid (1991) ed è diventato di uso comune.

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Hosta 'Sum and Substance'

Una delle cultivars più grandi di Hosta! Raggiunge gli 80 cm di altezza (90cm in fioritura) e i 100/120 cm di larghezza. Le foglie possono variare di colore a seconda dell'esposizione: verde chiaro in ombra luminosa, chartreuse(verde/giallo) in mezz'ombra(1 o 2 ore di sole diretto nelle ore meno calde), giallo oro in mezz'ombra (3 o 4 ore di sole diretto nelle ore meno calde). La posizione migliore secondo noi è a est, raggiunta da alcune ore di sole al mattino, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Regal Splendor'

Una varietà registrata nel 1990 da Walter Gardens con foglie glauche con bordo prima bianco crema, poi bianco, leggermente increspato. Forma un cespuglio con forma a imbuto. Tollera alcune ore di sole al mattino. Fioritura color lavanda portata da steli slanciati ed eleganti, alti fino a 120 cm. Coltivare in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Patriot'

Varietà del 1990 di J. Machen con foglie dalla forma a cuore con il centro verde e i bordi fortemente segnati di bianco in modo irregolare. Coltivare a mezzombra o ombra luminosa in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Orion's Belt'

Introdotta nel 2003 da Dick e Jane Ward come ibrido di H. 'Pin Stripe' x H. montana f. macrophylla. Ha un fogliame sorprendente, verde azzurro, bordato di bianco crema. Col progredire della stagione le foglie diventano più verdi e i margini più bianchi. I bordi delle foglie sono elegantemente ondulati e il portamento è tondeggiante e armonioso. Coltivare a mezzombra o ombra luminosa in terreno fertile, drenato. Come tutte le Hosta si adatta benissimo alla coltivazione in vaso.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Dream Weaver'

Varietà del 2000 di J. van den Top con foglie verde glauco e centro giallo. La variegatura centrale si riduce via via che la pianta matura durante la stagione. E' una variazione spontanea ottenuta da Hosta 'Great Expectation'. Fiorisce in bianco con steli corti per un'altezza massima di 50 cm. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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