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Acanthus hungaricus 'White...

Perenne rustica con foglie verde brillante e pannocchie di fiori formati da una parte superiore viola e un labbro inferiore bianco. In natura l'Acanthus è tipico di luoghi asciutti e terreni sassosi, resiste bene alla siccità e forma grandi cespugli molto decorativi. In giardino mostra la sua resistenza e affidabilità e si adatta ad ogni tipo di terreno, purchè abbia un buon drenaggio, preferibilmente a mezzombra. Questo ibrido di Acanthus è apprezzato per le dimensioni più contenute rispetto alla specie ed è quindi la scelta ideale anche per giardini più piccoli e per la coltivazione in vaso. Rispetto ad Acanthus spinosus e mollis ha una maggiore resistenza al freddo, data l'origine geografica della specie.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκανϑα (ácantha) formato da ακέ (aké punta, ago) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore): fiore spinoso, per via delle estremità aculeate delle foglie e delle capsule che racchiudono i semi. La mitologia greca parla inoltre della ninfa Acanto, amata da Apollo, ma non ricambiata. Il dio cercò di rapirla, ma lei reagì, graffiandolo in volto. Per punirla Apollo la trasformò nell'omonima pianta. Un'altra versione del mito racconta che l'amore del dio del sole venisse ricambiato dalla ninfa e che alla morte di Acanto Apollo decise di trasformarla nell'omonima pianta.

L'epiteto specifico indica la provenienza geografica della specie, originaria dell' Ungheria. Si trova talvolta indicata anche come Acanthus balcanicus.

Anemone 'Dreaming Swan'

Una delle Anemone della serie Swan, selezionata da ibridazioni spontanee tra A.hupehensis e A.rupicola da Eizabeth MacGregor nel suo vivaio in Scozia e lanciata dal vivaio Hardy's Cottage Garden Plants nel 2001 al Chelsea Flower Show. 'Dreaming Swan' ha fiori semi doppi formati da sepali bianchi con la pagina inferiore sfumata di blu/viola e come tutte le altre cultivar di questa serie ha portamento compatto e non si allarga tramite rizomi. La posizione ideale è a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da 3 o 4 ore di sole, meglio se al mattino. Rispetto ad Anemone x hybrida (le classiche e più diffuse, conosciute come Anemone giapponese o autunnale) fiorisce più abbondantemente, iniziando già in Giugno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Vedi le altre Anemone della nostra collezione

Anemone tomentosa...

Varietà di Anemone autunnale con stami gialli al centro, circondati da 5 sepali rosa chiaro con la pagina inferiore più scura. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di 3 o 4 ore di sole al giorno, perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.
L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra. 

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

L'epiteto specifico deriva dal latino tomentum (tomèntum peluria): in riferimento alla peluria che ricopre i fusti e la pagina inferiore delle foglie.

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Anemone x hybrida 'Carmen'

Bella cultivar di altezza contenuta con fiori rosa chiaro sfumati di rosa scuro sui bordi. Necessita di alcune ore di sole ed irrigazioni dal basso per evitare eccessiva umidità sulle foglie che può favorire l'insorgere di malattie fungine. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. 

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

''...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844. Le Anemone x hybrida, chiamate comunemente Anemone giapponesi sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

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Anemone x hybrida 'Königin...

Bellissima e romantica varietà con fiori semidoppi rosa chiaro e portamento eretto. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. 

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

''...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844. Le Anemone x hybrida, chiamate comunemente Anemone giapponesi sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

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Anemone x hybrida...

Varietà vigorosa con alti steli scuri e fiori rosa intenso formati da 6 (raramente 7) sepali. Necessita di alcune ore di sole ed irrigazioni dal basso per evitare eccessiva umidità sulle foglie che può favorire l'insorgere di malattie fungine. Coltivare a mezzombra in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente. La condizione ideale di coltivazione è con un'esposizione di almeno 3 o 4 ore di sole al giorno perché in posizioni troppo ombreggiate le Anemone tendono a perdere struttura, a piegarsi e a fiorire meno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

''...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Le Anemone vennero introdotte dall' Oriente in Europa dal botanico Robert Fortune nel 1844. Le Anemone x hybrida, chiamate comunemente Anemone giapponesi sono tutte il risultato di ibridazione tra A. japonica e A. vitifolium.

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Aquilegia oxysepala

Una specie dai fiori bicolori originaria della Siberia e del nord del Giappone. La parte esterna del fiore (formata dai sepali) ha corti speroni ed è di un intenso porpora scuro, mentre la parte interna (corolla) è gialla. Un bel contrasto, solitamente tipico di cultivars ibridate, insolito per una Aquilegia spontanea. Si dissemina facilmente e cresce in modo ottimale in pieno sole o mezz'ombra, in terreni non troppo pesanti, fertili. Compagna ideale di rose e fioriture primaverili.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico significa 'con sepali dalla forma allungata, appuntita', dal greco ὀξύς (oxiùs appuntito) e dal latino sepalum.

Aster x herveyi 'Twilight'...

Bellissima fioritura e fogliame molto decorativo. 'Twilight' è un incrocio spontaneo tra Aster spectabilis e Aster macrophyllus e si fa notare già in primavera per il bel fogliame, grande e dalla forma a cuore. Per tutta la primavera e parte dell'estate la pianta si mantiene bassa, quasi un coprisuolo. dalla metà dell'estate gli steli floreali, spesso colorati da una interessante sfumatura rossastra, si alzano e portano fiori viola che maturando schiariscono, formando una nuvola color glicine che persiste fino all'autunno. La posizione ideale è al sole o a mezz'ombra, in terreno fertile, mediamente drenato. Posizioni troppo ombreggiate non favoriscono una abbondante fioritura, ma possono essere utili se si vuole sfruttare l'aspetto decorativo del fogliame.

Si trova comunemente in commercio come Aster macrophyllus 'Twilight', ma L. J. Uttal nel 1962 definì l'origine di questo ibrido, nato dall'incrocio spontaneo tra Aster macrophyllus e Aster spectabilis e riuscì a replicarlo dimostrando la correttezza della sua tesi. Il nuovo ibrido venne battezzato Aster x herveyi (sinonimo di Eurybia x herveyi, nome botanico aggiornato e da preferire). Indicare questo Aster come una cultivar di A. macrophyllus appare quindi come una errata interpretazione che ignora la presenza di Aster spectabilis nel suo corredo genetico. Aster macrophyllus 'Twilight' rimane comunque come sinonimo ad uso commerciale.

L'epiteto generico Eurybia deriva da εὐρυβίας (eurybías da εὐρύς euriùs ampio, vasto, diffuso)in riferimento alla disposizione dei petali(propriamente ligule) distanziati tra di loro attorno al disco centrale.

L'epiteto specifico celebra una persona di rilievo con cognome Hervey, ma non si trovano riferimenti più precisi. Potrebbe essere il fisico inglese James Hervey  (1751 – 1824), pioniere della vaccinazione contro il vaiolo.

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Athyrium filix-femina 'Lady...

Felce robusta, eretta, molto rustica e resistente, ma leggerissima. I pastorali, le giovani foglie arrotolate su se stesse, sono particolamente interessanti, per via dei toni scuri del fusto e talvolta delle giovani foglie ancora chiuse. Richiede posizioni ombreggiate e tollera poco l'esposizione diretta al sole nei mesi estivi. Il terreno deve essere fertile, fresco, drenato e se leggermente acido aiuta lo sviluppo ottimale della pianta e la colorazione. 

L'epiteto generico deriva dal greco ed è composto dal prefisso greco α- (alfa, prefisso privativo, nel senso di 'senza') e ϑυρεός (tiureòs scudo), privo di scudo, in riferimento alla veloce scomparsa dell'indusio(la membrana che ricopre gli sporangi, le cavità che contengono le spore, nei primi periodi dello sviluppo vegetativo).

L'epiteto specifico deriva dal latino fĭlix felce e femĭna (o foemĭna) femmina, felce femmina. 

Beesia calthifolia

Erbacea perenne poco diffusa, una rarità in Italia, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae, originaria della Cina, introdotta in Occidente da Dan Hinkley, famoso 'cacciatore di piante'. A lui va infatti il merito per averla identificata nel 1996 sull' altopiano di Zhongdian, nella provincia dello Yunnan. Sempreverde, ha foglie a cuore, lucide, molto decorative, portate da steli sottili ed eleganti, ma ben strutturati. Il fogliame nasce bronzato in primavera, matura in verde e in inverno il fogliame tende ad assumere sfumature scure. Rustica ben oltre i -20°C è la scelta ideale per tappezzare zone del giardino ombrose e con terreno ricco, fertile, mai arido, ma tollera anche alcune ore di sole. Gli steli floreali spuntano durante la primavera, raggiungono i 45 cm e portano per tutta la stagione piccoli fiori bianchi, con un effetto simile alle infiorescenze di Heucherella e Tiarella.

In Cina sono conosciute fin dall'antichità le sue proprietà curative per dolori reumatici e influenza.

L'epiteto generico ricorda l'azienda inglese Bees of Chester, che finanziò diverse spedizioni di ricerca botanica in Cina guidate da George Forrest e Frank Kingdon-Ward, due tra i più famosi 'plant hunters' del XX secolo. Il merito per l'introduzione in occidente di questa pianta va comunque a Dan Hinkley.

L'epiteto specifico significa 'con foglie simili a quelle di Caltha' (C. palustris, altra appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae).

Bletilla striata

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori rosa, con labello bianco, maculato di rosa. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Brunnera macrophylla

Bellissima perenne della famiglia delle Boraginaceae originaria del Nord America, caratterizzata da grandi foglie a cuore ruvide coperte da una corta peluria e fiori azzurri che ricordano i Non ti scordar di me. Preferisce posizioni in ombra o ombra luminosa e terreni ricchi, ben drenati. Importante ridurre le irrigazioni durante l'estate, dopo la fioritura. Si dissemina facilmente ed è perfetta per angoli di sottobosco dove possa allargarsi liberamente formando fitti cuscini di foglie molto decorative.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Brunnera macrophylla 'Betty...

Bellissima perenne della famiglia delle Boraginaceae, caratterizzata da grandi foglie argentate, a cuore, ruvide, coperte da una corta peluria e fiori bianchi che ricordano nella forma i Non ti scordar di me. Preferisce posizioni in ombra luminosa o mezz'ombra e terreni ricchi, ben drenati. Se cresciuta più al sole richiede irrigazioni costanti, mentre se coltivata in ombra deve essere bagnata un po' meno dopo la fioritura, per non incorrere in marciumi. Si dissemina facilmente ed è perfetta per angoli di sottobosco dove possa allargarsi liberamente formando fitti cuscini di foglie molto decorative.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Brunnera macrophylla...

Bellissima perenne con foglie a cuore argentate venate di verde. I fiori sbocciano in primavera e ricordano i Non ti scordar di me per colore e forma. Preferisce posizioni in ombra o mezzombra e terreni ricchi, ben drenati. Nella nostra esperienza è una delle varietà più resistenti all'esposizione a qualche ora di sole. Importante ridurre le irrigazioni durante l'estate, dopo la fioritura. Questa varietà è stata introdotta sul mercato nel 2012 dal vivaio olandese Spitsbergen-Willemsen, ottenuta come miglioramento delle qualità di Brunnera macrophylla 'Jack Frost'.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Brunnera sibirica

Rara e praticamente sconosciuta in Italia! Simile nell'aspetto a Brunnera macrophylla si differenzia per lo sviluppo tramite rizomi. Forma bellissime masse di foglie verdi dalla tipica forma a cuore e in primavera si copre di fiori azzurri che ricordano quelli delle Myosotis(Non ti scordar di me). Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno ricco, umifero. 

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico fa riferimento alle zone di origine di questa specie, la Siberia.