Erbacee perenni da ombra

Erbacee perenni da ombra

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  • Altezza: Fino a 50 Cm
  • Esposizione: Mezzombra
  • Fogliame: Semi-Sempreverde
  • Fogliame: Sempreverde
  • Fogliame: Spogliante

Acorus gramineus...

Perenne sempreverde con foglie verdi striate di bianco, riunite in ventagli. Preferisce terreni umidi e si può utilizzare anche per bordi di laghetti e corsi d'acqua in posizioni in ombra o mezzombra.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκορος o ἄκορον (àkoros o àkoron) pianta aromatica (probabilmente un'iris) citata da Dioscoride nel De Materia Medica. In seguito è stato assegnato, forse per somiglianza delle foglie e per l'aroma emanato dalle foglie, al genere Acorus, l'unico componente della famiglia delle Acoraceae, caratterizzate da un'infiorescenza tipica, detta 'spadice'.

L'epiteto specifico deriva dal latino gramen (gràmen, erba) per le foglie sottili che ricordano quelle delle graminacee.

La cultivar 'Argenteostriatus' è una selezione della specie originaria del Giappone ed è caratterizzata da foglie verdi bordate di bianco e da dimensioni ridotte che la rendono perfetta anche per la coltivazione in vaso.

Acorus gramineus 'Oborozuki'

Perenne sempreverde con foglie simili a quelle delle graminacee, verdi striate di giallo, riunite in ventagli. Preferisce terreni umidi e si può utilizzare anche per bordi di laghetti e corsi d'acqua in posizioni in ombra o mezzombra.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄκορος o ἄκορον (àkoros o àkoron) pianta aromatica (probabilmente un'iris) citata da Dioscoride nel De Materia Medica. In seguito è stato assegnato, forse per somiglianza delle foglie e per l'aroma emanato dalle foglie, al genere Acorus, l'unico componente della famiglia delle Acoraceae, caratterizzate da un'infiorescenza tipica, detta 'spadice'.

L'epiteto specifico deriva dal latino gramen (gràmen, erba) per le foglie sottili che ricordano quelle delle graminacee.

La cultivar 'Oborozuki' è una selezione della specie originaria del Giappone ed è caratterizzata da foglie variegate e da dimensioni ridotte che la rendono perfetta anche per la coltivazione in vaso. In Giapponese significa 'Luna quasi piena'.

Astrantia major 'Roma'

Un ibrido del 2000 di Aad Geerlings di Future Plants, con alti steli che portano fiori rosa dalla fine della primavera all'inizio dell'estate. L'infiorescenza è composta da piccoli fiori simili a spilli appuntati sul bottone centrale, circondati da brattee cartacee sfumate di rosa. L'effetto finale è un colore rosa traslucido che aumenta con la maturazione del fiore e con una maggiore esposizione al sole. Preferisce terreni ricchi e freschi, ma ben drenati. Si consiglia di ridurre le irrigazioni durante l'estate, perché dopo la fioritura ha bisogno di una minore quantità di acqua.

L'epiteto generico deriva dal greco αστήρ (astér stella, astro) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore) in riferimento alla forma delle infiorescenze.

L'epiteto specifico è formato dal comparativo di magnus (grande), quindi 'maggiore, più grande', rispetto ad Astrantia minor. Il termine in latino sarebbe scritto maior, ma in latino botanico è stato utilizzato nella forma major ed è da considerarsi quindi valido, anche se linguisticamente scorretto.

La cultivar 'Roma' fiorisce in modo abbondante e prolungato. Consigliamo di recidere gli steli sfioriti per favorire la rifiorenza.

Begonia grandis subsp....

Begonia rustica, vigorosa e resistente con fiori bianchi, meno diffusa rispetto alla specie con fiori rosa, rispetto a cui ha anche dimensioni più contenute. Preferisce terreni freschi, fertili e ben drenati, in ombra luminosa. E' una delle Begonia rustiche più apprezzate per la bellezza delle foglie, verdi, carnose, con la pagina inferiore rossa e per l'abbondante fioritura, con una gran quantità di fiori bianchi portati da rami penduli soffusi di rosa. Dopo la fioritura si formano bulbilli nelle ascelle fogliari e la pianta si 'dissemina' abbondantemente. Perfetta sia in vaso che in terra e abbastanza resistente a periodi di siccità. Si consiglia di cimare le piante all'inizio della stagione per favorire l'accestimento e una fioritura più ricca. Rustica fino a -15°C se piantata in terreno drenato.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del governatore delle Antille e grande collezionista di piante Michel Bégon (1638-1710).

L'epiteto specifico in latino significa grande, alto, ma anche considerevole, straordinario. Può fare riferimento quindi sia al portamento di questa specie, con alti fusti verticali e ben strutturati, ma anche alla sua bellezza e allo stupore che suscita alla vista.

L'epiteto sinensis significa 'cinese' da Sina, sinae (sìna, sìne), il termine latino con cui veniva chiamata la Cina.

Bergenia 'Bressingham White'

Perenne rizomatosa sempreverde con foglie verde scuro di dimensioni ridotte rispetto a quelle di Bergenia crassifolia, diffusa nei nostri giardini. In primavera gli steli floreali rossi portano fiori bianchi che persistono a lungo sulla pianta. In autunno e inverno il fogliame assume toni rossastri. La posizione ideale è in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato, non eccessivamente bagnato in estate. Le Bergenia sopportano infatti più facilmente periodi di siccità (una volta ambientate)che irrigazioni troppo abbondanti.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del botanico tedesco Karl August von Bergen (1704-1759).

Bergenia 'Harzkristall'

Varietà recente caratterizzata da portamento compatto, foglie verde intenso e fiori bianchi soffusi leggermente di rosa. La posizione ideale è in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del botanico tedesco Karl August von Bergen (1704-1759).

Bletilla striata 'Alba'

Orchidea rustica terrestre con foglie verdi, dalla forma a lancia, segnate da venature a rilievo. I fiori sono bianco puro e possono presentare una leggera sfumatura rosata. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e ben drenati e posizioni a mezz'ombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

L'epiteto specifico deriva dal latino striare (striàre, scanalare) per le striature del labello, il vistoso petalo che nelle Orchidee serve per attirare gli insetti.

Brunnera sibirica

Rara e praticamente sconosciuta in Italia! Simile nell'aspetto a Brunnera macrophylla si differenzia per lo sviluppo tramite rizomi. Forma bellissime masse di foglie verdi dalla tipica forma a cuore e in primavera si copre di fiori azzurri che ricordano quelli delle Myosotis(Non ti scordar di me). Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno ricco, umifero. 

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico fa riferimento alle zone di origine di questa specie, la Siberia.

Carex testacea 'Prairie Fire'

Perenne sempreverde della famiglia delle Cyperacee molto simile alle graminacee nell'aspetto. La varietà 'Prairie Fire' è un miglioramente della specie. Le foglie spuntano verdi e assumono i toni dell'arancio col procedere della stagione, fino ad avere le colorazioni più intense in autunno e in inverno. Preferisce posizioni in pieno sole o mezzombra e forma cespugli uniformi e molto decorativi. I semi sono portati su steli lunghi, che appoggiano a terra o, se coltivata in vaso, spuntano dal cespuglio, penduli. Fornire irrigazioni regolari e terreno ben drenato. Non si taglia in primavera, ma si ripulisce dalle foglie secche, se necessario. 

L'epiteto generico deriva dal nome classico latino carex (càrex carice, come si trova utilizzato da Virgilio nelle Bucoliche), derivato dal greco κείρω (keíro io taglio), per il bordo tagliente di molte specie di questo genere.

L'epiteto specifico deriva dal latino testa (tèsta, vaso di terracotta) per il colore delle foglie.

Anche il nome della varietà, traducibile come 'Fuoco della prateria', fa riferimento al colore intenso che caratterizza questa perenne.

Clematis integrifolia 'Blue...

Bellissima Clematis erbacea dal portamento eretto e compatto rispetto alla specie (40/50cm). I fiori blu-viola si schiudono in gran quantità da Maggio alla fine di Luglio e sono seguiti da decorativi pappi piumosi. Si dissemina in condizioni ottimali e può essere coltivata sia in vaso che in piena terra, in terreno fertile, a mezz'ombra. Ogni inverno la vegetazione secca completamente per spuntare nuovamente in primavera.

L'epiteto generico deriva dal greco κλῆμα (clèma tralcio di vite), per la presenza in molte specie di questo genere di lunghi rami sarmentosi come quelli della vite.

L'epiteto specifico deriva dai termini latini integer (ìnteger,  intero) e folium (fòlium, foglia) in riferimento ai margini non seghettati, ma uniti delle foglie.

Disporopsis pernyi

Erbacea perenne semi sempreverde, affidabile e forte, originaria della Cina, con fiori bianchi profumati che si schiudono in primavera. Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, raggiunta al massimo da alcune ore di sole al mattino. La posizione ideale è in terreno fertile, fresco, non arido, sotto ad alberi a foglia caduca: durante l'inverno e all'inizio della primavera la pianta beneficia così del sole diretto ed è invece protetta dal fogliame degli alberi nei mesi estivi.

Durante l'inverno il fogliame persiste sulla pianta, per ingiallire quando iniziano a spuntare i nuovi fusti che portano le foglie e i fiori. In primavera si può quindi tagliare la vecchia vegetazione per apprezzare i nuovi getti che spuntano dal terreno.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio), σπόρος (spòros, seme) e ὄψις (ópsis aspetto) per l'aspetto simile a quello dei Disporum.

L'epiteto specifico ricorda Paul-Hubert Perny (1818-1907), missionario francese stanziato nella provincia del Guizhou dal 1850-1860 e in quella del Sichuan dal 1862 al 1868. Inviò molti campioni botanici ad Adrien Renè Franchet, botanico del Museo di Storia Naturale di Parigi specializzato in flora Cinese e Giapponese.

Dodecatheon meadia 'Aphrodite'

Erbacea perenne della famiglia delle Primulaceae che fiorisce in primavera con steli rigidi che portano fiori rosa carico, simili a quelli del Ciclamino, con i petali ricurvi all'indietro e lunghi stami appuntiti. In inglese è chiamata 'Shooting Star' per l'effetto dei fiori che sembrano stelle cadenti seguite. L'effetto in piena fioritura è bellissimo, elegante e molto decorativo. Durante l'estate la pianta va in riposo vegetativo e si devono ridurre drasticamente le irrigazioni. La posizione ideale è in ombra luminosa, in terreno fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche δώδεκα (dòdeca dodici) e θεός (theós divinità): Plinio (XXV, 4) chiama con questo nome una primula diffusa in Campania, perché, dice, racchiude in sé la bellezza e la maestosità di tutti e 12 gli dei romani. Il Dodecatheon come lo intendiamo oggi non ha nulla a che vedere con la pianta di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, perché Dodecatheon meadia è originario del Nord America e sembra molto improbabile che Plinio lo conoscesse. Il nome è stato utilizzato in tempi più recenti per chiamare questa perenne che su ogni stelo porta 12 fiori, come 12 divinità.

L'epiteto specifico ricorda il fisico inglese Richard Mead (1673-1754). Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva attribuito a questo genere il nome di Meadia. Linneo sostituì questo nome con Dodecatheon (perché Richard Mead non era un botanico) e conservò meadia solo per identificare la specie.

Eomecon chionantha

Unico appartenente al genere Eomecon, affascinante e insolito per aspetto e comportamento. Erbacea perenne originaria della Cina, si diffonde con stoloni e produce foglie a cuore lunghe circa 30 cm e glauche, cerate, idrorepellenti, spesso sfumate di rosso sulla pagina inferiore. Gli steli floreali si alzano in primavera, rossastri e portano fiori bianco puro, formati da 4 petali attorno ad un centro formato da stami con antere gialle. La pianta contiene una sostanza tossica per le lumache e quindi non è per loro appetibile.

Si coltiva in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, ricco di sostanza organica e umifero, non arido, oppure vicino a corsi d'acqua o laghetti. Un terreno irrigato senza eccedere può essere una pratica per contenere l'espansione, anche se l'altezza finale della pianta potrebbe essere più contenuta. Si dissemina in modo limitato e la diffusione avviene in modo più evidente con le radici stolonifere.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠώς (èos alba, ma anche l'Est) e μήκων (mècon papavero), cioè Papavero dell' Est, in riferimento alle zone di provenienza di questa perenne, la Cina.

L'epiteto specifico deriva dal greco χιών(chiòn neve) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè dai fiori bianchi come la neve.

Epimedium 'Arctic Wings'

Nato dall' ibridazione di Epimedium latisepalum ed Epimedium ogisui, ha steli abbastanza corti che portano grandi fiori bianchi a stella. E' uno degli Epimedium con i fiori più grandi e appariscenti. Semisempreverde, è perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Preferisce terreni ricchi e ben drenati. Le foglie hanno forma tondeggiante, nascono ambrate, in modo abbastanza variabile tinta unito o con maculatura e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora di porpora.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον(epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Epimedium 'Pink Champagne'

Un ibrido introdotto recentemente da Daniel Probst in America. Fiori grandi con lunghi speroni rosa chiaro attorno a un centro più scuro. La pianta è alta e ricca di steli e il fogliame in primavera è maculato in modo affascinante. Per portamento, ricchezza della fioritura e altezza viene paragonato spesso a un'altra introduzione di Probst, Epimedium 'Domino', da cui si differenzia per il tono più scuro di fiori e foglie. La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa, o al massimo esposti a qualche ora di sole al mattino o tardo pomeriggio, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, varietà come 'Domino' sono capaci di rifiorire abbondantemente.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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