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  • Colore: Bianco
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Anemone 'Dreaming Swan'

Una delle Anemone della serie Swan, selezionata da ibridazioni spontanee tra A.hupehensis e A.rupicola da Eizabeth MacGregor nel suo vivaio in Scozia e lanciata dal vivaio Hardy's Cottage Garden Plants nel 2001 al Chelsea Flower Show. 'Dreaming Swan' ha fiori semi doppi formati da sepali bianchi con la pagina inferiore sfumata di blu/viola e come tutte le altre cultivar di questa serie ha portamento compatto e non si allarga tramite rizomi. La posizione ideale è a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da 3 o 4 ore di sole, meglio se al mattino. Rispetto ad Anemone x hybrida (le classiche e più diffuse, conosciute come Anemone giapponese o autunnale) fiorisce più abbondantemente, iniziando già in Giugno. Si raccomanda di irrigare dal basso, senza bagnare fiori e foglie per evitare malattie fungine.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone). I testi riportano diverse ipotesi per l'origine del nome. Viene battezzato Anemone da Teofrasto, filosofo e botanico greco, in riferimento alle fragili corolle, che si rompono nel vento. Ovidio nelle Metamorfosi (X, vv.734-739) ricorda l'origine legata al mito: Adone, abile cacciatore, viene ferito da un cinghiale durante una battuta di caccia. Venere, che ne era innamorata, lo vede morente e decide di rendere eterno il suo ricordo, trasformando in fiori il sangue dell'amato che cade a terra.

'' ...Nemmeno un'ora era passata: dal sangue spuntò un fiore del suo stesso colore;

un fiore, come quello del melograno, i cui frutti celano

sotto la buccia sottile i suoi semi. Ma è fiore di vita breve:

fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza,

deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali.''

Vedi le altre Anemone della nostra collezione

Beesia calthifolia

Erbacea perenne poco diffusa, una rarità in Italia, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae, originaria della Cina, introdotta in Occidente da Dan Hinkley, famoso 'cacciatore di piante'. A lui va infatti il merito per averla identificata nel 1996 sull' altopiano di Zhongdian, nella provincia dello Yunnan. Sempreverde, ha foglie a cuore, lucide, molto decorative, portate da steli sottili ed eleganti, ma ben strutturati. Il fogliame nasce bronzato in primavera, matura in verde e in inverno il fogliame tende ad assumere sfumature scure. Rustica ben oltre i -20°C è la scelta ideale per tappezzare zone del giardino ombrose e con terreno ricco, fertile, mai arido, ma tollera anche alcune ore di sole. Gli steli floreali spuntano durante la primavera, raggiungono i 45 cm e portano per tutta la stagione piccoli fiori bianchi, con un effetto simile alle infiorescenze di Heucherella e Tiarella.

In Cina sono conosciute fin dall'antichità le sue proprietà curative per dolori reumatici e influenza.

L'epiteto generico ricorda l'azienda inglese Bees of Chester, che finanziò diverse spedizioni di ricerca botanica in Cina guidate da George Forrest e Frank Kingdon-Ward, due tra i più famosi 'plant hunters' del XX secolo. Il merito per l'introduzione in occidente di questa pianta va comunque a Dan Hinkley.

L'epiteto specifico significa 'con foglie simili a quelle di Caltha' (C. palustris, altra appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae).

Hosta 'Climax'

Varietà registrata nel 2000 da Gil Jones. Grandi foglie rugose leggermente increspate che nascono verdi e piano piano si colorano di verde acido sui bordi. La fioritura è bianca, soffusa di viola, in estate. Preferisce posizioni in ombra luminosa; il sole riduce la variegatura delle foglie e le sbiadisce.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Dream Weaver'

Varietà del 2000 di J. van den Top con foglie verde glauco e centro giallo. La variegatura centrale si riduce via via che la pianta matura durante la stagione. E' una variazione spontanea ottenuta da Hosta 'Great Expectation'. Fiorisce in bianco con steli corti per un'altezza massima di 50 cm. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Majesty'

Varietà del 1990 registrata da R. Garbe con foglie con il centro verde , marcatamente segnate di giallo lungo i bordi. Fioritura bianca in Giugno-Luglio. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta 'Orion's Belt'

Introdotta nel 2003 da Dick e Jane Ward come ibrido di H. 'Pin Stripe' x H. montana f. macrophylla. Ha un fogliame sorprendente, verde azzurro, bordato di bianco crema. Col progredire della stagione le foglie diventano più verdi e i margini più bianchi. I bordi delle foglie sono elegantemente ondulati e il portamento è tondeggiante e armonioso. Coltivare a mezzombra o ombra luminosa in terreno fertile, drenato. Come tutte le Hosta si adatta benissimo alla coltivazione in vaso.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Hosta plantaginea 'Venus'

Hosta con foglie verdi e fiori bianchi, formati da tre giri di petali, profumati. E' una varietà a fioritura tardiva, registrata nel 1993 dalla Walter Gardens. Coltivare in terreno fertile, drenato a mezz'ombra. Posizioni troppo ombreggiate non favoriscono la fioritura.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

L'epiteto specifico indica la somiglianza delle foglie di questa specie a quelle di Plantago major, per la forma e le evidenti venature.

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Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila(o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori bianco puro. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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