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Amsonia hubrichtii

I fiori azzurri in primavera sono quelli tipici delle Amsonia, ma ciò che differenzia questa specie dalle altre è la forma delle foglie, sottili e allungate e la disposizione sui fusti a formare 'code' che ricordano nell'aspetto l'equiseto. Come le altre Amsonia in autunno assume bellissime tinte dorate. Preferisce terreni irrigati regolarmente, ma una volta ambientata sopporta irrigazioni più sporadiche. Se coltivata in pieno sole mantiene un portamento più ordinato. In posizioni più ombreggiate tende ad essere più disordinata, si consiglia quindi di cimare la pianta dopo la fioritura per favorire l'accestimento.

Il nome del genere è stato assegnato nel 1760 da John Clayton ( autore di un testo sulla flora della Virginia) in onore del fisico e appassionato di botanica John Amson. Si racconta che George Washigton nel 1758, mentre tornava dalla guerra franco-indiana, avesse i sintomi della tubercolosi e che preoccupato si fosse fermato a Williamsburg, dove venne visitato da Amson, che riscontrò una semplice influenza e tranquillizzò il presidente.

L'epiteto scientifico è invece dedicato al naturalista americano Leslie Hubricht (1908-2005) che scoprì questa pianta sui Monti Ouachita, in Nord America.

Amsonia tabernaemontana 'JS...

Bellissima perenne con fiori stellati azzurri e foglie oblunghe, verdi in estate e giallo arancio in autunno. Rispetto ad Amsonia tabaernemontana salicifolia ha foglie più larghe e altezza maggiore. Preferisce terreni irrigati regolarmente, ma una volta ambientata sopporta irrigazioni più sporadiche. Se coltivata in pieno sole mantiene un portamento più ordinato. In posizioni più ombreggiate tende ad essere più disordinata, si consiglia quindi di cimare la pianta dopo la fioritura per favorire l'accestimento.

Il nome del genere è stato assegnato nel 1760 da John Clayton ( autore di un testo sulla flora della Virginia) in onore del fisico e appassionato di botanica John Amson. Si racconta che George Washigton nel 1758, mentre tornava dalla guerra franco-indiana, avesse i sintomi della tubercolosi e che preoccupato si fosse fermato a Williamsburg, dove venne visitato da Amson, che riscontrò una semplice influenza e tranquillizzò il presidente.

L'epiteto scientifico è invece dedicato a Jakobi Theodori Müller, medico e autore di un'importante opera botanica. Il nome deriva dal suo luogo di nascita, Bergzabern in Germania (Bergs tabern, taverna di montagna, da cui Tabaernemontanus).

Aquilegia chrysantha...

Una perenne di origine nordamericana, vigorosa e che si dissemina facilmente. Ha foglie glauche e fiori gialli, con lunghi speroni, inizialmente piegati verso il basso e poi disposti in orizzontale alla sommità degli alti steli. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia ai margini di zone boschive. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra o pieno sole. Rispetto ad altre specie sopporta bene anche posizioni molto soleggiate, mentre in ombra fatica ad ambientarsi.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva dal greco χρυσόϛ (criusós oro) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): con fiori giallo oro.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Aquilegia oxysepala

Una specie dai fiori bicolori originaria della Siberia e del nord del Giappone. La parte esterna del fiore (formata dai sepali) ha corti speroni ed è di un intenso porpora scuro, mentre la parte interna (corolla) è gialla. Un bel contrasto, solitamente tipico di cultivars ibridate, insolito per una Aquilegia spontanea. Si dissemina facilmente e cresce in modo ottimale in pieno sole o mezz'ombra, in terreni non troppo pesanti, fertili. Compagna ideale di rose e fioriture primaverili.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico significa 'con sepali dalla forma allungata, appuntita', dal greco ὀξύς (oxiùs appuntito) e dal latino sepalum.

Campanula persicifolia...

Alti steli carichi di campanelle azzurre. Facile da coltivare, vigorosa e resistente, adatta a posizioni a mezz'ombra. In posizioni ombrose può essere necessario fornire un sostegno agli steli. La posizione ideale è a est, raggiunta da alcune ore di sole al mattino, in terreno drenato, fertile, non arido. Interessante anche come fiore da reciso, deve essere raccolta quando gli steli hanno un paio di fiori aperti, per garantire una maggiore durata in vaso. Recidere gli steli sfioriti favorisce la rifiorenza.

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico deriva dall'unione del nome latino del pesco (Prunus persica) e folium (fòlium foglia) in riferimento alla forma delle foglie.

Deschampsia cespitosa

La prima tra le graminacee che coltiviamo a produrre spighe inverso la fine di Aprile. Diffusa in natura in gran parte d'Italia diventa di particolare interesse in giardino: con le cure che riserviamo alle ornamentali diventa ancora più bella e si rivela particolarmente utile per dare slancio verticale e leggerezza al giardino primaverile (ad esempio con Geum 'Totally Tangerine', Camassia e bulbose in generale, Salvia nemorosa).
In inglese le graminacee come la Deschampsia vengono chiamate 'cool season grasses': graminacee che hanno una spigatura all'inizio della stagione, quando le temperature non sono ancora alte. Ha foglie semi-sempreverdi e alti steli con spighe piumose, con un effetto d'insieme leggero e molto elegante. Preferisce terreni ricchi, non aridi, anche argillosi e posizioni al sole o mezzombra.
L'epiteto generico è stato assegnato in ognore di Louis Auguste Deschamps (1765-1842), medico, naturalista e botanico francese.
L'epiteto specifico deriva da caespes (cèspes, zolla erbosa): cespitoso, accespito, per il portamento della pianta, che cresce a fitti ciuffi. In alcuni vecchi testi si trova scritta con il binomio -ae-, caespitosa (cespitosa), ormai in disuso.
Linneo l'aveva battezzata Aira cespitosa, da Αἶρα (àira, nome greco di Lolium temulentum come si trova in Dioscoride II,93), che Linneo probabilmente aveva erroneamente considerato affine alla Deschampsia. 
Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Euphorbia 'Charam'

Un ibrido di Euphorbia amygdaloides x Euphorbia characias scoperto da Bernard Ticker nel suo giardino di Fullers Mill nel Suffolk, Inghilterra. Ha tutte e qualità dei genitori: sempreverde, vigorosa, resistente. La nuova vegetazione e i fusti sono macchiati di rosso e all'inizio della primavera diventa protagonista del giardino con una appariscente 'fioritura' in cui quelli che sembrano fiori sono in realtà brattee verde lime che portano al centro piccoli fiori rossi. Si coltiva in pieno sole in terreno drenato. 

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

Euphorbia amygdaloides...

Sempreverde con foglie oblunghe verde scuro, lucide e steli verde chiaro che portano piccoli fiori giallo lime. La posizione ideale è in terreno mediamente drenato, in ombra o sole. Si adatta infatti a diverse condizioni di coltivazione, anche se tollera poco i ristagni di acqua. Una pianta che richiede pochissime attenzioni e non delude mai le aspettative. Si sviluppa rapidamente tramite rizomi sotterranei e forma bellissimi cespugli alti circa 40 cm da cui in primavera spuntano gli steli floreali, molto adatti anche per il reciso, alti fino a 70 cm. Dopo la fioritura gli steli e le brattee sono comunque particolarmente decorativi e persistono fino alla stagione successiva, momento in cui è necessario tagliarli per lasciare spazio alla nuova fioritura.

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

L'epiteto specifico è composto dai termini dal greco ἀμυγδάλη (amiugdále mandorla) e εἷδος (èidos sembianza) per la somiglianza delle foglie di questa Euphorbia con quelle di Prunus dulcis (mandorlo).

Questa sotto-specie di Euphorbia amygdaloides venne raccolta e catalogata da Mary Anne Robb (botanica inglese, 1829-1912) nel 1891 vicino İstanbul e introdotta in Inghilterra. Da quel momento non è stata identificata in nessuna altra località allo stato spontaneo.

Online il nome di questa pianta si trova scritto in modi diversi e la stessa RHS riporta una nomenclatura scorretta. Kew Gardens e www. plantsoftheworldonline.org (uniche fonti autorevoli nella nomenclatura botanica) riportano la nomenclatura adottata dal nostro vivaio e lo fanno con riferimento a chi ha l'ha battezzata, Clive A. Stace (abbreviato Stace) con il nome di M.A. Robb, nella forma latinizzata robbiae (ròbbie, cioè 'di Robb') 

Euphorbia characias subsp....

Bellissima selezione di dimensioni più contenute rispetto alla specie. Il fogliame è glauco in estate e durante l'inverno si sfuma di rosso sulle punte. Si coltiva in pieno sole in terreno drenato. 

L'epiteto generico deriva da Εὔφορβος (èuforbos) Eufòrbo, medico greco, che secondo Plinio scoprì le proprietà medicinali di questa pianta. Il nome Eufòrbo deriva dal greco "ἐῧ éu" bene e "φέρβω férbo" nutrire: ben nutrito.

Galium verum

Erbacea perenne spontanea in tutta Italia tipica di prati e margini di boschi. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Ha proprietà diuretiche, antireumatiche,antispasmodiche e calmanti e veniva usata per tingere i tessuti in giallo, utilizzando i fiori, o in rosso, utilizzando le radici.
L'epiteto generico deriva dal greco γάλα (gála, latte) perché alcune specie appartenenti a questo genere venivano usate per cagliare il latte.
E' particolarmente apprezzato da Macroglossum stellatarum, comunemente chiamato Farfalla colibrì, di cui è pianta nutrice.
L'epiteto specifico in latino significa 'vero, genuino, originale'.

Iris sibirica 'Butter and...

Varietà con fiori con la gola gialla soffusa di verde, composti da petali centrali bianchi e petali inferiori giallo chiaro. Questa cultivar è frutto del lavoro dell'ibridatore Currier McEwen, registrata nel 1976. Coltivare in pieno sole o al massimo mezzombra(non meno di 4 o 5 ore di sole al giorno) in terreno fertile, drenato, irrigato regolarmente prima e durante la fioritura. Dopo la fioritura si possono ridurre le irrigazioni.

L'epiteto generico deriva dal nome della dea Iris (Iride, nella mitologia greca Ἶρις Iris), messaggera degli dei il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris).

L'epiteto specifico sibirica( dal latino sibiricus, della Siberia) fa riferimento all'origine geografica di questa specie.

Premi:

Honorable Mention: 1978
Morgan-Wood Medal: 1986
Morgan-Wood Award: 1981

Vedi le altre Iris della nostra collezione

Iris sibirica 'Ego'

Alto, grandi fiori blu scuro, sicuramente una bellissima cultivar che dopo la fioritura resta interessante per le alte foglie slanciate, molto utili nelle aiuole estive perchè persistenti e di un bel tono di verde. Coltivare in pieno sole o al massimo mezzombra(non meno di 4 o 5 ore di sole al giorno) in terreno fertile, drenato, irrigato regolarmente prima e durante la fioritura. Dopo la fioritura si possono ridurre le irrigazioni.

L'epiteto generico deriva dal nome della dea Iris (Iride, nella mitologia greca Ἶρις Iris), messaggera degli dei il cui nome deriva da quello dell’arcobaleno (ἶρις, iris).

L'epiteto specifico sibirica( dal latino sibiricus, della Siberia) fa riferimento all'origine geografica di questa specie.

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Nepeta racemosa 'Superba'

Cultivar compatta, con foglie glauche e fiori azzurri che si schiudono da Maggio a Ottobre. Beneficia di tagli regolari per rimuovere gli steli sfioriti e favorire la produzione di nuovi fiori. Il taglio aiuta anche a mantenere la forma e contenere l'espansione.Un taglio più vigoroso in Luglio favorisce la fioritura autunnale. Adatta per posizioni in pieno sole in terreno drenato. Ha foglie aromatiche, canforate, considerate uno stimolate.

L'epiteto specifico deriva da racemus (racèmus, grappolo) e fa riferimento alla disposizione di fiori e frutti in racemi.

L'epiteto generico si trova già in Plinio e fa probabilmente riferimento a quello che l'autore ne considerava il luogo di origine, Nepi, in Etruria.

Nepeta x faassenii...

Affidabile, vigorosa e resistente, ha foglie argentate e fiori azzurro-lavanda che si schiudono per tutta l'estate. Beneficia di tagli regolari per rimuovere gli steli sfioriti e favorire la produzione di nuovi fiori. Il taglio aiuta anche a mantenere la forma e contenere l'espansione.Un taglio più vigoroso in Luglio favorisce la fioritura autunnale. Adatta per posizioni in pieno sole in terreno drenato. Ha foglie aromatiche, canforate, considerate uno stimolate. Il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort ne riporta la capacità di rendere intrepide le persone timide.

Ha origine come ibrido spontaneo tra Nepeta racemosa e Nepeta nepetella nella parte inferiore dei giardini di Fernhill, di proprietà della famiglia Walker. La scrittrice Patricia A. Taylor la vide e ne intuì il potenziale. Ne fece talee negli anni '70 e nel 1988 venne lanciata sul mercato grazie al vivaio Four Season Nursery. 

L'epiteto specifico 'faassenii' deriva dal nome del vivaista tedesco J.H. Faassen, che negli anni '30 lanciò sul mercato i primi ibridi di Nepeta racemosa x Nepeta nepetella.

L'epiteto generico si trova già in Plinio e fa probabilmente riferimento a quello che l'autore ne considerava il luogo di origine, Nepi, in Etruria.

Paeonia lactiflora...

Un ibrido di origine Giapponese, proposto per la prima volta nel catalogo del collezionista americano Louis Smirnow e registrato sempre da lui nel 1954 con il nome 'Oriental Gold'. Si ignora l'origine esatta e ancora oggi se ne ricercano i genitori. Diffusa in Cina come 'Huang Jin Lun', si trova sul mercato occidentale anche come: 'Yokihi', 'Golden Wheel', 'Goldmine', 'Minuet', 'Aurea'. I fiori sono giallo limone e maturando schiariscono, sono grandi e doppi, 15 cm di diametro. La caratteristica di questa cultivar è il colore giallo: boccioli, fiori, radici sono tutti gialli. Coltivare in terreno ricco, fertile, irrigato regolarmente fino alla fine della fioritura.

L'epiteto generico deriva dal greco παιωνία (paionía), dato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), il medico degli dei tramutato in fiore da Plutone.

L'epiteto specifico è formato dalle parole latine lac, lactis (latte) e flos, floris (fiore): dai fiori color bianco latte