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Paeonia 'White Innocence'

Un ibrido di Paeonia lactiflora x Paeonia emodi, registrato da Saunders nel 1947. Ha steli forti che portano più fiori e che raggiungono i 150 cm, altezza che la rende una delle Paeonia erbacee più alte in commercio. La particolarità dei fiori si può notare anche nel centro del fiore, per gli stami che sembrano dei pistilli e che maturano con sfumature rosate. Porta una grande quantità di fiori, come riporta la figlia dell'ibridatore nel 1960, annotando di averne contati sulla stessa pianta 219!

Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati e irrigati con regolarità.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia.

Paeonia lactiflora...

Un ibrido di origine Giapponese, proposto per la prima volta nel catalogo del collezionista americano Louis Smirnow e registrato sempre da lui nel 1954 con il nome 'Oriental Gold'. Si ignora l'origine esatta e ancora oggi se ne ricercano i genitori. Diffusa in Cina come 'Huang Jin Lun', si trova sul mercato occidentale anche come: 'Yokihi', 'Golden Wheel', 'Goldmine', 'Minuet', 'Aurea'. I fiori sono giallo limone e maturando schiariscono, sono grandi e doppi, 15 cm di diametro. La caratteristica di questa cultivar è il colore giallo: boccioli, fiori, radici sono tutti gialli. Coltivare in terreno ricco, fertile, irrigato regolarmente fino alla fine della fioritura.

L'epiteto generico deriva dal greco παιωνία (paionía), dato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), il medico degli dei tramutato in fiore da Plutone.

L'epiteto specifico è formato dalle parole latine lac, lactis (latte) e flos, floris (fiore): dai fiori color bianco latte

Paeonia 'Apricot Queen'

Un ibrido vigoroso con fiori semplici color albicocca e stami evidenti giallo oro che nascondono un centro color lampone. Coltivare in terreno ricco, fertile, irrigato regolarmente fino alla fine della fioritura.

L'epiteto generico deriva dal greco παιωνία (paionía), dato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), il medico degli dei tramutato in fiore da Plutone.

Paeonia 'Candy Stripe'

Un ibrido di Paeonia lactiflora registrato da Roger Anderson nel 1992. Ha fiori doppi, da bianco a rosa, segnati da evidenti striature color fragola. Steli forti, perfetta come fiore reciso. Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia.

Paeonia 'Lorelei'

Registrata da Don Hollingsworth nel 1996 come ibrido di 'Good Cheer' fiorito per la prima volta nel 1980. I fiori sono di un bell'arancio rosato che sfuma in un albicocca man mano che il fiore matura. Ha steli forti e e fiori del tipo 'bomb', cioè rotondi e pieni di petali, dal buon profumo speziato.
Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati e irrigati con regolarità.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia.

Osmunda regalis

Affascinante felce che se coltivata nelle condizioni adeguate raggiunge grandi dimensioni! Diffusa in Europa, Africa, Asia, e America del Nord è l'unica specie europea del genere Osmunda. La posizione ideale è a mezzombra in terreno fertile, ricco, mai asciutto, anche bagnato(può essere coltivata infatti anche in acqua e in terreni a bordo laghetto, paludosi). Aumentando le ore di sole diretto occorre fornire maggiore umidità del terreno. Posizioni soleggiate favoriscono colorazioni affascinanti in autunno. 

Una felce che si apprezza sempre di più imparando a conoscerla e coltivandola. Il momento più sorprendente è la Primavera, quando i pastorali (le giovani foglie ancora arrotolate su sé stesse) spuntano in mezzo al giardino ancora al risveglio, creando un interessante elemento decorativo.

Le spore sono portate da fronde corte alla sommità delle foglie e hanno l'aspetto di una particolare fioritura. Questo ha fatto guadagnare all'Osmunda il soprannome di  'Flowering Fern'.

L'epiteto generico deriva dal norreno (antica lingua scandinava): ass (dio) e mund (protezione), protezione divina, le erano infatti attribuite proprietà curative e magiche. Può derivare anche dal sassone Osmunder, altro nome di Thor, dio del tuono figlio di Odino, a cui la pianta era dedicata.

I giovani germogli vengono utilizzati in alcuni paesi per la preparazione di piatti tipici. La raccolta in natura delle parti legnose alla base delle fronde (utilizzate come substrato per la coltivazione delle orchidee) ha messo in pericolo la presenza di questa felce, oggi protetta.

Muhlenbergia capillaris...

Una nostra selezione da seme, alta e più tardiva nella spigatura(solitamente fine Ottobre/inizio Novembre). Il fogliame è aghiforme e raggiunge i 100 cm di altezza, mentre le spighe arrivano a 120/130 cm di altezza.

Bellissima sia per la leggerezza delle spighe e per il loro colore che per gli effetti delle gelate che decorano, rivestono, intarsiano ogni singolo piumino. Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico viene dal latino capillus (capello) con riferimento agli elementi sottilissimi che compongono la spiga.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Miscanthus sinensis 'Memory'

Imponente e piumoso, 'Memory' non può lasciare indifferenti! Le spighe sono argentate e riflettono la luce, il fogliame è verde, segnato al centro da una venatura chiara e vira al giallo/arancio in autunno prima di seccare. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

'Memory' coltivato in Germania da Max Riedelsheimer, è stato presentato qualche anno fa alla fiera internazionale 'Green is Life' a Varsavia dal vivaio polacco Daglezja Artur Maj ed ha vinto il premio novità.

L'epiteto generico Miscanthus nasce dall'unione delle parole greche μίσχος (míschos stelo) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè 'con fiori portati da peduncolo/steli' . L'epiteto specifico sinensis invece deriva dal termine latino Sina, Cina, con riferimento alle zone di origine di questa graminacea.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Bletilla 'Brigantes'

Orchidea terrestre resistente al freddo, con lunghe foglie a lancia e fiori che presentano con una certa variabilità toni tra il rosa e il pesca.

'Brigantes' è un ibrido selezionato da Richard Evenden nel 1994, nato dall'ibridazione tra Bletilla striata e Bletilla ochracea. Ha steli scuri e fiorisce fino all'estate. Adatta alla coltivazione in terra o in vaso, preferisce terreni ricchi e drenati e posizioni a mezzombra, dove possa essere raggiunta dal sole per alcune ore, meglio se al mattino. Una volta ambientata si rivela particolarmente resistente anche con irrigazioni ridotte.

L'epiteto generico è il diminutivo di Bletia('piccola Bletia, in onore di Don Luis Blet, farmacista e botanico spagnolo), un'orchidea americana con fiori che ricordano quelli della Bletilla, che è però di origine orientale (Cina, Giappone, Corea).

Il genere Bletilla fu creato da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1853 e sostituì il nome di Jimensia che era stato assegnato nel 1838 dal botanico americano Constantine Samuel Rafinesque.

Aruncus dioicus...

Bellissima cultivar alta e slanciata, con infiorescenze lunghe e piumose. Dopo la fioritura gli steli possono essere lasciati sulla pianta o recisi: nel secondo caso la pianta produrrà nuovo fogliame e l'effetto di copertura sarà migliore, mentre lasciando le infiorescenze secche la pianta produrrà semi e il fogliame avrà la tendenza a diradarsi. Coltivare in terreno ricco, umifero, irrigato regolarmente, a mezz'ombra. Può tollerare il pieno sole in località dal clima estivo fresco e purchè il terreno non asciughi mai completamente.

L'epiteto generico deriva dal greco dorico ἤρυγγος (èriungos barba di capra). Linneo aveva battezzato questo genere Spiraea aruncus, in riferimento all' infiorescenza simile nella forma alla barba delle capre. Fu il botanico francese Michel Adanson che alla fine del '700 modificò il nome, utilizzando l'epiteto specifico assegnato da Linneo e trasformandolo in epiteto generico.

L'epiteto specifico deriva dal greco δις (dis due, due volte) e οἰκία (oikía casa):cioè dioico,, con due case, perchè fiori maschili e femminili sono portati solitamente da piante diverse. Questo vuol dire che per produrre seme occorrono nella maggior parte dei casi una pianta maschile e una femminile, anche se è diffuso anche l'ermafroditismo tra le piante di Aruncus. I fiori maschili hanno un numero maggiore di stami, quelli femminili hanno 3 pistilli per fiore, quelli ermafroditi presentano 4 pistilli che sovrastano gli stami.

Talvolta proposto come Aruncus sinensis 'Zweiweltenkind', ma nè Kew Garden, nè Missouri Botanical Garden, nè Chicago Botanic Garden riportano l'esistenza di questa specie.

Dryopteris filix-mas...

Una cultivar di Dryopteris filix-mas caratterizzata da fronde leggere e arcuate e pinne molto distanziate, sottili, suddivise in ulteriori pinnule per un effetto finale insolito e leggero. Decidua nel nostro clima (semi-sempreverde nelle regioni con inverni miti), preferisce posizioni ombreggiate e terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico era inizialmente epiteto specifico di Polypodium dryopteris. In seguito sono stati definiti due generi diversi e 'Dryopteris' è diventato il nome di questo nuovo genere di felci. Deriva dal greco δρῦς (driùs quercia) e da πτέρις (ptéris felce): felce delle querce(o degli alberi), riferimento ai boschi di caducifoglie, luoghi in cui è possibile trovare le felci appartenenti a questo genere.

L'epiteto specifico è composto dal latino fĭlix (felce) e da mas (maschio)cioè felce-maschio, perchè in passato Dryopteris filix-mas è stata erroneamente considerata come la forma maschile di Athyrium filix-femina.

Isodon longitubus 'Nishiki'

Una affascinante perenne di origine giapponese perfetta per chi ha giardini o balconi ombrosi. La fioritura autunnale, la forma dei fiori (delle lunghe campanelle tubolari), l'altezza e la leggerezza, la resistenza sono tutte caratteristiche che rendono questa pianta irrinunciabile! La posizione ideale è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile. La fioritura inizia in Ottobre, è leggerissima e di un blu intenso. Per mantenere la pianta compatta si può effettuare una cimatura decisa (anche metà altezza) in Giugno/Luglio.

Inizialmente è stata considerata un'appartenente al genere Plecranthus. Oggi la nomenclatura corretta la considera un Isodon o una Rabsosia, ma talvolta si trova ancora indicata col vecchio nome di Plectranthus longitubus.

L'epiteto generico è composto dalla parola greca ἴσος (ìsos, uguale) e (probabilmente)  ὁδός (odòs, strada, via). Non siamo riusciti a risalire ad una etimologia certa.

L'epiteto specifico è composto dai termini latini longus (lungo) e tubus (tubo, tromba), in riferimento alla conformazione dei fiori.

Sanguisorba 'Blackthorn'

Steli alti che portano scovolini rosa piumosi alla fine dell'estate. Questa cultivar è una recente introduzione derivata da Sanguisorba officinalis ed ha fogliame glauco-verde su steli alti fino a 150cm. Dopo i primi anni forma un cespuglio ben strutturato che è in grado di sostenere il peso degli steli, mentre all'inizio può essere di aiuto fornire un sostegno per evitare che verso la fine della stagione i rami più pesanti si pieghino. Si coltiva in terreno normale, fertile, non arido, irrigato regolarmente soprattutto il primo anno. Sorprendente l'effetto in abbinamento con graminacee come Calamagrostis acutiflora 'Karl Foerster' o Panicum virgatum 'Shenandoah'.

L'epiteto generico deriva dai termini latini sanguis (sangue) e sorbeo (assorbire), per le proprietà antiemorragiche riconosciute a questa pianta.

Sanguisorba tenuifolia...

Bellissima cultivar a fiori bianchi, alta e slanciata! Dopo i primi anni forma un cespuglio ben strutturato che è in grado di sostenere il peso degli steli, mentre all'inizio può essere di aiuto fornire un sostegno per evitare che verso la fine della stagione i rami più pesanti si pieghino. In alternativa la pianta può essere cimata prima della fioritura per accorciare i fusti e far fiorire ad un'altezza più contenuta. Si coltiva in terreno normale, fertile, non arido, irrigato regolarmente soprattutto il primo anno. 

L'epiteto generico deriva dai termini latini sanguis (sangue) e sorbeo (assorbire), per le proprietà antiemorragiche riconosciute a questa pianta.

Ceratostigma willmottianum

Arbusto deciduo dalla lunga fioritura blu e con bellissimo fogliame rosso nel periodo autunnale.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche κέρας, -ατοϛ (chéras, chèratos corno) e da στίγμα (stigma. in botanica la parte apicale del pistillo) in riferimento alle escrescenze cornee sullo stigma