Miscanthus sinensis 'Memory'

Imponente e piumoso, 'Memory' non può lasciare indifferenti! Le spighe sono argentate e riflettono la luce, il fogliame è verde, segnato al centro da una venatura chiara e vira al giallo/arancio in autunno prima di seccare. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

'Memory' coltivato in Germania da Max Riedelsheimer, è stato presentato qualche anno fa alla fiera internazionale 'Green is Life' a Varsavia dal vivaio polacco Daglezja Artur Maj ed ha vinto il premio novità.

L'epiteto generico Miscanthus nasce dall'unione delle parole greche μίσχος (míschos stelo) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè 'con fiori portati da peduncolo/steli' . L'epiteto specifico sinensis invece deriva dal termine latino Sina, Cina, con riferimento alle zone di origine di questa graminacea.

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La pianta è in vaso di 18 cm di diametro

 

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PC001A0330H

Scheda tecnica

Famiglia
Poaceae Barnhart
Accentazione e pronuncia
Miscàntus
Altezza Massima
250 cm
Esposizione
Sole
Colore
Argento
Fogliame
Spogliante
Colore fogliame
Verde
Fioritura
Agosto-Novembre
Colore autunnale
Arancio

Riferimenti Specifici

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Calamagrostis x acutiflora...

Graminacea dal portamento a colonna, composta e ordinata. Forma un cespuglio di foglie da cui spuntano alte spighe, portate da steli flessuosi. Adatta anche alla coltivazione in vaso, preferisce terreni mediamente ricchi e irrigati regolarmente. Si può coltivare in pieno sole o a mezzombra. Appartiene al gruppo delle 'cool season grasses', graminacee della stagione fresca, perché vegeta e fiorisce all'inizio della stagione, pur restando decorativa tutta l'estate e l'inverno perché le spighe persistono fino all'anno successivo!
Alcuni la definiscono 'perpetual motion grass', graminacea dal moto perpetuo, perché è decorativa per tutto l'anno: le spighe si aprono piumose, sfumate di porpora, maturano e si chiudono, compattandosi a forma di scovolino in color panna e persistono sulla pianta fino a tutto l'inverno. Una pianta quindi di interesse continuo!
Calamagrostis x acutiflora è il risultato dell'ibridazione spontanea tra Calamagrostis epigejos e Calamagrostis arundinacea scoperta da Karl Foerster (1874-1970)nel giardino botanico di Amburgo. Venne messa da lui in produzione e fece la sua prima comparsa nel catalogo del vivaio nel 1939.
Nel 1959 Foerster la citò nel libro 'The Use of Grasses and Ferns in the Garden' e dal 1964 venne importata in America. E' una delle graminacee più famose e più diffuse.
L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.
L'epiteto specifico deriva è composto dalle parole latine acutus (acùtus acuto) e flos floris (flòs flòris, fiore) in riferimento alle parti componenti della spiga, lunghe e acuminate.
Perennial Plant of the Year nel 2001, premio assegnato dalla Perennial Plant Association.

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Panicum virgatum 'Heavy Metal'

Varietà apprezzata per il fogliame glauco, decisamente azzurro, in primavera e fino all'estate. Dall'autunno assume i toni del giallo. Portamento verticale, ordinato. Coltivare in pieno sole e terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico deriva dal latino Panīcum (panìco, erba con spighe a pannocchia, Cato, Caes., Plin.)

L'epiteto specifico dal latino virga(verga, bastone).

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Deschampsia cespitosa

La prima tra le graminacee che coltiviamo a produrre spighe inverso la fine di Aprile. Diffusa in natura in gran parte d'Italia diventa di particolare interesse in giardino: con le cure che riserviamo alle ornamentali diventa ancora più bella e si rivela particolarmente utile per dare slancio verticale e leggerezza al giardino primaverile (ad esempio con Geum 'Totally Tangerine', Camassia e bulbose in generale, Salvia nemorosa).
In inglese le graminacee come la Deschampsia vengono chiamate 'cool season grasses': graminacee che hanno una spigatura all'inizio della stagione, quando le temperature non sono ancora alte. Ha foglie semi-sempreverdi e alti steli con spighe piumose, con un effetto d'insieme leggero e molto elegante. Preferisce terreni ricchi, non aridi, anche argillosi e posizioni al sole o mezzombra.
L'epiteto generico è stato assegnato in ognore di Louis Auguste Deschamps (1765-1842), medico, naturalista e botanico francese.
L'epiteto specifico deriva da caespes (cèspes, zolla erbosa): cespitoso, accespito, per il portamento della pianta, che cresce a fitti ciuffi. In alcuni vecchi testi si trova scritta con il binomio -ae-, caespitosa (cespitosa), ormai in disuso.
Linneo l'aveva battezzata Aira cespitosa, da Αἶρα (àira, nome greco di Lolium temulentum come si trova in Dioscoride II,93), che Linneo probabilmente aveva erroneamente considerato affine alla Deschampsia. 
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Festuca mairei

Una graminacea originaria del Grande Atlante, catena montuosa del Marocco, introdotta in Europa dal vivaista Karl Foerster. Rustica, sempreverde (semi-sempreverde in località con inverni più rigidi), è la più alta del genere Festuca e raggiunge i 120 cm in piena spigatura. Preferisce posizioni soleggiate e terreno drenato, fertile, anche se può sopportare bene periodi di siccità, una volta ambientata. In primavera è sufficiente ripulire la pianta dal secco, senza tagliarla alla base.

L'epiteto generico in latino significa 'fuscello, stelo, fusto' e il termine è sempre stato utilizzato per indicare un fuscello di paglia. Dante ad esempio dice nell'Inferno, parlando dei traditori dei benefattori '... là dove l'ombre tutte eran coperte/ e trasparien come festuca in vetro' (immersi nel ghiaccio, simili a vedersi a fili di paglia immersi in pozze gelate). Ma l'origine del termine latino si trova probabilmente nel termine celtico 'fest' col significato di pastura, alimento, passato poi ad indicare il foraggio e le graminacee coltivate per l'alimentazione animale o umana (ad esempio Festuca pratensis, i cui semi venivano usati per fare farina, come riporta Alexandre De Thèis nella sua Etimologia Botanica).

L'epiteto specifico ricorda ill botanico francese René Charles Joseph Ernest Maire (1878-1949), professore di Botanica ad Algeri e appassionato di flora del Nord Africa.

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Sesleria autumnalis

Una graminacea perfetta per creare matrici o per un interessante effetto prateria, in combinazione con fioriture che spuntino leggere in mezzo al suo fogliame verde chiaro. Diffusa in natura in Italia e in parte dei Balcani è molto resistente e affidabile. Si coltiva al sole o a mezz'ombra, in un buon terreno fertile, ma si adatta anche a terreni più poveri. In zone molto calde è preferibile coltivare Sesleria autumnalis a mezz'ombra, dove sia raggiunta da 4 o 5 ore di sole diretto. Una volta ambientata tollera irrigazioni sporadiche, anche se per un buon effetto ornamentale le irrigazioni possono fare la differenza.

Nel clima del nord Italia è semi-sempreverde e dopo l'inverno può essere utile tagliare la vegetazione per rinfrescare l'aspetto della pianta, ma anche lasciando la vegetazione dell'anno precedente l'effetto ornamentale è garantito, per la sovrapposizione del verde chiaro delle nuove foglie con il secco di quelle vecchie. In condizioni climatiche miti è invece sempreverde.

Le spighe maturano in piena estate e persistono sulla pianta anche durante l'inverno.

L'epiteto generico celebra il medico e botanico italiano Leonardo Sesler (1683-1785)

L'epiteto specifico deriva dal latino autumnus, in riferimento al periodo tardivo di fioritura.

Pennisetum alopecuroides...

Una delle graminacee ornamentali più belle, nella sua semplicità. Spighe in gran quantità da Luglio a Novembre, persistenti per buona parte dell'inverno e molto decorative sia in estate, raggiunte dal sole del mattino e del tardo pomeriggio che le fa illuminare, sia in inverno, quando vengono rivestite dall'umidità e dal ghiaccio. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, non arido, ben drenato. 

L'epiteto generico deriva dal latino penna (piuma) e da seta (setola): con setole piumose.
L'epiteto specifico è formato dalle parole greche dal greco ἀλώπηξ (alópex volpe ), οὐρά (urá coda) ed εἷδος (èidos sembianza): simile ad un Alopecurus, cioè con spighe simili a code di volpe.

Il nome della varietà è quello della città di Hameln, in Germania, conosciuta per la fiaba del Pifferaio magico.

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Panicum virgatum 'Shenandoah'

Foglie verdi sfumate di rosso dalla primavera fino all'autunno, quando diventano quasi completamente rosse. Richiede posizioni in pieno sole per garantire il colore che lo caratterizza e terreni non aridi, ricchi. Tollera bene anche i terreni argillosi, purchè riceva acqua regolarmente.

Prende il nome dalla Valle dello Shenandoah, nella Virginia occidentale. Il nome Shenandoah significa 'Bella figlia delle stelle' in lingua algonchina, parlata dall'omonima tribù di nativi americani.

L'epiteto generico deriva dal latino Panīcum (panìco, erba con spighe a pannocchia, Cato, Caes., Plin.)

L'epiteto specifico dal latino virga(verga, bastone).

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Pennisetum alopecuroides...

Una selezione dalle dimensioni ridotte e portamento compatto, rotondo. Versatile, si adatta anche al vaso. Coltivare in terreno fertile, ben drenato, in pieno sole. Sopporta irrigazioni minori una volta ben ambientato, ma per un risultato ottimale è preferibili coltivare in terreno non arido.

L'epiteto generico deriva dal latino penna (piuma) e da seta (setola): con setole piumose.

L'epiteto specifico è formato dalle parole greche dal greco ἀλώπηξ (alópex volpe ), οὐρά (urá coda) ed εἷδος (èidos sembianza): simile ad un Alopecurus, cioè con spighe simili a code di volpe.

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Muhlenbergia capillaris...

Una nostra selezione da seme, alta e più tardiva nella spigatura(solitamente fine Ottobre/inizio Novembre). Il fogliame è aghiforme e raggiunge i 100 cm di altezza, mentre le spighe arrivano a 120/130 cm di altezza.

Bellissima sia per la leggerezza delle spighe e per il loro colore che per gli effetti delle gelate che decorano, rivestono, intarsiano ogni singolo piumino. Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico viene dal latino capillus (capello) con riferimento agli elementi sottilissimi che compongono la spiga.

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Molinia caerulea subsp....

Varietà di grande effetto, con foglie basali più larghe di altre cultivar e lunghi steli che in autunno assumono toni giallo-arancio e persistono fino alla fine di Dicembre. Coltivare al sole o mezzombra in terreno fertile, umido. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina. L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna).

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Molinia caerulea 'Heidezwerg'

Forma compatta, più bassa di 'Heidebraut' e con spighe più scure, ha come le altre Molinia che proponiamo portamento ordinato ed eretto e steli che in autunno assumono toni giallo-arancio e che persistono per tutto l'inverno. Foglie sottili e portamento fine ed elegante, perfetta per posizioni al sole o mezzombra in terreno fertile, umido. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina. L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna). Il nome della varietà significa 'sposa della brughiera' dal tedesco heide, brughiera e braudt, sposa.

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Hakonechloa macra

Bellissima graminacea di facile coltivazione, perfetta per la piena terra e per il vaso. Forma folti cuscini, particolarmente decorativi, dall'aspetto tondeggiante, con le foglie che si dispongono a fontana. Ottima come matrice, utilizzata in gruppi per creare una base verde morbida e duratura durante la stagione estiva e autunnale. Si coltiva in terreno ricco, anche argilloso, purchè non sia mai arido. Sopporta posizioni in ombra luminosa, mezz'ombra, ma anche pieno sole, purchè abbia acqua regolarmente.

L'epiteto generico deriva dal nome del monte Hakone (Prefettura di Kanagawa, Giappone) e dal greco χλόα (chlóa erba): erba del monte Hakone, in riferimento alla provenienza dei primi esemplari identificati in natura.

L'epiteto specifico macra deriva dal greco μακρόϛ (macrós lungo, grande) in riferimento alle lunghe foglie di questo genere.

Briza media 'Limouzi'

Bellissima graminacea semi-sempreverde con foglie verde glauco e infiorescenze pendule giallo-verdi spesso soffuse di porpora. Coltivare al sole in buon terreno lavorato, non arido. Tollera anche terreni poveri e mediamenti asciutti una volta ambientata. La varietà Limouzi è più alta rispetto alla specie.

L'epiteto generico  deriva dal greco βρίζα (brίza un tipo di cereale), da βρίζειν (brízein, annuire) in riferimento alle spighe che dondolando nel vento, come se annuissero. In inglese la Briza è detta quaking grass, in riferimento al suono che producono le spighe mosse dal vento.

L'epiteto specifico fa riferimento alla dimensione delle spighe, più piccole rispetto a quelle di Briza maxima e più grandi di quelle di Briza minor. Deriva dall'aggettivo medius medio, intermedio.

Il nome della cultivar potrebbe fare riferimento alla regione francese del Limousin, Limouzi in forma arcaica. La Briza media è diffusa in gran parte dell' Europa, compresa la Francia. Che sia una cultivar selezionata da qualche vivaista francese della zona? 

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Molinia caerulea 'Rotschopf'

Interessante selezione con fogliame più largo rispetto ad altre Molinia caerulea, prima verde, poi rossa in autunno. Steli alti e slanciati , eretti, con spighe ampie (diversamente da Heidebraudt ad esempio, che ha spighe sottili e asciutte). Portamento ordinato, come tutte le Molinia! Coltivare al sole o mezzombra in terreno fertile, umido. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina. L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna). 

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Molinia caerulea 'JS...

Una proposta recente del vivaio belga di Jan Spruyt con spighe alte fino a 180 cm caratterizzate da toni bruniti. Il nome della cultivar, tradotto dal tedesco, suona come 'il colpo di genio di Jan Spruyt'. 'Aha-Erlebnis' è infatti un termine tedesco traducibile come 'effetto eureka'. Tutte le graminacee proposte sul mercato da questo vivaio riportano le iniziali JS nel nome della cultivar e sono quindi facilmente riconoscibili. Coltivare al sole o a mezz'ombra in terreno fertile. Si adatta bene anche in terreno argilloso, purchè non arido.

L'epiteto generico ricorda il botanico cileno Juan Ignacio Molina.

L'epiteto specifico (indistintamente caerulea o coerulea) deriva dal latino caeruleus, azzurro, con riferimento al colore dei fiori, violacei. Arundinacea invece fa riferimento all'aspetto 'simile a una canna' (arundo, arùndinis - canna). Il nome della varietà significa 'sposa della brughiera' dal tedesco heide, brughiera e braudt, sposa.

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