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Agastache 'Black Adder'

'Giant Hyssop', il nome comune di questa pianta diffuso in America e Inghilterra, fa subito capire cosa possiamo aspettarci in quanto a fioritura e profumo. Steli alti fino a 150 cm portano alla sommità lunghe spighe, cariche di boccioli scuri che si schiudono in fiori viola chiaro. I due toni, da lontano, danno l'effetto di una fioritura blu-viola. 'Black Adder' è un ibrido orticolo nato dall'incrocio di Agastache foeniculum e Agastache rugosum ed è apprezzata per l'altezza, la durata e il colore della fioritura e per il profumo del fogliame, un misto tra anice e liquerizia. Coltivare in pieno sole, in terreno drenato, bagnato normalmente per un'ottima resa. 

L'epiteto generico è composto dai termini greci ἄγᾰν (ágan molto) e στάχυϛ (stáchius spiga), per le numerose infiorescenze a spiga.

Il nome della cultivar significa 'Vipera nera' in inglese.

Anemonoides nemorosa 'Blue...

Erbacea perenne, alta fino a 30 cm, con rizomi da cui spuntano ogni anno fusti eretti che portano un singolo fiore. A sera e anche quando piove gli steli si reclinano per proteggere le parti fertili del fiore. La cultivar 'Blue Eyes' è diffusa da molti anni, ha fiori doppi, bianchi, viola al centro. I primi anni i fiori tendono a essere semplici e con un colore meno intenso, ma man mano che l'apparato radicale si sviluppa la pianta produce fiori doppi e di un colore più definito. Coltivare in terreno fertile, drenato, ricco di sostanza organica, foglioso sotto a alberi o arbusti a foglia caduca o comunque in ombra luminosa o mezzombra.

L'epiteto generico significa 'simile ad un'Anemone, dal greco ἄνεμος (ànemos, vento) da cui il termine greco ἀνεμώνη (accentato anemòne, diversamente dall'accentazione latina anemone) e εἷδος (èidos aspetto). Il nome corrente è derivato dal basionimo assegnato da Linneo, Anemone nemorosa, ed è stato assegnato nel 1973 da Josef Ludwig Holub, botanico ceco che ha lavorato sulla riorganizzazione sistematica delle specie.

L'epiteto specifico deriva dal latino nemus -oris (bosco): 'dei boschi', in riferimento all'habitat preferito in cui cresce.

Vedi le altre Anemonoides della nostra collezione

Aruncus dioicus...

Bellissima cultivar alta e slanciata, con infiorescenze lunghe e piumose. Dopo la fioritura gli steli possono essere lasciati sulla pianta o recisi: nel secondo caso la pianta produrrà nuovo fogliame e l'effetto di copertura sarà migliore, mentre lasciando le infiorescenze secche la pianta produrrà semi e il fogliame avrà la tendenza a diradarsi. Coltivare in terreno ricco, umifero, irrigato regolarmente, a mezz'ombra. Può tollerare il pieno sole in località dal clima estivo fresco e purchè il terreno non asciughi mai completamente.

L'epiteto generico deriva dal greco dorico ἤρυγγος (èriungos barba di capra). Linneo aveva battezzato questo genere Spiraea aruncus, in riferimento all' infiorescenza simile nella forma alla barba delle capre. Fu il botanico francese Michel Adanson che alla fine del '700 modificò il nome, utilizzando l'epiteto specifico assegnato da Linneo e trasformandolo in epiteto generico.

L'epiteto specifico deriva dal greco δις (dis due, due volte) e οἰκία (oikía casa):cioè dioico,, con due case, perchè fiori maschili e femminili sono portati solitamente da piante diverse. Questo vuol dire che per produrre seme occorrono nella maggior parte dei casi una pianta maschile e una femminile, anche se è diffuso anche l'ermafroditismo tra le piante di Aruncus. I fiori maschili hanno un numero maggiore di stami, quelli femminili hanno 3 pistilli per fiore, quelli ermafroditi presentano 4 pistilli che sovrastano gli stami.

Talvolta proposto come Aruncus sinensis 'Zweiweltenkind', ma nè Kew Garden, nè Missouri Botanical Garden, nè Chicago Botanic Garden riportano l'esistenza di questa specie.

Aster ericoides var....

Interessante Aster tappezzante introdotto in Europa da Beth Chatto, che lo aveva notato in America e non conoscendolo lo aveva battezzato Aster ericoides 'Snow Flurry'. In realtà questo Aster esiste spontaneo in natura e non è di origine orticola; è quindi preferibile adottare il nome della specie e specificare la varietà che ne caratterizza il portamento prostrato. Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico è composto dalle parole Erica(da ἐρείκω ereíko, tritare, sbriciolare: per l'habitat in cui si trovano in natura, in terreni composti da pietrame sfaldato) e dal greco εἷδος (eídos, aspetto) cioè simile all'erica (riferito all'aspetto delle foglie).

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Aster novi-belgii...

Uno dei pochi Aster novi-belgii a fiore bianco candido! Fioritura tardiva(Settembre-Ottobre) con una gran quantità di fiori dai petali (ligule) sottili. Il fogliame è di un bel verde scuro. Una bella cultivar di recente introduzione, ancora poco diffusa! Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.

L'epiteto specifico è una latinizzazione di New Holland o Nuovo Belgio, regione storica degli Stati Uniti situata nei dintorni di New York tra la Virginia e il New England, insediamento di coloni olandesi, località in cui furono fatti i primi ritrovamenti della specie.

Il nome della cultivar ricorda il paese di Steinebrück, al confine tra Belgio e Germania.

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Aster x amethystinus...

Gli Aster x amethystinus si trovano in Nord America e hanno origine dall'ibridazione spontanea tra Aster novae-angliae e Aster ericoides. Dei primi hanno, tra le altre cose, la struttura legnosa dei rami che conferisce un portamento ben strutturato alla pianta. Ricordano invece gli A. ericoides per la piccola taglia dei fiori e la quantità in cui vengono prodotti, formando una nuvola leggera. 'Freiburg' ha fiori azzurri con bottone centrale giallo che matura in rosso, caratteristica che può maggiore produzione di fiori.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico in latino significa ametistino, violetto.

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Aster x amethystinus 'Kylie'

Interessante ibrido interspecifico tra Aster novae-angliae ‘Andenken an Alma Pötschke’ e Aster ericoides 'White Heather'. Ha rami ben strutturati che si coprono letteralmente di piccoli fiori rosa. Come gli aster novae-angliae deve essere coltivato in terreno non arido, ma fertile, irrigato regolarmente e cimato a fine Maggio per favorire l'accestimento e una maggiore produzione di fiori.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico in latino significa ametistino, violetto.

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Calamagrostis x acutiflora...

Graminacea dal portamento a colonna, composta e ordinata. Forma un cespuglio di foglie da cui spuntano alte spighe, portate da steli flessuosi. Adatta anche alla coltivazione in vaso, preferisce terreni mediamente ricchi e irrigati regolarmente. Si può coltivare in pieno sole o a mezzombra. Appartiene al gruppo delle 'cool season grasses', graminacee della stagione fresca, perché vegeta e fiorisce all'inizio della stagione, pur restando decorativa tutta l'estate e l'inverno perché le spighe persistono fino all'anno successivo!
Alcuni la definiscono 'perpetual motion grass', graminacea dal moto perpetuo, perché è decorativa per tutto l'anno: le spighe si aprono piumose, sfumate di porpora, maturano e si chiudono, compattandosi a forma di scovolino in color panna e persistono sulla pianta fino a tutto l'inverno. Una pianta quindi di interesse continuo!
Calamagrostis x acutiflora è il risultato dell'ibridazione spontanea tra Calamagrostis epigejos e Calamagrostis arundinacea scoperta da Karl Foerster (1874-1970)nel giardino botanico di Amburgo. Venne messa da lui in produzione e fece la sua prima comparsa nel catalogo del vivaio nel 1939.
Nel 1959 Foerster la citò nel libro 'The Use of Grasses and Ferns in the Garden' e dal 1964 venne importata in America. E' una delle graminacee più famose e più diffuse.
L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.
L'epiteto specifico deriva è composto dalle parole latine acutus (acùtus acuto) e flos floris (flòs flòris, fiore) in riferimento alle parti componenti della spiga, lunghe e acuminate.
Perennial Plant of the Year nel 2001, premio assegnato dalla Perennial Plant Association.

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Calamagrostis x acutiflora...

Portamento ordinato e spighe piumose molto decorative che persistono per tutta la stagione, dalla fine della primavera all'autunno, trasformandosi(prima piumose, poi più asciutte, ma sempre particolarmente ornamentali). Adatta anche alla coltivazione in vaso, preferisce terreni mediamente ricchi e irrigati regolarmente.

Rispetto a 'Karl Foerster' è più bassa, ha portamento più compatto e non ha le sfumature rosate/porpora tipiche di Karl Foerster all'inizio della spigatura, ma una bellissima e luminosa sfumatura argentata.

Si può coltivare in pieno sole o a mezzombra. Appartiene al gruppo delle 'cool season grasses', graminacee della stagione fresca, perché vegeta e fiorisce all'inizio della stagione, pur restando decorativa tutta l'estate e l'inverno perché le spighe persistono fino all'anno successivo!
Alcuni la definiscono 'perpetual motion grass', graminacea dal moto perpetuo, perché è decorativa per tutto l'anno: le spighe si aprono piumose, sfumate di porpora, maturano e si chiudono, compattandosi a forma di scovolino in color panna e persistono sulla pianta fino a tutto l'inverno. Una pianta quindi di interesse continuo!
Calamagrostis x acutiflora è il risultato dell'ibridazione spontanea tra Calamagrostis epigejos e Calamagrostis arundinacea scoperta da Karl Foerster (1874-1970)nel giardino botanico di Amburgo. Venne messa da lui in produzione e fece la sua prima comparsa nel catalogo del vivaio nel 1939.
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L'epiteto generico deriva dall'unione dei termini calamus (càlamus canna, dal greco κάλαμος cálamos) e Agrostis (dal greco ἀγρός agrós campo e ὄστις ostis pronome relativo: quella dei campi) col significato di 'Agrostis con l'aspetto di una canna' per l'aspetto foglioso associato a steli alti che portano spighe piumose.
L'epiteto specifico deriva è composto dalle parole latine acutus (acùtus acuto) e flos floris (flòs flòris, fiore) in riferimento alle parti componenti della spiga, lunghe e acuminate.

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Cephalaria gigantea

Statuaria! Ha fiori giallo chiarissimo portati da alti steli rigidi, con un effetto sorprendente per il portamento e la leggerezza della fioritura. Originaria di Turchia e Caucaso è diffusa nei prati umidi e richiede posizioni in pieno sole e terreni drenati, fertili, non aridi, per raggiungere uno sviluppo ottimale. Rimuovere i capolini sfioriti per stimolare la rifiorenza, anche se la prima fioritura è la più bella e consigliamo di lasciare sulla pianta i fiori sfioriti, molto decorativi a fine estate per il tono scuro che assumono.

L'epiteto generico deriva dal greco κεφαλή (kefalé, testa), perché i fiori fertili sono raccolti in dense infiorescenze tondeggianti.

L'epiteto specifico dall'aggettivo greco γιγάντειος (ghigànteios, gigante) per l'altezza della pianta.

Ceratostigma plumbaginoides

Perenne decidua con steli legnosi e foglie che con l'autunno diventano rosse. Si allarga tramite rizomi, formando un denso e compatto cuscino di foglie su cui tra luglio ed ottobre compaiono i fiori azzurro intenso (uno dei pochi fiori praticamente blu) con sepali rossastri. Preferisce posizioni in pieno sole o mezzombra ed è adatta anche per la coltivazione in vaso. Nel caso di posizioni meno soleggiate la fioritura è meno abbondante e le foglie meno rosse, ma forma comunque dei bellissimi cespugli.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche κέρας, -ατοϛ (chéras, chèratos corno) e da στίγμα (stigma. in botanica la parte apicale del pistillo) in riferimento alle escrescenze cornee sullo stigma

L'epiteto specifico ricorda la somiglianza dei fiori di questa perenne con quelli della Plumbago. Il termine εἶδος (èidos), che costuisce la radice della seconda parte della parola plumbaginoides, vuol dire infatti simile, appunto a una Plumbago.

Ha vinto l' Award of Garden Merit della Royal Horticoltural Society nel 1993.

Crambe cordifolia

Una delle piante preferite di Jertude Jekyll, utilizzata spesso nei suoi giardini, per la leggerezza della fioritura e il candore dei fiori. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae ed ha infatti foglie grandi simile a quelle di un cavolo. Dalla rosetta basale di foglie partono alti steli che portano una nuvola di fiori bianchi. L'effetto finale è sorprendente! Coltivare al sole o a mezzombra, in terreno fertile, mai arido. 

Una volta messa a dimora richiede un paio di anni per iniziare a fiorire, ma forma comunque un cespuglio grande con foglie molto sviluppare già dal primo anno.

L'epiteto generico deriva dal greco κράμβη (cràmbe cavolo).

L'epiteto specifico è formato dai termini latini cor, cordis (cuore) e folium (foglia) per la forma delle foglie, appunto cordate (cioè a cuore).

Cyclamen hederifolium

Ciclamino diffuso in natura in Italia in boschi umidi di caducifoglie. A fine estate inizia a produrre fiori rosa quando la pianta non ha ancora foglie, che spuntano solo a fine fioritura e hanno una punta ben definita e forma che ricorda quelle di Hedera. Possono avere dimensioni, spessore, venature e sagoma molto diversi da pianta a pianta e questa variabilità rende Cyclamen hederifolium affascinante anche quando non è fiorito. Dalla primavera inizia il riposo vegetativo e le foglie spesso scompaiono. I fiori non presentano profumo e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un'abbondante disseminazione.

Coltivare in terreno sciolto, ricco e foglioso, leggero, tipico del sottobosco. Rispetto ai Cyclamen a fioritura invernale è più adatto per essere utilizzato in combinazione con erbacee e arbusti a fioritura estiva, perché le irrigazioni per queste piante non danneggia i tuberi, che anzi beneficiano di un terreno fresco nel periodo estivo.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino del ciclamino, a sua volta dal greco κύκλος (kiùclos cerchio) in riferimento alla forma rotonda del tubero.

L'epiteto specifico indica la forma delle foglie, da hedera e folium (fòlium foglia): con le foglie simili a quelle dell'Hedera.

I Cyclamen si disseminano per mirmecoria : i semi sono resi appetibili per le formiche dalla presenza di appendici ricche di sostanza nutritive. Le formiche trasportano i semi nei nidi, utilizzano gli elaiosomi (le appendici nutrienti usate come esca dalle piante) per nutrire le larve e poi spingono fuori dai nidi il seme. Questo favorisce lo spostamento dei semi attorno alla pianta madre e aumenta le probabilità di germinazione.

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Cyclamen hederifolium 'Album'

Ciclamino originario di boschi umidi di caducifoglie con fiori bianchi che iniziano a spuntare quando la pianta non ha ancora foglie. Le foglie vengono prodotte solo a fine fioritura e hanno una punta ben definita e forma che ricorda quelle di Hedera. Possono avere dimensioni, spessore, venature e sagoma molto diversi da pianta a pianta e questa variabilità rende Cyclamen hederifolium affascinante anche quando non è fiorito. Dalla primavera inizia il riposo vegetativo e le foglie spesso scompaiono. I fiori non presentano profumo e si schiudono fino ad autunno inoltrato. La loro conformazione, con corolla auricolata, segnata cioè da 10 protuberanze attorno alla parte centrale, rende facilmente identificabile la specie. Dopo la fioritura gli steli si attorcigliano a spirale, puntando verso il terreno e favorendo un'abbondante disseminazione.

Coltivare in terreno sciolto, ricco e foglioso, leggero, tipico del sottobosco. Rispetto ai Cyclamen a fioritura invernale è più adatto per essere utilizzato in combinazione con erbacee e arbusti a fioritura estiva, perché le irrigazioni per queste piante non danneggia i tuberi, che anzi beneficiano di un terreno fresco nel periodo estivo.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino del ciclamino, a sua volta dal greco κύκλος (kiùclos cerchio) in riferimento alla forma rotonda del tubero.

L'epiteto specifico indica la forma delle foglie, da hedera e folium (fòlium foglia): con le foglie simili a quelle dell'Hedera.

I Cyclamen si disseminano per mirmecoria : i semi sono resi appetibili per le formiche dalla presenza di appendici ricche di sostanza nutritive. Le formiche trasportano i semi nei nidi, utilizzano gli elaiosomi (le appendici nutrienti usate come esca dalle piante) per nutrire le larve e poi spingono fuori dai nidi il seme. Questo favorisce lo spostamento dei semi attorno alla pianta madre e aumenta le probabilità di germinazione.

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Darmera peltata

Erbacea perenne originaria del Nord America, apprezzata per le grandi foglie decorative e le infiorescenze che spuntano prima ancora della vegetazione, in primavera, alla sommità di steli di 80 cm. Le foglie hanno forma ad imbuto, larghe fino a 40 cm, portate da piccioli che raggiungono i 150 cm in piante mature. Si coltiva in ombra o mezz'ombra, in terreno fertile, umifero, ricco. Non ama essere immersa in acqua, quindi meglio terreni argillosi irrigati con molta regolarità o posizioni a bordo lago, per permettere alle radici di raggiungere l'acqua senza esserne coperte. In autunno il fogliame si tinge di rosso, specialmente se la pianta è raggiunta da qualche ora di sole nelle ore meno calde.

L'epiteto generico ricorda il botanico tedesco Karl Darmer (1843-1918).

L'epiteto specifico deriva dal latino pelta (scudo a forma di mezzaluna) in riferimento alla conformazione delle foglie, appunto 'peltate' (cioè foglie il cui picciolo è inserito più o meno nel mezzo del lembo, che è a forma di scudo).