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  • Altezza: Fino a 200 cm
  • Colore: Bianco
  • Disponibilità: Disponibile

Aster novi-belgii...

Uno dei pochi Aster novi-belgii a fiore bianco candido! Fioritura tardiva(Settembre-Ottobre) con una gran quantità di fiori dai petali (ligule) sottili. Il fogliame è di un bel verde scuro. Una bella cultivar di recente introduzione, ancora poco diffusa! Coltivare in pieno sole, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.

L'epiteto specifico è una latinizzazione di New Holland o Nuovo Belgio, regione storica degli Stati Uniti situata nei dintorni di New York tra la Virginia e il New England, insediamento di coloni olandesi, località in cui furono fatti i primi ritrovamenti della specie.

Il nome della cultivar ricorda il paese di Steinebrück, al confine tra Belgio e Germania.

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Disporum longistylum 'Green...

Perfetto come molti altri Disporum per arricchire zone ombreggiate del giardino, grazie anche al fogliame sempreverde che persiste fino a primavera, quando spunta la nuova vegetazione e i vecchi rami possono essere tagliati. Erbacea longeva, alta e slanciata è stato scoperto e battezzato da Dan Hinkley nella provincia cinese di Sichuan. Ha fogliame verde lucido, sfumato di porpora nei mesi invernali e nuovi germogli verde scuro, sfumati di toni scuri. Raggiunge i 150/180 cm e alla sommità degli steli porta in Giugno- Luglio fiori bianco crema. Inizialmente è stato considerato un Disporum cantoniense, insieme a D. 'Night Heron', ma grazie al contributo di Bleddyn Wynn-Jones di Crug Farm entrambi sono stati identificati come Disporum longistylum. Coltivare in ombra luminosa o meglio a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dall'unione delle parole latine longus lungo e stylus stilo, cioè dal lungo stilo, il prolungamento dell'ovario

Miscanthus sinensis...

Il fogliame verde venato di bianco per tutta la lunghezza crea un effetto finale argentato che ha fatto guadagnare a questa varietà il nome 'Morning Light', luce del mattino. Le spighe sono prima porpora e poi via via che si aprono assumono toni argentati. Richiede posizioni in pieno sole per fiorire adeguatamente e svilupparsi al meglio. Si adatta a diversi tipi di terreno purchè fertile, non arido, drenato.

L'epiteto generico Miscanthus nasce dall'unione delle parole greche μίσχος (míschos stelo) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè 'con fiori portati da peduncolo/steli'  . L'epiteto specifico sinensis invece deriva dal termine latino Sina, Cina, con riferimento alle zone di origine di questa graminacea.

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Muhlenbergia lindheimeri

Graminacea originaria dell'America Centrale, ha lunghe foglie sottili glauche che persistono in caso di inverni non troppo rigidi. Rustica fino a -15°C (tollera temperature momentanee inferiori purchè abbia un drenaggio ottimo). Coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, non arido. Tollera brevi periodi di siccità, ma da' il meglio di sé con irrigazioni regolari.

E' l'ultima graminacea a produrre spighe, prima color crema, poi soffuse leggermente di rosa, persistenti per buona parte dell'inverno.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Jacob Ferdinand Lindheimer.

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Paeonia 'White Innocence'

Un ibrido di Paeonia lactiflora x Paeonia emodi, registrato da Saunders nel 1947. Ha steli forti che portano più fiori e che raggiungono i 150 cm, altezza che la rende una delle Paeonia erbacee più alte in commercio. La particolarità dei fiori si può notare anche nel centro del fiore, per gli stami che sembrano dei pistilli e che maturano con sfumature rosate. Porta una grande quantità di fiori, come riporta la figlia dell'ibridatore nel 1960, annotando di averne contati sulla stessa pianta 219!

Coltivare in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato. Sopporta anche i terreni argillosi, purchè drenati e irrigati con regolarità.

L'epiteto generico deriva dal nome greco παιωνία (paionía), assegnato da Teofrasto in onore di Peone (Παίων Pàion), medico degli dei greci che fu mutato in fiore da Plutone come ringraziamento per averlo curato da una ferita inflittagli da Ercole. Anche Plinio il Vecchio fornisce la stessa etimologia (XXV, 3). Inoltre è probabile che abbia preso il nome dalla regione omonima in cui cresce, a nord della Macedonia.

Sanguisorba...

Magnifica! Una fioritura leggerissima, con infiorenscenze candide, piumose, dalla forma a scovolino. Altro punto di forza è il fogliame, che in primavera è lucido e particolarmente decorativo! Si coltiva in terreno normale, fertile, non arido, irrigato regolarmente. Sorprendente l'effetto in abbinamento con graminacee alte, come Calamagrostis acutiflora 'Karl Foerster'.

L'epiteto generico deriva dai termini latini sanguis (sangue) e sorbeo (assorbire), per le proprietà antiemorragiche riconosciute a questa pianta.

L'epiteto specifico fa riferimento alla conformazione delle foglie, più sottili rispetto a quelle di altre Sanguisorba.

Thalictrum delavayi...

Un ibrido dalla fioritura abbondante che da Giugno a Settembre illumina gli angoli ombreggiati del giardino. L'effetto è quello di una Gypsophila(o velo di sposa) alto 2metri e carico di fiori bianco puro. Si consiglia di coltivare a mezzombra in terreno drenato, ricco, fertile e di sostenere la pianta crescendola vicino a arbusti a cui si possa appoggiare oppure con rami secchi piantati nel terreno che creino un sostegno in cui la pianta possa svilupparsi appoggiandosi con i rami dalla tipica forma 'a gruccia', con cui si sostiene salendo in altezza.
L'epiteto generico deriva dal nome di questa pianta in greco, θάλικτρον (thálictron, pigamo), citato da Dioscoride nel De Materia Medica.
L'epiteto specifico fu assegnato in onore di Jean Marie Delavay (1834-1895), missionario francese in Cina, studioso della flora cinese e collezionista per il Museo Nazionale di Storia Naturale di Francia.

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