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  • Altezza: Fino a 80 cm
  • Colore: Bianco
  • Periodo di Fioritura: Maggio

Anthericum ramosum

Erbacea perenne diffusa in natura in gran parte delle regioni Italiane (in tutto il centro e il nord ad eccezione della Valle d'Aosta e in Campania), tipica di prati asciutti e zone ai margini dei boschi. La fioritura assomiglia a quella dell'Asfodelo, ma agli appassionati di erbacee perenni ricorderà una Gaura, per la leggerezza dei fiori bianchi, a stella, portati da alti steli. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno ben drenato. Tollera bene periodi di siccità e si rivela molto resistente, rustica fino a -15°. Si dissemina facilmente se trova le condizioni ideali di drenaggio. La fioritura è abbondante in estate e con buone condizioni di coltivazione spesso si ripete in autunno.

L' epiteto generico deriva dal greco ἀνθέριξ (anthérix spiga, fuscello, stelo). Il termine ἀνθέρῐκος (anthéricos) era il nome greco dell'asfodelo.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ramus (ramo) in riferimento alle numerose ramificazioni che partono dallo stelo principale.

Aquilegia vulgaris var....

Fiori bianchi soffusi di verde, doppi e senza speroni. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia in zone boschive ombreggiate. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Aruncus dioicus 'Kneiffii'

Cultivar compatta di Aruncus dioicus, con fogliame alto fino a 40 cm e steli floreali che raggiungono gli 80 cm. Il fogliame è finemente intarsiato e le infiorescenze sono più leggere e sottili rispetto a quelle della specie, con un effetto finale molto decorativo. Dopo la fioritura gli steli possono essere lasciati sulla pianta o recisi: nel secondo caso la pianta produrrà nuovo fogliame e l'effetto di copertura sarà migliore, mentre lasciando le infiorescenze secche la pianta produrrà semi e il fogliame avrà la tendenza a diradarsi. Coltivare in terreno ricco, umifero, irrigato regolarmente, a mezz'ombra. Può tollerare il pieno sole in località dal clima estivo fresco e purchè il terreno non asciughi mai completamente.

L'epiteto generico deriva dal greco dorico ἤρυγγος (èriungos barba di capra). Linneo aveva battezzato questo genere Spiraea aruncus, in riferimento all' infiorescenza simile nella forma alla barba delle capre. Fu il botanico francese Michel Adanson che alla fine del '700 modificò il nome, utilizzando l'epiteto specifico assegnato da Linneo e trasformandolo in epiteto generico.

L'epiteto specifico deriva dal greco δις (dis due, due volte) e οἰκία (oikía casa):cioè dioico,, con due case, perchè fiori maschili e femminili sono portati solitamente da piante diverse. Questo vuol dire che per produrre seme occorrono nella maggior parte dei casi una pianta maschile e una femminile, anche se è diffuso anche l'ermafroditismo tra le piante di Aruncus. I fiori maschili hanno un numero maggiore di stami, quelli femminili hanno 3 pistilli per fiore, quelli ermafroditi presentano 4 pistilli che sovrastano gli stami.

Campanula persicifolia...

Perfetta per illuminare angoli ombreggiati del giardino. Facile da coltivare, vigorosa e resistente, ha fiori bianchi a campanella portati da alti steli, In posizioni ombrose può essere necessario fornire un sostegno agli steli. La posizione ideale è a est, raggiunta da alcune ore di sole al mattino, in terreno drenato, fertile, non arido. Interessante anche come fiore da reciso, deve essere raccolta quando gli steli hanno un paio di fiori aperti, per garantire una maggiore durata in vaso. Recidere gli steli sfioriti favorisce la rifiorenza.

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico deriva dall'unione del nome latino del pesco (Prunus persica) e folium (fòlium foglia) in riferimento alla forma delle foglie.

Dicentra spectabilis 'Alba'

Il genere Dicentra è originario dell'Asia. I primi esemplari furono introdotti in Inghilterra a metà del 1800 da Robert Fortune, botanico scozzese e appassionato ricercatore di piante insolite. La cultivar 'Alba' ha fiori candidi, dalla tipica forma a cuore che le ha fatto guadagnare il nome di 'Bleeding Heart' all'estero e 'Cuore di Maria' in Italia. E' conosciuta anche come 'Lady-in-a-bath' perché capovolgendo i fiori e aprendo i sepali rossi si può vedere una figura femminile bianca in una 'vasca da bagno'. Coltivare in ombra luminosa o mezzombra in terreno drenato e fertile. Talvolta la pianta va in riposo vegetativo durante l'estate per poi germogliare nuovamente all'inizio dell'autunno.

L'epiteto generico Lamprocapnos è formato dai termini greci λαμπρός (lamprós splendido, raggiante) e καπνός (kapnόs il nome della Fumaria in Dioscoride 4.109). E' stato scelto come nuovo nome da Tatsundo Fukuhara, ricercatore del Dipartimento di Botanica di Kyoto. Il significato del nome è incerto e non si trovano indicazioni, ma è stato scelto probabilmente  col significato di Fumaria dai fiori splendenti. Fumaria spectabilis è infatti il nome con cui Linneo registrò il Lamprocapnos spectabilis (come si trova nell' erbario di Linneo, LINN 881).

Il sinonimo ( e precedente nome generico) Dicentra deriva dal greco δίς (dìs doppio, due volte) e da κέντρον (chéntron sperone), per i sepali che si prolungano in due lunghi speroni.

L'epiteto specifico in latino significa spettacolare, ammirevole.

Varietà vincitrice dell' Award of Garden Merit della Royal Horticoltural Society nel 2014.

Vedi le altre Dicentra della nostra collezione

Echinacea purpurea 'Virgin'

Una selezione di Piet Oudolf apprezzata per il portamento composto, con steli floreali che si mantengono verticali senza bisogno di sostegni, per i fiori profumati e per il bianco puro dei sepali disposti in un doppio giro attorno al disco centrale verde.

Le Echinacea preferiscono posizioni soleggiate, terreno drenato e fertile, non arido. Si consiglia recidere i fiori man mano che appassiscono per favorire la produzione di nuovi steli floreali.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico in latino significa purpureo, color porpora, in riferimento al colore dei fiori della specie. L'origine è da ricercare nel termine greco πορφύρεος (porfiùreos di colore rosso porpora).

Epimedium 'Mandarin Star'

Fiori bianchi con il centro giallo, bellissimo!La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa o mezz'ombra, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, molte varietà sono capaci di rifiorire.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Gillenia trifoliata

Bellissima perenne rustica e scenografica, preferisce posizioni a mezzombra in cui sia raggiunta da alcune ore di sole, preferibilmente al mattino o tardo pomeriggio e terreno fertile da acido a neutro, umido, ben drenato. Da Maggio a Luglio gli steli rossastri portano fiori bianchi, leggeri. Forma cespugli morbidi ed è adatta anche alla coltivazione in vaso.

L'epiteto generico è dedicato a Arnold Gillen, medico del 1500. Viene citata con questo nome per la prima volta nel 1802 da Conrad Moench (1744–1805), botanico, farmacista, chimico e naturalista tedesco, professore di Botanica all'Università di Marburg.

L'epiteto specifico deriva dal latino dal prefisso tri- tre e da fólium foglia, letteralmente 'composta da tre foglie' in riferimento alla conformazione delle foglie.  

Leucanthemum vulgare...

Leucanthemum vulgare è una perenne largamente diffusa in tutta Italia. Questa varietà fiorisce abbondantemente e ha steli che si autosostengono, mantenendo quindi un portamento ordinato che la rendono adatta sia alla coltivazione in giardino che alla naturalizzazione. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile e drenato. Si autodissemina abbondantemente anche in terreni poveri.

L'epiteto generico deriva dal greco λευκός (leucós bianco) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): per i fiori ligulati bianchi della corona.

L'epiteto specifico deriva dal latino vùlgus (volgo) col significato di 'comune' per la grande diffusione.

Leucojum aestivum 'Gravetye...

Bulbosa perenne a portamento cespuglioso con foglie larghe e carnose e fiori di colore bianco con macchie verdi sugli apici. Ogni stelo porta da 2 a 5 fiori.

I Leucojum sono specie protetta in gran parte d'Italia e si trovano autoctoni in tutto il centro-Nord. La cultivar 'Graveteye Giant' rispetto alla specie ha fiori più grandi e raggiunge un'altezza maggiore(circa 70 cm). Il nome della varietà deriva da Gravetye Manor, la casa del famoso giardiniere e scrittore William Robinson (1838-1935) che la coltivò per primo.

Coltivare in pieno sole o mezzombra in terreno fertile, drenato, non arido.

L'epiteto generico Leucojum ha origine dai termini greci λευκός (leucós bianco) e ἲον (íon violetta) con riferimento al fatto che fiorisce in bianco nello stesso periodo delle violette. In Dioscoride si trova un Leucojum, ma con questo termine si riferiva al Cheirantus (Dioscoride, De Materia Medica III, 121).

L'epiteto specifico aestivum differenzia questo Leucojum a fioritura primaverile da Leucojum vernum, a fioritura precoce.

Libertia grandiflora

Originaria della Nuova Zelanda ha foglie a nastro che fanno intuire l'appartenenza alla famiglia delle Iris. I fiori compaiono su steli alti fino a 90cm in Maggio e Giugno, anche se l'altezza finale si raggiunge con la maturità della pianta. Richiede posizioni soleggiate e terreno ben drenato, ma fertile, non arido. Irrigazioni regolari e un buon drenaggio sono quindi il trucco per avere ottimi risultati. Attira gli impollinatori. In primavera il fogliame dell'anno precedente tende a seccare (specialmente in luoghi con inverni freddi) e può essere tagliato a pochi cm da terra per rinfrescare l'aspetto della pianta favorendo la crescita del nuovo fogliame.

L'epiteto generico celebra la botanica e micologa belga Marie-Anne Libert (1782–1865)

L'epiteto specifico fa riferimento alla dimensione dei fiori.

Luzula nivea

Originaria di Pirenei e Alpi è diffusa anche sull'arco appenninico fino al centro Italia, soprattutto al margine di boschi di latifoglie fino ai 1500 mt slm. Preferisce i terreni fertili e umiferi, non aridi (sopravvive con scarse irrigazioni,ma resta quasi dormiente/poco sviluppata). La condizione ideale è a mezz'ombra, in terreni arricchiti con terriccio, sostanza organica (hummus, compost) e drenaggio. 

L'epiteto generico deriva dal diminutivo di lux, lucis (luce), quindi piccola luce, lucciola, per la luminosità delle infiorescenze.

L'epiteto specifico da nix, nivis (neve), niveo, bianco come la neve, in riferimento al colore delle infiorescenze.

Scabiosa caucasica 'Fama...

Fiori grandi, bianchi, portati da steli alti si susseguono da Maggio ad Agosto. Le Scabiosa caucasica fioriscono nella prima parte della stagione (Maggio-Luglio) con grande abbondanza e rifioriscono spesso a Settembre-Ottobre.

Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Si consiglia di recidere gli steli sfioriti per favorire la produzione di nuovi fiori.

L'epiteto generico deriva dal latino scabies (scàbies scabbia) perché la pianta veniva usata in passato come cura contro la scabbia.

L'epiteto specifico fa riferimento alla zona di provenienza della specie.

Tanacetum parthenium

Erbacea perenne largamente diffusa in natura in tutta Italia e conosciuta con i nomi di Amarella, Erba amara, Erba madre, Matricale, Amareggiola e utilizzata per ricette dolci e salate. E' una perenne a vita breve che si dissemina abbondantemente e cresce bene in terreno fertile, drenato, in pieno sole. Al Tanacetum parthenium sono riconosciute proprietà curative su emicrania, stati infiammatori, convulsioni ed ha effetti benefici su fegato e apparato digerente.
Conosciuto anche come Piretro(dal termine greco piros, fuoco, in riferimento al sapore piccante della radice) è utilizzato per preparare macerati e infusi contro gli insetti dannosi.
Il nome del genere potrebbe derivare dal greco 'atanasìa', immortalità, ad indicare la notevole durata dei fiori una volta recisi dalla pianta.

Il nome della specie probabilmente deriva dal nome femminile greco 'Parthènos', vergine figlia di Apollo, morta prematuramente e trasformata dal dio in costellazione.
Al Tanacetum parthenium sono riconosciute proprietà curative su emicrania, stati infiammatori, convulsioni ed ha effetti benefici su fegato e apparato digerente.
Conosciuto anche come Piretro(dal termine greco piros, fuoco, in riferimento al sapore piccante della radice) è utilizzato per preparare macerati e infusi contro gli insetti dannosi.

Verbascum nigrum var. album

Verbascum perenne dal portamento slanciato ed elegante. Fiori bianchi macchiati di viola al centro, disposti l'uno accanto all'altro sugli steli a formare una pannocchia piena e compatta. Fiorisce ciclicamente tutta l'estate fino all'autunno inoltrato e si dissemina abbondantemente. Per ottenere un buon risultato si consiglia di coltivarlo in pieno sole e terreno ben drenato.

L'epiteto generico deriva dal latino verbascum, che significa verbasco. L'origine della parola verbascum si trova nel termine latino barbáscum(tasso barbasso, pianta citata da Plinio, probabilmente derivato da barba, per le foglie pelose), o nella parola latina vérber (verga). Volgarmente in francese è detto mollène, per la mollezza delle sue foglie, e allo stesso modo in inglese è tradotto mullein.