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Allium 'Serendipity'

Gli Allium estivi sono sorprendenti per fioritura e resistenza! Diversamente dai più diffusi Allium primaverili non hanno un bulbo, ma radici e fioriscono fino all'autunno; entrambe queste caratteristiche permettono alla pianta di prosperare durante tutta la stagione, senza incorrere in marciumi. Vista la capacità di sopportare benissimo le irrigazione estive sono compagni perfetti per le altre perenni e colorano balconi e aiuole per mesi.

'Serendipity' è una modifica accorsa spontaneamente da Allium 'Millenium', genitore di cui ha tutte le qualità, con l'aggiunta di un interessante fogliame glauco. Si coltiva in pieno sole, in terreno fertile, ma tollera terreni di diverse tipologie, anche argillosi e posizioni a mezz'ombra, dato che con circa 4 ore di sole riesce tranquillamente a fiorire!

Resiste a cervi, arvicole e lepri, ma attira gli impollinatori con le sue infiorescenze a globo che si schiudono da Giugno all'autunno.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino usato per indicare una pianta appartenente a questo genere. Si trova in Orazio, Plinio e Plauto. L'etimologia è dubbia: Alexandre de Théis nel suo Glossario di Botanica la fa risalire al termine al termine celtico all, che significa caldo, acre, in riferimento al gusto dell'aglio. Il Dizionario Etimologio della lingua italiana del Pianigiani indica anche come possibile origine il termine greco ἄγλῑς (áglis capo d'aglio).

Aquilegia vulgaris var....

Fiori bianchi soffusi di verde, doppi e senza speroni. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia in zone boschive ombreggiate. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

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Eomecon chionantha

Unico appartenente al genere Eomecon, affascinante e insolito per aspetto e comportamento. Erbacea perenne originaria della Cina, si diffonde con stoloni e produce foglie a cuore lunghe circa 30 cm e glauche, cerate, idrorepellenti, spesso sfumate di rosso sulla pagina inferiore. Gli steli floreali si alzano in primavera, rossastri e portano fiori bianco puro, formati da 4 petali attorno ad un centro formato da stami con antere gialle. La pianta contiene una sostanza tossica per le lumache e quindi non è per loro appetibile.

Si coltiva in ombra luminosa o mezzombra, in terreno fertile, ricco di sostanza organica e umifero, non arido, oppure vicino a corsi d'acqua o laghetti. Un terreno irrigato senza eccedere può essere una pratica per contenere l'espansione, anche se l'altezza finale della pianta potrebbe essere più contenuta. Si dissemina in modo limitato e la diffusione avviene in modo più evidente con le radici stolonifere.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἠώς (èos alba, ma anche l'Est) e μήκων (mècon papavero), cioè Papavero dell' Est, in riferimento alle zone di provenienza di questa perenne, la Cina.

L'epiteto specifico deriva dal greco χιών(chiòn neve) e ἄνϑοϛ (ánthos fiore), cioè dai fiori bianchi come la neve.

Hosta 'Abiqua Drinking Gourd'

Varietà del 1989 (H. 'Tokudama' x H. sieboldiana) registrata da Charles Purtymun di Walden West Hostas in Oregon con foglie glauche dalla forma molto particolare che caratterizza questa cultivar, a coppa, con i margini rivolti verso l'alto quando le foglie si schiudono e che si aprono via via durante la stagione. L'aspetto cerato delle foglie, la consistenza rugosa e la forma a coppa sono i punti di forza di questa varietà, una delle più belle a foglia azzurra. La fioritura, portata da steli relativamente corti, è estiva, in colore bianco. Coltivare in ombra luminosa, in terreno fertile, drenato. 

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

Drinking Gourd significa letteralmente 'mestolo per bere', in riferimento alla forma a coppa delle foglie. Abiqua fa riferimento al fiume americano Abiqua Creek e compare in diversi nomi assegnati a ibridi di Hosta di Walden West Hostas.

Hosta dell'anno nel 2014 Hosta per la American Hosta Growers Association.

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Hosta 'Regal Splendor'

Una varietà registrata nel 1990 da Walter Gardens con foglie glauche con bordo prima bianco crema, poi bianco, leggermente increspato. Forma un cespuglio con forma a imbuto. Tollera alcune ore di sole al mattino. Fioritura color lavanda portata da steli slanciati ed eleganti, alti fino a 120 cm. Coltivare in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico deriva dal nome di Nicolaus Thomas Host (1761-1834), medico dell'imperatore d'Austria, studioso di graminacee e autore di una Flora dell'Impero Austro-Ungarico.

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Luzula nivea

Originaria di Pirenei e Alpi è diffusa anche sull'arco appenninico fino al centro Italia, soprattutto al margine di boschi di latifoglie fino ai 1500 mt slm. Preferisce i terreni fertili e umiferi, non aridi (sopravvive con scarse irrigazioni,ma resta quasi dormiente/poco sviluppata). La condizione ideale è a mezz'ombra, in terreni arricchiti con terriccio, sostanza organica (hummus, compost) e drenaggio. 

L'epiteto generico deriva dal diminutivo di lux, lucis (luce), quindi piccola luce, lucciola, per la luminosità delle infiorescenze.

L'epiteto specifico da nix, nivis (neve), niveo, bianco come la neve, in riferimento al colore delle infiorescenze.

Muhlenbergia lindheimeri

Graminacea originaria dell'America Centrale, ha lunghe foglie sottili glauche che persistono in caso di inverni non troppo rigidi. Rustica fino a -15°C (tollera temperature momentanee inferiori purchè abbia un drenaggio ottimo). Coltivare in pieno sole, in terreno ben drenato, non arido. Tollera brevi periodi di siccità, ma da' il meglio di sé con irrigazioni regolari.

E' l'ultima graminacea a produrre spighe, prima color crema, poi soffuse leggermente di rosa, persistenti per buona parte dell'inverno.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Jacob Ferdinand Lindheimer.

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Salvia nemorosa...

Una cultivar affascinante, con infiorescenze cariche di fiori viola che creano l'effetto di una spiga 'piumosa'. La fioritura si ripete da Maggio a Ottobre, specialmente se si ha l'accortezza di rimuovere le spighe sfiorite. Dato il peso delle infiorescenze il portamento è morbido, a cuscino, perfetto per riempire la prima fila nella bordure. Lo sviluppo in larghezza è di circa 60/70 cm a pianta e quindi è fondamentale dare abbastanza spazio e abbinare questa salvia con altre piante che non vengano sopraffatte dal suo sviluppo! In altezza(dato il suo sviluppo non eretto) raggiunge i 40/50 cm, ma i singoli rami possono arrivare a 70 cm di lunghezza. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile. Una volta ben radicata sopporta periodi di siccità, anche se per ottenere una buona rifiorenza l'acqua è fondamentale.

L'epiteto generico deriva dal latino e si trova già in Plinio, usato per la Salvia officinalis, dal verbo salvare (guarire).

L'epiteto specifico da nemus, nemoris (bosco), 'che cresce nei boschi'.

Seseli libanotis

Ombrellifera perenne spontanea in diverse regioni Italiane, conosciuta con i nomi comuni di Finocchiella a foglie di carota. Si coltiva in terreni drenati, anche poveri, in pieno sole. Porta infiorescenze bianche ad ombrello leggerissime, su steli alti e glauchi. Dopo la fioritura si possono lasciare gli steli sulla pianta per favorire la disseminazione o recidere le infiorescenze sfiorite per stimolare la produzione di nuova vegetazione. Durante l'estate solitamente va a riposo e inizia a vegetare alla fine dell'inverno, formando una rosetta basale da cui si alzano in primavera gli steli.

L'epiteto generico deriva dal greco σέσελις (séselis), pianta citata da Aristofane, Dioscoride, Plutarco e utilizzata nella preparazione della Triaca, preparato farmaceutico antico che si diceva curasse ogni avvelenamento.

L'epiteto specifico deriva dal latino libanotis (libanòtis, rosmarino).