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Rusticità

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Piante autodisseminanti

Erbacee perenni che se lasciate indisturbate tendono a disseminarsi autonomamente nel terreno circostante, talvolta anche distanze considerevoli dalla pianta madre. Il processo di auto-disseminazione si verifica quando i semi trovano le condizioni ideali, specifiche di ogni pianta, per germogliare: alcune richiedono terreni molto drenati, ghiaiosi o sabbiosi (ad esempio Erigeron karvisnkianus, Verbena bonariensis, Verbascum nigrum, Hieracium), altre terreni ricchi e ben drenati ( Carex, Cirsium, Heuchera).

Piante autodisseminanti

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Achillea filipendulina...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con grandi corimbi di fiori giallo carico tipica di luoghi molto soleggiati e asciutti. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, raggiunge dimensioni maggiori rispetto ad Achillea millefolium e fiorisce molto a lungo con alti steli rigidi. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato e si irriga con parsimonia.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico si riferisce invece alla somiglianza della pianta con Filipendula vulgaris. perenne con foglie pennate simili a quelle di alcune felci e molto simili a quelle di questa Achillea.

In cucina le foglie di Achillea filipendulina vengono utilizzate per frittate e ripieni, conferendo un gusto simile a quello di Tanacetum parthenium e di Tanacetum balsamita.

Andropogon gerardii 'Red...

Bellissima graminacea con fogliame porpora in estate e rosso in autunno. Il cespuglio di foglie si mantiene più basso delle spighe, che svettano leggere. Coltivare in pieno sole e irrigare finchè l'apparato radicale non si è sviluppato in modo adeguato, a quel punto sopporterà molto bene anche irrigazioni sporadiche.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀνήρ ἀνδρός (anér andrόs uomo) e πώγων (pόgon barba) in riferimento alla peluria che ricopre alcune parti della spiga.

L'epiteto specifico indica che la specie è stata dedicata a Louis Gérard, medico e botanico francese (1733-1819) o a John Gerard(e) (1545-1612), botanico inglese autore di The Herball or General Historie of Plantes, ma non si trovano testimonianze.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Aquilegia oxysepala

Una specie dai fiori bicolori originaria della Siberia e del nord del Giappone. La parte esterna del fiore (formata dai sepali) ha corti speroni ed è di un intenso porpora scuro, mentre la parte interna (corolla) è gialla. Un bel contrasto, solitamente tipico di cultivars ibridate, insolito per una Aquilegia spontanea. Si dissemina facilmente e cresce in modo ottimale in pieno sole o mezz'ombra, in terreni non troppo pesanti, fertili. Compagna ideale di rose e fioriture primaverili.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico significa 'con sepali dalla forma allungata, appuntita', dal greco ὀξύς (oxiùs appuntito) e dal latino sepalum.

Brunnera macrophylla 'Betty...

Bellissima perenne della famiglia delle Boraginaceae, caratterizzata da grandi foglie argentate, a cuore, ruvide, coperte da una corta peluria e fiori bianchi che ricordano nella forma i Non ti scordar di me. Preferisce posizioni in ombra luminosa o mezz'ombra e terreni ricchi, ben drenati. Se cresciuta più al sole richiede irrigazioni costanti, mentre se coltivata in ombra deve essere bagnata un po' meno dopo la fioritura, per non incorrere in marciumi. Si dissemina facilmente ed è perfetta per angoli di sottobosco dove possa allargarsi liberamente formando fitti cuscini di foglie molto decorative.

L'epiteto generico è dedicato al botanico ed esploratore svizzero Samuel Brùnner (1790-1844).

L'epiteto specifico è composto dai termini greci μακρόϛ (macrós lungo, grande) e da φύλλον (fiùllon foglia)in riferimento alla dimensione delle foglie.

Cephalaria gigantea

Statuaria! Ha fiori giallo chiarissimo portati da alti steli rigidi, con un effetto sorprendente per il portamento e la leggerezza della fioritura. Originaria di Turchia e Caucaso è diffusa nei prati umidi e richiede posizioni in pieno sole e terreni drenati, fertili, non aridi, per raggiungere uno sviluppo ottimale. Rimuovere i capolini sfioriti per stimolare la rifiorenza, anche se la prima fioritura è la più bella e consigliamo di lasciare sulla pianta i fiori sfioriti, molto decorativi a fine estate per il tono scuro che assumono.

L'epiteto generico deriva dal greco κεφαλή (kefalé, testa), perché i fiori fertili sono raccolti in dense infiorescenze tondeggianti.

L'epiteto specifico dall'aggettivo greco γιγάντειος (ghigànteios, gigante) per l'altezza della pianta.

Crambe cordifolia

Una delle piante preferite di Jertude Jekyll, utilizzata spesso nei suoi giardini, per la leggerezza della fioritura e il candore dei fiori. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae ed ha infatti foglie grandi simile a quelle di un cavolo. Dalla rosetta basale di foglie partono alti steli che portano una nuvola di fiori bianchi. L'effetto finale è sorprendente! Coltivare al sole o a mezzombra, in terreno fertile, mai arido. 

Una volta messa a dimora richiede un paio di anni per iniziare a fiorire, ma forma comunque un cespuglio grande con foglie molto sviluppare già dal primo anno.

L'epiteto generico deriva dal greco κράμβη (cràmbe cavolo).

L'epiteto specifico è formato dai termini latini cor, cordis (cuore) e folium (foglia) per la forma delle foglie, appunto cordate (cioè a cuore).

Foeniculum vulgare

Adatta al pieno sole, in terreno ben drenato, cresce molto in altezza, formando un cespuglio di foglie piumose che nascono color bronzo porpora e si schiariscono col passare del tempo. Decorativa dalla primavera all'inverno, attire le farfalle, in particolare Papilio Machaon, che depone sulle piante di Foeniculum le sue uova. I bruchi trovano in questa pianta un prezioso nutrimento per crescere e raggiungere lo stadio di crisalide. Le foglie fresche e i semi si utilizzano in cucina per il loro profumo di anice.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del finocchio, come si trova in Plinio. Tale nome ha in sè la radice del termine foenum (fènum, fieno), probabilmente per le foglie sottili come quelle del fieno e per il loro aroma.

L'epiteto specifico vulgaris (vulgàris) in latino significa 'molto comune, diffuso', dal termine vulgus (vùlgus), volgo, plebe.

Geranium x cantabrigiense...

Fiori grandi, bianco puro! Un ibrido di G. macrorrhizum ‘Album’ e  G. dalmaticum ‘Album’ apprezzato come tutti i G. x cantabrigiense per la fitta copertura del suolo e per l'abbondante fioritura. Beneficia di una cimatura della vegetazione dopo la fioritura, per stimolare la produzione di nuove foglie e di (eventuali) ulteriori fiori. Si coltiva a mezz'ombra, in terreno fertile, drenato, anche se si rivela molto versatile e si adatta a diverse condizioni, comprese posizioni più soleggiate, terreni più pesanti e irrigazioni ridotte. Il fogliame in autunno si tinge di rosso e persisteper tutto l'inverno.

La cultivar 'St. Ola' ha fiori più grandi rispetto alle altre, e fiori bianco puro che sfumano in rosa maturando. E' stata proposta sul mercato da Axletree Nursery nel 1993. Il nome 'St.Ola' è stato scelto dal suo ibridatore, Alan Bremner in onore della parrocchia omonima di Mainland, la più grande delle Isole Orcadi, a nord della Scozia.

L'epiteto generico ha origine dal greco γεράνιον (gherànion geranio) come si trova scritto nel 'De Materia Medica' di Dioscoride. Il nome deriva da γέρανος (ghéranos gru): per i frutti simili al becco delle gru.

L'epiteto specifico deriva dal nome latinizzato di Cambridge, Cantabrigia, col significato di 'originario di Cambridge': nasce infatti grazie al lavoro della dottoressa Helen Kiefer, del giardino botanico dell'Università di Cambridge. E' stato ottenuto nel 1974 come ibrido sterile di G. macrorrhizum e G. dalmaticum.

Vedi gli altri Geranium della nostra collezione

Heuchera villosa var....

Specie con bellissima fioritura abbondante , con foglie verdi che dall'autunno si tingono di rosso. Coltivare a mezzombra, in terreno fertile, drenato anche se si adatta a diverse condizioni e una volta ambientata si rivela molto resistente anche ad irrigazioni ridotte (comunque a discapito della dimensione della pianta). Tollera bene il sole del mattino, assumendo colorazioni delle foglie più definite nel periodo autunnale.

L'epiteto generico è dedicato al botanico tedesco Johann Heinrich von Heucher (1677-1747).

L'epiteto specifico deriva dal latino villus (vìllus, pelo) 'dotata di peluria' in riferimento alla texture delle foglie.

L'epiteto varietale dal greco μακρόϛ (macrós grande, lungo) e da ῥίζα (rìza radice) 'con lunghe radici'.

Leucanthemum vulgare...

Leucanthemum vulgare è una perenne largamente diffusa in tutta Italia. Questa varietà fiorisce abbondantemente e ha steli che si autosostengono, mantenendo quindi un portamento ordinato che la rendono adatta sia alla coltivazione in giardino che alla naturalizzazione. Coltivare in pieno sole, in terreno fertile e drenato. Si autodissemina abbondantemente anche in terreni poveri.

L'epiteto generico deriva dal greco λευκός (leucós bianco) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): per i fiori ligulati bianchi della corona.

L'epiteto specifico deriva dal latino vùlgus (volgo) col significato di 'comune' per la grande diffusione.

Liatris scariosa 'Alba'

Una bellissima Liatris a fiore bianco, alta e slanciata, in fiore alla fine dell'estate. I fiori sono grandi e piumosi e garantiscono l'effetto wow! Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato, fertile, irrigato regolarmente, anche se tollera abbastanza bene irrigazioni ridotte una volta ben ambientata. Abbiamo notato comunque che una buona fioritura e un'altezza maggiore si ottengono con irrigazioni regolari.

L'etimologia dell'epiteto generico Liatris è sconosciuta. La letteratura ci dice solo che i generi Liatris, Trilisa e Vernonia erano stati erroneamente riuniti sotto al nome di Suprago da Joseph Gaertner nel 1700 e che sono stati separati in seguito nei generi che conosciamo oggi, ma non si trova traccia sul significato del termine.

Parthenium integrifolium

Originario del Nord America ha interessanti infiorescenze bianche da Maggio ad Agosto. Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato, anche povero e mediamente asciutto. 

L'epiteto generico deriva dal greco παρθένος (parthénos vergine, ragazza) in riferimento alla particolare forma della fruttificazione.

L'epiteto specifico dal latino integer (ìnteger, integro, intero) e da folium (fòlium, foglia) e solitamente fa riferimento a foglie con il margine privo di dentellatura. Resta un enigma il motivo per cui Linneo abbia scelto questo epiteto specifico per una pianta che ha foglie dai margini dentellati.

Pycnanthemum tenuifolium

Conosciuto anche come Menta di montagna, ha foglie aromatiche e fiori bianchi, riuniti in infiorescenze a mazzolino. In autunno il fogliame assume bellissime tonalità rosse e viola e le vecchie infiorescenze, cariche di semi, diventano grigiastre, creando un bel contrasto col fogliame. Si adatta a diverse condizioni dal sole alla mezzombra, in terreni più o meno irrigati, rivelando grande resistenza e vigore, anche se la miglior resa in fioritura e altezza si ottiene con irrigazioni regolari in terreno fertile. In terreni più poveri raggiunge un'altezza minore.. Si consiglia di tagliare ogni primavera per favorire il ringiovanimento della pianta ed evitare un'eccessiva lignificazione.

L'epiteto generico deriva dal greco πυκνός (piuknòs, aggettivo che significa denso) e άνθος (ànthos, fiore), in riferimento alla densa fioritura.

L'epiteto specifico è composto dai termini latini tenuis (tènuis esile, sottile) e folium (fòlium foglia) per la forma delle foglie.

Ratibida pinnata

Sinuosa ed elegante, ha bellissimi fiori con ligule lunghe e leggere. Rispetto a Ratibida columnifera preferisce terreni più ricchi e fertili e tollera meno la siccità. Raggiunge inoltre altezze maggiori e i fiori hanno sepali più lunghi, sempre rivolti verso il basso. Originaria del Nord America è diffusa anche in Italia come alloctona naturalizzata.

L'epiteto generico Ratibida fu assegnato dall' esploratore Constantine Rafinesque-Schmaltz (1783-1840) probabilmente senza una ragione precisa se non per similitudine con il termine rathibida (dal sanscrito rattrī notte e weid vedere, cioè che si vede/si fa notare/brilla di notte) , utilizzato dai Daci per indicare Aster amellus, i cui fiori brillano nel buio. Queste notizie, da prendere con la dovuta cautela, ci arrivano dal De materia medica o Περί ύλης ιάτρικης (Perì iùles iatrikès) di Dioscoride, in cui l'autore riporta molti nomi di piante in lingua Daca.

Ratibida pinnata è perfetta per portare slancio verticale in bordure miste, con graminacee ornamentali o altre fioriture in pieno sole e terreno fertile, drenato, non arido. Tollera il terreno mediamente argilloso.

L'epiteto specifico fa riferimento alla forma pinnata delle foglie, simili a piume , dal latino pinna (piuma).

Scabiosa caucasica 'Fama...

Fiori grandi, bianchi, portati da steli alti si susseguono da Maggio ad Agosto. Le Scabiosa caucasica fioriscono nella prima parte della stagione (Maggio-Luglio) con grande abbondanza e rifioriscono spesso a Settembre-Ottobre.

Coltivare in pieno sole, in terreno drenato. Si consiglia di recidere gli steli sfioriti per favorire la produzione di nuovi fiori.

L'epiteto generico deriva dal latino scabies (scàbies scabbia) perché la pianta veniva usata in passato come cura contro la scabbia.

L'epiteto specifico fa riferimento alla zona di provenienza della specie.