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Profumo

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Rusticità

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Piante autodisseminanti

Erbacee perenni che se lasciate indisturbate tendono a disseminarsi autonomamente nel terreno circostante, talvolta anche distanze considerevoli dalla pianta madre. Il processo di auto-disseminazione si verifica quando i semi trovano le condizioni ideali, specifiche di ogni pianta, per germogliare: alcune richiedono terreni molto drenati, ghiaiosi o sabbiosi (ad esempio Erigeron karvisnkianus, Verbena bonariensis, Verbascum nigrum, Hieracium), altre terreni ricchi e ben drenati ( Carex, Cirsium, Heuchera).

Piante autodisseminanti

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Alcea rugosa

Erbacea originaria del sud della Russia e dell'Europa dell'est, apprezzata per la resistenza alla ruggine (Puccinia malvacearum) e per il colore dei fiori, un giallo paglierino molto luminoso. Si dissemina abbondantemente e cresce bene in posizioni soleggiate, irrigata solo il primo anno e negli anni successivi solo in casi di estrema siccità. Data l'altezza e il portamento le Alcea sono molto adatte come protagoniste in giardino o come elemento strutturale sullo sfondo delle bordure. In zone ventose è necessario fornire dei sostegni.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἀλκέ(alkè rimedio)usato da Dioscoride (medico del I secolo dC considerato il padre della farmacologia) per indicare una varietà di malva, considerata anticamente il rimedio per un gran numero di mali.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ruga (piega, ruga) e fa riferimento alla texture delle foglie.

Aquilegia chrysantha...

Una perenne di origine nordamericana, vigorosa e che si dissemina facilmente. Ha foglie glauche e fiori gialli, con lunghi speroni, inizialmente piegati verso il basso e poi disposti in orizzontale alla sommità degli alti steli. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia ai margini di zone boschive. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra o pieno sole. Rispetto ad altre specie sopporta bene anche posizioni molto soleggiate, mentre in ombra fatica ad ambientarsi.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse riprende il nome Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva dal greco χρυσόϛ (criusós oro) e da ἄνϑοϛ (ánthos fiore): con fiori giallo oro.

Vedi le altre Aquilegia della nostra collezione

Aquilegia vulgaris var....

Una perenne facile, vigorosa e che si dissemina abbondantemente. Ha fiori rosa portati da steli verdi, spesso bruniti. La specie è tipicamente diffusa anche in Italia in zone boschive ombreggiate. In giardino la posizione migliore è in terreno fertile, drenato, a mezzombra, dove la pianta possa essere raggiunta da alcune ore di sole che permettano lo sviluppo di piante sane e forti. In ombra troppo intensa tendono a perdersi nel tempo e disseminandosi cercano posizioni più soleggiate e terreno ben drenato, anche ghiaioso.

L'epiteto generico deriva da 'aquilina' , il nome utilizzato nei suoi testi da Alberto Magno, vescovo domenicano  del 1200 appassionato di botanica. E' nel '500 che Carolus Clusius, nome latinizzato di Charles de L’Écluse  riprende il nome  Aquilina e cita il nome Aquilegia(libro VI, cap. 27), che verrà poi reso ufficiale da Linneo. È derivato dal latino aquila per i suoi nettarii, (le ghiandole che producono il nettare) uncinati come gli artigli dell'aquila.

L'epiteto specifico deriva da vulgus e in latino significa comune, ordinario, in riferimento alla grande diffusione in natura della specie.

L'epiteto varietale fa riferimento alla forma dei fiori, stellati e privi degli speroni, tipici della specie.

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Hesperantha coccinea 'Mrs....

Originaria di Sud Africa e Zimbabwe è una perenne rizomatosa a fioritura autunnale che fiorisce quando la maggior parte delle altre piante inizia il riposo vegetativo. Della stessa famiglia delle Iris, richiede posizioni a mezzombra e terreno fertile, drenato, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἑσπέρα (espèra, sera) e ἄνθος (anthos, fiore) 'che si schiude la sera'. Il sinonimo Schizostylis deriva dal greco  σχίζω (schízo dividere) e στύλος (stiùlos stilo) 'con lo stilo diviso'.

L'epiteto specifico in latino significa 'rosso' in riferimento al colore della specie.

Muhlenbergia capillaris

Graminacea ornamentale apprezzata per la spettacolare spigatura rosa/porpora autunnale.

Affascinante sia per la bellezza delle spighe che per gli effetti delle gelate che decorano, rivestono, intarsiano ogni singolo piumino. Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico viene dal latino capillus (capello) con riferimento agli elementi sottilissimi che compongono la spiga.

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Muhlenbergia capillaris...

Una nostra selezione da seme, alta e più tardiva nella spigatura(solitamente fine Ottobre/inizio Novembre). Il fogliame è aghiforme e raggiunge i 100 cm di altezza, mentre le spighe arrivano a 120/130 cm di altezza.

Bellissima sia per la leggerezza delle spighe e per il loro colore che per gli effetti delle gelate che decorano, rivestono, intarsiano ogni singolo piumino. Coltivare in pieno sole in terreno ben drenato.

L'epiteto generico rimanda al botanico americano G.H.E. Muhlenberg, mentre l'epiteto specifico viene dal latino capillus (capello) con riferimento agli elementi sottilissimi che compongono la spiga.

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Oenothera odorata 'Sulphurea'

Ha steli scuri, alti e boccioli rossastri che si aprono la sera, verso le 19, profumando l'aria tutto attorno. I fiori sbocciano color crema, soffuso di giallo tenue e con la gola giallo oro e maturano la mattina successiva in color albicocca. Molto fiorifera e vigorosa, si autodissemina abbondantemente. Coltivare in pieno sole e terreno ben drenato.

L'epiteto generico Oenothera sembra derivare dal greco οἰνοϑήρας (oinotèras) con riferimento al probabile utilizzo che veniva fatto dai Greci della radice per aromatizzare il vino.

L'epiteto specifico deriva dal latino odorare, esalare profumo, in riferimento al dolce profumo dei fiori. Il sinonimo Oenothera stricta 'Sulphurea' ha come epiteto specifico il termine latino stricta, col significato di 'dritta, eretta'.

Il nome della varietà deriva da sulphur, zolfo, per il colore giallo zolfo dei fiori.

Petasites fragrans

Spontaneo della flora italiana ha foglie coriacee e fiori bianco rosati che si schiudono alla fine dell'inverno e che profumano di vaniglia. Adatto a posizioni ombreggiate si allarga velocemente in terreni fertili, umidi.

Phlomis russeliana

Affascinante in ogni momento della stagione! Bellissimo fogliame tomentoso, fiori giallo chiaro, infiorescenze secche molto decorative! Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato. Una volta ambientata cresce rapidamente formando fitti cuscini di foglie semi-sempreverdi sormontati dagli steli sfioriti che persistono per tutto l'inverno. E' conosciuta con il nome comune Salvia turca.

L'epiteto generico deriva dal greco φλομίς (phlomís, il nome di Verbascum thapsus in Dioscoride, molto simile nella forma dell'infiorescenza)

L'epiteto specifico ricorda uno dei fratelli Russell (Alexander e Patrick, nati all'inizio del XVIII secolo), entrambi botanici e impegnati in campagne di raccolta di campioni in Siria.

Primula veris

Primula spontanea in tutto il Centro e Nord Italia. Presenta una rosetta di foglie basali  e uno scapo floreale eretto che porta un ombrello di fiori gialli, profumati. Coltivare in terreno fertile, drenato, a mezzombra, possibilmente sotto ad alberi e arbusti a foglia caduca: in questo modo riceverà luce nei mesi invernali e primaverili per poi essere protetta dalle chiome.

L'epiteto generico è un diminutivo di prímus (primo), per la precoce fioritura, essendo fra le prime specie a fiorire dopo l'inverno.

L'epiteto specifico è il genitivo di ver (termine latino che significa primavera) e si traduce come 'della primavera'.

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Primula vulgaris

La Primula per antonomasia, spontanea in tutta Italia. Il nome deriva dall'aggetivo latino primus,  ad indicare che la fioritura è molto precoce dopo l'inverno ed è considerata simbolo della primavera e della rinascita della natura. Apprezzata come ornamentale, ma anche per gli usi curativi ( espettorante, antinfiammatoria, analgesica e antispastica) e infine in cucina come aggiunta cruda (foglie e fiori) alle insalate.

Coltivare in terreno fertile, drenato, a mezzombra, possibilmente sotto ad alberi e arbusti a foglia caduca: in questo modo riceverà luce nei mesi invernali e primaverili per poi essere protetta dalle chiome.

L'epiteto generico è un diminutivo di prímus (primo), per la precoce fioritura, essendo fra le prime specie a fiorire dopo l'inverno.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino vulgus volgo, col significato di molto comune, diffusa.

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Sisyrinchium striatum

Questa interessante perenne appartiene alla famiglia delle Iris ed è originaria del Sud America (Cile e Argentina). Le foglie sono a nastro ed hanno un bellissimo tono glauco, particolarmente interessante in giardino come valore aggiunto sia cromatico che di texture. I fiori giallo tenue si schiudono durante l'estate e lasciano poi il posto a capsule di semi scure, molto decorative. Il fogliame è semi-persistente, ma nel nostro clima durante l'inverno si rovina soprattutto nelle parti terminali delle foglie, consigliamo quindi un taglio netto in primavera per favorire la nuova vegetazione e un aspetto più fresco. Dissemina facilmente ed è quindi adatto per effetti a prateria, con Stipa ichu, Scabiosa, Anthericum ramosum.

Si coltiva in pieno sole. in terreno drenato, fertile. 

L'epiteto generico deriva da σῐσῠριγχίoν (sisyrinchíon, nome di una pianta con bulbo dolce citata da Teofrasto e poi da Plinio). Probabilmente ha origine dal greco σίσύρα (sisiùra saio, abito grezzo) per la presenza di tuniche attorno al bulbo. Nell'Etimologia botanica di Alexandre de Théis del 1810 l'autore riconduce l'etimologia alle parole sÿs, maiale e rhýgchos, grugno, perchè è ricercata dai maiali come la maggior parte dei bulbi, ma la prima etimologia sembra la più accurata e probabile, in quanto fa riferimento a un aspetto morfologico.

L'epiteto specifico deriva dal verbo latino strio (scanalare, rigare), striato, di solito riferito alle foglie

Thymus longicaulis

Perenne aromatica diffusa in gran parte d'Italia, tappezzante, amata da api e farfalle. Si consiglia di coltivare in pieno sole e terreno ben drenato. Le foglie hanno un particolare aroma, con sentori di pepe e questa caratteristica gli ha fatto guadagnare il nome comune di pepolino.

L'epiteto generico deriva dal greco θύμον (thiùmon timo).

L'epiteto specifico è composto dalle parole latine longus (lungo) e caulis (gambo, fusto): dal gambo lungo.