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Achillea filipendulina...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con grandi corimbi di fiori giallo carico tipica di luoghi molto soleggiati e asciutti. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, raggiunge dimensioni maggiori rispetto ad Achillea millefolium e fiorisce molto a lungo con alti steli rigidi. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato e si irriga con parsimonia.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico si riferisce invece alla somiglianza della pianta con Filipendula vulgaris. perenne con foglie pennate simili a quelle di alcune felci e molto simili a quelle di questa Achillea.

In cucina le foglie di Achillea filipendulina vengono utilizzate per frittate e ripieni, conferendo un gusto simile a quello di Tanacetum parthenium e di Tanacetum balsamita.

Achillea millefolium...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con corimbi di piccoli fiori giallo pastello, adatta a posizioni soleggiate. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, fiorisce molto a lungo formando fitti cuscini di foglie aromatiche sormontati da steli rigidi carichi di fiori. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato. Un taglio regolare degli steli sfioriti favorisce la rifiorenza. Un terreno eccessivamente ricco o troppo irrigato può far perdere compattezza alla pianta.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal latino mille e da folium (fòlium foglia) in riferimento alle foglie finemente divise.

Achillea millefolium...

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae con corimbi di piccoli fiori rosa chiaro, adatta a posizioni soleggiate. Rustica e molto robusta, di facile coltivazione e molto decorativa, fiorisce molto a lungo formando fitti cuscini di foglie aromatiche sormontati da steli rigidi carichi di fiori. Per ottenere ottimi risultati si coltiva in terreno ben drenato. Un taglio regolare degli steli sfioriti favorisce la rifiorenza. Un terreno eccessivamente ricco o troppo irrigato può far perdere compattezza alla pianta.

L'epiteto generico ha origine dal nome dell'eroe greco Ἀχιλλεύς (Achilleùs Achille). Plinio (XXV, 5) riferisce che fu così denominata in quanto Achille, discepolo di Chirone, se ne servì per primo per curare alcuni compagni durante l'assedio di Troia, per le proprietà cicatrizzanti di questa pianta.

L'epiteto specifico deriva dal latino mille e da folium (fòlium foglia) in riferimento alle foglie finemente divise.

Andropogon gerardii 'Red...

Bellissima graminacea con fogliame porpora in estate e rosso in autunno. Il cespuglio di foglie si mantiene più basso delle spighe, che svettano leggere. Coltivare in pieno sole e irrigare finchè l'apparato radicale non si è sviluppato in modo adeguato, a quel punto sopporterà molto bene anche irrigazioni sporadiche.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἀνήρ ἀνδρός (anér andrόs uomo) e πώγων (pόgon barba) in riferimento alla peluria che ricopre alcune parti della spiga.

L'epiteto specifico indica che la specie è stata dedicata a Louis Gérard, medico e botanico francese (1733-1819) o a John Gerard(e) (1545-1612), botanico inglese autore di The Herball or General Historie of Plantes, ma non si trovano testimonianze.

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Aster carolinianus

Aster di origine americane,  insolito e poco diffuso. I lunghi rami raggiungono i 250 cm e la pianta si arrampica e sostiene su recinzioni, siepi e arbusti grazie ai rami laterali, che spuntano durante la stagione vegetativa e portano una gran quantità di fiori rosa-violetti, leggermente profumati, dalla fine di ottobre. Coltivare in pieno sole o mezz'ombra(una buona esposizione al sole è comunque preferibile per garantire alla pianta di fiorire prima delle gelate, che rendono meno abbondante la fioritura), in terreno fertile. Per sostenersi la pianta produce talvolta anche radici avventizie.

L'epiteto generico deriva dal greco ἄμπελος (ámpelos vite) e  da ἀστήρ, -έροϛ (astér, -éros stella) in riferimento alla conformazione dei fiori e all'effetto di insieme della pianta in fioritura che ha fatto guadagnare agli Aster il nome comune di 'cielo stellato'.

L'epiteto specifico fa riferimento alla zona di provenienza della specie.

NB: per spedire questo Aster potrebbe essere necessario accorciare i rami. Questo non interferisce con la salute della pianta nè riduce il suo valore, ma la fioritura può essere interrotta a seconda del periodo in cui viene spedito e quindi tagliato.  Fiorirà comunque l'anno successivo e il taglio dei rami favorirà un precoce accestimento.

Aster rugulosus 'Asrugo'

Una asteracea originaria del Giappone, poco conosciuta e ancor meno utilizzata nei giardini europei. Ha molte caratteristiche che la rendono interessante per la coltivazione in vaso, per giardini di piccole dimensioni. Raggiunge un massimo di 50 cm in piena fioritura e ha steli verticali che portano fiori con petali(ligule) bianchi, sfumati di rosa mano a mano che il fiore matura. Si coltiva in pieno sole o mezz'ombra in terreno fertile, drenato. Posizioni troppo ombreggiate possono ridurre la quantità di fiori prodotti e il loro colore, quindi posizionare in luoghi raggiunti almeno da 4 ore di sole diretto. 

L'epiteto generico del nome botanico aggiornato celebra forse Ignaz Döllinger (1770 – 1841), fisiologo tedesco, ma non si trovano riferimenti specifici e l'etimologia del nome botanico resta quindi da definire in modo esatto, soprattutto perchè non sembra che Ignaz Döllinger avesse interessi specifici per la botanica e verrebbe meno la regola stabilita da Linneo di dedicare i nomi delle piante solo a personalità rilevanti del mondo botanico.

L'epiteto specifico deriva da rugula (rùgula, piccola ruga), cioè che presenta piccole rughe o grinze, in riferimento alla morfologia della pianta.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Chrysanthemum 'Schweizerland'

Romantica cultivar introdotta da Frikart nel 1955, ha fiori rosa carico stradoppi.

I Chrysanthemum preferiscono posizioni ben soleggiate e terreno normale, con buon drenaggio che eviti i ristagni. Oltre al taglio primaverile, subito dopo l'inverno, si consiglia una cimatura durante l'estate per ritardare la fioritura e dare alla pianta una maggiore struttura.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche χρυσόϛ (chriusόs oro) e ἄνθεμον (ánthemon fiore): fiore dorato in riferimento alla specie originale, che ha adesso il nome di Glebionis coronaria. Il nome originario assegnato da Linneo era Chrysanthemum indicum, per differenziarlo da Chrysanthemum coronarium (oggi Glebionis coronaria appunto). Nel 1961 Nickolae Tzvelev studiò la conformazione dei fiori del genere e si rese conto che venivano riunite insieme molte tipologie diverse e decise di assegnarle a generi specifici, come Leucanthemum, Tanacetum e Dendranthema. Quest'ultimo identificava i crisantemi da giardino, commercializzati ad uso ornamentale. Purtroppo solo il mercato tedesco adotto questa nuova nomenclatura per i crisantemi e si creò una gran confusione, con doppie nomenclature che tuttora si trovano online. Per semplificare l'identificazione e lo studio su queste piante, nel 1995 il Congresso Internazionale di Botanica decise di cambiare nome a Chrysanthemum coronarium, di battezzarlo Glebionis e di usare il nome di genere Chrysanthemum al posto di Dendranthema, rendendo ufficiale l'utilizzo diffuso in gran parte del mondo di questo nome.

Eucomis comosa 'Sparkling...

Bulbosa con vistose pannocchie di fiori che ricordano un ananas per il pennacchio di foglie che portano alla sommità. In primavera ha foglie scurissime che poi virano al verde. Rustica, si può coltivare in vaso o in piena terra, in terreno ben drenato e fertile, non arido durante il periodo estivo. Si consiglia di concimare in primavera e poi dopo la fioritura.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche ἐῧ (éu bene, alla perfezione) e κόμη (cóme chioma): 'dalla perfetta chioma' in riferimento alla bellezza delle pannocchie fiorite.

L'epiteto specifico deriva dal latino coma (cóma chioma, equivalente del greco κόμη come ): munito di chioma, chiomato.

Foeniculum vulgare

Adatta al pieno sole, in terreno ben drenato, cresce molto in altezza, formando un cespuglio di foglie piumose che nascono color bronzo porpora e si schiariscono col passare del tempo. Decorativa dalla primavera all'inverno, attire le farfalle, in particolare Papilio Machaon, che depone sulle piante di Foeniculum le sue uova. I bruchi trovano in questa pianta un prezioso nutrimento per crescere e raggiungere lo stadio di crisalide. Le foglie fresche e i semi si utilizzano in cucina per il loro profumo di anice.

L'epiteto generico deriva dal nome latino del finocchio, come si trova in Plinio. Tale nome ha in sè la radice del termine foenum (fènum, fieno), probabilmente per le foglie sottili come quelle del fieno e per il loro aroma.

L'epiteto specifico vulgaris (vulgàris) in latino significa 'molto comune, diffuso', dal termine vulgus (vùlgus), volgo, plebe.

Galium verum

Erbacea perenne spontanea in tutta Italia tipica di prati e margini di boschi. In giardino la posizione ideale è in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Ha proprietà diuretiche, antireumatiche,antispasmodiche e calmanti e veniva usata per tingere i tessuti in giallo, utilizzando i fiori, o in rosso, utilizzando le radici.
L'epiteto generico deriva dal greco γάλα (gála, latte) perché alcune specie appartenenti a questo genere venivano usate per cagliare il latte.
E' particolarmente apprezzato da Macroglossum stellatarum, comunemente chiamato Farfalla colibrì, di cui è pianta nutrice.
L'epiteto specifico in latino significa 'vero, genuino, originale'.

Gaura lindheimeri 'Rosy Jane'

Varietà di recente introduzione, rustica, molto resistente, con fiori bianchi bordati di rosa in modo irregolare che si susseguono senza sosta dall'inizio della primavera all'autunno. Preferisce posizioni soleggiate e terreni fertili, ben drenati. 

L'epiteto generico deriva dal greco γαῦρος (gàuros altero, orgoglioso, maestoso).
Secondo la classificazione cladistica ( in base alla quale le piante si riuniscono in gruppi, o cladi, ciascun gruppo costituito da organismi aventi un antenato comune) nel 2007 il genere Gaura viene considerato un sottogruppo del genere Oenothera e quindi il nome corretto è da considerarsi Oenothera lindheimeri e Gaura lindheimeri un sinonimo. Data la diffusione del nome Gaura, noi de I Giardini dell'Indaco continuiamo ad utilizzarlo per identificare questo genere, ma ci teniamo a riportare la nomenclatura più recente e corretta.

 L'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), un esule politico tedesco che raccolse campioni botanici in America.

Knautia macedonica 'Melton...

Interessante cultivar di Knautia macedonica, perenne della famiglia delle Caprifoliaceae, la stessa delle Scabiosa, originaria dei Balcani. Rispetto alla specie questa selezione orticola ha fiori in una gamma di colori pastello che vanno dai rosa chiaro al cremisi. Fiorisce abbondantemente per tutta l'estate, da Luglio fino ad autunno inoltrato, soprattutto se si ha l'accortezza di rimuovere i capolini sfioriti. Ottima come fiore reciso e anche essiccato. Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Molto amata dagli impollinatori.

L'epiteto generico ricorda i botanici prelinneani tedeschi Christoph Knaut (1638-1694) e suo fratello Christian (1656-1716).

L'epiteto specifico fa riferimento all'habitat originario della specie, la Macedonia, regione storica e geografica della penisola Iberica.

Phlomoides tuberosa

Originaria di Europa centrale e Cina ha ampie foglie basali verdi e steli eretti che portano gruppi di fiori rosa. E' apprezzata per la bellezza della fioritura, ma anche per la persistenza delle infiorescenze secche. Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato. Una volta ambientata tollera brevi periodi di siccità, a discapito del potenziale ornamentale se la mancanza di acqua avviene nel momento di sviluppo primaverile.

L'epiteto generico deriva dal greco φλομίς (phlomís, il nome di Verbascum thapsus in Dioscoride) e εἶδος (eídos aspetto), cioè simile a una Phlomis.

L'epiteto specifico deriva dal latino tuber (tubero, rizoma) per la forma delle radici.

Phlomoides tuberosa 'Bronze...

Originaria di Europa centrale e Cina ha ampie foglie basali verdi e steli eretti che portano gruppi di fiori rosa. E' apprezzata per la bellezza della fioritura, ma anche per la persistenza delle infiorescenze secche. Si coltiva in pieno sole, in terreno drenato. Una volta ambientata tollera brevi periodi di siccità, a discapito del potenziale ornamentale se la mancanza di acqua avviene nel momento di sviluppo primaverile.

L'epiteto generico deriva dal greco φλομίς (phlomís, il nome di Verbascum thapsus in Dioscoride) e εἶδος (eídos aspetto), cioè simile a una Phlomis.

L'epiteto specifico deriva dal latino tuber (tubero, rizoma) per la forma delle radici.

Scabiosa columbaria subsp....

Una nuvola di fiori di un luminoso giallo tenue, in fiore tutta l'estate! Utilissima in giardino per dare leggerezza in abbinamento a rose, graminacee. Coltivare in buon terreno lavorato, con aggiunta di drenaggio, in pieno sole. Si dissemina abbondantemente e come tutte le Scabiosa fornisce nutrimento agli impollinatori.

L'epiteto generico deriva dal latino scabies (scàbies scabbia) perché la pianta veniva usata in passato come cura contro la scabbia.

L'epiteto specifico potrebbe derivare da calumbarius (columbàrius, colombaria, sepolcreto, un tipo di sepoltura romana in cui le nicchie, semicircolari, erano sovrapposte a file) e riferirsi alla somiglianza del centro del fiore della Scabiosa a questo motivo geometrico. Un'altra possibile (ma dubbia) etimologia riconduce l'origine del nome alla somiglianza del fiore con una colomba.

Il termine ochroleuca è composto dalle parole greche ὠχρός (ochrós giallastro, ocra) e λευκός (leucós bianco) con riferimento al colore giallo pallido dei fiori.