Filtra per

Altezza

Altezza

Esposizione

Esposizione

Colore

Colore

Fogliame

Fogliame

Periodo di Fioritura

Periodo di Fioritura

Disponibilità

Disponibilità

Colore fogliame

Colore fogliame

Profumo

Profumo

Rusticità

Rusticità

Mellifere e nutrici

Mellifere e nutrici

Filtri attivi

  • Colore: Bianco
  • Colore: Rosso
  • Periodo di Fioritura: Agosto

Allium tuberosum

Erbacea perenne della famiglia delle Amaryllidaceae di facile coltivazione, adatta anche per la naturalizzazione. Forma cespugli di foglie fini e aromatiche con una gran quantità di fiori bianchi dalla forma a stella riuniti in corimbi su steli alti. Preferisce posizioni in pieno sole e si adatta a diverse tipologie di terreno, purchè drenato. Irrigazioni regolari favoriscono uno sviluppo ottimale e prolungano la durata della fioritura. In terreno arido sopravvive, ma limita la fioritura all'inizio dell'estate.

Di origine cinese, è comunemente utilizzato in cucina. Si può trovare ormai spontaneo anche in diverse zone d'Italia, specialmente al centro-nord. Amata dagli impollinatori, ha foglie e fiori commestibili e può essere utilizzata nelle composizioni secche se raccolta dopo la fioritura, quando le capsule con i semi sono ormai mature.

L'epiteto generico corrisponde al nome latino usato per indicare una pianta appartenente a questo genere. Si trova in Orazio, Plinio e Plauto. L'etimologia è dubbia: Alexandre de Théis nel suo Glossario di Botanica la fa risalire al termine al termine celtico all, che significa caldo, acre, in riferimento al gusto dell'aglio. Il Dizionario Etimologio della lingua italiana del Pianigiani indica anche come possibile origine il termine greco ἄγλῑς (áglis capo d'aglio).

L'epiteto specifico deriva dal latino tuber (tùber, tubero) in riferimento alle radici tuberose.

Ampelopsis brevipedunculata...

Rampicante/ricadente adatta alla coltivazione in vaso o in piena terra. Ha foglie variegate con effetto marmorizzato bianco/verde e a fine estate produce bacche nei colori dal blu, al marrone, al viola che la rendono molto interessante anche nel periodo autunnale. Si adatta sia a posizioni in pieno sole che a mezzombra e preferisce terreni ricchi, drenati, leggeri.

Se cresciuta vicino a muri o tronchi tende a salire velocemente. Necessita di supporti per arrampicarsi sulle pareti, perché diversamente dal Parthenocissus non aderisce alle superfici, ma si sostiene con viticci. Coltivata in vaso può essere usata come ricadente: i lunghi rami formeranno un fitto cuscino che potrà essere tenuto a bada con potature regolari all'inizio della primavera.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche ἄμπελος (ámpelos la pianta della vite) e ὄψις (ópsis aspetto) per l'aspetto simile a quello della vite.

Le bacche dell'Ampelopsis sono ricche di polifenoli e recenti studi stanno sperimentando gli utilizzi per la cura delle patologie del fegato. Rispetto ad altri componenti della famiglia delle Vitaceae ha semi molto grandi e quindi i frutti, nonostante siano commestibili, non sono particolarmente appetibili per gli umani, ma lo sono per gli uccelli, che favoriscono la diffusione dei semi.

Si trova identificata anche come Ampelopsis brevipedunculata f. elegans (K.Koch) Rehder (fonte: The Plant List), ma questo nome è ancora in fase di analisi.

L'epiteto specifico fa riferimento ai brevi assi floreali, chiamati peduncoli, che portano prima i fiori e poi le bacche.

Aster ageratoides 'Ashvi'

Aster di altezza contenuta e con sviluppo rapido, raggiunge i 60 cm in piena fioritura. Bel fogliame, ha fiori bianchi che si schiudono da Agosto a Ottobre e fogliame verde chiaro. Coltivare in pieno sole o mezz'ombra, in terreno fertile, irrigato normalmente. Una volta ambientato tollera periodi con irrigazioni ridotte e si allarga rapidamente con stoloni. Non necessita del cosidetto Chelsea chop, perchè resta compatto anche senza un taglio nel mese di Maggio/Giugno.

L'epiteto generico in latino significa 'astro, stella' (dal greco ἀστήρ, -έροϛ astér, -éros stella) in riferimento alla conformazione dei fiori e all'effetto di insieme della pianta in fioritura che ha fatto guadagnare agli Aster il nome comune di 'cielo stellato'. Aster ageratoides è uno dei pochi ad aver mantenuto il vecchio epiteto di genere e a non essere stato battezzato con un nuovo nome (come anche Aster amellus, Aster tataricus...)

L'epiteto specifico  significa 'simile ad un Agerato', da Ageratum e dal greco εἶδος (eídos aspetto).

Il nome della cultivar viene talvolta trascritto come 'Harry Schmidt', probabilmente per un errore di trascrizione dei vivai tedeschi.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Aster divaricatus 'Beth...

Bellissima asteracea dedicata a Beth Chatto. Il fogliame in primavera è verde lucido e si sviluppa su fusti scuri che rendono la pianta particolarmente decorativa anche senza la fioritura. I fiori si schiudono a partire dalla secondo metà dell'estate, formando un cespuglio bianco, leggere, perfetto per illuminare angoli a mezz'ombra. E' questa infatti l'esposizione ideale, dove la pianta possa essere raggiunta da mezza giornata di sole, in terreno fertile, non arido. E' la compagna perfetta per Persicaria microcephala 'Red Dragon', Anemone, Tricyrtis, Hosta plantaginea.

L'epiteto generico Eurybia deriva da εὐρυβίας (eurybías da εὐρύς euriùs ampio, vasto, diffuso)in riferimento alla disposizione dei petali(propriamente ligule) distanziati tra di loro attorno al disco centrale.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Aster novi-belgii 'Rubino'

Una varietà selezionata nel 1986 da Pier Luigi Priola che colpisce per il colore carico dei fiori, doppi, di un intenso rosso lampone.
Preferisce posizioni soleggiate e, una volta ben radicata, non richiede particolari attenzioni, diventando pressochè autonoma. Si consiglia di cimare la pianta in modo deciso a fine Maggio per permettere l'accestimento e la produzione di un numero maggiore di fiori. Le piante di questa varietà, se non cimate, fioriscono già a fine estate.


L'epiteto generico  del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico è una latinizzazione di New Holland o Nuovo Belgio, regione storica degli Stati Uniti situata nei dintorni di New York tra la Virginia e il New England, insediamento di coloni olandesi, località in cui furono fatti i primi ritrovamenti della specie.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Aster novi-belgii...

Bellissimi fiori bianchi doppi che maturano con sfumature rosa! Preferisce posizioni soleggiate e, una volta ben radicata, non richiede particolari attenzioni, diventando pressochè autonoma. Si consiglia di cimare la pianta a fine Maggio per permettere l'accestimento e la produzione di un numero maggiore di fiori. Le piante di questa varietà, se non cimate, fioriscono già a fine estate.
L'epiteto generico  del nome scientifico aggiornato deriva dal greco σύμφῠσις (siùmfiusis, unione) e da ϑρίξ, τριχóϛ (thríx, trichόs capello, pelo), probabilmente riferito a una cultivar europea con peli uniti alla base, osservata da Christian Gottfried Daniel Nees von Esenbeck, botanico tedesco della prima metà dell' 800.
L'epiteto specifico è una latinizzazione di New Holland o Nuovo Belgio, regione storica degli Stati Uniti situata nei dintorni di New York tra la Virginia e il New England, insediamento di coloni olandesi, località in cui furono fatti i primi ritrovamenti della specie.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Aster rugulosus 'Asrugo'

Una asteracea originaria del Giappone, poco conosciuta e ancor meno utilizzata nei giardini europei. Ha molte caratteristiche che la rendono interessante per la coltivazione in vaso, per giardini di piccole dimensioni. Raggiunge un massimo di 50 cm in piena fioritura e ha steli verticali che portano fiori con petali(ligule) bianchi, sfumati di rosa mano a mano che il fiore matura. Si coltiva in pieno sole o mezz'ombra in terreno fertile, drenato. Posizioni troppo ombreggiate possono ridurre la quantità di fiori prodotti e il loro colore, quindi posizionare in luoghi raggiunti almeno da 4 ore di sole diretto. 

L'epiteto generico del nome botanico aggiornato celebra forse Ignaz Döllinger (1770 – 1841), fisiologo tedesco, ma non si trovano riferimenti specifici e l'etimologia del nome botanico resta quindi da definire in modo esatto, soprattutto perchè non sembra che Ignaz Döllinger avesse interessi specifici per la botanica e verrebbe meno la regola stabilita da Linneo di dedicare i nomi delle piante solo a personalità rilevanti del mondo botanico.

L'epiteto specifico deriva da rugula (rùgula, piccola ruga), cioè che presenta piccole rughe o grinze, in riferimento alla morfologia della pianta.

Vedi gli altri Aster della nostra collezione

Echinacea purpurea 'Virgin'

Una selezione di Piet Oudolf apprezzata per il portamento composto, con steli floreali che si mantengono verticali senza bisogno di sostegni, per i fiori profumati e per il bianco puro dei sepali disposti in un doppio giro attorno al disco centrale verde.

Le Echinacea preferiscono posizioni soleggiate, terreno drenato e fertile, non arido. Si consiglia recidere i fiori man mano che appassiscono per favorire la produzione di nuovi steli floreali.

L'epiteto generico assegnato da Linneo era Rudbeckia in omaggio a Olaus Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. Il genere fu poi battezzato da Conrad Moench, nel 1794, con il nome Echinacea, che deriva probabilmente dal greco ἐχῖνος (echînos riccio, porcospino) in riferimento al disco centrale, formato da fiori fertili appuntiti, pungenti.

L'epiteto specifico in latino significa purpureo, color porpora, in riferimento al colore dei fiori della specie. L'origine è da ricercare nel termine greco πορφύρεος (porfiùreos di colore rosso porpora).

Eryngium pandanifolium...

Raro e praticamente sconosciuto in Italia! Un Eryngium sempreverde perfetto per creare punti focali o per dare struttura a bordi misti. Coltivato in pieno sole, in terreno di buon impasto, abbastanza drenato e irrigato normalmente sviluppa in altezza un bellissimo fogliame e si allarga rapidamente. In estate produce steli alti che portano infiorescenze con un tono insolito per gli Eryngium che vira al porpora.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ηρύγγιον (erùnghion) il nome con cui viene chiamato il cardo nell' Historia Plantarum di Teofrasto. Dioscoride nel De Materia Medica(III, 21) dice che tra le proprietà dell'Eryngium vi è quella di far 'rendere tutte le ventosità' e attribuisce al nome di questa pianta il significato di 'pianta che fa ruttare' (da ἐρυγεῖν, eriughèin ruttare).

Filipendula vulgaris...

Una rosetta di foglie basali finemente divise, semi-sempreverdi, da cui in piena estate partono steli che portano infiorescenze cariche di fiori bianchi, doppi, che si schiudono a partire dal centro dell'infiorescenza, come pop-corn! La posizione ideale è in pieno sole o mezzombra, in terreno fertile, drenato, irrigato regolarmente.

L'epiteto generico è formato dai termini latini filum (filo) e pendulus (pendente, penzolante), probabilmente in riferimento agli ingrossamenti tuberiformi che pendono dalle radici di alcune specie.
L'epiteto specifico deriva dal latino vulgus (vùlgus, popolo), col significato di diffuso, comune.

Fragaria vesca 'Alexandria'

Una varietà di fragola non stolonifera, quindi più facile da inserire nelle bordure in giardino e da utilizzare non solo come edibile, ma anche come ornamentale! La lunghissima fioritura, il bel fogliame, i piccoli frutti allungati (e buonissimi!) sono infatti i punti di forza di questa perenne. Si autodissemina e nel tempo forma fitte colonie. La posizione ideale è a mezzombra, in terreno fertile, drenato.

Costituisce inoltre un importante nutrimento per api, bombi e farfalle.

L'epiteto generico deriva dal latino fragum (fràgum, fragola) a sua volta da fragrans (fràgrans, profumato) in riferimento al profumo dei frutti.

L'epiteto specifico deriva da vescor (vèscor, mangiare) perché i frutti sono commestibili.

Gaillardia aristata...

Erbacea perenne originaria dell'America settentrionale. Forma morbidi cespugli carichi di fiori per tutta la stagione estiva, fino ad autunno inoltrato. La varietà 'Burgunder' ha fiori rosso scuro col centro giallo scuro. Cresce bene in pieno sole, in terreno drenato, fertile. Tollera la salsedine e il calore estivo e periodi di siccità.

Alcune tribù di Nativi nordamericani la utilizzano per curare le ferite e per abbassare la febbre.

L'epiteto generico fu dedicato dal botanico Auguste Denis Fougeroux de Bondaroy (1732-1789) ad Antoine René Gaillard de Charentonneau magistrato francese, naturalista e appassionato di botanica.

L'epiteto specifico deriva dal latino arista (arìsta, filamento e di conseguenza spiga per sineddoche) 'dotata di arìste' in riferimento ala presenza di organi appuntiti, sottili nella parte terminale, in riferimento forse alla forma delle foglie o a quella dei fiori del disco centrale.

Gaura lindheimeri 'Snowstorm'

Varietà compatta con boccioli rosa che aprendosi rivelano fiori bianco puro che si susseguono senza sosta dall'inizio della primavera all'autunno. Preferisce posizioni soleggiate e terreni fertili, ben drenati.

Questa cultivar è frutto del lavoro di ibridazione di Neil  O. Anderson, docente e ricercatore dell'Università del Minnesota ed è stata sviluppata per resistere al meglio a inverni freddi ed estati molto calde.

L'epiteto generico deriva dal greco γαῦρος (gàuros altero, orgoglioso, maestoso).
Secondo la classificazione cladistica ( in base alla quale le piante si riuniscono in gruppi, o cladi, ciascun gruppo costituito da organismi aventi un antenato comune) nel 2007 il genere Gaura viene considerato un sottogruppo del genere Oenothera e quindi il nome corretto è da considerarsi Oenothera lindheimeri e Gaura lindheimeri un sinonimo. Data la diffusione del nome Gaura, noi de I Giardini dell'Indaco continuiamo ad utilizzarlo per identificare questo genere, ma ci teniamo a riportare la nomenclatura più recente e corretta.

L'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), un esule politico tedesco che raccolse campioni botanici in America.

Gaura lindheimeri 'Sparkle...

Varietà di Gaura apprezzata per le dimensioni ridotte rispetto alla specie e quindi adatta alla coltivazione in vaso oltre che a quella in piena terra anche in giardini di piccole dimensioni. Ha la stessa eleganza e leggerezza delle Gaura più alte, con esili fusti e fiori simili a farfalle bianche, che si muovono ad ogni soffio di vento. Preferisce posizioni soleggiate e terreni fertili, ben drenati.

L'epiteto generico deriva dal greco γαῦρος (gàuros altero, orgoglioso, maestoso).
Secondo la classificazione cladistica ( in base alla quale le piante si riuniscono in gruppi, o cladi, ciascun gruppo costituito da organismi aventi un antenato comune) nel 2007 il genere Gaura viene considerato un sottogruppo del genere Oenothera e quindi il nome corretto è da considerarsi Oenothera lindheimeri e Gaura lindheimeri un sinonimo. Data la diffusione del nome Gaura, noi de I Giardini dell'Indaco continuiamo ad utilizzarlo per identificare questo genere, ma ci teniamo a riportare la nomenclatura più recente e corretta.

L'epiteto specifico ricorda il botanico tedesco Ferdinand Jacob Lindheimer (1801-1879), un esule politico tedesco che raccolse campioni botanici in America.

Helenium 'Moerheim Beauty'

Perenne di facile coltivazione con una fioritura molto abbondante e vistosa dalla metà alla fine dell'estate. I fiori sono rossi, con sfumature più scure e un effetto d'insieme vellutato. Si consiglia di cimare la pianta ad inizio stagione per favorire l'accestimento e di piantare in terreno fertile, non arido. Molto rustica e scenografica.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλένιον (elénion Inula helenium, considerata un elisir di giovinezza capace di mantenere la bellezza. A sua volta prende il nome da Elena (in greco Ἑλένη). Il nome era riferito all' Inula, ma è stato poi assegnato anche all'Helenium autumnale, di origine nord americana, per la somiglianza tra le due piante. Plinio il Vecchio dice 'Helenium e lacrimis Helenae dicitur natum, et ideo in Helene insula laudatissimum' (Naturalis Historia, XXI, ) cioè: ' Si dice che l'Helenium sia nato dalle lacrime di Elena e che perciò sia rinomato quella che cresce sull'isola di Elena' (non chiaramente identificato a quale isola Plinio si riferisse).