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  • Altezza: Fino a 50 Cm
  • Colore: Rosa
  • Periodo di Fioritura: Aprile

Diascia barberae

Un'erbacea perenne originaria del Sud Africa spesso considerata erroneamente un'annuale. Dopo 3 anni di coltivazione possiamo garantirne la rusticità fino a -12°C, oltre resta da verificare. Semisempreverde durante tutto l'inverno, continua a produrre boccioli anche nei mesi più freddi, anche se non riescono ad aprirsi prima di fine Marzo, inizio Aprile. I fiori sono moto appariscenti, prodotti in grandissima quantità da Aprile fino alle gelate, color rosa salmone. Vigorosa, resistente e rapida è ideale per la coltivazione in vaso, ma dà ottimi risultati anche in terra. Preferisce posizioni soleggiate e terreno fertile, non arido, drenato. Ne abbiamo testato la resistenza alla siccità e si è rivelata capace di resistere a periodi di asciutto, ovviamente a discapito della fioritura, che è iniziata nuovamente non appena abbiamo fornito acqua.

L'epiteto generico potrebbe derivare dai termini δìσ (dìs doppio) e  ἀσκός (ascòs sacca, pancia) in riferimento alle due sacche nettarifere presenti alla base dei fiori.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore dell’inglese Mary Elizabeth Barber (1818-1899), scrittrice, pittrice, naturalista e raccoglitrice di piante per i Royal Botanic Gardens di Kew.

Dodecatheon meadia 'Aphrodite'

Erbacea perenne della famiglia delle Primulaceae che fiorisce in primavera con steli rigidi che portano fiori rosa carico, simili a quelli del Ciclamino, con i petali ricurvi all'indietro e lunghi stami appuntiti. In inglese è chiamata 'Shooting Star' per l'effetto dei fiori che sembrano stelle cadenti seguite. L'effetto in piena fioritura è bellissimo, elegante e molto decorativo. Durante l'estate la pianta va in riposo vegetativo e si devono ridurre drasticamente le irrigazioni. La posizione ideale è in ombra luminosa, in terreno fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato.

L'epiteto generico è composto dalle parole greche δώδεκα (dòdeca dodici) e θεός (theós divinità): Plinio (XXV, 4) chiama con questo nome una primula diffusa in Campania, perché, dice, racchiude in sé la bellezza e la maestosità di tutti e 12 gli dei romani. Il Dodecatheon come lo intendiamo oggi non ha nulla a che vedere con la pianta di cui parla Plinio nella sua Naturalis Historia, perché Dodecatheon meadia è originario del Nord America e sembra molto improbabile che Plinio lo conoscesse. Il nome è stato utilizzato in tempi più recenti per chiamare questa perenne che su ogni stelo porta 12 fiori, come 12 divinità.

L'epiteto specifico ricorda il fisico inglese Richard Mead (1673-1754). Mark Catesby nella sua Natural History of Carolina aveva attribuito a questo genere il nome di Meadia. Linneo sostituì questo nome con Dodecatheon (perché Richard Mead non era un botanico) e conservò meadia solo per identificare la specie.

Epimedium 'Pink Champagne'

Un ibrido introdotto recentemente da Daniel Probst in America. Fiori grandi con lunghi speroni rosa chiaro attorno a un centro più scuro. La pianta è alta e ricca di steli e il fogliame in primavera è maculato in modo affascinante. Per portamento, ricchezza della fioritura e altezza viene paragonato spesso a un'altra introduzione di Probst, Epimedium 'Domino', da cui si differenzia per il tono più scuro di fiori e foglie. La posizione ideale per la coltivazione è in ombra luminosa, o al massimo esposti a qualche ora di sole al mattino o tardo pomeriggio, in terreno fertile e drenato. Una volta ambientati gli Epimedium si rivelano piante molto forti e versatili, capaci di sopportare anche brevi periodi di siccità. Se però le irrigazioni sono regolari, specialmente durante e dopo la fioritura, varietà come 'Domino' sono capaci di rifiorire abbondantemente.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). La maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

Vedi gli altri Epimedium della nostra collezione

Epimedium 'Pink Elf'

Nato dall' ibridazione di Epimedium leptorrhizum x Epimedium pubescens, ha steli flessuosi carichi di piccoli fiori rosa dalla forma 'a ragno' che formano una nuvola. E' una erbacea perenne semisempreverde, perfetto in ambienti ombreggiati, sia in vaso che in piena terra. Ha un aspetto leggero ed elegante con una lunga fioritura primaverile. Preferisce terreni ricchi e ben drenati e per la texture delle sue foglie si combina bene con tutte le perenni da ombra. Le giovani foglie nascono con bellissime colorazioni bronzate e durante l'autunno tutto il cespuglio si colora nei toni dell'arancio.

Nella nostra esperienza si è rivelato resistente a brevi periodi di siccità e ad un'esposizione al sole per circa 3 ore al mattino.

L'epiteto generico deriva dal termine greco ἐπιμήδιον (epimédion) che si trova per la prima volta nel De Materia Medica di Dioscoride (IV, 19), usato per identificare una pianta originaria della Media (più o meno l'attuale Iran/Azerbaigian/Armenia). Le maggior parte delle specie proviene da Cina, Giappone, Korea e Vietnam. Ma sono presenti specie in Italia, Balcani e Medio Oriente(la Media di Dioscoride). Si può supporre che, per la coincidenza tra fonti classiche e rinvenimenti botanici, Linneo decidesse quindi di utilizzare il nome Epimedium dei testi classici per battezzare tutti gli appartenenti a questo raggruppamento botanico che si estendeva dal Mediterraneo fino all'Oriente, considerando probabile che Dioscoride conoscesse gli Epimedium del Medio Oriente, ma non avesse avuto esperienza diretta delle specie di Cina e Giappone.

Nella cultura orientale diverse specie di Epimedium sono considerate un potente afrodisiaco e una cura per i problemi ossei, per le riconosciute proprietà antiossidanti, cardioprotettive e stimolanti del sistema circolatorio.

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Helleborus ' Pretty Ellen...

Cultivar di Helleborus orientalis con fiori semplici rosa segnate in modo leggero da venature rosa scuro 

Gli ellebori sono perenni sempreverdi di facile coltivazione e rapido sviluppo: si coltivano in posizioni a mezz'ombra in terreno fertile, che sia fresco in inverno (solitamente grazie all'umidità e alle precipitazioni) e primavera (irrigato in caso di necessità). In estate sopportano irrigazioni ridotte. Fioriscono solitamente da fine Gennaio ad Aprile, anche se talvolta anticipano producendo qualche fiore già da Gennaio. Disseminano facilmente e si consiglia per questo di non recidere gli steli sfioriti.

L'epiteto generico deriva dal greco ἑλλέβορος (elléboros, nome dato da Dioscoride e  latinizzato in Hellebŏrus da Plinio). Il nome è composto da ἑλω (élo  elimino, uccido) e da βορά (borá cibo) col significato di 'cibo mortale', per la tossicità di tutte le parti della pianta, tossica se ingerita.