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Bergenia 'Bressingham White'

Perenne rizomatosa sempreverde con foglie verde scuro di dimensioni ridotte rispetto a quelle di Bergenia crassifolia, diffusa nei nostri giardini. In primavera gli steli floreali rossi portano fiori bianchi che persistono a lungo sulla pianta. In autunno e inverno il fogliame assume toni rossastri. La posizione ideale è in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato, non eccessivamente bagnato in estate. Le Bergenia sopportano infatti più facilmente periodi di siccità (una volta ambientate)che irrigazioni troppo abbondanti.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del botanico tedesco Karl August von Bergen (1704-1759).

Bergenia 'Harzkristall'

Varietà recente caratterizzata da portamento compatto, foglie verde intenso e fiori bianchi soffusi leggermente di rosa. La posizione ideale è in ombra o mezzombra, in terreno fertile, drenato.

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del botanico tedesco Karl August von Bergen (1704-1759).

Berkheya purpurea

Erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae originaria del Sud Africa, diffusa ad altitudini in cui sono frequenti le nevicate invernali e l'estate è mediamente piovosa. Ha foglie basali spinose, verdi sulla pagina superiore e argentate su quella inferiore e fiori simili a grandi margherite di un bellissimo viola pastello, con il disco centrale scuro. Da provare in abbinamento con graminacee come Stipa 'Ichu' o Andropogon scoparius 'Prairie Blues' e con fioriture giallo tenue, come Coreopsis verticillata 'Moonbeam'. Una volta ambientata si rivela molto resistente a periodi di siccità, ma per uno sviluppo ottimale è preferibile ricreare le condizioni in cui si trova in natura: il terreno deve essere ben drenato, ricco di sostanza organica, irrigato durante il periodo estivo. Una leggera acidità del terreno può migliorare la resa. 

L'epiteto generico è stato assegnato in onore del naturalista e pittore Jan le Francq van Berkhey (1729-1812), originario dei Paesi Bassi.

L'epiteto specifico deriva dal greco πορφύρεος (porfiùreos di colore rosso porpora) e fa riferimento al colore dei fiori violacei.

Briza media 'Limouzi'

Bellissima graminacea semi-sempreverde con foglie verde glauco e infiorescenze pendule giallo-verdi spesso soffuse di porpora. Coltivare al sole in buon terreno lavorato, non arido. Tollera anche terreni poveri e mediamenti asciutti una volta ambientata. La varietà Limouzi è più alta rispetto alla specie.

L'epiteto generico  deriva dal greco βρίζα (brίza un tipo di cereale), da βρίζειν (brízein, annuire) in riferimento alle spighe che dondolando nel vento, come se annuissero. In inglese la Briza è detta quaking grass, in riferimento al suono che producono le spighe mosse dal vento.

L'epiteto specifico fa riferimento alla dimensione delle spighe, più piccole rispetto a quelle di Briza maxima e più grandi di quelle di Briza minor. Deriva dall'aggettivo medius medio, intermedio.

Il nome della cultivar potrebbe fare riferimento alla regione francese del Limousin, Limouzi in forma arcaica. La Briza media è diffusa in gran parte dell' Europa, compresa la Francia. Che sia una cultivar selezionata da qualche vivaista francese della zona? 

Vedi le altre graminacee della nostra collezione

Campanula poscharskyana

Perenne rizomatosa sempreverde dal portamento ricadente o strisciante per posizioni a mezzombra in vaso o in terra. Forma densi cuscini carichi di fiori a stella blu lavanda che si schiudono da fine Aprile a Luglio, specialmente se la pianta viene cimata dopo la prima fioritura. Si adatta facilmente ad ogni tipo di terreno e quando si dissemina nasce anche tra le pietre dei selciati, nei muretti e si rivela molto resistente anche a brevi periodi di siccità. 

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico è dedicato al botanico tedesco Gustav Adolf Poscharsky (1832-1915).

Campanula poscharskyana...

Perenne rizomatosa sempreverde dal portamento ricadente o strisciante per posizioni a mezzombra in vaso o in terra. Forma densi cuscini carichi di fiori a stella bianco puro che si schiudono da fine Aprile a  Luglio, specialmente se la pianta viene cimata dopo la prima fioritura. Si adatta facilmente ad ogni tipo di terreno e quando si dissemina nasce anche tra le pietre dei selciati, nei muretti e si rivela molto resistente anche a brevi periodi di siccità.

L'epiteto generico è il diminutivo del termine latino campana( campàna, campanella), in riferimento alla forma dei fiori.

L'epiteto specifico è dedicato al botanico tedesco Gustav Adolf Poscharsky (1832-1915).

Carex buchananii 'Firefox'

Uno dei Carex più belli, per il portamento e per il colore,un rosso rame intenso. Slanciato, verticale, ordinato e sempreverde è molto utile per dare colore e struttura in giardino, sia utilizzato in vaso che in piena terra. Preferisce terreni drenati, non aridi, in pieno sole. Se coltivato in posizioni ombreggiate o in terreno troppo fertile tende a perdere compattezza e ad aprirsi ad imbuto, restando comunque molto decorativo. Non si taglia in primavera, ma si ripulisce dalle foglie secche, se necessario. Un valore aggiunto è la facilità di autodisseminazione.

L'epiteto generico deriva dal nome classico latino carex (càrex carice, come si trova utilizzato da Virgilio nelle Bucoliche), derivato dal greco κείρω (keíro io taglio), per il bordo tagliente di molte specie di questo genere.

L'epiteto specifico è stato assegnato da Sven Berggren, botanico svedese che raccolse numerosi campioni in Nuova Zelanda, in onore di John Buchanan, botanico neozelandese.

Carex testacea 'Prairie Fire'

Perenne sempreverde della famiglia delle Cyperacee molto simile alle graminacee nell'aspetto. La varietà 'Prairie Fire' è un miglioramente della specie. Le foglie spuntano verdi e assumono i toni dell'arancio col procedere della stagione, fino ad avere le colorazioni più intense in autunno e in inverno. Preferisce posizioni in pieno sole o mezzombra e forma cespugli uniformi e molto decorativi. I semi sono portati su steli lunghi, che appoggiano a terra o, se coltivata in vaso, spuntano dal cespuglio, penduli. Fornire irrigazioni regolari e terreno ben drenato. Non si taglia in primavera, ma si ripulisce dalle foglie secche, se necessario. 

L'epiteto generico deriva dal nome classico latino carex (càrex carice, come si trova utilizzato da Virgilio nelle Bucoliche), derivato dal greco κείρω (keíro io taglio), per il bordo tagliente di molte specie di questo genere.

L'epiteto specifico deriva dal latino testa (tèsta, vaso di terracotta) per il colore delle foglie.

Anche il nome della varietà, traducibile come 'Fuoco della prateria', fa riferimento al colore intenso che caratterizza questa perenne.

Cyrtomium falcatum

Felce sempreverde di origine orientale (Cina e Vietnam) segnalata in gran parte d'Italia come alloctona naturalizzata o alloctona casuale. Si differenzia da Cyrtomium fortunei per il portamento più verticale e per le pinne (le singole parti che compongono la fronda delle felci) più grandi.Vincitrice dell' Award of Garden Merit assegnato dalla RHS è forte e affidabile. L'altezza finale è intorno ai 90 cm, ma le singole fronde di una pianta matura possono misurare fino a 120 cm. I margini delle pinne ( le 'foglie' delle felci) è irregolarmente dentato e la pagina inferiore presenta sori(cioè raggruppamenti di sporangi, i 'contenitori' delle spore fertili) sparsi, di colore scuro, ben visibili quando maturi.

Si coltiva in ombra luminosa, in terreno drenato, fertile, non arido. Sopporta alcune ore di sole, al mattino o tardo pomeriggio. Come per tutte le felci si sconsiglia l'utilizzo di concimi perché tutte le Polypodiaceae sono particolarmente sensibili alla concimazione e si rischia di incorrere in bruciature delle fronde.

L'epiteto generico deriva dal greco κύρτωμα (kiùrtoma arco, curvatura), per il disegno delle vene fogliari che si ricongiungono, formando un arco.

L'epiteto specifico deriva dal latino falx, falcis (falce, roncola) in riferimento alla forma a falce delle pinne ( le 'foglie' delle felci).

Cyrtomium fortunei

Felce sempreverde originaria di Cina. Corea e Giappone segnalata come alloctona naturalizzata in diverse regioni del nord Italia. Preferisce posizioni ombreggiate e terreno fertile. Sopporta alcune ore di sole, purchè non sia nelle ore più calde, per evitare scolorimento delle fronde o bruciature. Ha portamento compatto, a fontana e si differenzia da Cyrtomium falcatum per la minore altezza e per la forma tondeggiante della pianta e per le pinne (le singole parti che compongono le fronde delle felci) più piccole. 

L'epiteto generico deriva dal greco κύρτωμα (kiùrtoma arco, curvatura), per il disegno delle vene fogliari che si ricongiungono, formando un arco.

L'epiteto specifico ricorda Robert Fortune (1812-1880) botanico scozzese che raccolse un gran numero di campioni botanici in Cina.

Diascia barberae

Un'erbacea perenne originaria del Sud Africa spesso considerata erroneamente un'annuale. Dopo 3 anni di coltivazione possiamo garantirne la rusticità fino a -12°C, oltre resta da verificare. Semisempreverde durante tutto l'inverno, continua a produrre boccioli anche nei mesi più freddi, anche se non riescono ad aprirsi prima di fine Marzo, inizio Aprile. I fiori sono moto appariscenti, prodotti in grandissima quantità da Aprile fino alle gelate, color rosa salmone. Vigorosa, resistente e rapida è ideale per la coltivazione in vaso, ma dà ottimi risultati anche in terra. Preferisce posizioni soleggiate e terreno fertile, non arido, drenato. Ne abbiamo testato la resistenza alla siccità e si è rivelata capace di resistere a periodi di asciutto, ovviamente a discapito della fioritura, che è iniziata nuovamente non appena abbiamo fornito acqua.

L'epiteto generico potrebbe derivare dai termini δìσ (dìs doppio) e  ἀσκός (ascòs sacca, pancia) in riferimento alle due sacche nettarifere presenti alla base dei fiori.

L'epiteto specifico è stato assegnato in onore dell’inglese Mary Elizabeth Barber (1818-1899), scrittrice, pittrice, naturalista e raccoglitrice di piante per i Royal Botanic Gardens di Kew.

Digitalis lanata

Varietà perenne con alti steli che portano fiori color ruggine con il labbro inferiore bianco, coperti da una fitta peluria. Coltivare al sole o al massimo a mezz'ombra (minimo 4 o 5 ore di sole direttto) in terreno fertile, drenato. Rispetto ad altre varietà tollera abbastanza bene brevi periodi di siccità. Si dissemina facilmente.

Il genere Digitalis è recentemente entrato a far parte della famiglia delle Plantaginaceae, grazie ai nuovi metodi genetici di classificazione, mentre in precedenza era considerata un membro delle Scrophulariaceae.

L'epiteto generico fu assegnato da Leonhart Fuchs, botanico del '500, latinizzando il nome comune della digitale in tedesco. Da 'fingerhut', che ha il significato di 'ditale', ottenne Digitalis, da digitus dito, per la corolla a forma di ditale.

L'epiteto specifico deriva dal termine latino lana, lanae. 'Tomentoso, lanoso' in riferimento alla peluria che ricopre i fiori.

Disporopsis pernyi

Erbacea perenne semi sempreverde, affidabile e forte, originaria della Cina, con fiori bianchi profumati che si schiudono in primavera. Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, raggiunta al massimo da alcune ore di sole al mattino. La posizione ideale è in terreno fertile, fresco, non arido, sotto ad alberi a foglia caduca: durante l'inverno e all'inizio della primavera la pianta beneficia così del sole diretto ed è invece protetta dal fogliame degli alberi nei mesi estivi.

Durante l'inverno il fogliame persiste sulla pianta, per ingiallire quando iniziano a spuntare i nuovi fusti che portano le foglie e i fiori. In primavera si può quindi tagliare la vecchia vegetazione per apprezzare i nuovi getti che spuntano dal terreno.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio), σπόρος (spòros, seme) e ὄψις (ópsis aspetto) per l'aspetto simile a quello dei Disporum.

L'epiteto specifico ricorda Paul-Hubert Perny (1818-1907), missionario francese stanziato nella provincia del Guizhou dal 1850-1860 e in quella del Sichuan dal 1862 al 1868. Inviò molti campioni botanici ad Adrien Renè Franchet, botanico del Museo di Storia Naturale di Parigi specializzato in flora Cinese e Giapponese.

Disporum longistylum 'Green...

Perfetto come molti altri Disporum per arricchire zone ombreggiate del giardino, grazie anche al fogliame sempreverde che persiste fino a primavera, quando spunta la nuova vegetazione e i vecchi rami possono essere tagliati. Erbacea longeva, alta e slanciata è stato scoperto e battezzato da Dan Hinkley nella provincia cinese di Sichuan. Ha fogliame verde lucido, sfumato di porpora nei mesi invernali e nuovi germogli verde scuro, sfumati di toni scuri. Raggiunge i 150/180 cm e alla sommità degli steli porta in Giugno- Luglio fiori bianco crema. Inizialmente è stato considerato un Disporum cantoniense, insieme a D. 'Night Heron', ma grazie al contributo di Bleddyn Wynn-Jones di Crug Farm entrambi sono stati identificati come Disporum longistylum. Coltivare in ombra luminosa o meglio a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dall'unione delle parole latine longus lungo e stylus stilo, cioè dal lungo stilo, il prolungamento dell'ovario

Disporum longistylum 'Night...

Erbacea perenne affidabile e forte, originaria delle zone boschive della Cina. Si coltiva in ombra luminosa o mezz'ombra, raggiunta al massimo da alcune ore di sole al mattino. La posizione ideale è in terreno fertile, fresco, non arido, sotto ad alberi a foglia caduca: durante l'inverno e all'inizio della primavera la pianta beneficia così del sole diretto ed è invece protetta dal fogliame degli alberi nei mesi estivi.

I fusti e le foglie hanno un bellissimo colore violaceo che rende questa perenne molto decorativa ben oltre il periodo di fioritura. Durante l'estate il fogliame perde la colorazione scura e vira al verde per poi assumere nuovamente toni violacei in autunno con l'arrivo del freddo. I fiori si schiudono in primavera: leggere campanelle bianche soffuse di giallo che contrastano con il colore dei fusti e delle foglie.

Inizialmente è stato considerato un Disporum cantoniense, insieme a D. 'Green Giant', ma grazie al contributo di Bleddyn Wynn-Jones di Crug Farm entrambi sono stati identificati come Disporum longistylum. Coltivare in ombra luminosa o meglio a mezz'ombra, in terreno fertile, non arido.

L'epiteto generico è formato dalle parole greche δίς (dìs, doppio) e σπόρος (spòros, seme): perché ogni cella dell'ovario accoglie due semi al suo interno.

L'epiteto specifico deriva dall'unione delle parole latine longus lungo e stylus stilo, cioè dal lungo stilo, il prolungamento dell'ovario